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Riassunto per l'esame di didattica generale, professoressa M.V. Isidori. Libro consigliato M.Gennari, Manuale di didattica generale cap 1, 5, 7, 8 ,9, 10 Pag. 1 Riassunto per l'esame di didattica generale, professoressa M.V. Isidori. Libro consigliato M.Gennari, Manuale di didattica generale cap 1, 5, 7, 8 ,9, 10 Pag. 2
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RIFORMULAZIONE PROGETTO NUOVA LEZIONE NUOVA OSSERVAZIONE

Il punto di partenza è la videoregistrazione di brevi lezioni di 5-10 minuti realizzata tenendo in

considerazione alcune abilità (skills) didattiche precedentemente identificate. Questa tecnica

implica una taylorizzazione delle procedure insegnative, tuttavia permette di liberarle da intenti

modellatori intenti modellatori e riorientarle verso un livello più elevato di consapevolezza. Lo

scopo è la maturazione di capacità autoregolative nei docenti, accentrando l'attenzione sui

meccanismi di lettura critica delle lezioni filmate mediante autoscopia e eteroscopia. Con la prima

è l'insegnante medesimo a svolgere l'analisi diventando così consapevole dei propri

comportamenti. La seconda, invece, presuppone la presenza di un "supervisore pedagogico" in

grado di approfondire il livello di penetrazione dell'indagine. L'eteroscopia favorisce l'ampliamento

dell'orizzonte investigativo dell'interazione verbale e non verbale, in direzione di aspetti come

l'organizzazione e l'utilizzazione degli spazi.

2.1.3.2 La "narrrative inquiry"

Dar conto delle differenti modalità nelle quali si estrinseca il rapporto didattico è utile per consentire

una prima presa di coscienza circa l'efficacia e le valenze pedagogiche degli atti docenti, ma

insufficienti per provocare cambiamenti profondi.

La narrative inquiry indica vari sistemi d'indagine volti ad analizzare i racconti di esperienze e le

biografie personali seguendo strategie a impatto narratologico. Essa si presta quale risposta

educativa contemporanea, recuperando una dimensione umanistica senza perdere il rigore

scientifico. La narrative inquiry muove dal presupposto che gli uomini siano organismi story telling,

intenti a strutturare i propri vissuti sotto forma di storie. Essa vuole cogliere le ragioni del

comportamento dei docenti, mettendo alla scoperta il retroterra mentale e culturale che li ha

prodotti. La scoperta delle conoscenze implicite degli insegnanti deve tradursi in una

ristrutturazione delle stesse attraverso il procedimento ermeneutico (interpretazione) consentito

dalla forma narrativa. Ciò implica un'interpretazione collettiva: tra colui che racconta e il

ricercatore. Altri esponenti di questo indirizzo rimarcano la necessità di liberare il linguaggio

solitamente accademico degli insegnanti in modo da poterlo scorgere nella sua realtà.

Elbaz sostiene la necessità di restituire la voce agli insegnanti, evitando ogni filtraggio da parte del

ricercatore perché occorre sottrarlo dall'ordinario per condurlo nello straordinario. Per esempio in

qualsiasi classe, prima o poi, qualcosa interromperà la normale sequenza delle azioni: un

apprezzamento, un momento di collera … ed è da siffatte reazioni che si evidenziano i valori e le

credenze sociali in cui si radica ogni pratica didattica. Per tale via si evidenzierà la conoscenza

implicita e nascosta degli insegnanti. L'utilizzo di metafore evidenzia il carattere polisemico e non

definitivo della vita scolastica. Esse, infatti, lasciano trasparire un mondo dove risiedono parecchi

significati e, in effetti, questo modo di procedere non è lineare. Grazie ad esse è possibile superare

le contraddizioni agglomerandole in un'unica immagine e sono un modo per ridescrivere la realtà .

Alla base di tale impostazione, però, emergono i preconcetti e le precognizioni del retroterra

culturale del docente e quindi la loro interpretazione potrebbe risultare un fattore di rilievo anche

per la messa a nudo dei codici educativi impiegati in classe. 16

2.2 problematiche dell'apprendimento

Per ideare un piano di studi efficacie bisogna chiedersi quali peculiarità si riscontrano in una

determinata fase evolutiva; in che modo graduare le difficoltà; come sollecitare gli interessi; come

occorra agire per consentire loro di padroneggiare l'insieme dei sistemi simbolici disponibili; quali

strategie di pensiero favoriscono il progresso di autonomia di ciascuno.

2.2.1 Teorie psicologiche dell'apprendimento: Skinner, Piaget, Vygoskij, e il primo Bruner

Teorie Behaviouristiche: Skinner

- Il comportamento si modella attraverso il processo stimolo-risposta.

- La diversa efficacia della reazione allo stimolo ricevuto, il rinforzo positivo o negativo, accresce o

inibisce la possibilità di ripetizione di un determinato agire, condizionando il comportamento

futuro.questo appare influenzabile ricorrendo alla distribuzione delle ricompense e delle punizioni:

si svilupperà un condizionamento operante in grado di indirizzare l'apprendimento verso altri esiti

- fornisce una visione deterministica dello sviluppo umano nasce l'idea la concezione

dell'insegnamento come tecnologia volta a modellare la condotta umana

Ricerca piagettiana:

Piaget sostiene che l'intelligenza si origini dall'attività senso-motoria del neonato e inizialmente è

guidata da schemi riflessi.

L'interazione con l'ambiente avviene tramite due movimenti: assimilazione e accomodamento.

