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Esternalità negative potenziali
rischio di liquidità
❏
Si definisce rischio di liquidità il rischio che la banca non riesca a far fronte ai propri impegni
di pagamento in modo tempestivo ed economico (funding liquidity risk).
Normalmente la banca è in grado di fronteggiare le proprie uscite di cassa mediante i flussi
in entrata, mediante le attività prontamente liquidabili e attraverso la propria capacità di
ottenere credito a breve (mercato interbancario).
Operare in condizioni di liquidità, per la banca, significa essere in grado di far fronte
continuamente e in modo rapido alle richieste di rimborso dei risparmiatori e agli altri
pagamenti: tale necessità deriva dal fatto che la banca opera prevalentemente con capitale
di terzi. In pratica, l’obiettivo della liquidità, si identifica con il perseguimento dell’equilibrio
finanziario. rischio di non avere un patrimonio
capiente per coprire le uscite
rischio di solvibilità
❏
Conservare uno stato di solvibilità significa per la banca avere delle attività il cui valore
supera quello della passività (che equivale a possedere un P.N. positivo) in modo da
permetterle, in caso di liquidazione, di far fronte ai propri impegni e di pagare le obbligazioni
assunte. Quindi, l’obiettivo della solvibilità, si identifica con il perseguimento dell’equilibrio
patrimoniale.
rischio di mercato
❏
Tale rischio composito è inerente alle variazioni delle tipiche variabili di mercato e
riguarda le varie poste del passivo e dell’attivo, con particolare riferimento agli
strumenti quotati.
Funzioni economiche:
soddisfa direttamente le preferenze divergenti di datori e prenditori di fondi
❏
In altre parole la banca interpone la propria struttura finanziaria, il proprio bilancio, tra datori
e prenditori di capitali, da essa stessa selezionati e scelti tramite consolidate capacità di
selezione del merito creditizio e di monitoraggio dei rischi.
alloca il credito, seleziona e monitora i rischi di credito
❏
Nella soddisfazione di domande di investimento (datori di fondi) e di finanziamente
(prenditori di fondi) la banca stipula soggettivamente e separatamente contratti di debito e
contratti di credito, assumendo perciò in proprio i relativi obblighi e diritti.
Per tale ragione non si forma e non vi è alcuna relazione giuridico contrattuale tra i creditori
e i debitori della banca e tutti i costi, i ricavi e i rischi derivanti dai contratti appartengono alla
gestione della banca che intermedia.
si rende controparte di domande e offerte escluse dai circuiti diretti di scambio
❏
Il mercato mobiliare è il luogo elettivo dello scambio diretto fra imprese che emettono titoli di
partecipazione e di debito e investitori che li acquistano. Tuttavia tale mercato è
necessariamente imperfetto nel senso che non è in grado di soddisfare completamente la
domanda di finanziamento e quella di investimento.
Esiste Infatti un segmento assai importante di soggetti che per natura giuridica, dimensione
e rischio non sono in grado di accedere al mercato mobiliare per l'emissione e il
collocamento di strumenti immobiliari e, dall’altra parte, esiste un segmento ancora più
importante di risparmiatori potenziali investitori che non sono in grado di effettuare un
investimento diretto in strumenti immobiliari perché condizionati da situazione di forte
avversione al rischio, di elevata preferenza per la liquidità, di asimmetria informativa e di
razionalità limitata. Gli intermediari creditizi costituiscono perciò un circuito di scambio
indiretto o intermediato che in concreto rende possibile la soddisfazione dei bisogni di
finanziamento e di investimento rispettivamente dei mutuatari e degli investitori insoddisfatti,
interponendosi a proprio rischio fra gli stessi.
Bisogna inoltre considerare che gli individui in surplus di risorse finanziarie presentano una
domanda di passività “free risk” saturabile solo grazie all’attività bancaria tradizionale.
Tra le varie passività della banca i depositi monetari, cioè depositi in conto corrente,
svolgono un ruolo di spicco poiché dotati di funzione monetaria; essi devono essere a loro
volta distinti in relazione alle diverse origini:
depositi generati dal versamento di moneta legale e bancaria, per i quali la banca
➔ produce propria moneta, in sostituzione di quella ricevuta
i depositi generati dall'erogazione di credito; l'erogazione dei prestiti genere la
➔ formazione di depositi monetari e dunque la banca, producendo crediti, produce
dà la possibilità a tali agenti di vendere o acquistare
contemporaneamente nuova moneta bancaria. beni e servizi attraverso la moneta bancaria e perciò
attraverso i conti bancari
corrisponde alle aspettative di liquidità degli agenti dell’economia reale
❏
Grazie all’attività dell’intermediario creditizio tradizionale è possibile soddisfare le aspettative
di liquidità di una parte dei prenditori (che per dimensioni e caratteristiche non possono
emettere strumenti nei mercati mobiliari) e di datori di fondi (caratterizzati da avversione al
rischio e razionalità limitata non investono nei mercati caratterizzati da forti asimmetrie
informative) altrimenti esclusi dal sistema finanziario.
