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MODELLO ETIOPATOGENETICO

Ci sono diversi fattori che incorrono per una diversa malattia e possono essere maggiori e minori

(cofattori). ES: Per una malattia infettiva il fattore maggiore è il microrganismo, mentre i fattori minori

sono comportamentali o ambientali: es. il raffreddore può essere preso a causa del freddo.

ALTRA SUDDIVISIONE dei FATTORI DI MALATTIA:

• Fattore certo: è il microrganismo, il virus che è un qualcosa di certo e conosciuto. Per determinare

malattie si conosce il microrganismo che lo produce, quindi è un fattore certo.

Appunti di IGIENE – prof. De Santi e prof. Brandi | scienze della formazione primaria 3

• Fattore di rischio: fattore associato al manifestarsi della malattia, non è un fattore necessario, cioè il

fattore di rischio aumenta la probabilità di incorrere a un certo tipo di malattia, non è detto che la

provoca: es. il fumo di sigaretta può provocare il tumore al polmone.

1. forza dell’associazione se una malattia è già presente in famiglia sono a rischio

2. compatibilità biologica es. uno di carnagione chiara può scottarsi e rischiare maggiormente

tumore alla pelle

3. corrispondenza dose-risposta non è sufficiente esporsi al fattore di rischio, ma dipende

anche dalla quantità, es. mangiare carne rossa non produce un tumore al colon, ma l’eccesso

può provocarlo.

• Indicatore di rischio ci sono indicatori nelle persone che possono essere indicatori diretti che

possono portare a sospettare di una determinata malattia.

MALATTIE INFETTIVE MALATTIE NON INFETTIVE

Trasmissibili, cioè c’è un agente patogeno che si NON trasmissibili, non scaturisce da agenti patogeni

può andare a infettare e provoca una malattia ma da fattori esterni, ci sono malattie

multifattoriali o pluricasuali cioè provocate da più

fattori insieme es. malattie vascolari.

Dipende dalla suscettibilità del soggetto

Acute, cioè sono relativamente brevi; malattie con Croniche – degenerative, è una malattia che è

un determinato periodo di incubazione ecc difficile liberarsi (tumore). Ha un decorso

progressivo e sempre in peggioramento.

AIDS; HCV epatite B; HBE epatite C; papilloma virus... sono malattie gravi che possono progredire in

malattie croniche degenerative perché possono sfociare in tumori, problemi allo stomaco…

Anche dal punto di vista PREVENTIVO E DI INTERVENTO l’approccio è diverso:

• Malattie infettive: all’inizio il soggetto è sano e si può avere un’esposizione all’agente patogeno, poi

si ha l’incubazione e si passa alla malattia infettiva. Essa può evolvere in modi diversi: morte,

guarigione o cronicizzazione, cioè la malattia diventa cronica poiché si ha un microrganismo di cui

non si riesce a liberare (es. AIDS , HCV epatite B, HBE epatite C). Solitamente si effettua una

prevenzione primaria su un soggetto sano attraverso la vaccinazione o si evitano certe situazioni.

• Malattie non infettive: si hanno una fase libera e una fase di latenza ed è dove si incontrano i fattori

di rischio, poi si ha la fase preclinica dove ancora non si trovano i sintomi (asintomatica). [Questa

fase si trova di rado nelle malattie infettive.] Si inizia a individuare la malattia con la diagnosi

consueta o si può usare la diagnosi precoce. Se non ci sono controlli si può degenerare nella

malattia clinica e cronicizzazione. La prevenzione terziaria è quella prevenzione che serve alla

persona di effettuare azioni che aiutano la malattia (es. riabilitazione).

Negli ultimi decenni le statistiche parlano di un aumento della mortalità per malattie non infettive a

discapito di quelle infettive. Le malattie cardiovascolari e i tumori sono diventate le malattie con più alto

tasso di mortalità. Mentre nell’antichità e ora ancora in Africa sono ancora le malattie infettive che possono

portare alla morte.

Ciò è dovuto a una migliore alimentazione e allo sviluppo di migliori anticorpi, l’utilizzo di

…IL PASSAGGIO:

vaccini, miglioramento delle condizioni ambientali che hanno portato a un generale miglioramento delle

condizioni di vita, maggiore disponibilità di farmaci e ci si cura molto meglio. L’educazione sanitaria ha

contribuito a diminuire le infezioni. Le malattie non infettive sono aumentate, invece, a causa

se

dell’industrializzazione e inquinamento; malnutrizione ed eccesso; allungamento della vita media

Appunti di IGIENE – prof. De Santi e prof. Brandi | scienze della formazione primaria 4

la vita si allunga aumentano quelle patologie che si sviluppano prevalentemente nelle persone anziane. Es.

un tumore ha un tempo maggiore per incubarsi in un individuo anziano.

LEZIONE 2

Giovani e anziani sono la parte di popolazione che possono ancora usufruire di determinate cure. Si è visto

che le condizioni ottimali di vita permettono una vita più longeva e sana. Negli ultimi 10 anni la qualità della

vita si è abbassata: non bisogna misurare il benessere solo sulla longevità, ma anche sulla qualità della

vita. Aumentare la prestazione funzionale in longeva età è possibile.

