Anteprima
Vedrai una selezione di 8 pagine su 31
Riassunto esame di didattica generale, prof. Isidori, libro consigliato: Didattica generale, M. Gennari Pag. 1 Riassunto esame di didattica generale, prof. Isidori, libro consigliato: Didattica generale, M. Gennari Pag. 2
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame di didattica generale, prof. Isidori, libro consigliato: Didattica generale, M. Gennari Pag. 6
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame di didattica generale, prof. Isidori, libro consigliato: Didattica generale, M. Gennari Pag. 11
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame di didattica generale, prof. Isidori, libro consigliato: Didattica generale, M. Gennari Pag. 16
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame di didattica generale, prof. Isidori, libro consigliato: Didattica generale, M. Gennari Pag. 21
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame di didattica generale, prof. Isidori, libro consigliato: Didattica generale, M. Gennari Pag. 26
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame di didattica generale, prof. Isidori, libro consigliato: Didattica generale, M. Gennari Pag. 31
1 su 31
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

DIDATTICHE SPECIALI

La didattica speciale corrisponde all’istruzione di persone che incontrano difficoltà nello

svolgimento della vita familiare, scolastica e sociale.

Con il termine didattica speciale, vengono definite le strategie insegnative e apprenditive specifiche

per soggetti portatori di handicap, disadattati, o in situazioni di svantaggio familiare, scolastico,

sociale.

La programmazione didattica deve prevedere percorsi individuali di apprendimento che considerino

con particolare accuratezza i livelli di partenza per stabilire traguardi adeguati. Inoltre, vengono

proposti attività scolastiche di integrazione e iniziative individualizzate di sostegno, a cui gli alunni

portatori di handicap partecipano senza esclusioni.

Cenni storici

Una prima didattica speciale risale al 500, con le iniziative per i soggetti sordomuti. Nel 700

possiamo collocare testi e metodi di lettura per chi avesse problemi alla vista. E in Europa

sorgevano qua e là istituti per ciechi e sordi. Nel corso del 900 il gesto si fonde con la parola.

J. M. G. Itard creava una “Pedagogia Emendatrice per deficienti”; egli per primo inseriva i non

udenti in classi normali.

Innovazioni fondamentali erano:

• il metodo verbo-tornale, cura delle tematiche dell’ascolto, della produzione orale e della

comunicazione globale;

• il metodo Louis Braille per i non vedenti.

La didattica speciale nasceva quindi come “arte di istruire” i non udenti e non vedenti.

I minorati mentali invece sono sempre stati messi da parte, allontanati da famiglie, dal sociale e

dalla scuola. Vita vissuta in solitudine.

La regolazione legislativa (Circolare Ministeriale 8 agosto 1975, n°227) introduce gli

“handicappati” nella scuola. Ma spesso l’inserimento si dimostra fallimentare perché la realtà

scolastica non è predisposta a rimuovere gli ostacoli che producono situazioni di handicap. Il

personale non è adatto, quindi diventa indispensabile formare e reclutare specializzati. La nascente

pedagogia speciale tende a evidenziare positivamente le disuguaglianze per favorire il confronto e

l’integrazione. Stessi obiettivi, mezzi e tempi diversi.

Già F. Aporti aveva appurato che i principi pedagogici vadano adattati ad ogni singola persona.

Il decreto del 26 aprile 1928 n° 1297, stabile che i ciechi come i sordomuti devono frequentare la

scuola pubblica dalla quarta elementare in poi. La società sta diventando più attenta nei confronti

della diversità.

L’istituzione del sostegno a scuola

Con la legge n°118 del 30 marzo del 1971 si da il via allo smantellamento delle scuola specializzate

in quanto gli alunni portatori di handicap si inseriscono nella scuola pubblica.

