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Riconoscere i propri sentimenti e le proprie azioni evitando le accuse e la creazione di capri espiatori. Le famiglie
resilienti hanno una scarsa propensione al biasimo, all'attacco personale o alla creazione di capri espiatori. I membri
della famiglia si assumono la responsabilità dei propri sentimenti e delle proprie azioni e riconoscono il loro
contributo in situazioni di crisi. Nelle famiglie disfunzionali vi è un clima generale di paura e diffidenza che viene
perpetuato attraverso atteggiamento di critica, riprovazione e la ricerca di capri espiatori. L'espressione delle
emozioni assume toni estremamente reattivi, critici e aggressivi. Il conflitto diventa un'escalation senza controllo.
Altre volte, la comunicazione può assumere toni contratti e reticenti, per evitare il conflitto, ma le conseguenze
possono essere comunque disastrose.
Generalmente quando i genitori sono stressati per una situazione, cercano di risparmiare ai figli le loro
preoccupazioni nascondendo il loro stato d'animo. Tuttavia, i bambini captano facilmente le tensioni nascoste e
possono arrivare a incolpare se stessi o fanno del loro meglio per non gravare sui genitori. Quando i sentimenti e i
bisogni dei figli diventano invisibili è possibile che questi manifestino il loro dolore attraverso sintomi somatici o
comportamentali. Eppure, la crisi innescata dal disagio del bambino può restituire agli altri membri della famiglia
l'opportunità di accogliere e riconoscere sentimenti e bisogni inespressi.
In situazioni di crisi, i sentimenti inconfessati o ambivalenti possono diventare barriere tra i membri della famiglia. Le
famiglie invischiate tentano di soffocare le emozioni complesse o di negare i sentimenti negativi, enfatizzando quelli
positivi per mostrare una facciata di estrema coesione familiare. Nelle famiglie meno invischiare, le persone possono
esprimere senza filtri sentimenti negativi o di rabbia, ma non dimostrano affetto. Queste situazioni sono ugualmente
disfunzionali. Una comunicazione aperta è essenziale e quando ci si trova a dover affrontare una situazione dolorosa
(es. malattia), il che non significa parlare continuamente delle proprie sofferenze, ma poter esprimere liberamente i
propri sentimenti. È essenziale in questi casi che i membri della famiglia mantengano un contato reciproco che
consenta loro i recuperare un senso, un sostegno e l'impegno necessario per riorganizzare la vita. È fondamentale
che la comunicazione non si interrompa, cosicché tutti si sentano liberi di esprimere ciò che provano.
Promuovere le interazioni positive. L'espressione aperta dei sentimenti positivi è vitale per controbilanciare le
interazioni negative. Le relazioni possono tollerare molte conflittualità, ma solo se sono compensate da un livello di
comunicazione positiva più ampia, che comprende dimostrazioni di affetto, apprezzamento, rispetto e
un'interazione piacevole. I terapeuti non devono solo limitare gli scambi negativi, ma anche promuovere quelli
positivi. (vd. caso della sig. Lamm).
Le ricerche dimostrano l'importanza dell'umorismo nei momenti di crisi e difficoltà. L'umorismo aiuta le famiglie a
far fronte a situazioni difficili, smorza le tensioni e consente un riconoscimento dei propri limiti. Recuperare il senso
dell'umorismo può aiutare i vari membri della famiglia a contenere il potenziale tossico di contingenze minacciose o
ad allentare l'ansia. Esso dà un attimo di tregua da situazioni di tensione, può allentare la tensione, mettere gli altri a
loro agio li aiuta ad affrontare situazioni stressati, restituisce la possibilità di osservare le cose da un prospettiva
diversa. Inoltre, è dimostrato che fortifica lo spirito e il sistema immunitario favorendo i processi di guarigione. Nelle
famiglie a buon funzionamento, ognuno si rende conto del fatto che non si può essere perfetti e che si può sbagliare
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e aver bisogno di rassicurazione. Tuttavia, l'umorismo può rivelarsi distruttivo se utilizzato per esprimere rabbia,
crudeltà o disprezzo, attraverso forme di sarcasmo caustico o quando viene usato per schernire e umiliare.
3. Strategie collaborative nella risoluzione di problemi.
La possibilità di attivare processi adeguati di risoluzione dei problemi è essenziale perché le famiglie possano gestire in
modo efficace crisi impreviste o una condizione di difficoltà. Ciò che definisce la resilienza familiare è la capacità di
gestire i conflitti e impegnarsi in modo collaborativo nella risoluzione dei problemi. Questo richiede una certa
capacità di tollerare l'espressione esplicita del dissenso e di risolvere i problemi sia nella vita quotidiana sia in caso di
crisi. Quando il funzionamento di un sistema familiare è turbato da problematiche relative a esigenze strumentali di
carattere primario (es. perdita del lavoro), anche la capacità di far fronte ai bisogni emotivi viene messa a dura prova.
Lo stress emotivo, a sua volta, compromette le stesse capacità di risoluzione dei problemi. Un tono emozionale
negativo tra i membri della famigli (rabbia, frustrazione, sconforto..) può determinare una sorta di paralisi che
impedisce di gestire in modo efficace problematiche gravi. Quando i componenti della famiglia sono vincolati da una
serie di aspettative legate all'appartenenza di genere (uomini si occupano della risoluzione dei problemi pratici,
mentre le donne si occupano delle situazioni più "emozionali") è opportuno andare a sollecitare una partecipazione e
una condivisione maggiore nell'evoluzione della situazione.
