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SOCIALITà

Fasi dello sviluppo della socializzazione:

0-2 anni rapporti unidirezionali con i pari

2-4 anni cooperazione, prime scelte sulla base delle proprie idee (genere, carattere, interessi) veicolati sul

linguaggio

4-5 anni sceglie tra i pari quelli con cui stare.

Nello sviluppo della socialità entrano in gioco, tra l’altro, l’aspetto caratteriale e temperamentale: ci sono

bambini più socievoli o altri solitari. In ogni caso, occorre distinguere uno “stare da solo” del bambino che è

capacità - oltre che bisogno - ossia un comportamento sano da riconoscere e promuovere, da uno “stare da

solo” che, al contrario, potrebbe precludere lo sviluppo delle relazioni fra pari. I comportamenti solitari

possono avere correlati - temperamentali, cognitivi e di personalità - estremamente diversi. Per comprenderli

più a fondo è necessario analizzare le attività immaginative che li accompagnano. Tra i correlati cognitivi,

fenomeni di particolare interesse sono:

“compagno immaginario”Il compagno immaginario, generalmente, ha le seguenti caratteristiche:

la qualità amichevole, il carattere privato (i bambini sanno perfettamente che stanno lavorando

d’immaginazione), il controllo cognitivo (i bambini che utilizzano un compagno immaginario operano shifting

tra realtà e fantasia senza confusioni). Inoltre, se viene loro offerta l’opportunità di giocare con altri bambini,

interrompono subito il loro “stare da soli” abbandonando temporaneamente l’amico immaginario.

L’interazione con questa rappresentazione mentale si configurerebbe dunque come un dispositivo

metaconoscitivo con cui affinare alcune operazioni socio-cognitive

“paracosmi” Silvey e MacKheit (1988), studiando resoconti autobiografici di adulti, hanno rilevato mondi e

società immaginarie inventate quando erano bambini. Le società immaginarie sono creazioni complesse, a

volte, provviste di sistemi di regole, di documenti e lingue. Nell’inventarle i bambini sembrano sperimentare

un piacevole senso di controllo, potendo intervenire sugli eventi modificandoli e trasformandoli

Esiste, però uno “stare da solo” che è campanello d’allarme dello sviluppo atipico o deficitario si pensi alla

tendenza ad isolarsi dei bambini con Disturbo d’Ansia di Separazione o con Disturbo depressivo – e, infine

dal comportamento solitario in quanto “criterio diagnostico”, come nei Disturbi dello Spettro Autistico e nei

Disturbi di Personalità

Modulo 6

Sviluppo Emotivo

• Teorie Principali

• Fasi dello Sviluppo Emotivo

• Regolazione delle Emozioni

Con lo sviluppo i bambini sono sempre più abili nel comprendere le emozioni altrui e nel reagire in modo

congruo a seconda del tipo di emozione (gioia, rabbia, tristezza, dolore, etc.). Le emozioni hanno un ruolo

centrale nel “sentire e percepire” se stessi, le persone, l’ambiente e gli oggetti. Possono essere definite

come un allontanamento da uno stato di quiete dell’organismo, attraverso risposte fisiologiche

dell’organismo, cognitive, motivazionali, comunicative e sociali. Sono, quindi, più che mai delle competenze

complesse che attivano sistemi e abilità diverse ma, soprattutto, hanno un ruolo fondamentale nella

costruzione e comprensione delle relazioni interpersonali.

Numerosi studi hanno cercato di spiegare i meccanismi all’origine delle emozioni. 2 teorie principali:

Teoria differenziale e teoria della differenziazione

1) La teoria differenziale:

Distingue due tipi di emozioni:

• EMOZIONI FONDAMENTALI (primarie o basiche): sono presenti anche negli animali a noi più vicini,

esistono già alla nascita e compaiono nel primo anno di vita;

• EMOZIONI COMPLESSE (secondarie o sociali): compaiono successivamente e sono presenti solo

negli esseri umani. Secondo alcuni studiosi derivano da combinazioni di emozioni primarie, secondo

altri esse hanno alla base la coscienza del sé (autocoscienti). Per l’approccio differenziale la

comparsa di un’espressione del volto o vocale chiaramente riconoscibile indica la presenza

dell’emozione corrispondente. Secondo Izard (1978) alla nascita i bambini sono in grado di provare

interesse, gioia, disgusto e dispiacere (funzione adattiva); rabbia e paura farebbero la loro comparsa

successivamente quando, grazie alla deambulazione e al maggiore controllo motorio, esse possono

svolgere la funzione di attivare le reazioni ad ostacoli o pericoli.

2) La teoria della differenziazione:

I neonati provano solo una generica eccitazione; una serie di emozioni distinte (gioia, paura, tristezza,

rabbia) emergono più tardi, man mano che lo sviluppo cognitivo e quello sociale consentono ai bambini di

valutare gli eventi e di comprendere sempre meglio le cause e le conseguenze. Secondo l’approccio della

differenziazione (Sroufe, 1995) da uno stato di eccitazione indifferenziata si passa all’emozione vera e

propria, attraverso tre fasi:

sistema di piacere e gioia;

 sistema circospezione-paura;

 sistema frustrazione-rabbia.

