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UNA GEOGRAFIA DA FAVOLA -
1- La prima geografia, tra fantasia e realtà
1.1 Iniziali grumi di spazio
ella s uola dell’i fa zia si può fa e geog afia, i tesa o e u a dis ipli a fo ativa he asa il
Già
primo approccio conoscitivo del mondo sulla percezione sensoriale, sulle emozioni e le sensazioni che
l’a ie te i osta te sus ita, sulla o os e za del proprio spazio vissuto, sulle geografie individuali.
a o di più il se so del te po u ’a uisizio e olto o plessa. Il se so dello
Il senso dello spazio
spazio si fo a a a o he l’o izzo te del a i o supe uel o fi e i te o/este o, s /alt o da
sé, che nei primi giorni di vita coincide con il confine corporeo della superficie cutanea, e si amplia
quando inizia a rapportarsi con il seno e il volto della mamma, con la presenza del papà e delle persone
i g u i di spazio o a o a st uttu ati e essi i
vicine. Nella sua mente prendono forma i pri
relazione fra loro.
s operta dell’i tor o spaziale
1.2 Alla
Il mondo, nei primi mesi di vita, appare al bambino limitato al pezzo di cielo che vede sopra di lui
stando disteso e che fa da sfondo alla mamma o ad altre persone. Intorno al primo anno a
uell’i agi e-sfondo si sostituisce un intorno spaziale, composto dai tanti elementi che catturano
l’atte zio e del a i o e he egli o i ia a osse va e. I di a tutti gli oggetti e o uel gesto a a
la loro esistenza come altro da sé.
Le prime esplorazioni autonome dello spazio cominciano quando inizia a gattonare e si intensifica
quando muove i primi passi. Inizia la costruzione della geografia personale: si orienta nello spazio
limitato dello casa e si muove con più consapevolezza, scoprendo la funzione degli ambienti, degli
oggetti e degli arredi che man mano impara a denominare e a dominare. Porzioni di spazio organizzato
iniziano a delinearsi nella sua carta mentale come dimostrano le prime rappresentazioni grafiche.
Arriva la prima veduta panoramica, scoperta con il salire in braccio o sulle spalle di un adulto.
Nella s uola dell’i fa zia si p esta g a de atte zio e allo sviluppo dell’i tellige za spaziale; il senso
dello spazio p e de fo a a he affo za do il gusto dell’esplo azio e e della s ope ta, o
avvi i a e to all’a ie te. La geog afia della pe ezione fa risaltare i primi itinerari sensoriali, su cui
poggiano le successive strutture cognitive e su cui si basa la formazione di immagini e carte mentali.
l’appro io spazio-ambientale
1.3 La ricerca-azione per
Dare senso allo spazio significa comprendere le relazioni degli uomini con il pianeta, partendo da casi
direttamente osservabili. Già nei primi anni si può iniziare la ricerca nello spazio accostata
all’edu azio e a ie tale. La i e a-azio e la etodologia più effi a e pe l’osse vazio e e la
do u e tazio e, pe o du e il a i o ve so p o le i di o os e za e di difesa dell’a ie te.
L’attività di i e a p e de avvio da u pe h ? condiviso dai bambini o fatto scaturire
dall’i seg a te. La fo ulazio e di ipotesi po ta alla fase dell’agi e, ovve o a ve ifi a e la p op ia
ipotesi alla lu e dell’espe ie za spaziale e a ie tale. Qui te i a l’azio e di i e a, a la i e a-
azione prevede che i bambini, una volta raggiunti gli obiettivi prefissati, sappiano agire nel proprio
spazio di vita, pe ette e i atto soluzio i di valo izzazio e e tutela dell’a ie te. Il pu to di a ivo
p odotti dall’azio e degli alu i e dalla lo o azio e
dei docenti è costituito dalla conclusioni sui risultati
didattica, per prevedere correzioni, mettere a punto la personalizzazione delle strategie adottate e
idearne di nuove.
Acquisire il senso di spazio non significa soltanto sapersi orientare e collocare, ma diventare
o sapevoli he lo spazio o ga izzato dall’uo o dive ta te ito io e he u te ito io va o diviso. La
geog afia svolge la fu zio e di aiuta e i a i i a passa e dall’io al oi.
1.4 La prima geografia nelle indicazioni per il curricolo
fi alità ge e ale della s uola dell’i fa zia i dividuata el p o uove e lo sviluppo dell’ide tità,
La
dell’auto o ia, della o pete za, della ittadi a za. Viene ribadito anche il concetto di sviluppo del
senso di cittadinanza, nello scoprire gli altri, i loro bisogni, le necessità di gestire i contrasti attraverso
regole condivise, che si definiscono attraverso dialogo, espressione del proprio pensiero, attenzione
dal pu to di vista dell’alt o, p i o i o os i e to dei di itti e dei dove i.
di app e di e to/i seg a e to ella s uola dell’i fa zia vie e a ti olato i
Il compito campi di
esperienza, dietro i quali gli insegnanti individuano il delinearsi dei saperi disciplinari. I campi di
esperienza in cui si vede un sapere di tipo geografico sono quelli indicati dai titoli: il corpo in
movimento, identità-autonomia e salute, la conoscenza del mondo.
Nella sezione Traguardi per lo sviluppo della competenza il bambino coglie le trasformazioni naturali;
osserva i fenomeni naturali e gli organismi viventi sulla base di ipotesi, con attenzione; è curioso,
esplorativo, pone domande, confronta ipotesi; utilizza un linguaggio appropriato per descrivere
osservazioni e esperienze. Un curricolo di continuità sulla base delle indicazioni, ogni istituzione
formula un curricolo, percorsi di formazione e apprendimento che mirano al raggiungimento di
traguardi formativi e di competenze. di appli a e i o testi dive si, l’a ilità a uisita.
