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LAVORO DI GRUPPO

5.1 Progettare il lavoro di gruppo nel sociale

La progettazione del lavoro sociale con i gruppi procede per tappe seguendo un modello aperto orientato

alla logica del processo programmatorio. L’approccio concertativo-partecipato è appropriato alla

progettazione di attività in gruppi di competenza in quanto presuppone che:

a) la conoscenza sia un processo e non un risultato

b) la definizione del contesto e le ipotesi di cambiamento sono confrontate, negoziate, concertate con i

destinatari stimolando processi di empowerment e cambiamento

Nel rispetto dei vincoli dettati dalla normativa e dal contesto, le tappe per la definizione di un progetto

secondo l’approccio concertativo partecipato sono le seguenti:

ideazione  attivazione  progettazione  realizzazione  verifica

   

Queste tappe si sviluppano come un flusso circolare, ponendo attenzione al monitoraggio e alla valutazione

in itinere, affinché vi siano margini di flessibilità progettuale e operativa per far fronte alle condizioni di

rischio, interne ed esterne, che influenzano positivamente o negativamente la riuscita del progetto.

5.2 Le fasi della progettazione

5.2.1 L’ideazione

L’ideazione del progetto può avere origine:

-all’interno di un servizio: può essere ipotizzata come sperimentazione di intervento innovativo o come

risposta a un bisogno sociale emerso sul territorio e derivante dall’analisi delle domande individuali. Gli

operatori hanno la possibilità di adottare una visione non individualistica dei singoli casi ma intesa nella

globalità della sua espressione, ampliando la possibilità di giungere a un lavoro preventivo, verso necessità

collettive, anche se espresse in modo disaggregato

-all’esterno del servizio: sollecitata dai singoli cittadini, da comitaati, associzioni di utenti ecc. ecc.

5.2.2 L’attivazione

L’attivazione del progetto rimanda ad una serie di azioni volte a verificare la reale fattibilità dello stesso

-identificazione e interpretazione della domanda, del bisogno e del contesto: si analizza da dove

proviene la domanda (se da un singolo, un’associazione, un gruppo di conoscenti), quale tipo di bisogno

rimanda, come si esprime sul territorio, quale disagio produce, se si tratta di un bisogno che ha rilevanza

pubblica, quale rapporto sussiste tra la domanda e il bisogno espresso, se ci sono altri progetti in corso ed

eventuali esperienze e studi a riguardo

-individuazione della mission: ovvero la filosofia che guida e sottende il progetto e identifica il focus

dell’intervento

-verifica delle risorse umane, finanziarie, strumentali e organizzative sulle quali è possibile contare o

che possono essere reperite attraverso fonti diverse per realizzare un intervento di gruppo

-ricerca e conseguimento di un consenso allargato dei soggetti coinvolti, istituzionali e non, superando le

possibili diffidenze che derivano dall’uso di uno strumento non convenzionale come quello del lavoro con i

gruppi. Ciò comporta la conoscenza dell’organizzazione in cui si inserisce la nuova proposta e la

misurazione del grado di legittimazione e coinvolgimento che il progetto può ottenere all’interno del servizio.

Questa fase riguarda anche l’identificazione degli operatori che lavorano nel settore d’intervento su cui

insiste l’attività di gruppo che si intende attivare

-definizione del possibile target di destinatari al quale il lavoro di gruppo può essere rivolto

5.2.3 Elaborazione del progetto

L’elaborazione e la stesura scritta del progetto sono la fase che coniuga il momento creativo con quello

esecutivo. Essa comprende più aspetti:

-definizione degli obiettivi principali: riguarda il “come” la situazione, la vita degli individui presenti nel

gruppo possono essere diverse, quali cambiamenti ci aspettiamo rispetto alle loro abilità, competenze,

comportamenti, capacità adattive, potere e influenza sociale. All’interno del progetto l’obiettivo deve risultare

chiaro, possibile e coerente con il piano di realtà. Gli obiettivi sono individuati in rapporto a determinati tempi

di realizzazione e alle risorse effettivamente disponibili. I sotto-obiettivi sono definiti in corso d’opera.

-scelta della tipologia di gruppo secondo la mission e gli obiettivi designati

-definizione delle risorse finanziarie, delle loro fonti e dei vincoli

-indicazioni delle caratteristiche ambientali, organizzative e tecniche del gruppo che s’intende attivare

-indicazione del piano operativo d’intervento, articolato in fasi e comprensivo della definizione dei tempi

di realizzazione e di verifica

5.2.4 La selezione dei partecipanti

La selezione e individuazione dei partecipanti al gruppo rappresenta una fase operativa importante. I

gruppi possono comprendere soggetti che hanno risposto a campagne pubblicitarie e attività di promozione

avviate a livello territoriale. La scelta da parte di un cittadino di entrare a far parte di un gruppo di

competenza può avvenire come conseguenza di attività informative o di sensibilizzazione, oppure può

trattarsi di persone che sono state sollecitate a partecipare ad attività di gruppo da parte degli operatori

territoriali che hanno in carico il soggetto o la famiglia oppure può essere frutto di un’indicazione concordata

con questi come un passaggio importante del progetto assistenziale personalizzato. Altre volte alla base

della partecipazione può esserci una prescrizione da parte dell’autorità giudiziaria. Infine, in alcuni casi i

gruppi possono essere precostituiti.

