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Un immagine di Leonardo d'artista serena e felice (amava circondarsi di belle cose) è valida

soltanto per il primo periodo della sua vita.

Da quando fu costretto ad abbandonare Milano e la sua sicura posizione, sino all'ultimo rifugio in

Francia, con un vita randagia lo splendore del suo animo andò offuscandosi. Anche la svolta dei

suoi interessa col passare degli anni, dall'arte alla scienza, contribui ad allargare l'abisso tra la sua

persona e i suoi contemporanei. Tutti i suoi esperimenti non venivano compreso o addirittura

marchiati con il sospetto di magia nera, fu inevitabilmente isolato.

Nella pittura questo lo portò a prendere il pennello in mano sempre meno volte, lasciando perlopiù

incompiuta l'opera.

Molti pensano che l'incostanza di Leonardo è una peculiarità di tutti i grandi artisti, come

Michelangelo che lasciò molto opere incompiute.

Per questi pensatori i quadri di L. non sono rimasti cosi incompiuti, sono dei capolavori per noi, ma

per il creatore non erano ancora perfetti verso l'ideale cui era teso.

Questo comportamento di L., l'indifferenza verso l'opera d'arte raggiunge misure estreme.

Allievo :”sembrava tremasse quando si poneva a dipingere”, scorgeva errori in quelle cose che ad

altri parevano miracoli.

Al cenacolo, al convento di S. Maria delle grazie, Leonardo passava ora senza mangiare e toccare

pennello indugiando ore e ora davanti al dipinto, contentandosi di esaminarlo dentro se.

Al ritratto di Monna Lisa, sposa del fiorentino Francesco del Giocondo, egli lavorò per 4 anni senza

mai riuscire a portarlo a termine, all'estrema perfezione.

Siamo costretti a respingere l'opinione che l'incostanza di carattere non avrebbe influito su L. e la

sua arte. In lui si osserva al contrario un approfondimento del tutto del tutto eccezionale, di

esigenze ben più difficili da soddisfare.

La lentezza nel dipingere sarà un sintomo di quel distacco dalla pittura più avanti.

L. non riusciva a ad adattasi alla pittura d'affresco, che richiede un lavoro rapido e optò i colori a

olio che bisognava lasciare seccare. Ma spesso i colori si staccavano dal fondo, e al fallimento di

questo tentativo si devono le perdite di alcuni quadri come nella Battaglia di Angiari.

In un tempo dove gli uomini cercavano di conquistare il più ambizioso spazio con prove di

aggressività contro gli altri, L. spiccava per la sua tranquillità placida.

Un tentativo biografico della vita interiore del personaggio non può non passare sotto l'attività

sessuale del soggetto.

L. fu un esempio del rifiuto della sessualità, gli scritti che ci ha lasciato i quali non trattano soltanto

di problemi scientifici, sono casti.

Essi evitano qualsiasi accenno alla sessualità, come se l'eros non fosse degno della sete di sapere

del ricercatore. Di L. possediamo soltanto alcuni disegni anatomici che si riferiscono ai genitali

interi della donna, alla posizione del bambini etc.

E' incerto se L. abbia mai stretto un rapporto amoroso con una donna, fu accusato di pratiche

illecite omosessuali, si circondò da bei giovani che accoglieva come discepoli.

Leonardo cita “nessuna cosa non si può ne amare ne odiare se prima non si ha cognizione di

quella”. (il grande amore nasce dalla conoscenza, senza sarebbe impossibile).

E' palesemente falso L. lo sapeva bene, si ama impulsivamente .

Si può intendere allora che L. poteva voler dire che l'amore praticato dagli uomini non è l'amore

vero.

I suoi affetti erano domani, non odiava ne amava, ma si chiedeva da dove venisse quello che

doveva amare o odiare .

In realtà L. non era impassibile , aveva soltanto convertito la passione in sete di sapere, egli con

parole piene di passione descrive e celebra la magnificenza della creazione (gioia di vivere).

Il differimento per cui si ama solo dopo aver conosciuto diventa una sostituzione , non si ama ne si

odia più quando si è pervenuti dalla conoscenza . Si è indagato anziché amato, Forse per questo

la vita di L. è stata povera d'amore, le tempestose passioni non sembrano averlo toccato.

Ma ci sono altre conseguenze, chi ha iniziato a intravedere la grandiosità cosmica , smarrisce

facilmente il proprio io. Rapiti dall'ammirazione ci si dimentica che noi stessi siamo anelli di quelle

forze operanti.

L. aveva forse iniziato ad indagare sulla propria arte, sulla luce, legge dei colori , delle ombre, della

prospettiva e imitazione della natura. Passò al riprodurre gli oggetti della natura a ricercare la

conoscenza della loro struttura interna e delle funzioni vitali.

La pulsione con la meccanica lo portò a rompere ogni legame con la sua arte. Annotò su un

quaderno “il sole non si muove”, eppure la sete di conoscenza rimase rivolta al mondo esteriore,

qualcosa lo allontanava ad esplorare la natura dell'uomo.

Quando nell'indole di una persona troviamo una singolare tendenza sviluppata , come l'ardente

desiderio di sapere di L., ci richiama a scopo di una spiegazione. I noistri studi psicoanalitici ci

portano a far assegnamento due fatti:

1-Ogni pulsione si è già manifestata già nella prima infanzia, sancita da impressioni della vita

infantile.

2-Ammettiamo che abbia attirato a se pulsioni sessuali, in modo che più avanti essa può sostituire

la vita sessuale.

