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COREOGRAFIE DEL VIAGGIO
Nella più recente fase creativa si dedica a spettacoli interamente costruiti intorno a città in cui la compagnia risiede per qualche tempo cercando di cogliere la realtà del luogo e la gente che vi abita.
Coreografie del viaggio come carta geografica dell'esperienza interiore dell'artista.
Il viaggio intorno al mondo diventa un modo per estendere un metodo di lavoro all'analisi della contemporaneità colta in una dimensione planetaria, di segno opposto alle istanze della globalizzazione.
Bausch riconosce le differenze, nell'impossibile riduzione ad un unicum identitario.
Aborre l'approccio eurocentrico, in nome di un riconoscimento e di un'accettazione del diverso.
Nel caos delle città osserva la molteplicità in divenire di un mondo irrisolto, specchio di un disagio individuale che diventa collettivo.
Viaggio inteso come percorso di formazione, esperienza iniziatica alla scoperta di sé.
ma anche di condivisione e di dialogo con le persone che vivono in quei luoghi. Durante il soggiorno, la compagnia di danza di Bausch si immerge nella cultura e nella vita quotidiana della città, cercando di comprendere le sue peculiarità e le sue dinamiche. Questa esperienza diventa poi la base per la creazione degli spettacoli, che riflettono le emozioni e le esperienze vissute durante il periodo di permanenza. La ricerca di Bausch è quindi un viaggio di scoperta e di connessione con il mondo, che si traduce in performance artistiche uniche e coinvolgenti.ma che esprime una determinata Weltanschauung: modo di essere e di sentire il mondo.
Roma, Palermo, Madrid, Vienna, Los Angeles.. sono tante diverse declinazioni del vivere contemporaneo. Un quotidiano ormai uguale ovunque e per questo replicabile in scena come se si trattasse dello stesso spettacolo.
Il fatto che gli spettacoli sempre più spesso sembrino uguali, non deve intendersi come limite creativo, ma come riflesso di questa weltanschauung, della consapevolezza che una omologazione dei saperi e della identità è in atto.
Tuttavia Pina si oppone all'indistinto e intercambiabile e attraverso il conflitto come garanzia di diversità, di opposti che non si conciliano.
Il trait d'union delle diverse esperienze è la danza.
Il progetto sulle città di Pina è manifesto poetico: ricerca di una lingua comune che ci consenta di comprendere la diversità, l'imperfezione, e di farla nostra in un sentimento condiviso che si sovrapponga.
alla globalizzazione e ad internet.
1986 "Viktor" -> RomaBausch ha con Roma un rapporto speciale. Vi era stata nel '82 con "Café Muller" e "1980", poi nel '85 con "Kontakthof". Nel '83 ha recitato nel film di Fellini "E la nave va".
Questo rapporto privilegiato spinge il direttore artistico del Teatro di Roma, Maurizio Scaparro, a proporre la formula di coproduzione incentrata su uno spettacolo dedicato alla città.
Dopo un periodo di gestazione a Wuppertal, Pina e la sua compagnia soggiornano a Roma per tre settimane.
cultura più matrigna che materna
mediterraneità notturna e minacciosa
caos continuo
Roma pervasa da un senso di morte che è la più generale rassegnazione del mondo alla propria distruzione.
Malcostume latino, mercificazione dei corpi e delle bellezze artistiche, rituale nuziale di segno cupo e mortifero, processioni femminili,
Echi di balere…Il puzzle di immagini scompone e ricompone stati e situazioni nella rincorsa di un inaccessibile senso logico.
Costante dello spettacolo: ricerca disperata di armonia nel caos
Questo spettacolo, ma in generale tutta l’opera della Bausch, mette in scena l’uomo impegnato in una lotta senza tregua contro il vuoto che lo opprime, contro la solitudine, alla ricerca di un riscatto e di un po’ di amore, la cui conquista sembra dover passare inevitabilmente dall’accettazione di sé e delle proprie contraddizioni.
Il meccanismo delle contraddizioni è una delle caratteristiche degli spettacoli della Bausch, responsabile dei sentimenti contrastanti del pubblico.
1989 “Palermo Palermo”
1988 il Teatro Biondo di Palermo ospita “Auf der Gebirge hat man ein Geschrei gehort”, il successo fu tale da spingere il direttore artistico Pietro Carriglio a proporre una coproduzione al Tanztheater Wuppertal.
Primavera 1989 la compagnia
Soggiorna a Palermo per tre settimane. Tre settimane diventa periodo standard: insufficiente per radicarsi nel luogo, ma giusto perché il rapporto con la città rimanga solo il pretesto per costruire intorno alle sensazioni e alle emozioni del primo incontro.
Per Bausch e i suoi danzatori ha sempre contato molto la prima impressione, il rapporto empatico con la gente e con i luoghi. Tre settimane: raccolta del materiale e spunti di riflessione -> metodo delle domande. A Wuppertal poi lavoro di selezione, montaggio e reinvenzione.
