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2. FAVOLE PER ORIENTARSI NELLO SPAZIO
2.1. Favole, concetti spaziali e contrasti percettivi
- I personaggi e le situazioni spaziali delle favole presentano validi spunti per il
consolidamento di concetti topologici e all’uso dei relativi indicatori.
Il percorso didattico potrebbe essere:
o Spunto favolistico.
Attività psicomotoria.
Approccio alla geograficità.
Metodo dei contrasti.
Il bambino percepisce due situazioni successive similari, nelle
o quali un elemento (ad esempio “dentro”) sia sostituito dal suo
contrario (ad esempio “fuori”).
Attraverso l’evidenza del contrasto sarà più agevole
o l’acquisizione dei due concetti topologici.
I contrasti sopra/sotto e alto/basso
- Ai testi delle favole classiche fanno seguito alcune proposte di attività da realizzare con
i bambini.
Il lupo e l’agnello (Esopo)
- Utile per introdurre i componenti naturali del paesaggio, con la relativa nomenclatura e
i concetti topologici.
- Alcuni suggerimenti:
Drammatizzare.
o Gli alunni, a gruppi, drammatizzano riproducendo la situazione spaziale.
Disegnare.
o Gli alunni disegnano la situazione spaziale.
Dimostrano l’acquisizione del contrasto topologico sopra/sotto, in alto/in
basso.
Confrontarsi.
o Discussione sulle parole chiave della favola riferite alla geografia.
Cartellone.
o Profilo della montagna, tracciato del fiume, lupo, agnello, alberi, fiori, …
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Nomenclatura (scuola primaria).
La volpe e l’uva (Esopo)
- Morale:
Tutti possono tendere a migliorarsi e di raggiungere i propri obiettivi, senza
o danneggiare gli altri.
È corretto riconoscere i propri limiti ma anche opportuno esperire tutti i tentativi
o possibili per non rassegnarsi e cercare di superare quei limiti.
- Spunti spaziali:
Imitiamo la volpe.
o In piedi.
Afferriamo l’uva appesa alla parete o tenuta dall’insegnante.
Più alti, più bassi.
o Invitiamo i bambini a farsi più alti possibile.
Invitiamo i bambini a farsi più bassi possibile.
Di volta in volta chiediamo di riprodurre con un disegno le diverse
posizioni.
2.2. Impronte, direzioni, flussi: a caccia di indizi
Il leone vecchio e la volpe
- Elementi di ordine spaziale e geografici:
Concetto di impronta.
o Ultimi anni di scuola primaria diventa anche “impronta ecologica”.
Concetto di direzione.
o Concetto di flusso: movimento uniforme di persone o cose in una stessa
o direzione.
Ultimi anni di scuola primaria diventa anche “flussi migratori” e le
problematiche a essi connesse.
Nella scuola dell’infanzia: caccia alle impronte
- Concetto di impronta.
Drammatizzare.
o Ogni bambino, fingendo di essere un animale, intinge il palmo della mano
o la piane del piede in uno dei colori a dita e traccia una fila di impronte in
direzione della caverna.
Disegnare.
o Dopo la drammatizzazione.
Giocare e sperimentare.
o Impronta lasciata anche dagli oggetti: appoggiamo su un piano piccoli
oggetti, li cospargiamo di farina e osserviamo l’impronta che lasciano.
Propedeutico alla cartografia.
Nel primo anno di scuola primaria: un percorso in… sicurezza
- Primo anno scuola dell’infanzia.
Analizzare mappe già “confezionate”.
o Si parte eseguendo percorsi nello spazio vissuto della scuola in
collegamento con le esercitazioni di educazione alla sicurezza.
Si riconoscono i vari spazi raffigurati sulla pianta, si fanno i percorsi.
Su fotocopie si possono tracciare percorsi e poi eseguirli.
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I flussi di un giorno di scuola
- Fotocopia della pianta già utilizzata nell’attività precedente.
Tracciare i percorsi abituali.
o In una giornata di scuola.
Tracciare i percorsi personali.
o Su una stessa pianta.
Si ottiene un fascio di linee che indica un movimenti di persone.
Lo paragoniamo all’acqua che scorre da un rubinetto e lo definiamo
flusso.
Concetto di andamento dei flussi.
Con domande stimolo.
Utile perché da grandi comprendano i problemi legati ai flussi
o migratori.
2.3. Strade e percorsi
La strada che non andava in nessun posto (Gianni Rodari)
- Durante la lettura alcuni spunti.
Invitiamo i bambini a disegnare le tre strade e i luoghi dove esse portano.
o Sottolineiamo l’importanza dell’esplorazione di spazi “nuovi”: se le persone non
o si fossero mai mosse dal loro spazio non si sarebbero mai scoperte terre nuove.
Introdurre l’argomento dei mezzi di trasporto con domande stimolo.
o Stimoliamo una riflessione sul comportamento dei bambini.
o Non forziamo mai i giudizi!
Ci si può collegare anche all’educazione stradale.
o Parti della carreggiata.
Segnaletica orizzontale e verticale.
Regole di comportamento.
2.4. Uniti nella diversità
La gabbianella e il gatto che le insegnò a volare (Luis Sepùlveda)
- Una delle più compiute evoluzioni del concetto di favola.
Animali che comunicano, si aiutano e collaborano.
o Alcuni spunti per occasioni formative:
o Educazione ambientale.
Intercultura e integrazione solidale.
Adozioni internazionali.