Se si tratta di sviluppo di comunità, lavoro di rete o progetti di buon vicinato, la selezione dei partecipanti può

essere precedentemente filtrata da altri soggetti che collaborano all’iniziativa.

Quando non si tratta di un gruppo preesistente o di compito, la selezione avviene attraverso un colloquio

individuale o di coppia. Il colloquio è teso a valutare 2 aspetti: la congruità e l’utilità del lavoro di gruppo

come risposta al bisogno individuale; la situazione di partenza del cittadino rispetto al bisogno che il progetto

intende affrontare per poter realizzare la verifica e la valutazione sull’efficacia dello stesso in termini

comparativi. I temi del colloquio di selezione riguardano i seguenti aspetti:

• caratteristiche socioanagrafiche dei soggetti (età, sesso, stato civile, istituzionale, livello culturale,

professione, luogo di residenza)

• bisogno espresso, forma e intensità

• modalità intraprese per fronteggiarlo

• motivazione alla partecipazione ad attività di gruppo

• grado di conoscenza e atteggiamento rispetto alle sue regole di funzionamento

• presenza di una chiara percezione dell’offerta e del compito da sostenere

• congruità delle aspettative individuali o di coppia rispetto alle finalità

• risorse individuali che si possono mettere in campo

• capacità di ascoltare e disponibilità a mettersi in gioco in una situazione collettiva

• percezione del potenziale ritorno rispetto all’investimento di energie che il partecipante vivrà prima e

durante l’esperienza

Il risultato dei colloqui potrà essere documentato attraverso la compilazione di schede individuali.

5.2.5 Realizzazione delle attività di gruppo

Composto il gruppo si fa un accordo relativo alle modalità dell’incontrarsi, ai contenuti e alle strategie per

realizzare il compito. In fase di progettazione è importante fissare gli strumenti e le modalità per le attività di

monitoraggio del processo, di verifica e valutazione dei risultati.

Aver predisposto un progetto ideale, non significa essere immuni da rischi di errori. La scarsità delle risorse,

la pressione dei bisogni, l’insufficiente preparazione, i condizionamenti derivanti dai modelli di

organizzazione del lavoro non sempre favoriscono un’attività così articolata di progettazione.

5.3 La conduzione

La conduzione del lavoro di gruppo mira a 2 funzioni tra loro interdipendenti: la funzione espressiva e

strumentale.

La funzione espressiva si realizza attraverso la creazione e il mantenimento di un buon clima relazionale.

È un fattore di benessere immateriale che consiste nell’insieme delle sensazioni e delle percezioni dei

membri rispetto alla qualità delle relazioni interne e all’atmosfera complessiva. Un buon clima è presente

quando si avverte un equilibrato sostegno e calore tra i membri, c’è riconoscimento e valorizzazione

dell’influenza di ognuno, la comunicazione è chiara e fornisce feedback accettabili sui comportamenti delle

persone e sui risultati conseguiti dal gruppo. Un buon clima dipende dai comportamenti e dagli atteggiamenti

individuali. Un altro aspetto è connesso all’atteggiamento che il gruppo percepisce dall’esterno, in particolare

dalla struttura istituzionale o organizzativa in base a cui è nato, che può essere valorizzante, favorevole,

indifferente, palesemente critica o ostile.

La funzione strumentale finalizza la condizione al raggiungimento dell’obiettivo che il gruppo si è dato. Nei

gruppi autocentrati la mission può essere quella di attivare riflessioni, accrescere competenze, nuovi

approfondimenti, promuovere empowerment, rispetto a esperienze personali, vissuti di vulnerabilità e di

sofferenza. Nei gruppi eterocentrati, l’obiettivo è legato alla produzione di un compito che potrà prendere la

forma di un piano di valutazione, un progetto individualizzato per un utente in carico.

L’utilizzo di questa funzione insegna a operatori e partecipanti che il carico di responsabilità deve essere

suddiviso sulla base delle capacità, delle competenze e dei ruoli.

5.3.1 Ruolo del conduttore

La conduzione del gruppo è l’insieme di azioni e di strategie attraverso cui il conduttore guida e coordina il

processo che porta il gruppo al conseguimento delle proprie finalità, mediando tra bisogni e risorse. Questa

è una funzione istituzionalmente attribuita che viene assunta prima dello sviluppo di leadership naturali e che

non è scelta dai membri del gruppo.

La conduzione si traduce in una serie di azioni:

-alimentare e tenere vivo un buon clima relazionale mettendo a proprio agio i partecipanti

-facilitare i processi interattivi e lo scambio: il conduttore si accerta che ognuno acquisisce propri spazi.

Incoraggia i soggetti che hanno difficoltà a inserirsi nella comunicazione, attraverso un atteggiamento di

gatekeeping

-incoraggiare e favorire la produzione del compito nel rispetto dei tempi, apportando strumenti di

conoscenza e di direzione. L’assistente sociale stimola la formulazione di idee, ipotesi, percorsi di soluzione;

facilita il

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Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Naliab di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Tecniche e strumenti del servizio sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Rovai Beatrice.
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