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7. UNIVERSITARI E VITA RELIGIOSA
La prima osservazione riguarda la difficoltà, che lo Studente universitario sperimenta all'affacciarsi
alla scuola superiore, nella fedeltà e nella pratica della vita religiosa. È un fatto che il periodo
universitario, quello dei primi ani specialmente, rappresenta un momento di crisi spirituale. Il
passaggio dalla Scuola media alla Scuola superiore non è solo un cambiamento di classe ma è un
cambiamento di spirito. È la conquista di un'autonomia che rivendica la sua libertà verso ogni forma
di costrizione.
Sarebbero da considerare altre attitudini, due, che si possono manifestare in questa prima effusione
della mentalità universitaria: il senso del reale e la capacità di preghiera.
L'ingresso nella vita universitaria determina una crisi, un crollo della vita religiosa nella vita dello
studente: la fede sicura degli anni precedenti è messa in discussione dall'impiego dello spirito
critico nella scuola universitaria: al Dio convenzionale della prima età è difficile sostituire il Dio
vivente della vera religione. La definizione della pratica religiosa e spesso della fede religiosa, è un
fenomeno che investe anche altre categorie di giovani che non gli studenti; gli operai e i
professionisti per esempio.
Un motivo esteriore della crisi religiosa universitaria: nell'università italiana non si insegna più la
religione, furono abolite le facoltà teologiche. I problemi religiosi non esistono per la nostra
università.
Lo studente avverte istintivamente questa svalutazione, un complesso di inferiorità opprime il
credente nelle aule universitarie. Il rispetto umano diventa qui il rispetto alla cultura universitaria.
L'insegnamento universitario conduce l'allievo alla verità. Il professore più autorevole è quello che
meno esercita l'argomento di autorità; è il maestro che pone fine alla sua posizione di intermediario
tra alunno e materia insegnata. La religione, regno del mistero, governata da un insegnamento
fondato sull'autorità, non ha posto nel campo universitario. La religione non rappresenta per la
scienza più alcun interesse, e i seguaci dello scientismo affermano che bisogna lavorare per toglierle
l'importanza che ancora le masse arretrate le attribuiscono.
La razionalità negativa e sostenuta dai progressi del sapere scientifico scuote il nostro sistema
dottrinale, ma non per farlo crollare ma per rinsaldarlo sui suoi fondamenti.
L'ateismo , può avere una funzione purificatrice, in quanto obbliga a dare a Dio un'idea più esatta,
più alta, più pura e più vera. Non dovremmo perciò troppo spaventarci dell'ateismo invadente, se
esso provocasse nel mondo religioso una più genuina espressione della verità e dei valori che gli
sono propri. La sincerità religiosa dovrebbe essere la difesa contro una negazione religiosa, fatta
potente dai metodi scientifici e dalla sua divulgazione nella società, la quale fonda la sua prosperità
sui risultati scientifici.
Padre Bevilacqua sintetizza così le vie della gioventù oggi:
1, catarsi essenzialista: tabula rasa di tutti i valori e tradizioni ricevute in nome di un assoluto di
libertà; porta all'assolutismo o all'anarchia.
2, condurre una vita lacerata tra libertà di pensiero che simpatizza con tutte le demolizioni, ed
un'ansia di sicurezza pratica, di installarsi in tutte le poltrone che il mondo attuale offre in ogni
struttura;
3, l'approfondimento cristiano che si immette nei movimenti di rinnovamento religioso.
Nello smarrimento ideale, l'ateismo trova il suo terreno di cultura; l'esaltazione dell'uomo prende il
posto del culto di Dio ed un umanesimo gonfio della negazione di Dio porta all'alternativa
dell'assolutismo politico da un lato e allo scetticismo morale dall'altro.
Etienne Borne: “ la verità...dell'ateismo moderno si chiama totalitarismo da una parte e anarchismo
dall'altra”.
Sull'altra via del disinteresse per ogni problema dell'essere e dello spirito, e dell'interesse per ogni
fortuna economica, professionale e sociale, ci sarebbe molto da dire, ma essa è alquanto nota. Essa
devia dal vero cammino, perchè si apre da una rinuncia al pensiero, da una diversione della logica
della verità e dall'impegno di un cristiano autentico. Cerca di evitare lo sforzo dello spirito,
limitandosi allo sforzo che rende lusso e piacere.
Il mondo universitario però presenta altri fenomeni. Dove la vita cattolica viene a contatto con
l'istituto universitario, né l'una mortifica l'altro, né si ignorano a vicenda per amore di pacifica
convivenza. Una profonda simpatia avvicini questi 2 aspetti della vita, la religione e il pensiero, la
preghiera e lo studio, il culto di Dio e l'ammirazione del mondo. La religione cattolica non è
oscurantista; non si ha alcuna fatica ad introdurre nella spiritualità cristiana stessa i valori
intellettuali e scientifici.
Questa è proprio una caratteristica della vostra educazione universitaria e della vostra mentalità
cattolica: la fusione della vita religiosa con la vita universitaria.
La religione porta nel campo scientifico la fiducia; fiducia nella possibilità, oggettiva e soggettiva,
del sapere, di quel sapere, che sarà sempre suscettibile di sviluppi e di progressi ed avrà sempre
perciò un aspetto problematico, ma che in ogni grado della sua formulazione dà il gusto della verità.