Il gruppo di ricerca della McMaster University ha definito una serie di passaggi che definiscono l'efficacia dei processi
di problem solving:
- riconoscere l'esistenza di un problema e comunicare con le altre persone;
- confronto critico e collaborativo per vagliare tutte le alternative, le risorse, ecc.. e infine definire un piano di azione;
- intraprendere e portare avanti un'azione e valutarne man mano l'efficacia.
Le famiglie con un buon funzionamento rimescono a risolvere la maggior parte dei problemi; comunicazione,
disposizione e azione si snodano in modo fluido e senza complicazioni.
Identificare i problemi e le fonti di stress. Quando la richiesta di aiuto si incentra su un problema contingente i
terapeuti familiari sono attenti a rintracciare l'eventuale presenza di altre fonti di stress nella vita della famiglia, i cui
effetti possono riflettersi sull'intero sistema familiare. È importante indagare in che modo la reazione di un coniuge
o un altro membro della famiglia possa contribuire ad alimentare un clima di incertezza e incoraggiare le potenziali
risorse (Vd. caso dei sig. Wolf).
Confronto e discussione creativa. Una volta identificati i problemi, bisogna coinvolgere i membri in un confronto
creativo. Nelle famiglie ben funzionanti, i genitori agiscono come coordinatori e allenatori, facondo emergere idee e
incoraggiando una scelta. I membri della famiglia parlano apertamente e i contributi di tutti sono rispettati e accolti.
Si possono incoraggiare i membri a discutere su vincoli e risorse e considerare un ventaglio di alternative, valutando
costi e benefici per ogni componente. La disponibilità a tentare nuove soluzioni è una qualità delle famiglie ben
funzionanti e con buon adattamento. Questo approccio flessibile e creativo favorisce l'intraprendenza (Vd. sig Wolf).
Decisioni partecipate: negoziazione, compromesso e reciprocità. La Higgins ha rilevato la capacità dei soggetti
resilienti di "amare bene" costruendo delle relazioni durature, caratterizzare da un notevole grado di reciprocità e
attenzione per gli altri e per se stessi. Questi individui cercano di riconoscere i bisogni degli altri e di differenziarli dai
propri; si impegnano attivamente per affrontare conflitti, delusioni, rabbia e frustrazione; superano in modo risoluto
ed efficace difficoltà nella relazione. I ricercatori hanno confermato il ruolo fondamentale dei processi di
negoziazione nella definizione di un funzionamento ottimale delle relazioni di coppia e familiari. Nella risoluzione dei
problemi, il processo di negoziazione può rivelarsi importante quanto il risultato e il contributo di tutti i membri è
rilevante (Vd. caso di Anna e Bob). La negoziazione implica l'opportunità di accogliere e dar voce alle differenze
lavorando per la realizzazione di un obiettivo comune. Per essere buoni negoziatori, i membri della famiglia devono
imparare a comunicare e ad ascoltare coniugando comprensione e disponibilità empatica. Devono interrompere i
circoli viziosi innescati da atteggiamenti di critica, colpevolizzazione e ritiro: i movimenti di attacco e difesa logorano
le relazioni, mentre un atteggiamento premuroso e attento rafforza le relazioni e consente di superare dei problemi.
Spesso, la negoziazione e il raggiungimento di un compromesso è impedita da lotte di potere per affermare il
controllo. L'adattamento è visto in termini di vittoria o sconfitta e, dato che il compromesso è percepito come una
resa, le posizioni diventano rigide e non negoziabili. La mancanza di fiducia nella reciprocità della relazione trasforma
ogni scambio in un'azione di rivalsa o nel temporaneo ritiro fino a che l'altro non abbia "pareggiato il conto".
Le differenze connesse al genere nella socializzazione e nella distribuzione del potere influenzano notevolmente gli
esiti e i processi stessi di negoziazione (es. nei casi di divorzio bisogna tener conto della distribuzione del potere).
Distorsioni dei pattern comunicativi e delle dinamiche di potere emergono spesso nelle fase di transizione del ciclo
vitale e determinano l'esordio di una crisi relazionale. Una maggiore reciprocità può consolidare una relazione e
rafforzare la capacità di superare le difficoltà e i cambiamenti in modo collaborativo. 18
Gestione e risoluzione dei conflitti. Il processo di definizione delle decisione o di risoluzione delle crisi non procede
in modo fluido, ma contempla l'emergere di conflitti, dolore e rabbia. Si cerca di aiutare le famiglie a vedere queste
tensioni come perturbazioni prevedibili e transitorie che non necessariamente sfociano in condizioni disperate, nel
fallimento o nella dissoluzione dei legami. Una certa tolleranza per il conflitto ammette l'espressione del dissenso e il
riconoscimento delle differenze e permette la risoluzione dei conflitti attraverso la costruzione del consenso, la
definizione di un compromesso e la ridefinizione del problema. Perché una relazione acquisisca capacità di resilienza
è necessario che si giunga a una risoluzione efficace dei conflitti senza sacrificare l'empatia. I timori catastrofici
possono portare alla definizione di regole familiari implicite volte all'evitamento del conflitto. Questa strategia
protettiva, però, aumenta il rischio che tensioni irrisolte riemer