Le competenze sono date dalla abilità
Viene costruito un curricolo verticale, che dà continuità tra i diversi ordini scolastici. Nuclei fondanti:
= s uola dell’i fa zia: a uisi e o sapevolezza della posizio e del p op io
sé
Orientamento
fisico nello spazio, utilizzare correttamente gli organizzatori topologici per muoversi
consapevolmente, scegliere percorsi idonei per arrivare ad una meta, conoscere nomi e
funzioni degli spazi di vita. Primo anno di scuola primaria: consolidare concetti topologici, usare
gli indicatori per segnalare posizioni e muoversi consapevolmente.
= s uola dell’i fa zia: a ta e tale del p op io spazio di vita, uove si ase alla
Carte mentali
rappresentazione mentale in modo consapevole. Primo anno: acquisire il concetto di carta
mentale come organizzatore di informazioni spaziali relative allo spazio vissuto.
= s uola dell’i fa zia: utilizza e o etti topologi i ella
Linguaggio della geograficità
rappresentazioni iconografiche (posizioni di sé, di oggetti nello spazio), interagire con lo spazio
in modo consapevole compiendo i primi tentativi di rappresentazione di esso. Primo anno:
ip odu e posizio i stati he o di a i he dell’io ello spazio, ispetto ad alt e pe so e o
oggetti, descrivere verbalmente o con rappresentazioni percorsi eseguiti da altri,
app ese ta e i pia ta pi oli oggetti e i o os e li t a ite l’i p o ta.
= s uola dell’i fa zia: affi a e apa ità pe ettive e di o os e za degli oggetti he
Paesaggio
fa o pa te dell’a ie te i ostante. Primo anno: conoscere il paesaggio vicino attraverso
l’osse vazio e di etta.
= s uola dell’i fa zia: ide tifi a e u a egio e da a atte isti he o u i e
Territorio e regione
da funzioni determinate, cogliere denominazioni e funzioni cui sono adibiti determinati locali o
spazio del vissuto uotidia o, le lo o elazio i e le egole d’uso. P i o a o: ide tifi a e
ell’i to o spaziale u a egio e o a atte isti he o u i e fu zio i dete i ate.
1.5 Racconti fantastici come mediatori della realtà
Il mondo fantastico delle fiabe è sempre stato vicino alla mente e al cuore del bambino. Un elemento
he si sta ilis e f a l’adulto a ato e e il
importante è dato dal coinvolgimento emotivo e affettivo
a i o he as olta u essaggio u ive sale: ’e a u a volta . Molti auto i si so o dedi ati al valore
simbolico e formativo dei racconti favolistici e mitologici.
Fi dall’a ti hità i ve ta e u a sto ia e a il ezzo più diffuso pe ali e ta e stupo e e u a te sio e
emotiva che sfociava nel momento catartico, legato allo svelamento di strategie per mezzo delle quali
il buono-protagonista riusciva ad avere la meglio sul cattivo-antagonista.
Il te i e favola dal lati o fa ula, io pa la e he po e l’a e to sull’i po ta za esse ziale della
parola nella comunicazione interpersonale, viene utilizzato in maniera polisemica, per indicare il mito,
la fiaba e la favola vera e propria. Ma ci sono diversità tra i tre generi:
Il (dal greco mythos, cioè racconto) è un racconto sacro al quale è attribuita la funzione
MITO l’o igi e del os o e i fe o e i atu ali att ave so l’i te ve to di fo ze
religiosa di spiegare
sop a atu ali. I pe so aggi del ito so o divi ità ed e oi he guadag a o l’i o talità o le
loro gesta; influiscono sulle vicende degli uomini e sulla creazione e la manifestazione di
elementi della natura. itologi i l’Epopea di Gilga esh, he a a del iti o e
Uno dei più antichi testi epico-
dell’a ti a ittà di U uk i Mesopota ia, he e a alla i e a del seg eto dell’i o talità. Ad
esempio il fiume Gange è considerato ancora oggi il fiume sacro per gli indù per le sue origini
divine, e avvengono riti di purificazione nelle sue acque. I riti rappresentano la ripetizione
dell’eve to evo ato dal ito, o e può esse e la s ope ta del fuo o o l’appli azio e delle
tecniche agricole.
I miti divengono modelli su cui conformare il proprio comportamento in determinate
situazioni.
La la sua tradizione come racconto allegorico inventato per educare e moralizzare, si
FAVOLA,
instaura con la favolistica greca di Esopo, ripresa da quella romana di Fedro. Nella favola sono
sempre presenti alcuni elementi caratterizzanti.
uso dell’allego ia:
Brevità del racconto, la favola ha per protagonisti alcuni tipi di animali, che
con il loro comportamento rappresentano i vizi e le virtù umane, dietro il racconto si nasconde
il significato simbolico che il lettore deve decodificare, formula conclusiva moralizzante: ogni
favola termina con una fase rituale che fa da morale comune.
Le celebri favole classiche si prestano alla drammatizzazione ovvero alla trasposizione in quelle
he i a i i stessi defi is o o s e ette . U ’alt a a atte isti he o u e alle favole la
forza comica, la capacità di suscitare il sorriso. Con Fedro la favola assurge a genere letterario:
att ave so l’allego ia degli a i ali t atteggia vizi e vi tù di u a so ietà asata su appo ti di
fo za e di pote e, o e uella o a a dell’età i pe iale.
Il genere letterario di Esopo e Fedro ha avuto così tanto successo da essere rivitalizzato nei
secoli successivi: nel medioevo, in Francia, vari autori compongono Il romanzo della volpe,
ip e de do i tipi della volpe e del lupo, pe ost ui e u a se ie di