La religione, cioè l'adorazione di Dio, permette la conoscenza delle cose. La religione difende la
ragione, è, di natura sua intellettualistica, è amica della filosofia, del pensiero cioè disciplinato dalle
sue stesse leggi interiori. Ama e benedice lo studio e fa degli studenti i suoi discepoli prediletti.
Maestra si chiama poi la Chiesa, per l'aspetto oggettivo della conoscenza, per ciò che insegna, per le
verità che custodisce, interpreta, professa ed impone; essa dà al pensiero energia e fiducia.
La religione induce all'universalità e all'unità del sapere. Mentre la nostra scuola, per il suo indirizzo
scientifico, è portata alla specializzazione, e perciò alla conoscenza parziale, e genera facilmente
l'illusione di potere ridurre il giudizio su tutti i settori del sapere e della vita nella visuale di una
conoscenza approfondita, la vita religiosa, quando accompagna sapientemente e serenamente lo
Studente e lo Studioso, tiene aperto il cielo della realtà totale, dell'ordine complesso e gerarchico
delle varie discipline,dei principi filosofici assoluti e universali, della possibile collaborazione delle
varie fonti di studio.
La religione è stimolante; due stimoli si sentiranno nascere dalla vita religiosa prefissata con anima
universitaria: lo stimolo realistico e lo stimolo spirituale. Il bisogno della metafisica e il bisogno
della preghiera. La preghiera diventa l'atto più profondo, più cosciente, più bello dello spirito. Non
più alla ricerca delle verità che servono, ma del servizio alla verità, la mente chiama in aiuto
dell'attività razionale le facoltà dello spirito.
Uno scambio tra chi ha tutti i doveri, l'uomo, e chi ha tutti i diritti, Dio, si compie in amore. Dio si
fa ospite dello spirito umano. La vita religiosa e la vita universitaria si fondono; né una, né l'altro
sono fine a se stesse: un dinamismo, un movimento, un amore le spinge verso un fine sociale.
Mirano ad una professione, ad un servizio, mirano al prossimo e alla carità.
La religione è evocatrice e nessuno come lo studente universitario è meglio predisposto a sentirne il
fascino e a darvi riposta che non ha misura.
8. L'EVANGELIZZAZIONE: LE VIE, I DESTINATARI, LO SPIRITO
LE VIE DELL'EVANGELIZZAZIONE
Alla ricerca dei mezzi adatti
40. l'importanza dell'evangelizzazione non deve nascondere l'importanza delle vie e dei mezzi.
Resta sempre attuale il problema del ' come evangelizzare', perchè i modi variano secondo
circostanze di tempo, di luogo, di cultura e lanciano una sfida alla nostra capacità di scoperta
e di adattamento. I Pastori della Chiesa devono ricreare con audacia e saggezza, in piena
fedeltà al suo contenuto, i modi efficaci per comunicare il messaggio evangelico agli uomini
del nostro tempo.
La testimonianza della vita
41. per la chiesa, la testimonianza di una vita autenticamente cristiana, abbandonata in Dio in
una comunione che nulla deve interrompere, ma ugualmente donata al prossimo senza limiti,
è il primo mezzo di evangelizzazione. Mediante la condotta, mediante la sua vita, la chiesa
evangelizzerà il mondo, vale a dire mediante la sua testimonianza vissuta di fedeltà al
Signore Gesù, di santità.
Una predicazione vivente
42. bisogna sottolineare l'importanza della predicazione. Questa proclamazione verbale di un
messaggio è sempre indispensabile. Molti psicologi affermano che l'uomo moderno ha
superato la civiltà della parola e vive nella civiltà dell'immagine. Questo fattore dovrebbe
spingerci ad inserire nella predicazione i mezzi moderni escogitati dalle nuove civiltà.
L'attualità di forme di comunicazione però, non devono diminuire la forza della parola, né
fare perdere la fiducia in essa. La parola resta sempre attuale , sopratutto quando è portatrice
della potenza di Dio.
Liturgia della parola
43. sono innumerevoli gli avvenimenti della vita e le situazioni umane che offrono l'occasione
di un annuncio discreto, ma incisivo, di ciò che il Signore ha da dire. Basta una sensibilità
spirituale per sapere leggere negli avvenimenti il messaggio di Dio. Bisogna conoscere e
mettere a profitto le esigenze e le possibilità dell'omelia perchè essa acquisti la sua efficacia
pastorale. Bisogna esserne convinti e dedicarvisi con amore. Questa predicazione inserita
nella celebrazione eucaristica da cui riceve forza e vigore, ha un ruolo speciale
nell'evangelizzazione. I fedeli riuniti per formare una Chiesa si attendono molto da questa
predicazione, e ne ricavano frutto purchè essa sia semplice, chiara, diretta e radicata
nell'insegnamento evangelico e fedele al Magistero della Chiesa. Molte comunità
parrocchiali vivono e si consolidano grazie all'omelia di ogni domenica.
La catechesi
44. una via da non trascurare nell'evangelizzazione è quella dell'insegnamento catechetico.
L'intelligenza, quella dei giovani e dei fanciulli, ha bisogno di apprendere, mediante un
insegnamento religioso, i dati fondamentali, il contenuto della verità che