La Bausch rimase colpita da una città dalle tante contraddizioni come Palermo. Qui ritornano: condizione femminile, contraddizioni società contemporanea, rapporti conflittuali, difficoltà di comunicazione, smarrimento, malinconia, nostalgia.
Fu un trionfo. È uno degli spettacoli più pessimisti della Bausch. È un esempio.
nitidissimo dell'estetica della Bausch.
Inizio: parete di mattoni che crolla -> riferimento implicito al crollo del muro di Berlino (Bausch non lo ammise). Bausch attenta alla contemporaneità.
Crollo del muro metafora della condizione che Palermo stava attraversando tra fine anni '80 e inizio '90 quando forti istanze di rinnovamento facevano breccia nella pesante cappa mafiosa.
Scena coperta da immondizia -> riferimento concreto, ma anche metafora della condizione umana.
Sentimenti prevalenti: rabbia, desiderio, nostalgia e bisogno di solidarietà e complicità nel pericolo.
Azioni che l'individuo può compiere solo con l'aiuto di un altro. Il gruppo trasporta continuamente qualcuno. I movimenti vengono ingigantiti attraverso il partner o soltanto resi possibili.
Diverse atmosfere dello spettacolo trasmettono quel senso di spaesamento e nostalgia dell'altrove che restituisce lo spirito profondo di Palermo.
Metodo delle domande,
Possediamo lista di domande: in alcuni casi il riferimento alla città e ai suoi stereotipi è molto evidente, altre volte lo spunto può essere suggerito da uno stato d'animo dell'artista. Possiamo notare quanto debba essere stato difficile astrarsi da immagini e riferimenti troppo connotati ed espliciti.
Il desiderio e la consapevolezza di affrontare temi così forti come quelli legati al contesto sociale e umano di Palermo sembrano aver spinto la coreografa a non escludere nulla nel suo spettacolo.
Straniamento accentuato rispetto ad altri spettacoli. Coinvolgimento degli spettatori in questa rappresentazione straniante in cui gli attori dichiarano "brechtianamente" la loro finzione.
Spettacolo più frammentato del solito: proliferazioni di segni, separazione degli elementi. È come se la Bausch avesse lavorato ancora più scopertamente, rivelando i retroscena della sua creazione.
La scena nuda di Pabst, con i mattoni
continuamente spostati da attori e attrezzisti, rafforza questa idea. Frammentarietà, molteplicità di azioni, disomogeneità diventa un tratto stilistico. MUSICA: anch'essa frammentata: mix di musica colta e canzonette, musiche tradizionali, montaggi sonori -> caos sonoro a cui si alternano momenti di silenzio. Palermo viene restituita con verità dalla Bausch, che non addolcisce mai i temi. Bausch criticata per aver stereotipato Palermo, invito a vedere lo spettacolo dimenticando la città. L'opera non vuole essere descrittiva, ma la città è un pretesto per trattare di temi universali comuni a tutti. Criticata per la poca danza presente negli spettacoli. "Per Pina Bausch tutto può danzare". Corpo -> diventa la scena stessa del teatro, dove esplodono i conflitti e si risolvono le tensioni. La precisione dei movimenti, l'energia trattenuta che esplode in un urlo o in un gesto violento, denotano.L'acquisizione di una motricità che supera il tecnicismo e si avvicina a una raffinata intelligenza del corpo.
1991 "Tanzabend II" -> Madrid
Scena: Peter Pabst -> deserto di neve, pochissimi oggetti "freddi".
Paesaggio topos di una condizione interiore.
Affresco algido e stilizzato di Madrid.
Poche concessioni al coup de theatre, mentre le stravaganze esibite dagli interpreti sono innumerevoli e contrastanti.
Lo spettacolo è suddiviso in due parti, la prima più dominata da elementi femminili, la seconda nettamente maschile.
Tende all'allontanamento da ogni festa corale, per privilegiare il monologo gestuale, la forza desolata dell'assolo.
Per la prima volta utilizza proiezioni video per mostrare fiori coloratissimi che addolciscono il contesto.
È uno spettacolo malinconico che evoca il frastuono variopinto della Spagna, ma ne mostra il segno opposto: la profonda solitudine di uomini e donne.
Spettacolo nato in un
momento di crisi internazionale, Guerra del Golfo, diventa un memento mori, immagine che simbolizza tutte le catastrofi possibili (Norbert Servos). <1994> “Ein Trauerspiel” -> Vienna Scena: Peter Pabst: isola che galleggia sull'acqua Vienna patria della psicoterapia e culla della cultura europea. Trauerspiel = tragedia Secondo Benjamin evoca il senso della tragedia moderna. Secondo Cacciari evoca invece l'impossibilità del Tragico. Lo spettacolo è post-tragico, non potendo avere la struttura della tragedia classica, e Bausch utilizza il titolo in senso ironico. “Lo spettacolo somiglia ad una sperimentazione della sorte tra tentativo ed errore”. Inizia come se gli interpreti cercassero una possibile forma di danza tra le tante spezzate, insignificanti. Non si possono appigliare a niente, sono soli, trovano un movimento elementare che fronteggia le forze della natura. Mentre il pubblico tenta di dare risposte all'