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Fondamenti della storia sociale dell'educazione in Italia

Tra i pochi testi nati dalla ricerca italiana uno dei più importanti è "Storia sociale dell'educazione" pubblicato nel 1979 da Antonio Santoni Rugiu, nella premessa della prima edizione l'autore dichiara il suo tentativo di ricostruire la storia dell'educazione, dalla Grecia antica all'epoca contemporanea, attraverso il punto di vista delle modificazioni sociali intercorse. Fino a quel momento infatti gli unici testi disponibili proponevano una storia della pedagogia che si esauriva nella storia della filosofia. L'EVOLUZIONE DELL'OGGETTO DI STUDIO La storia dei fenomeni educativi - formativi è complessa e sfaccettata, essa è influenzata dagli avvenimenti e dai contesti sociali piuttosto che dalle teorie pedagogiche; in merito a questo Rugiu nel '87 affermò che la sola istruzione non può essere più ritenuta funzione centrale dellosviluppo sociale e della trasmissione dei saperi, atal funzione infatti partecipano oggi fenomeni mediatici e strutture sociali di natura diversa. Le teorie pedagogiche sono entrate in crisi e sono state sostituite da diversi autori dall'osservazione dei contesti sociali in cui si articolano i fenomeni educativi con lo scopo di coglierne le dinamiche e le tendenze. Alla luce delle novità il settore della ricerca sociale storico - educativa deve riconfigurare prospettive e metodologie. L'oggetto di studio è cambiato. Il compito della storia sociale dell'educazione e della pedagogia consiste nello studio della struttura profonda di ogni fatto educativo, ovvero l'insieme dinamico e interagente dei dispositivi dell'educazione caratterizzato da aspetti sociali e culturali (Massa). Il termine dispositivo (Foucault) definisce una rete di natura mutevole che si può stabilire tra elementi eterogenei del sociale (discorsi, istituzioni, decisioni, regolamenti, ecc.).

leggi, proposizioni filosofiche e morali, etc).

Secondo Massa il cuore della storia sociale dell'educazione sociale è il "dispositivo strutturale" ovvero la dimensione spaziale, temporale, corporale e simbolica, tali dimensioni determinano in generale l'esperienza umana.

Le esperienze formative si plasmano nell'esperienza di vita dell'individuo generando un'identità collettiva. E1realizzando un legame generazionale tra coloro che sono esposti agli stessi sfondi formativi.

I rituali sono dispositivi educativo - formativi, essi svolgono un'importante ruolo nelle relazioni sociale e spesso segnano i passaggi inter-generazionali (riti di passaggio, rituali riguardanti il processo decisionale delle istituzioni, rituali di calendario, rituali di ribellione, rituali di interazione).

I rituali sono azioni simboliche: se ereditati dal passato legano i gruppi di una comunità e gli conferiscono un'identità che permette

di– distinguersi da altri;se in precedenza inesistenti sono innovazioni e implementazioni della realtà.–Un altro fenomeno particolarmente interessante è quello del nuovo accesso al mondo culturale e formativo dipersone singole o gruppi sociali (abbandonare il gruppo d’origine per entrare in uno nuovo, emigrare in cerca dilavoro, un giovane che lascia la famiglia), non sono più importanti solo gli strumenti concettuali tradizionalicon cui si indagano i fenomeni ma le sedi sociali in cui i fenomeni si manifestano, le sedi sociali sono infattieducative di per sé (poiché sociali e relazionali).La nuova idea di pedagogia non è più legata solo ai luoghi dell'istruzione tradizionale ma è quella di unapedagogia che sta sul territorio.Il territorio è un laboratorio diffuso dove non viene semplicemente applicato il sapere precedentemente appresoma dove, attraverso le pratiche sociali, si produce conoscenza.Lasocietà contemporanea, definita open society, porta con sé nuovi soggetti destinatari dell'attività pedagogica: i soggetti del capitale umano e del learnfare. Sostanzialmente il lavoro degli storici dell'educazione sociale consiste nel trovare un punto di unione tra prospettive tra loro opposte e complementari: da un lato la prospettiva interna della disciplina (identificare la natura dei fenomeni emersi progressivamente nello sviluppo storico) e dell'altro la prospettiva esterna (interpretazione dei fatti formativo-sociali in relazione alla società in cui viviamo). LE TEORIE DELL'EDUCAZIONE SOCIALE Con Certeau (1978) cambia l'atteggiamento storiografico: in precedenza le ricerche si erano concentrate sullo studio del comportamento mentre Certeu preferisce parlare di pratiche (quelle dell'attività quotidiana), le persone infatti nel quotidiano usano, si appropriano e ricostruiscono i saperi formativi assorbiti. La costruzione ela ricerca si basa su dati empirici e analisi quantitative, spiccano l'approccio sociologico e psicologico; 3) orientamento critico: si concentra sulle dinamiche di potere e sulle disuguaglianze sociali, l'obiettivo è quello di analizzare le strutture di potere e le relazioni di dominio presenti nella società, spicca l'approccio marxista. La scelta del metodo di ricerca dipende dall'obiettivo dello studio e dalla prospettiva teorica adottata. Spesso, la combinazione di diversi approcci metodologici può fornire una visione più completa e approfondita della storia sociale dell'educazione.