❏ costituisce una fonte di liquidità per l’economia reale
Il sistema dell'intermediazione creditizia può essere interpretato come l'infrastruttura
finanziaria dell'economia reale, in relazione soprattutto alle sue funzioni esclusive e
necessarie di circolazione e creazione della moneta e della produzione di credito.
Questo intermediario svolge perciò un ruolo da protagonista nello svolgimento della funzione
(di interesse pubblico) di produzione e di offerta di liquidità nel contesto dell’economia reale.
E’ importante precisare che tale funzione assume una duplice dimensione spazio temporale:
nello spazio in relazione ai servizi di pagamento e di incasso per il regolamento degli
scambi, nel tempo poiché anticipa al presente la liquidità futura dei soggetti in deficit e
promette liquidità futura ai soggetti in surplus.
I fattori determinanti di indebolimento del modello
dell’intermediazione creditizia debit-funded
Il modello istituzionale-funzionale dell'intermediazione creditizia è esposto al rischio
principale della disintermediazione: dal lato del passivo con opportunità di investimento in
strumenti finanziari alternativi e dal lato dell'attivo con la decisione-capacità degli agenti
prenditori di credito bancario di ottenere risorse finanziarie mediante l'emissione di titoli
propri di partecipazione e di debito nei circuiti dello scambio diretto .
Questa disintermediazione ha provocato una contrazione rilevante dello spazio di scambio
delle banche a causa della diminuzione del tasso di crescita della domanda di attività
(prestiti) e di passività (depositi e obbligazioni) da esse prodotte. Inoltre la
disintermediazione creditizia impone una pressione competitiva crescente poiché nel settore
complessivo si forma capacità produttiva inutilizzata.
A ciò si somma la tendenza attuale di una term structure caratterizzata da tassi sempre più bassi, soprattutto nel breve termine
(anche negativi). Oggi a causa dei tassi di interesse bassi, il margine di interesse non riesce più ad ammortizzare tutti i costi come in
passato, rendendo molto più difficoltosa l'attività bancaria creditizio classica. Inoltre nella raccolta i tassi non scendono sotto lo
zero, come è invece possibile per i tassi dei prestiti. Dal 1991 al 2018 si è perciò è registrata una riduzione considerevole del margine
di interesse a causa della caduta dei tassi di interesse.
La maggiore pressione competitiva potrebbe a sua volta indurre la banca a selezionare e a
finanziare clientela più rischiosa nella speranza, problematica e discutibile, di poter applicare
a essa tassi attivi più che adeguati per il rischio.
La disintermediazione produce in definitiva un progressivo impoverimento
dell'intermediazione creditizia, che assume fatalmente i caratteri di un settore maturo.
La maggiore concorrenza tende a comprimere i tassi attivi e ad aumentare quelli passivi (nel
periodo 1991-2014 il margine di interesse unitario ha registrato una diminuzione del 68%
che è stata solo in parte compensata dalla diminuzione del costo operativo unitario del 49%)
inducendo politiche di pricing che rendono più difficile l’inclusione di adeguati premi al rischio
nei tassi attivi applicati (a partire dal 2008 si nota una crescente incidenza nei C.E. delle
banche della voce “rettifiche”, riguardanti principalmente i crediti concessi). (tabella pag 17)
Le cause della disintermediazione sono le seguenti:
1. la formazione e lo sviluppo dei fondi comuni di investimento (1983), che hanno
permesso l’accesso collettivo di ampie e numerose classi di risparmiatori
all’investimento azionario e obbligazionario, in forma collettiva
2. la progressiva eliminazione delle barriere normative nazionali ai movimenti dei
capitali su scala internazionale, che ha aumentato le opportunità di investimento
mobiliare
3. l'evoluzione recente dei mercati mobiliari, che ha consentito e reso conveniente a
molte imprese l'emissione e il collocamento di titoli di partecipazione e di debito.
In particolare i clienti dell’intermediario creditizio che hanno con maggior successo
riposizionato le domande di investimento e di finanziamento sui mercati mobiliari
sono quelli più grandi e dotati delle caratteristiche idonee per accedervi cioè
caratterizzati da profili di rischio idonei a renderli presentabili all'investitore diretto.
Quindi, a parità delle altre condizioni, il livello medio del rischio del portafoglio prestiti
residuo delle banche è inevitabilmente aumentato!
presuppone l'esistenza del Mercato dei valori mobiliari, dove
L’intermediario mobiliare possono circolare titoli di credito (in cui sono incorporati i
crediti e debiti) dopo l'emissione nei cosiddetti mercati
secondari
Produce:
servizi di accesso al mercato mobiliare
❏
Come già visto fattori come asimmetrie informative e razionalità limitata impediscono ad
alcuni soggetti di accedere al mercato mobiliare per ragioni di investimento o di
finanziamento. La banca ha sviluppato e possiede la capacità di elaborare le informazioni
necessarie e di applicare proprie competenze all'impostazione e all'esecuzione delle
decisioni di scelte di investimento e di finanziamento potendosi proporsi quindi come veicolo
o intermediario per l'accesso al mercato mobiliare.
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