Si aggiunge inoltre che il criterio di valutazione deve far riferimento al grado di maturazione

raggiunto dall’alunno sia globalmente sia a livello degli apprendimenti realizzati, superando il

concetto rigido del voto e della pagella. La scuola non deve essere più selettiva ma promozionale e

che tutti la possano frequentare secondo le proprie capacità raggiungendo traguardi individuali.

La scuola attua forme di integrazione a favore degli alunni portatori di handicap con la prestazione

di insegnanti specializzati. Promuove attività scolastiche integrative organizzate per gruppi di alunni

della stessa classe oppure di classi diverse, allo scopo di realizzare interventi individualizzati anche

a carattere interdisciplinare.

Handicap: inserimento, integrazione, riabilitazione

Quando un alunno risulta essere non scolarizzabile viene inserito in un istituto con “poli per gravi”.

Ma come stabilire l’irreversibilità? Per una definizione dell’handicap si può far riferimento alla

“classificazione internazionale delle menomazioni, delle disabilità e degli svantaggi esistenziali”

pubblicata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 1980.

• Menomazione : qualsiasi perdita o anomalia a carico si strutture e funzioni psicologiche,

fisiologiche o anatomiche. È caratterizzata da perdite e anormalità che possono essere

transitorie o permanenti, comprende l’esistenza di anomalie, difetti o perdite a carico di arti,

organi, tessuti o altre strutture del corpo, incluso il sistema delle funzioni mentali;

• Disabilità : qualsiasi restrizione o carenza della capacità di volgere un attività nei limiti del

normale. Essa può avere carattere transitorio o permanente, reversibile o irreversibile,

progressiva e regressiava.

• Handicap : vuol dire sofferenza e risulta dalla risposta dell’ambiente. È una condizione di

svantaggio vissuta da una determinata persona in conseguenza di una menomazione o di una

disabilità che limita o impedisce la possibilità di ricoprire un ruolo normalmente proprio a

quella persona.

L’handicap rappresenta la socializzazione di una menomazione o disabilità . Come tale riflette

conseguenze culturali, sociali, economiche e ambientali, che per l’individuo derivano dalla presenza

della menomazione o delle disabilità.

Lo svantaggio proviene dalla diminuzione o dalla perdita della capacità di conformarsi alle

aspettative degli altri. Se il soggetto è, però, cosciente del suo handicap e lo sa accettare, più

facilmente riuscirà a superarne gli effetti negativi.

L’insegnante specializzato

A seguito della legge n°104 del 1991, la figura dell’insegnante di sostegno viene integrata

all’interno dei consigli interclasse e di classe con poteri decisionali non solo nei confronti

dell’alunno in situazione di handicap. La sua professionalità, si integra con quella degli altri

docenti. Svolge, inoltre, un ruolo di collegamento tra ambiente/scuola, la famiglia, il mondo

extrascolastico, costituendo un insostituibile punto di riferimento a cui guardare se si vuole educare

in modo mirato, ma nell’ottica dell’integralità del soggetto.

Il docente specializzato non è obbligato a rigide metodologie: può operare nella classe, fuori di essa,

in alternanza all’insegnante di classe, ma ciò che importa è l’organizzazione dell’insegnamento e

dell’apprendimento integrata in un clima armonioso, dove non si registrino malumori, scorrettezze o

litigi.

Un ruolo importante, è svolto anche dai “laboratori di didattica speciale” all’interno della scuola,

aperti a tutti, nei quali l’insegnante ha compito di analizzare la situazione dell’alunno fino a

motivarlo all’apprendimento inserendolo nel contesto educativo scolastico. Tale laboratorio, è un

luogo dinamico, disponibile ad ogni forma di interazione, ma anche la sede necessaria affinché

l’insegnamento individuale e individualizzato si traduca in forme apprenditive di cui il soggetto

assume coscienza.

