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Il ruolo di Lenin nell'evoluzione tecnologica e nei legami tra partito e scienziati
MGO.- Nei progetti di Lenin non c'era solo l'evoluzione tecnologica del paese ma si considerava l'idea dei legami tra il partito e gli scienziati che si occupavano di scienze naturali. Così nel 1918 sottoscrive un accordo con l'Accademia delle Scienze che prevedeva l'autonomia e l'indipendenza delle istituzioni scientifiche. Un anno dopo fu istituito il Comitato dello Stato per la protezione dei Monumenti della natura. Vennero disposte una serie di riserve e parchi su tutto il territorio sovietico fino a quando STALIN, con un decreto, fece rimuovere i vincoli di tutela da 88 su 128 riserve naturali.
STANCHINSKIJ divenne uno dei punti di riferimento dell'ambientalismo dell'Unione Sovietica. Costruì un modello matematico in grado di misurare l'energia prodotta da un biocenosi (comunità biologiche o ecosistemi) e costituì il primo studio reale su modelli che comprendessero fauna e flora. Stanchinskij godeva di piena
Fiducia del governo russo potendo svolgere i suoi studi. Con la morte di Lenin e l'instaurarsi della dittatura di Stalin, il movimento ebbe non poche difficoltà, Stalin non si preoccupò delle questioni ambientali, il potere degli scienziati fu limitato, a volte censurato. Uno dei protagonisti del movimento per la protezione della natura fu Makarov che divenne presidente del VOOP, fu grazie a lui se il movimento riuscì a sopravvivere in quanto Makarov era apertamente contro ai piani quinquennali, si riteneva il movimento quasi controrivoluzionario ma riuscì a convincere dell'utilità del movimento per il regime. Applicò una politica di colorazione protettiva che aveva doppia funzione: 1. Indipendenza degli scienziati 2. Garanzia di fedeltà al regime. Gli scienziati chiedevano i fondi in cambio del loro silenzio sulle politiche del regime.
IMPORTANTI PAGINE 92 A 97 - purghe, movimento vs regime finto interesse, guerra contro la
Costruzione non lo facevano nel rispetto delle norme e delle direttive corrette, si può dire con certezza che si conoscevano le problematiche, le possibili conseguenze erano messe in conto e anche prima di Chernobyl ci furono incidenti in altri impianti nucleari dell'Urss.
Inizialmente furono accusati tre tecnici di aver manomesso il dispositivo di arresto di emergenza, ma dopo accurate indagini fu dimostrato l'infondatezza delle accuse e furono scagionati, nel frattempo deceduti.
La notizia del disastro non fu resa pubblica subito, ma si aspettarono un paio giorni per avvertire la popolazione e si ridimensionò il problema, non fu ordinata l'evacuazione nemmeno della popolazione che viveva nelle vicinanze.
Ovviamente la notizia dilagò nel mondo ma solo il 14 maggio, Gorbachev parlò del disastro in una conferenza stampa ufficiale ma senza pubblicare i reali dati sui livelli di contaminazione che solo tra il 1988/89 vennero a galla le bugie del governo.
e i realidati sull'aumento del cancro e di altre malattie causate dalle radiazioni. Anche il numero di vittime è tutt'oggi incerto, all'inizio i morti riconosciuti da Mosca erano 31, solo negli anni '90, Kiev ha parlato di 125.000 morti. 3. AMBIENTALISMO, NUCLEARE e ANTI NUCLEARE in ITALIA In Italia, si parla di rispetto della natura e del tema di sostenibilità già a partire dagli anni '30 con la Scuola Romana, conosciuta come i ragazzi di Via Panisperna, protagonista il premio nobel per la fisica Enrico Fermi: si deve a Fermi la costruzione del primo reattore nucleare a fissione. Inoltre vi era un gruppo di ricercatori interessati agli studi sulla fisica atomica, in particolare fu fondato a Milano il CISE, Centro Informazioni studi ed esperienze che miravano a favorire lo sfruttamento dell'energia nucleare da parte dell'industria italiana, in particolare avevano l'obiettivo di costruire il primo reattore nucleare italiano.Nucleare in Italia si fa strada circa a metà del '900, in particolare grazie all'intervento del premio nobel della fisica Enrico Fermi a cui appunto si deve la costruzione del primo reattore nucleare a fissione. Molti sostenevano il nucleare che secondo loro sarebbe diventata una risorsa economica fondamentale per il rilancio dell'economia. Tra questi si fa strada Felice Ippolito che sarà una figura chiave nella storia del nucleare in Italia.
3.2 ANTINUCLEARE in ITALIA
Il movimento di maggior rilievo era il movimento dei "NON VIOLENTI", un movimento contro il nucleare appoggiato da due grandi personaggi: Gianni Mattioli e Massimo Scalia che insieme ad altre illustri figure danno vita al comitato per il controllo delle scelte energetiche con l'intento di rifiutare il nucleare e di valorizzare le energie rinnovabili. Il comitato nasce nel 1978 nel luogo dove era prevista la costruzione di una centrale nucleare e poi diventerà il movimento.
antinucleare. Nel maggio del 1979 quarantamila persone si trovarono a manifestare a Roma e fu la manifestazione più grande avvenuta in Italia, riuscì a sensibilizzare così tanto che nacque la Lega per l'ambiente (LegAmbiente).