La forma di comprensione dell'uomo è più predittiva ed esplicativa, coinvolge i rapporti funzionali tra i fenomeni sociali e identifica ipotetiche causalità. L'istruzione è vista come il processo attraverso cui l'ambiente è manipolato al fine di permettere all'uomo di apprendere comportamenti specifici;

3) orientamento critico: ha l'obiettivo di portare alla coscienza le forze nascoste che stanno alla base dei fenomeni, esso consiste in un'analisi critica di tipo ideologico e radicale della realtà socio-educativa promuovendo le teorie dell'uomo e della società radicate nell'atteggiamento di emancipazione da forme coercitive e dominanti di controllo sociale.

Epistemologia delle modalità dominanti di indagine nelle scienze sociali - van Manen, 1975 (Nelle ultime due colonne dello schema viene presentato l'orientamento teorico dominante cui ogni schema di azione è dominato.)

La prima teoria

sociale, secondo Bonald, deve essere basata sulla conoscenza e sull'istruzione pubblica. Egli sostiene che ci sono tre categorie di persone fragili: donne, bambini e soggetti che svolgono attività meccaniche. Attraverso la conoscenza, è possibile offrire loro abilità che li rendano socialmente attivi. Pertanto, è importante che la società si impegni ad erogare il sapere attraverso l'istruzione pubblica. L'obiettivo finale è quello di sviluppare i talenti nascosti in ogni essere umano e i buoni costumi che li aiutino a rifuggire dal male.domestica sostiene l'educazione pubblica poiché ha la funzione di sviluppare lo spirito, il risultato sarà quello della creazione dell'uomo sociale, in grado di esercitare la ragione ed esprimere opinioni. Vicino alla concezione di De Bonald ritroviamo quella dell'educazione sociale di Lorenzo Milani basata sul concetto di Caring (I care), egli affermava che la conservazione del mondo dipende dalla nostra capacità di essere coinvolti affettivamente negli eventi del mondo e di prenderci cura di ciò che non vogliamo perdere. Secondo Milani il linguaggio rappresenta l'arma contro la violenza, è dunque necessario fronteggiare la povertà linguistica attraverso l'istruzione, infatti chi non possiede una buona proprietà di linguaggio può essere soggetto a raggiri e oppressione. Milani tuttavia non si limitava ad insegnare la padronanza di linguaggio ma insegnava a produrre linguaggi, ovvero la capacità di

rimpiego personalizzato e creativo dei linguaggi in situazioni diverse.

Un altro aspetto che accomuna i due studiosi è l'attenzione per quei linguaggi che riducono l'incertezza personale e sociale.

La piena realizzazione dell'educazione sociale è destinata a vincere qualsiasi tentativo di emarginazione, essa deve dare alle persone la percezione di un accompagnamento effettivo nelle situazioni di difficoltà.

Tale compito è ricondotto alle istituzioni, in particolare al ruolo delle comunità e degli enti locali.

L'educazione sociale non è solo un modo per organizzare la conoscenza ma essa aiuta le persone a funzionare in modo efficace nelle situazioni sociali, in modo da poter agire sul mondo circostante.

Attingendo alla conoscenza personale e pubblica le persone innescano un processo attivo di educazione sociale che aiuta a sviluppare e mettere in pratica quei valori e quelle sensibilità che sono fondamentali per una società giusta.

democratico e sostenibile. La storia sociale dell'educazione dunque è anche storia del pluralismo culturale, dell'analisi critica dei diritti umani in prospettiva globale e interdisciplinare, la storia delle capacità di partecipazione e di azione sociale e dell'apprendimento sociale permanente. Secondo Amartya Sen l'educazione ha diversi ruoli, tra cui: - Ruolo strumentale processuale, essa infatti ampliando conoscenze e formazione le persone ampliano gli orizzonti e vengono a contatto con gli orizzonti altrui; - Ruolo di empowerment, favorisce le capacità di persone emarginate e svantaggiate. Essa produce: - Effetti redistributivi, tra famiglie, gruppi sociali, etc.; - Effetti interpersonali, le persone sono in grado di utilizzare i benefici della formazione per aiutare gli altri contribuendo alla società buona e all'esercizio delle libertà democratiche. Secondo Sen l'educazione rappresenta un beneficio democratico e sostenibile.

incondizionato per l'espansione delle capacitazioni e della libertà umana. La libertà individuale è un impegno sociale, egli indica cinque tipi

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
54 pagine
10 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vannasonoio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia sociale dell'educazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Niccolò Cusano di Roma o del prof Minello Rita.