Una scuola per la famiglia

Alla nascita di un figlio in situazioni di handicap i genitori subiscono un forte trauma che, se non

viene superato, in seguito crea considerevoli scompensi in tutta la famiglia. Alla scuola e alla

società si presenta il compito di aiutare queste famiglie ad accettare la situazione. La famiglia e la

scuola costruiscono insieme le linee guida per il progetto di vita del portatore di handicap.

Fondamenti di didattica speciale per gli alunni in situazioni di handicap

Solo nel 1950, per iniziativa di M. Debesse viene utilizzato il termine “pedagogia curativa

scolastica”, essa si prospetta come “apprendimento dell’educazione e delle cure richieste da ogni

soggetto”. Essa insiste sull’apprendimento, superando il rapporto insegnante-alunno.

La riflessione della coscienza su se stessa, intesa anche come concetto del self - concept, offre la

possibilità all’alunno di conquistare ed esprimere la propria identità attraverso azioni tese alla

consapevolezza e alla responsabilità.

L’insegnamento deve adattarsi alla diverse tipologie di handicap e non viceversa. Ogni dinamica

insegnativo – apprenditiva va finalizzata ai processi complessi dell’inserimento compiuto,

dell’integrazione progressiva.

La legge-quadro del 5 febbraio 1991, affronta per la prima volta in Italia il problema della persona

in situazione di handicap con un’attenzione alla globalità dell’intervento. La legge-quadro

garantisce una documentazione articolata per ogni alunno a scuola. Predispone la Diagnosi-

funzionale a cui fa seguito il profilo Dinamico-funzionale, entrambi orientati all’approntamento del

piano Educativo personalizzato.

Per Diagnosi-funzionale (D.F.) si intende la descrizione analitica della compromissione funzionale

dello stato psico-fisico dell’alunno al momento in cui accede alla struttura sanitaria. Essa individua

le potenzialità in base ai seguenti parametri:

• cognitivo (livelli di sviluppo raggiunto);

• affettivo-cognitive (livello di autostima e rapporto con gli altri);

• linguistico (comprensione e produzione del testo scritto e orale);

• sensoriale (tipo e grado di deficit della vista, dell’udito e del tatto);

• motorio-prassico (comportamenti della motricità globale e fine);

• neuropsicologico (memoria, attenzione, autonomia sociale e personale).

La diagnosi funzionale registra i progressi conseguiti dal soggetto. Esso fornisce agli operatori

scolastici notizie mirate al recupero e agli interventi didattici necessari.

Il Profilo Dinamico-Funzionale (P.D.F.) indica il prevedibile livello di sviluppo che il soggetto

dimostra di possedere nei tempi brevi (6 mesi) e nei tempi medi (due anni). Esso descrive i possibili

livelli di riposta del soggetto riferiti alle relazioni, agli interventi apprenditivi in atto e a quelli

programmabili. Questo profilo considera la persona in situazioni di handicap nella sua globalità e

anche in una prospettiva dinamica dove nulla resta immutato.

Il Piano Educativo Personalizzato (P.E.P.) consiste nella progettazione e coordinazione degli

interventi educativi, didattici, terapeutici, riabilitativi collegati e interconnessi. Gli operatori sanitati

e quelli scolastici stabiliscono le azioni finalizzate alla piena realizzazione del diritto

dell’educazione, all’istruzione e all’integrazione all’alunno in situazioni di handicap.

Differenziazione delle didattiche speciali

La didattica speciale prevede tre tipologie a seconda delle tre condizioni del soggetto:

a) didattica speciale indirizzata verso persone in situazione di handicap;

b) didattica speciale orientata verso persone in situazione di disadattamento e/o svantaggio socio-

culturale;

c) didattica speciale diretta verso persone in situazioni di atipicità sociale: ovvero colore che vivono

esperienze di ospedalizzazione prolungata, di reclusione in carcere, di immigrazione problematica,

di nomadismo, ecc…

Didatt

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
31 pagine
8 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/03 Didattica e pedagogia speciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher jessica1806 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Didattica generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di L'Aquila o del prof Isidori Maria Vittoria.