Il disastro di Chernobyl del 1986 aumentò le preoccupazioni verso il nucleare derivanti dalle radiazioni, tanto da favorire un referendum per l'abolizione del nucleare. Da una parte c'era chi era contrario a fermare il programma di sviluppo del nucleare (Borghini) e poi c'era chi voleva interrompere il programma (Mussi).
Posizioni dei governi: il DC aveva una posizione ambigua perché a livello locale dava libera scelta, a livello nazionale si dichiarava a favore del nucleare tanto da approvare il piano energetico e una conferenza che doveva convincere sulle necessità del nucleare. Il PSI al suo interno aveva vissuto accesi dibattiti ma in fine era dell'idea che il nucleare avrebbe sviluppato
L'economia è potenziato la crescita, tutto a favore della classe operaia. Così la mozione di ritorno al nucleare fu approvata dall'unanimità. *pagina 132-133 – mozione Mussi-Bassolino, respinta per 17 voti, necessità di investimento massiccio sulle energie rinnovabili per il risparmio energetico.
Stati Uniti – dopo la 2° guerra mondiale, per fronteggiare le spese della guerra, viene aperta in Pennysilvania la prima centrale nucleare. Ma prima di Chernobyl ci fu un altro incidente, il Three Mile Island in Pennysilvania per un difetto di una valvola, il peggio fu evitato per pura fortuna ma la decontaminazione costò migliaia di dollari e da alcune ricerche si dimostrò un'alta percentuale di mortalità infantile. Tutto ciò portò ad un arresto del programma di sviluppo del nucleare mettendo fuori mercato il nucleare quando le norme di sicurezza divennero un ostacolo visti gli alti costi per il commercio.
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146-147 – OTTIMO RIASSUNTO DELLA SITUAZIONE ITALIANA CON IPPOLITOSTORIA DELLA SOSTENIBILITA’1.4 PRINCIPIO di RESPONSABILITA’
Il principio di responsabilità è attribuibile a Hans Jonas: l’autore parte dall’osservazione dello stato di salute della natura messa a repentaglio dall’agire dell’uomo e documenta il passaggio dal sogno euforico della modernità al risveglio di una realtà ingannevole. La scienza o meglio la tecnologia al servizio dell’umanità ha prodotto effetti dannosi conseguenza del volere dell’uomo nell’imporre il proprio dominio. Si assiste così alla frattura fra il mondo e l’uomo contemporaneo che si ripercuoterà sul futuro privando le generazioni future delle condizioni biologiche fondamentali.
Dall’osservazione di queste triste realtà nasce l’opera più famosa di Jonas: il principio di responsabilità, in cui l’autore cerca di
individuare le radici filosofiche del concetto di responsabilità necessario alla sopravvivenza dell'umanità. L'umanità attraverso il suo agire deve favorire il diritto alla vista, per questo fine sostiene Jonas, lo strumento più efficace è l'affidarsi alla guida della paura secondo cui si deve prestare più ascolto alla profezia di sventura che non a quella di salvezza.
Dalla paura e dalla sventura nasce il principio di responsabilità dato che l'uomo si sente più coinvolto e toccato dai sentimenti: in una situazione di panico come una catastrofe, si trovano le ragioni di un agire responsabile per la tutela del mondo. Jonas definisce questo atteggiamento come "euristica della paura" alimentata dal conoscere il bene e il male - non si può amare la pace se non si è conosciuto il male della guerra.
La novità cultura del principio di responsabilità è
L'attenzione data alle nuove generazioni meritevoli di tutela, un imperativo che invita l'uomo a non compromettere le condizioni per la continuazione futura dell'umanità sulla terra. Il principio di responsabilità è proprio la responsabilità verso l'uomo e verso l'umanità intera. Questo imperativo si ritrova nel rapporto Brundtland (1987) per la definizione di sviluppo sostenibile, una definizione che pur venendo incontro alle esigenze umane attuali non danneggia l'equilibrio degli ecosistemi che rendono possibile la vita sulla terra. Tuttavia Jonas, non rifiuta il progresso e la tecnologia poiché è cosciente che nella natura vi è il progredire indipendentemente dalla presenza dell'uomo "euristica". Jonas introduce il concetto di "l'arte di ben condurre una ricerca" che indica la prudenza dell'uso delle scienze e della tecnica. Si potrà controllare la tecnica valutando.
sicurezza delle persone, l'azienda deve assumersi la responsabilità di garantire la massima sicurezza possibile. Questo significa che l'azienda deve adottare tutte le misure necessarie per prevenire incidenti e proteggere la vita e l'integrità fisica dei suoi dipendenti e dei clienti. Per fare ciò, l'azienda deve investire in tecnologie all'avanguardia, formare adeguatamente il personale e seguire rigorosamente le norme di sicurezza. Inoltre, è fondamentale che l'azienda promuova una cultura della sicurezza, sensibilizzando i dipendenti sull'importanza di seguire le procedure corrette e di segnalare eventuali situazioni di pericolo. La sicurezza non deve essere considerata come un costo aggiuntivo, ma come un investimento per il futuro dell'azienda. Un incidente può causare danni irreparabili alla reputazione dell'azienda e comportare costi elevati in termini di risarcimenti e sanzioni. In conclusione, la sicurezza deve essere una priorità assoluta per ogni azienda che produce strumenti potenzialmente pericolosi. Solo garantendo la massima sicurezza possibile si può tutelare la vita e l'integrità fisica delle persone e preservare la reputazione e la sostenibilità dell'azienda.