L'assimilazione è l'adeguamento degli oggetti esterni ai propri schemi (es. un bambino di pochi

mesi che afferra un oggetto nuovo per batterlo sul pavimento: siccome le sue azioni di afferrare e

battere sono già acquisite, ora per lui è importante sperimentarle col nuovo oggetto) mentre

l'accomodamento corrisponde al loro accordo con la realtà effettiva (es. se il bambino precedente

si accorge che l'oggetto da battere per terra è difficile da maneggiare, cercherà di coordinare

meglio la presa dell'oggetto).

Gli schemi divengono sempre più articolati, si coordina e si integrano formando strutture sempre

più complesse. Dunque per Piaget l'apprendimento è un processo dinamico nel quale il bambino

riveste un ruolo attivo.

Piaget profila lo sviluppo dell'intelligenza come il susseguirsi di una serie di fasi che non possono

essere saltate. I periodi fondamentali dello sviluppo del bambino sono quattro:

a) stadio senso-motorio (primi due anni di vita): il bambino diviene capace di azioni intenzionali

volte a ricercare un effetto sull'ambiente circostante. In questo periodo le sue azioni sono ancora

guidate da schemi di natura pratica. 17

b)stadio pre-operatorio (2-7 anni): mediante l'interiorizzazione di schemi senso-motori, il bambino

giunge alla rappresentazione cognitiva e alla conquista del linguaggio. In questo periodo si

manifesta il pensiero egocentrico, in cui il bambino non riesce a decentrare il proprio punto di vista;

oltre al penisero egocentrico è presente anche l'animismo (il bambino attribuisce la vita anche a

cose inanimate), artificialismo (tutto è prodotto umano), realismo (ciò che è pensato esiste

effettivamente).

c) stadio delle operazioni concrete (7-11) il bambino acquisisce progressivamente la capacità di

eseguire operazioni logiche quali la classificazione, la seriazione (suddivisione) temporale, la

compensazione, la reversibilità. Tuttavia in questa fase questa forma di intelligenza rimane

ancorata all'azione.

d) stadio delle operazioni formali (dopo 11 anni): verso il termine della fanciullezza si assiste a un

distacco del pensiero dall'osservazione concreta. È ora possibile formulare ragionamenti ipotetico-

deduttivi.

Vygotskij

Si incentra su degli aspetti non trattati da Piaget quali sull'influenza esercitata dalla cultura e sul

ruolo svolto dal linguaggio durante la crescita. Egli sostiene che il linguaggio, nato da bisogni

comunicativi, si evolva parallelamente tanto verso una sempre maggiore socializzazione, quanto in

direzione di una sua progressiva interiorizzazione. Il linguaggio assume la veste di mediatore tra

pensiero e cultura. Secondo Vygotskij esiste una zona di sviluppo prossimale definita come la

distanza tra il livello di sviluppo attuale e il livello di sviluppo potenziale, che può essere raggiunto

con l'aiuto di altre persone, che siano adulti o dei pari con un livello di competenza maggiore.

Infatti, a differenza dell'approccio Piagetiano, Vygotskij non riteneva che il bambino passasse

attraverso diversi stadi e dunque "fosse pronto" ad apprendere nuove conoscenze che prima non

era in grado di ritenere, ma sostiene che il bambino impara da coloro che si trovano ad un livello di

conoscenza superiore.

Bruner

Le situazioni problematiche inducono a ricercare soluzioni adeguate e la logica di cui si avvalgono

è un andamento pragmatico poiché si elaborano ipotesi empiricamente plausibili (problem solving).

In tale dinamica la tendenza alla categorizzazione, cioè a raggruppare gli oggetti e gli eventi

secondo alcuni tratti peculiari, appare l'aspetto centrale. Le relazioni stabilite sono una costruzione

provvisoria dell'attività inventiva dell'uomo in quanto le strategie utilizzate si sostengono tanto su

elementi oggettivi quanto su considerazioni soggettive. I modelli culturali svolgono un ruolo

basilare nella formazione di categorie concettuali tramite cui la mente lavora e, dunque, il

progresso della mente dipende dal venire in possesso delle tecniche di pensiero disponibili in ogni

determinato tempo e luogo. L'agire umano, infatti, è guidato dalle rappresentazioni, che sono di tre

diverse modalità:

- attiva, tipica della primissima infanzia, in cui la realtà è colta in termini di schemi di azione

- iconica, formazione di immagini riassuntive e elaborazione di modelli visualizzabili; 18

-simbolica, caratterizzata dall'uso di linguaggi capaci di condurre a costrutti ipotetici di crescente

astrazione.

Lo sviluppo intellettuale consiste nella progressiva conquista di questi tre sistemi di

rappresentazione, nei quali l'ultimo scoglie l'individuo dai vincoli dell'esperienza concreta.

2.2.1.1 L'approccio cognitivista: schemi e sceneggiature della mente

Molte ricerche d'impostazione cognitivista si sono poste il problema di come l'intelletto costruisca le

raffigurazioni del mondo. Alcuni studiosi hanno profilato un'immagine della mente quale centro

elaboratore di informazioni codificate mediante il ricorso a modelli dell'esperienza. La mente

effettua i suoi interscambi con la realtà servendosi di un apparato di schemi che le consente di

organizzare le differenti informazioni in una rete di significati che vengono definiti script

(sceneggiatura). Esse si strutturano come successione stereotipata di eventi che descrivono

situazioni ricorrenti (es andare al ristorante). In sostanza, tali sceneggiature sono insieme basi

fondamentali per la determinazione di scopi, prototipi d'azione e di comportamento, strumenti per

la memorizzazione e il recupero delle informazioni. Esse permettono di operare sul mondo con una

certa sicurezza e ampliano le nostre capacità di interpretazione degli even

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Publisher
A.A. 2015-2016
33 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/03 Didattica e pedagogia speciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher 13081996 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Didattica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di L'Aquila o del prof Isidori Maria Vittoria.