Un uomo di dedicherebbe alla ricerca con la stessa passione che un altro riserba ai suoi amori.

L 'applicazione di questa ipotesi al caso di una predominante pulsione di ricerca sembra andare

incontro a forti problematiche, perché ai bambini non si è soliti attribuire una pulsione sessuale

degni di nota.

Ma testimonianza della pulsione di sapere dei bambini sono le loro mille domande. Diventato poi

più grande la voglia di sapere ha terminato e spesso in modo brusco.

Con l'esperienza psicoanalitica, si può osservare che in molti bambini, sopratutto quelli più dotati,

attraversano fin dal terzo anno l'esplorazione sessuale infantile. La voglia di sapere dei bambini in

questo caso non nasce spontanea, ma dopo l'esperienza eterna di un evento importante: la

nascita di un fratellino. L'esplorazione sessuale di pone il problema da dove vengono i bambini,

proprio come se il bambino, impaurito e ingelosito dal nuovo arrivato, cercasse di impedire tale

evento.

Ma il bambino non da credito alle risposte e spiegazioni che gli vengono date, indaga per conto

proprio, individua la permanenza del bambino del ventre della madre e si poggia ipotesi della

provenienza del bambino e sospetta già allora dell'atto sessuale, che gli sembra ostile e brutale.

Ma dato che la sua costruzione sessuale non è ancora all'altezza deve interrompersi perché priva

di risposta.

Questo periodo di informazione sessuale porta come conseguenza tre tappe successive:

1-La brama di sapere risulti d'ora in poi inibita. Anche per conto della religione e l'educazione che

non accetta tale tematiche. L'indebolimento mentale cosi favorisce lo scoppio di un'affezione

nevrotica.

2-Lo stimolo mentale è molto potente da resistere alla rimozione sessuale. L'esplorazione

sessuale repressa fa ritorno dall'inconscio come ossessiva , certamente deformata e non libera.

L'indagine si trasforma in attività sessuale , ma l'inconcludenza infantile rimane ancora, la

soluzione del problema si sposta sempre più lontana.

3-La rimozione sessuale interviene anche in questo caso, ma non riesce a respingerla

parzialmente e si sublima in brama si sapere con pulsione di ricerca. L'indagine diventa sostituta

della pulsione sessuale.

L. sembra fare un caso esemplare del terzo tipo. E' vero però che non è facile provarlo, dato le

scarse notizia sulla sua vita.

Sappiamo solo che è ha avuto due madri. Una naturale a cui è stato poi portato via dal padre

all'età di 5 anni per andare a vivere con la moglie sterile.

2.

Una sola volta Leonardo inserisce nei suoi protocolli una nota sulla sua infanzia, si tratta di un

nibbio, un ricordo d'infanzia.

“Ero in culla, e mi pareva che un nibbio venisse a me e mi aprisse la bocca con la sua coda e mi

percotessi con tale cosa dentro alla labbra.

Sorprendente per il suo contento e il periodo di vita. Che un uomo possa avere ricorso di quando

era lattante non è forse impossibile, ma non si può considerare sicuro. Tutto sempre inverosimile e

favoloso.

La scena del nibbio non sarà un ricordo di Leonardo, ma una fantasia che egli si è costruito più

tardi e ha riferito alla sua infanzia.

I ricordi d'infanzia spesso sono ripresi in periodi successivi e perciò modificati. Ma nonostante le

modificazioni possono rappresentare una realtà, sono spesso celate dietro testimonianze dello

sviluppo psichico.

Esaminando la fantasia del nibbio, ci pare strana. La traduzione si indirizza con la sfera erotica. La

coda come il membro maschile, corrisponde un atto sessuale in cui il membro viene immesso nella

bocca della persona con cui si ha tale rapporto. E' strano il carattere passivo, richiama sogni e

fantasia di donne o omosessuali. Ma è ben evidente che non ci sarà mai possibile comprendere

tale fantasia. Bisogna poi collegarsi a questa fantasia erotiche il fatto che richiama una più innocua

derivazione, quando i poppanti prendevano il bocca il latte per succhiarlo dal capezzolo della

madre. Quando il bambino fa la conoscenza della mammella della vacca, più tardi, per la sua

forma come un pene, raggiunge un gradino per la costruzione di quella fantasia.

Da dove viene questo nibbio?

Nella scrittura egizia la madre era indicata con la figura della testa dell'avvoltoio, pareva che

l'avvoltoio era soltanto femmina e non esistevano i maschi. Ma come avveniva la fecondazione?

Con il vento.

Leonardo può benissimo aver conosciuto la favola egiziana , leggeva molto e inoltre la storia

dell'avvoltoio veniva usata dalla chiesa.

Possiamo rappresentarci la genesi di questa fantasia nel modo seguente: L. una volta venuto a

sapere della figura dell'avvoltoio, emerse in lui un ricordo che si trasformò in quella fantasia, che

aveva avuto una madre e non un padre, un'eco del godimento provato al seno materno.

La sostituzione del nibbio indica che il bambino senta la mancanza del padre e si è trovato solo

con la madre. Il dato di fatto della nascita illegittima di L. concorda con questa fantasia. Ma

sappiamo che all'età di 5 anni faceva parte della famiglia del padre.

L. trascorse non trascorse i primi anni con il padre e la matrigna, ma con la sua vera madre, ed

ebbe il tempo di avvertire la mancanza di suo padre. I primi anni trascorsi solo con la madre

avranno avuto influenza decisiva per la strutt

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Publisher
A.A. 2015-2016
48 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Donato-93 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dell'arte e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Ferrari Stefano.