Dalla favola alla mappa: guardiamo dall’alto come la gabbianella
- Fasi: Conduciamo una conversazione con i bambini sull’ “osservare dall’alto”.
o Immaginiamo come la gabbianella avrebbe potuto vedere le barche del porto di
o Amburgo.
Ogni bambino costruisce una barchetta di carta, la guarda di fronte e
dall’alto e fa i disegni.
Prendiamo due cartelloni bianchi con disegnata la sagoma di una foce ad
o estuario.
I bambini colorano di verde la terra, di azzurro il fiume, di blu il mare; fanno il
o campanile e le casette.
Su uno attaccano poi la loro barchetta mentre sull’altro ne disegnano la
sagoma.
Si appendo i due cartelloni.
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Nel primo anno di scuola primaria
- Ogni bambino ha a disposizione due pagine.
Su uno disegna gi elementi del porto di Amburgo: il porto, le barche, la chiesa, le
o strade, gli alberi, il campanile, …
Sul secondo compie uno schizzo cartografico.
o Con dei simboli riporta solo gli elementi immobili.
Ragiona anche sulla suddivisione tra elementi naturali ed elementi
artificiali.
3. MITI E GEOGRAFIA: RISPOSTE DIVERSE A TANTE DOMANDE
3.1. Come si è formato il mondo?
- Gli uomini, nel corso della loro storia, hanno dapprima tentato di rispondere con i miti
cosmogonici.
Ideati in ogni area socio-culturale del pianeta.
o Esprime in pieno il coinvolgimento della sfera emotiva.
o I bambini, negli anni dell’infanzia, ripercorrono queste tappe principali
dell’evoluzione umana.
Il gigante Panku crea il mondo
- Proposte per la scuola dell’infanzia e per il primo anno della scuola primaria.
Disegnare il gigante su un foglio gigante (ogni bimbo realizza una parte del
o corpo).
Si potrebbe realizzare il gigante con materiale di riciclo.
Si discute su come si può vestire il gigante e su dove disegnare il cielo e la terra.
o Ogni bimbo disegna quello che si è prodotto in grande su un foglio A3.
o Momento di verifica per vedere se si ha appreso la nomenclatura delle
parti del corpo e la storia del mito.
Realizzazione di una serie di disegni che abbiano come elemento centrale una
o delle parti del corpo di Panku dopo la trasformazione.
Occhio di Panku che diventa il Sole.
Occhi di Panku che diventa la Luna e i capelli che diventano stelle.
Le braccia di Panku che diventano le montagne e il sudore che diventa
pioggia.
Un nome a tutte le cose del mondo
- Questo mito è particolarmente significativo perché riprende il processo di esplorazione
e di conoscenza del mondo da parte del bambino.
- Spunti:
Rappresentare iconograficamente il mito.
o Domande stimolo: conoscete nomi di animali? Di fiori? Di alberi?
o Conversazione, consultazione di immagini, realizzazione di disegni.
“Gioco dei nomi del mondo”.
o Si inventa un jingle e cantandolo, su imitazione degli Antenati del mito,
usciamo dall’aula ed esploriamo gli spazi della scuola.
Nominiamo elementi e oggetti che incontriamo.
Chiediamo quali siano le funzioni di questi oggetti.
Obiettivi:
Arricchimento lessicale.
Comprendere che tutti gli elementi hanno una loro funzione.
Visione di un video sugli aborigeni australiani.
o Comprendere che la loro cultura non è inferiore, ma solo differente.
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3.2. Chi accende il fuoco nel vulcano?
- I bambini sono fortemente attratti dai fenomeni vulcanici.
Domanda stimolo: cos’è un vulcano?
o
Le vicende di Efesto, dio del fuoco
- Parole chiave da cui partire per le proposte didattiche.
Olimpo.
o Disegnare la montagna avvolta dalle nuvole con la scena di Era che getta
via il figlioletto.
Ipotesi sul perché i greci avessero immaginato la casa degli dei proprio su
questo monte.
Presentiamo altri dei.
Vulcano Etna, isola di Sicilia.
o Spiegazione scientifica, semplificata al massimo.
Parliamo dell’Etna, il più grande vulcano italiano, mostrando immagini
anche satellitari.
Su una carta geografica chiediamo di riconoscere la Sicilia.
I bambini cominciano a prendere dimestichezza con le forme e i
colori della carta geografica.
Plastico dell’Etna con materiale riciclato.
Ciclopi.
o Disegno.
Possibile racconto dell’incontro tra Ulisse e il ciclope Polifemo.
3.3. Come nasce un fiume?
- Le prime società organizzate della storia si sono sviluppate lungo i fiumi.
- La fantasia degli uomini si è sbizzarrita nel creare miti e leggende sui fiumi, spesso
collegati all’origine del toponimo.
Tevere deriva dal mitico re Tiberino annegato nelle sue acque.
o
Il mito dell’origine del fiume Gange
- Mito contenuto nell’antico poema indiano Ramayana.
- Proposte:
Aprire una discussione su come nascono i fiumi.
o Esperimento per far intuire il meccanismo della sorgente:
o Riempiamo un colabrodo di terra.
Lo posizioniamo in una vaschetta di alluminio dove è stato praticato un
foro.
Versiamo l’acqua sulla terra, l’acqua filtra, si deposita nella vaschetta ed
esce dal foro.
Adesso attività diversificate.
o Scuola dell’infanzia:
Disegno dell’esperimento.
Primi anni scuola primaria:
Disegno schematico dell’esperimento.
Mostriamo immagini di sorgenti e di fiumi e mettia