Esiste un percorso evolutivo a tre tappe:

• ECCITAZIONE INDIFFERENZIATA (Prototipo fisiologico): è presente nei primi mesi ed è evocato da

aspetti puramente fisici e quantitativi della stimolazione (durata, intensità) o da processi endogeni (stati

neuropsicologici) e si manifesta con reazioni scarsamente differenziate

• FASE INTERMEDIA (I Precursori): i precursori compaiono verso i 3 mesi e sono già vere emozioni,

perché vengono suscitate dal significato, anche se generale, dello stimolo e non soltanto dalla sua

intensità. Il bambino, in questa fase, reagisce con rabbia se vengono bloccati i suoi movimenti, con

gioia se gli si presenta uno stimolo familiare. I precursori si differenziano dalle emozioni successive in

quanto compaiono dopo un certo tempo dalla presentazione dello stimolo; sono diffusi, poiché le

reazioni che li caratterizzano coinvolgono il corpo nel suo complesso.

• EMOZIONI VERE E PROPRIE: (predominante l’istanza psicologica) compaiono dopo i 6 mesi,

quando la reazione è più immediata, circoscritta e viene suscitata dal significato specifico di un evento o

oggetto, che vengono considerati positivi o negativi, favorevoli o minacciosi.

• EMOZIONI ESPOSTE E EMOZIONI AUTOCOSCIENTI: Durante il secondo anno di vita si

modificano le situazioni in cui i bambini sperimentano le emozioni fondamentali, grazie all’ampliarsi

dello spazio e delle attività ad essi accessibili, alla capacità di ricordare esperienze passate e alla

crescita delle competenze che consentono di fronteggiare situazioni, che prima sembravano paurose.

Tutti questi cambiamenti aprono la strada alle emozioni sociali e costruiscono la base della

consapevolezza di sé. Tale consapevolezza rende possibile una prima serie di emozioni sociali

Le emozioni esposte (Lewis, 1992) comprendono: l’imbarazzo (emozione che si prova per il fatto di

sentirsi al centro dell’attenzione), l’invidia e gelosia (nascono dal vedere che un altro ha quello che si

vorrebbe avere, o ricevere attenzioni da una persona a cui si è legati) e l’empatia.

Le emozioni autocoscienti o autovalutative comprendono: l’ Orgoglio (quando riteniamo di esserci

comportati bene o di aver raggiunto un risultato positivo, in conformità a qualche norma o standard

sociale), Vergogna e il senso di colpa (quando pensiamo di esserci comportati male). Sono emozioni

spiacevoli e funzionano come punizione

REGOLAZIONE DELLE EMOZIONI

Nella regolazione delle emozioni entrano in gioco:

i genitori (durante il 1° anno)

 le forme di autoregolazione (quando sono già presenti schemi d’azione per liberarsi di stimoli

 spiacevoli)

attivazione di strategie funzionali

 competenze linguistiche e comunicative perché i bambini sono in grado di descrivere le proprie

 emozioni

LA COMPRENSIONE PRECOCE DELLE ESPRESSIONI

Importante è la comprensione del volto altrui perché manifesta le emozioni

In epoca precoce possiamo già osservare:

- 10 settimane: i bambini reagiscono in modo diverso a seconda alle espressioni del viso della madre

- 20 settimane: reazioni differenziate a emozioni diverse;

- 3 mesi: still face (disagio al viso immobile);

- 10 mesi: l’espressione della madre influenza anche l’interazione con gli oggetti;

- 10-12 mesi: riferimento sociale (osservazione delle relazioni emotive altrui in una situazione in cui si

è incerti).

- A 3 anni i bambini conoscono le emozioni fondamentali e le sanno riconoscere e descrivere

- A 4 anni si sviluppa la TOM quindi le emozioni si associano a credenze e desideri

- In età prescolare danno un grande peso alle espressioni per capire quale emozione una persona sta

provando

REGOLAZIONE DELLE EMOZIONI

Durante l’età prescolare i bambini ampliano il proprio repertorio di strategie di regolazione delle emozioni:

• Richiesta esplicita di aiuto e conforto e verbalizzazioni con cui i bambini minimizzano la portata di un

evento;

• Gioco simbolico: consente di padroneggiare l’esperienza emotiva e mettere in atto delle soluzioni

alternative;

• Uso del linguaggio nelle conversazioni a scopo regolativo: (4-5 anni) comprendere e regolare il

senso delle emozioni;

• Strategie mentali: (9-10 anni) i bambini parlano esplicitamente dei processi mentali coinvolti, come

distrarsi, dimenticare, smettere di pensare all’accaduto

LE REGOLE DI ESIBIZIONE

Dentro una data cultura le regole di esibizione stabiliscono quali stati d’animo si possono o si devono

manifestare in una certa situazione o nei confronti di certe persone. I bambini cominciano molto presto a

controllare il proprio comportamento espressivo:

• 2-4 ANNI:

- massimizzazione: consiste nell’esagerare un’emozione allo scopo di attirare l’attenzione di qualcuno;

- ingannare: assumere un’espressione che non corrisponde a quella provata allo scopo di ingannare

qualcuno;

- nascondersi: nascondere le emozioni positive e quelle negative (delusione per un regalo

indesiderato).

• ETA’ SCOLARE: Vi è una notevole comprensione delle regole di esibizione e delle loro ragioni,

tuttavia, i bambini non pensano che le emozioni possono anche ferire gli altri

MODULO 7

LO SVILUPPO PERCETTIVO

L’essere umano, per sua natura, è ha continui scambi con l’ambiente che lo circonda. Tali scambi avvengono

attraverso le capacità di interagire, attraverso il linguaggio e la comunicazione, attraverso le competenze

motorie. Un ruolo centrale in tutto ciò lo hanno le capacità percettive e i sistemi sensoriali. La percezione

consente di analizzare, selezionare, coordinare, organizzare in modo coerente i dati rice

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
26 pagine
9 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher terry1967 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Niccolò Cusano di Roma o del prof D'Ardia Caterina.