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LA COMUNICAZIONE COME SISTEMA RELAZIONALE
La sociologia della comunicazione privilegia lo studio di come comunicare
rappresenti uno dei motori per lo sviluppo e il mutamento di quei legami tra le
persone (più o meno stabili) che finiscono per formare quella che chiamiamo
società. Uno dei migliori studi effettuati sul rapporto tra comunicazione e
relazione e quello della Scuola di Palo Alto (Florida).
Uno dei principi di questa scuola dice che OGNI COMUNICAZIONE HA DUE
ASPETTI, UNO DI CONTENUTO ED UNO DI RELAZIONE. Facendo un esempio,
due vecchi amici litigano per un motivo x , dopo qualche giorno s’incontrano ed
uno dei due chiede all’altro di andare a pescare (contenuto) ma in realtà quello
di andare a pescare e solo un pretesto per “tornare amici”, che si basa quindi
sulla (relazione). Oppure una relazione di stima o disprezzo è ciò che ci aiuta a
classificare la frase “sei proprio un genio!” come un sincero complimento o del
sarcasmo. Quindi, in parole povere, in base alla relazione che intercorre tra le
persone ciò che si dicono assume un significato piuttosto che un altro. Quindi,in
parole povere, la relazione che intercorre tra gli interlocutori da un significato
piuttosto che un altro alla comunicazione.
In modo più o meno evidente ogni comunicazione nasconde questo doppio
aspetto di relazione e contenuto.
Quello che abbiamo visto lo possiamo definire come il carattere
metacomunicativo della comunicazione, perché di fatto si tratta di una
comunicazione nella comunicazione.
Un esempio sono due coniugi che hanno una crisi nella relazione e litigano per
frivolezze. Le liti saranno la parte della comunicazione che in realtà a livello
meta comunicativo esprime una spaccatura profonda nel rapporto.
Possiamo dire che la metacomunicazione sta alla comunicazione come giocare
a biliardo sta a conoscere tutte le regole della fisica che muovono le palline sul
tavolo. Cosi come sono pochi i giocatori da biliardo che hanno studiato a fondo
la fisica cosi, anche noi, nella quotidianità non siamo soliti occuparci della meta
comunicazione lasciandola a livello implicito o del tutto inconsapevole a meno
che la relazione non si deteriori al punto che ci sia bisogno di ricercare più a
fondo.
Un’ ulteriore principio della comunicazione dice che LA NATURA DI UNA
RELAZIONE DIPENDE DLL’USO DELLA PUNTEGGIATURA DA PARTE DEGLI
INTERLOCUTORI. La scuola di Palo Alto per punteggiatura non intende la
nozione grammaticale che viene in mente a tutti, anche se, la funzione è molto
simile.
Evidenziare l’importanza della punteggiatura ci aiuta a pensare alla
comunicazione in termini sistemici piuttosto che come una successione casuale
di messaggi, infatti non è possibile comprendere fino in fondo un certo
fenomeno senza considerare il SISTEMA complessivo di cui fa parte ( come
insegna l’ecologia, ad esempio, è impossibile capire le variazioni demografiche
di una specie se non si tengono presenti elementi come le prede, i predatori,
l’habitat e quindi i cambiamento dell’ecosistema) il contesto e tutto quello che
lo costituisce ha quindi un ruolo importante nella definizione delle pratiche
comunicative e relazionali.
LA COMUNICAZIONE COME RAPPRESENTAZIONE
Lo studio dei rapporti di RUOLO*, delle relazioni interattive e dei processi
comunicativi tra individui nella vita comune di ogni giorno costituisce uno degli
interessi principali della sociologia in generale. GOFFMAN si è a lungo dedicato
a questi argomenti, secondo lui le strategie che gli individui adottando durante
un’ incontro sono volti a perseguire 2 scopi principali:
1) farsi un’idea sugli altri.
2) controllare e influenzare l’idea che gli altri possono farsi su di noi.
- La DEFINIZIONE DELLA SITUAZIONE deriva dall’insieme di etichette ,
interpretazioni e schemi di punteggiatura che portano ognuno di noi a
riconoscere una determinata situazione ed adottare di conseguenza il
comportamento adeguato. Nella maggior parte delle volte le definizioni
della situazione delle diverse persone coinvolte coincidono e sono in
qualche modo convenzionali. ( ad esempio entrando in aula dove si sta
svolgendo un esame tutti sapranno come e cosa fare )
In altri casi ( meno frequenti) può capitare che di non riuscire a trovare
immediatamente alcuna <definizione della situazione> adeguata ( ad esempio
camminando per strada uno sconosciuto ci saluta calorosamente, questo ci
porterà a passare rapidamente in rassegna tutte le <definizioni della
situazione> possibili che ci consentano di dare un senso alla situazione e porci
di conseguenza ; è un’ amico? Un malintenzionato? Mi ha scambiato per un
altro?)
Questa nostra continua ricerca di definire la situazione ed imporre la nostra
definizione agli altri risponde a molte esigenze:
° Controllare l’ansia che deriva dall’imprevedibilità di quanto sta accadendo.
° Sapere cosa aspettarsi dalla gente e cosa loro si aspettano da noi.
° Soddisfare il bisogno di interazione con gli altri ( attraverso una
definizione della situazione condivisa)
° Appagare il bisogno di approvazione (imponendo una propria definizione
della situazione a noi favorevole)
Secondo Goffman, il sostegno alla nostra definizione della situazione
avviene anche attraverso la costruzione di una FACCIATA PERSONALE con la
quale l’individuo mostra agli altri quello che secondo lui è il meglio di sé.
