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IL RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE
Il rischio di tasso di interesse può essere definito come il rischio che variazioni nei tassi di
interesse di mercato producano una riduzione della redditività (MI) e del valore economico di
una banca (la riduzione del margine di interesse influenzerà negativamente il valore della
banca per gli azionisti, che è dato dal valore attuale di tutti i profitti futuri attesi). Tale rischio
è dovuto principalmente al fatto che attività e passività bancarie hanno differenti scadenze
e/o istanti di revisione del tasso.
Se le attività della banca sono negoziate su un mercato secondario, allora il rischio di tasso
di interesse può essere considerato un caso particolare del rischio di mercato. Tuttavia
esistono molte attività e passività nel bilancio di una banca per cui non esiste un mercato
secondario, e dunque non è possibile osservare un prezzo di mercato.
Il rischio di tasso sul banking book non può essere perciò misurato avvalendosi delle
metodologie sviluppate per il rischio di mercato, ed è necessario sviluppare e utilizzare
approcci ad hoc come il repricing gap e duration gap.
Il REPRICING GAP (RG) rappresenta un approccio di tipo reddituale, definito come la
differenza fra la quantità di attività finanziarie sensibili e passività finanziarie di una banca e
misura il grado di disallineamento tra la data di riprezzamento medio delle attività e delle
passività. Il termine sensibili indica le attività e passività che giungono a scadenza o che
prevedono una revisione del tasso di interesse nel corso di un certo arco di tempo futuro che
si desidera analizzare (di solito un anno). In particolare è possibile approssimare la
variazione del margine di interesse conseguente a una variazione del livello dei tassi di
mercato come: Δ
M I = Δ
i R G
*
Un rialzo dei tassi di interesse produce un aumento del margine di interesse in presenza di
un RG positivo, perché la quantità di attività sensibili per le quali si avrà una rinegoziazione
(e dunque un aumento del tasso di interesse) supera le passività sensibili. Viceversa, in
presenza di un RG negativo un rialzo dei tassi di interesse conduce a una diminuzione del
margine di interesse.
Il DURATION GAP (DG) rappresenta invece un approccio di tipo patrimoniale, perché studia
l’impatto sul valore del patrimonio netto della banca di una variazione inattesa dei tassi di
interesse. Esso è definito come la differenza tra la duration modificata dell'attivo della banca
e la duration modificata del suo passivo (quest'ultima corretta per il grado di leva, espresso
come rapporto tra valore di mercato del passivo e dell'attivo). Sotto alcune ipotesi
semplificatrici è possibile approssimare la variazione del valore netto della banca
conseguente a una variazione del livello dei tassi di mercato come:
Δ
V N =
− D G A Δ
i =
− [
DmA − D mP (
P /A)] A Δ
i
* * * * *
In presenza di un aumento dei tassi e di una DG positiva, la banca si ridurrà di valore perché
le attività restano in vita mediamente più delle passività, e il rialzo dei tassi di mercato si
ripercuote mediamente prima sul costo del passivo che non sul rendimento dell’attivo.
Differenza tra il rischio di tasso di interesse nel banking book e il rischio di mercato sul
trading book ha che fare con i c.d. effetti indiretti del rischio di tasso. Una variazione nei tassi
di mercato modifica il prezzo unitario dell'obbligazione del Tesoro ma non influenza, di per
sé, la quantità di tali obbligazioni detenute da una banca. Al contrario, il volume di depositi e
impieghi con la clientela cambia di norma (al pari del valore unitario) a seguito delle
variazioni dei tassi di interesse.
IL RISCHIO DI LIQUIDITÀ
La diversa struttura per scadenza dell'attivo e del passivo di una banca non origina soltanto
un rischio di tasso di interesse ma potrebbe anche derivare, per la banca, un rischio di
liquidità. Quest'ultimo è il rischio che un intermediario non possa onorare tempestivamente il
rimborso delle proprie passività a causa di un volume di richieste inaspettatamente elevato
senza mettere a repentaglio la propria ordinaria operatività e il proprio equilibrio finanziario
( funding risk
); o che, più realisticamente, per far fronte a tali richieste egli sia costretto a
vendere rapidamente un elevato volume di attività realizzando un prezzo inferiore al loro
valore corrente di mercato (a causa dell’insufficiente profondità del mercato), dunque una
perdita ( market liquidity risk
).
Osserviamo che il rischio di liquidità presenta, rispetto alla generalità dei restanti rischi, la
seguente peculiarità: per fronteggiarlo la banca non può limitarsi ad accrescere il capitale,
ma deve far ricorso principalmente ad altri strumenti di copertura del rischio come
l’investimento in attivi facilmente liquidabili, l'ottenimento di linee di credito da parte di altre
istituzioni finanziarie, l’inserimento di clausole che garantiscano il rapido ed effettivo rientro
degli impieghi erogati a terzi.