I determinanti della salute vanno individuati per mantenere la salute della popolazione, attuare politiche

per la salute e organizzare sistemi sanitari. Ciò che influisce maggiormente sullo stato di salute è

individualità, poi la società (cultura, educazione, lavoro, la possibilità di avere un lavoro, sanità, alloggio…),

ancora più esterno ci sono le politiche socio-economiche, culturali e le condizioni ambientali.

DISUGUALIANZE NELLA SALUTE

All’interno di una nazione o a livello mondiale ci sono delle disuguaglianze importanti.

• disuguaglianze razziali: minoranze etniche all’interno di paesi che rappresentano i punti critici della

salute: vulnerabili, emarginate, difficoltà ad accedere all’ambiente sanitario;

• disuguaglianze di genere: tassi di mortalità diversi tra uomo e donna;

• disuguaglianze tra nazioni: Salute ed economia vanno sempre di pari passo. Più il pin è elevato più

c’è una maggiore è la possibilità di vita dalla nascita Disuguaglianze alla nascita: ci sono nazioni in

cui le aspettative di vita arrivano ai 30-40 anni, mentre in altre anche agli 80.

DEMOGRAFIA E EPIDEMIOLOGIA

Sono 2 cose strettamente correlate, studiano l’analisi delle popolazioni. La demografia studia la

distribuzione delle popolazioni , invece l’epidemiologia studia la distribuzione della malattia.

Demografia si occupa dell’analisi delle caratteristiche delle popolazioni.

Cosa studia la demografia:

• Composizione statica studio della popolazione in base a età sesso…

• composizione dinamica come cambia la popolazione nel tempo (natività, mortalità, immigrazione

e emigrazione)

• sfrutta degli indicatori (presenti nella pag. successiva: INDICATORI SANITARI)

I principali metodi di studio per rilevare una popolazione sono:

1. censimento: numero, caratteristiche della famiglia. Ci si può affidare all’anagrafe, che rappresenta

la fonte principale dei dati; registri di patologia… Dagli studi della demografia emerge che le

caratteristiche delle popolazioni a livello mondiale sono molto eterogenee e si possono distinguere

i paesi più industrializzati/sviluppati o e quelli più arretrati

• caratteristiche dei paesi sviluppati: vita media elevata, molti anziani, bassa natalità e

mortalità infantile e giovanile, principali cause di morte malattie cronico-degenerative in

età avanzata

• caratteristiche dei paesi più poveri: alta fecondità, ma anche maggiore mortalità infantile e

giovanile, vita media più breve e popolazione anziana ridotta

La demografia dei diversi Paesi è influenzata anche dai vari fenomeni dinamici come i flussi migratori.

INDICATORI SANITARI- si vede subito se la popolazione gode di buona o cattiva salute

Appunti di IGIENE – prof. De Santi e prof. Brandi | scienze della formazione primaria 5

a. positivi diretti: si riferiscono a eventi come la nascita e la sopravvivenza che si collocano nell’area

del benessere, cioè se c’è una maggiore sopravvivenza negli anni la popolazione gode di maggiore

benessere.

Essi sono:

1. PIRAMIDE DELL’ ETÀ: è uno dei più importanti

ed è un grafico che rappresenta la struttura di

una popolazione, riporta gli individui divisi in

sesso e fasce d’età (4-5 anni). Esso può

assumere forme diverse ed è definito anche

“albero della vita”.

In orizzontale viene registrata la popolazione,

invece sull’asse y le varie fasce d’età.

A seconda che si analizza la piramide di una

popolazione ricca e di una povera avrà una

struttura diversa.

Confrontando piramidi di età di uno stesso paese ottenute in periodi diversi è possibile

ottenere informazioni sui fenomeni demografici che lo hanno caratterizzato nel tempo.

In base a come viene il grafico si ha già un’idea del tipo di popolazione.

Es. diagramma molto appuntito = popolazione povera perché si ha la maggior parte della

popolazione non riesce a superare i 10 anni di età, sebbene ci sia una natalità elevata.

Se assume invece una forma un po’ più “a botte” si tratta quasi sicuramente di una popolazione

industrializzata con bassa mortalità infantile e longevità.

2. indagini a campione: si definisce un gruppo della popolazione da studiare in modo da

individuare gli elementi caratterizzanti. È un tipo d’indagine molto restrittiva e si svolge

attraverso sondaggi e interviste.

b. negativi diretti: La mortalità è il dato più utilizzato e sicuro in quanto più facile da rilevare e

registrare. Si possono costruire le tavole di mortalità dalla quale si ottiene la “CURVA DI LEXIS”

sull’asse x è segnata l’età, sull’asse y i morti. La linea teorica è una linea tratteggiata che assume

una forma regolare e serve come punto di riferimento, ad es. nel caso in cui una popolazione è

stata sterminata da un’epidemia e quindi la curva può avere un andamento differente.

Più è alta la curva più ci sono i morti in quel punto: se la curva ha picchi a sinistra c’è una mortalità

maggiore nelle fasce d’età più basse, più giovani, quindi la salute è peggiore. Grazie alla “curva di

Lexis” si può calcolare la vita media, cioè l’età in cui si muore di più, dove la curva raggiunge il

picco. La curva ci dà

Dettagli
A.A. 2016-2017
51 pagine
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SSD Scienze mediche MED/42 Igiene generale e applicata

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Giorgia_Caponi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Igiene e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Brandi Giorgio.