Il risultato complessivo di tutte queste messe in scena costituisce il teatro
della vita quotidiana, composto dallo scorrere ordinato di un’insieme
(apparentemente casuale) di complicatissime successioni di eventi. La
metafora con il teatro svela l’ordine rituale delle piccole cose che spesso
passano inosservate agli occhi del senso comune ma che contribuiscono a
rendere sostenibile la vita in un mondo infinitamente complesso. Ad
esempio la prima cosa che uno dice se incontra un amico può essere “ ei
ciao amico mio, come stai?” ma se io lo facessi con il professore durante
l’esame distruggerei, almeno per un momento L’ ORDINE RITUALE delle
cose. Gettare scompiglio nelle definizioni delle situazioni altrui serve ad
essere spesso etichettati come <pazzi> o <devianti> e questo serve agli
altri a ristabilire la loro definizione della situazione ignorandoci e
riprendendo l’ordine interrotto. (pensa ad entrare in biblioteca accendere la
musica e metterti a ballare ad esempio).
Questo stesso ordine rituale si mantiene anche attraverso la comunicazione
non verbale, (pensa alle milioni di persone che passeggiano su un
marciapiede senza sfiorarsi), la COMPRESENZA FISICA di più persone nello
stesso luogo infatti indica sempre una specie di balletto per la gestione
dello spazio condiviso.
Per Goffman, tornando alla sua metafora teatrale esistono due spazi diversi
all’interno dei quali cambia l’ atteggiamento che ognuno di noi adotta il
RETROSCENA e la RIBALTA. (argomenta)
I confini tra ribalta e retroscena sono molto rigidi infatti non tutti posso entrare
in casa nostra o nel nostro ufficio privato.
Quest’ ORDINE che abbiamo visto fino ad adesso, la cui comprensione
rappresenta forse la sfida più grande della sociologia, NON INCARNA IL BUONO
O IL GIUSTO, o qualche valore a cui dobbiamo mirare in quanto esseri umani.
Non è una novità infatti che molti tra gli aspetti … più affascinanti del genere
umano si rispecchiano in quegli atteggiamenti che reputiamo BORDERLINE. Lo
stesso Goffman non auspica la buona riuscita dei meccanismi che studia a tutti
i costi e non da giudizi di valore è noto che lui steso fosse particolarmente
attratto dai “matti” i bambini i geni della truffa ecc.
LA COMUNICAZIONE TRA CULTURE
La COMUNICAZIONE INERCULTURALE (CI) è una disciplina di origine
essenzialmente statunitense che nasce intorno alla fine degli anni 60 e che
studia la comunicazione faccia a faccia tra persone di differenti culture
nazionali.
Una prima importante distinzione da segnalare è quella tra:
COMUNICAZIONE INTERCULTURALE COMUNICAZIONE CROSS
CULTURALE
Si occupa della com. che intercorre Compara i modelli di
tra persone di diverse culture. comunicazione di popoli
differenti.
Ad esempio se una studia gli insulti che un popolo s’inventa per un altro
popolo (muso giallo), l’altra si occupa di osservare come ogni cultura usi parole
diverse per insultare.
A questo proposito uno dei concetti fondamentali è quello di COMPETENZA
COMUNICATIVA intesa come il possesso di specifiche sensibilità e conoscenze
necessarie per poter interagire efficacemente ed in modo appropriato con
persone di culture diverse.
Il tema dell’ INCERTEZZA nell’interazione è cruciale per questo tipo di
prospettive, la C I infatti si occupa di tutte quelle situazioni interattive in cui ci
si imbatte in fraintendimenti e malintesi che possono turbare l’ordine
dell’interazione.
Possiamo confrontare ed applicare due modelli che si occupano di competenze
comunicative e di incertezza :
1) Modello dinamico di sensibilità interculturale: Secondo il suddetto
modello le competenze interculturali si maturano col tempo ed in
funzione dell’esposizione dell’individuo a culture differenti dalla sua. (ad
esempio. Un abitante di un paese sulle alpi, man mano che i turisti
arriveranno sempre più numerosi sulla “sua” montagna, acquisirà le
competenze culturali che non gli faranno più percepire lo
“straniero”come motivo di iterazione imbarazzante o pericolosa).
2)modello anxiety/uncertainty management: Secondo questo modello
l’incertezza é il processo cognitivo che caratterizza il nostro rapporto con gli
stranieri. L’incertezza si traduce in uno stato emotivo quello dell’ansia che
proviamo in un’occasione d’interazione con uno straniero per la quale magari
non ci sentiamo preparati.
-per poter ridurre questi stati di ansia o incertezza bisogna secondo alcuni
accrescere la consapevolezza ovvero imparare ad essere aperti agli elementi di
novità, essere sensibili a contesti e gruppi diversi dal nostro saper assumere
diverse prospettive e rendersi conto della natura contestuale delle reazioni.
Spesso e molto banalmente due individua non si capiscono ma alla base di
questo malinteso non c’é il fatto che uno é italiano e l’altro tedesco ma bensì
che entrambi erano poco sensibili o attenti.
PERSONAL MEDIA E COMUNICAZIONE MOBILE
In particolare con il nuovo millennio la comunicazione interpersonale si è
arricchita di nuove modalità che affiancano e integrano quelle tradizionali
facendo uso di alcuni strumenti detti personal media ( di cui parli più avanti)