GLI ALTRI RISCHI
RISCHIO STRATEGICO
Il rischio strategico è il rischio di una flessione degli utili o del valore della banca derivante da
cambiamenti del contesto operativo, da decisioni aziendali errate, da attuazione inadeguata
di decisioni, da scarsa reattività a variazioni del contesto competitivo. Esso include dunque,
in qualche misura, il rischio di business
, rischio che una mutazione delle preferenze del
pubblico, nel quadro di mercato, nell'offerta dei concorrenti o nella disponibilità di prodotti
succedanei o alternativi, riduca il volume d'affari della banca in uno specifico comparto di
attività. Queste tipologie di rischio hanno finora ricevuto un’attenzione meno intensa per vari
fattori come la convinzione che essi si manifestino in maniera più graduale e più gestibile,
che essi abbiano natura prevalentemente idiosincratica e non sistemica, la difficoltà di
essere rilevata da parte del top management che prende essa stessa le decisioni.
RISCHIO DI REPUTAZIONE
Il rischio di reputazione è il rischio di una flessione degli utili o del valore della banca
derivante da una percezione negativa dell'immagine della banca da parte di clienti,
controparti, azionisti della banca, investitori o autorità di vigilanza. Naturalmente, poiché la
reputazione (come la bellezza) è negli occhi di chi guarda, è particolarmente arduo
sviluppare modelli matematici che consentano una quantificazione precisa di questa
tipologia di perdite.
PREMESSA
L’attività bancaria moderna si compone di 5 aree di attività principali, identificabili per parole-
chiave:
raccolta di risorse finanziarie presso il pubblico attraverso l’emissione di passività, nella
forma di titoli o contratti di deposito;
credito , ovvero erogazione del credito alla clientela come forma di impiego di risorse
finanziarie;
finanza , ovvero l’insieme delle operazioni atte a governare gli equilibri economici e
finanziari di breve periodo (gestione portafoglio titoli di proprietà, operazioni su contratti
derivati, gestione rapporti interbancari);
servizi di pagamento, di investimento, di custodia e amministrazione di strumenti finanziari,
cassette di sicurezza e concessione di crediti di firma;
partecipazioni , ovvero detenzione di quote di capitale di imprese controllate o collegate.
In coerenza con le sopra citate aree di attività tipiche, un bilancio bancario sarà ovviamente
composto in prevalenza da voci di carattere finanziario, essendo comunque presenti voci
non finanziarie. E’ inoltre importante ricordare che l’ordinamento finanziario non impone alle
banche di svolgere tutte le attività indicate, e per tale ragione si distingue tra banca
commerciale, investment bank e banca universale.
IL BILANCIO BANCARIO: NORME GENERALI E NORME SPECIALI
A partire dal 2005 si sono succedute varie riforme in materia di norme contabili sui bilanci
bancari e, a seguito dell’endorsement delle nuove norme IAS (dlgs 28/02/2005), ad oggi non
esiste una normativa primaria speciale in materia di bilancio bancario. Dal punto di vista
della normativa secondaria, invece, la BdI ha emesso la circolare n. 262.
Le norme IAS più significative per la comprensione di un bilancio bancario sono:
IAS 39: strumenti finanziari: rilevazione e valutazione. In particolare essa descrive particolari
voci dello Stato Patrimoniale come:
- VOCE 20 “Attività finanziarie detenute per la negoziazione” o “HFT”: accoglie gli
investimenti, tipici dell'area finanza della banca, rappresentati da strumenti finanziari (azioni,
obbligazioni e contratti derivati) acquistati con un obiettivo di carattere speculativo, cioè di
trarre un profitto dalle fluttuazioni di breve periodo dei prezzi sul mercato;
- VOCE 50 “Attività finanziarie detenute fino alla scadenza” o “HTM”: raccoglie gli
investimenti in strumenti finanziari caratterizzati da scadenza fissa (e quindi di fatto solo da
titoli obbligazionari) che la banca intende mantenere in portafoglio fino alla scadenza,
ritenendo inoltre di essere in grado di farlo. Si noti bene che un titolo HTM si può vendere
prima della scadenza, motivando però tale decisione.
- VOCE 30 “Attività finanziarie valutate al fair value rilevato a conto economico” o “FVTPL”:
raccoglie gli investimenti in strumenti finanziari che sono stati acquistati per diverse finalità
ma per i quali la banca ha comunque deciso di contabilizzare non al valore di emissione ma
sulla base del relativo Fair Value (voce 50 corrispettiva nel passivo).
- VOCE 80 “Derivati di copertura”: Esprime il valore corrente di contratti derivati stipulati dalla
banca per coprire per un attività o passività dalle emozioni negative dei rischi di natura
finanziaria (voce 60 corrispettiva nel passivo);
Come vedremo lo IAS 39, regola anche i temi della recondition (modo in cui uno strumento
- VOCE 40: "ATTIVITÀ DISPONIBILI PER LA VENDITA" o "AFS": comprende gli investimenti
finanziario viene accolto in bilancio nel momento della sua acquisizione) e della
in strumenti finanziari, che non siano contratti derivati, che la banca ritiene di mantenere
in portafoglio per un certo periodo di tempo ma non necessariamente fino alla scadenza.
Il movimento tra una destinazione all'altra è possibile solo ai prez