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La comunicazione di massa
A partire dalla prima metà del Novecento, nel panorama degli studi sulla comunicazione si affaccia un nuovo termine: media. Nella definizione inglese è presente l'accezione "mass" che arriverà anche in Italia (mezzi di massa). I media rappresentano un elemento di ulteriore complessità nel già difficile mondo della comunicazione umana. Nelle società occidentali contemporanee una quota altissima e crescente della comunicazione che si produce ogni giorno è di tipo mediato. Un contadino medievale può trascorrere tutta la vita all'interno di un piccolo mondo, con le sole conoscenze acquisite tramite i contatti personali diretti. Oggi anche chi non viaggia ha accesso a un'enorme quantità di conoscenze mediate. Non si tratta solo di un cambiamento quantitativo, ma anche e soprattutto qualitativo. Alcuni saperi sono andati perduti, soprattutto quelli di tipo.immediatamente pratico mentre molti altri ci lasciano perplessi e insicuri. Qual è stato il primo mezzo di comunicazione? È solo a partire dall'introduzione della scrittura che la società umana ha iniziato a prendere una forma di scrittura alquanto diversa da quella che ha caratterizzato l'homo sapiens per millenni. La scrittura è "un sistema codificato di marcatori visivi per mezzo del quale lo scrivente poteva determinare le parole esatte che il lettore avrebbe prodotto a partire dal testo". Le prime forme di scrittura si sviluppano a partire dal 4000 a.C. in Egitto e Mesopotamia. Si tratta di pittogrammi, ai quali seguono i logogrammi, nei quali ogni segno rimanda a un'idea o concetto. Infine, intorno al 1300 a.C. compare la prima scrittura di tipo alfabetico, attribuita ai fenici. La caratteristica principale dell'alfabeto è che ogni singolo segno non rimanda a un significato in sé concluso, bensì a uno dei suoni checomposizione della conoscenza. Al contrario, per altri pensatori, come Platone, la scrittura è un mezzo prezioso per conservare e diffondere il sapere. L'alfabeto fonetico, con le sue lettere che rappresentano suoni specifici, ha permesso una maggiore precisione nella comunicazione scritta. Questo ha reso possibile la trasmissione di informazioni complesse e dettagliate, facilitando lo sviluppo di discipline come la scienza, la filosofia e la letteratura. Tuttavia, l'alfabeto non è solo uno strumento di comunicazione. Ha anche un impatto sociale e culturale significativo. L'apprendimento dell'alfabeto e la capacità di leggere e scrivere sono considerati fondamentali per l'educazione e l'inclusione sociale. In molte società, l'alfabetizzazione è un requisito per l'accesso all'occupazione, alla partecipazione politica e alla piena partecipazione alla vita pubblica. L'alfabeto ha anche influenzato la struttura della società. La scrittura ha reso possibile la creazione di registri e documenti ufficiali, che a loro volta hanno contribuito alla formazione di istituzioni burocratiche e governative. La scrittura ha anche favorito lo sviluppo di un'economia basata sulla registrazione e la documentazione delle transazioni commerciali. In conclusione, l'alfabeto fonetico ha avuto un impatto profondo sulla nostra società. Ha migliorato la comunicazione scritta, facilitato lo sviluppo di discipline accademiche e influenzato la struttura sociale. Nonostante l'avvento di nuove tecnologie comunicative, l'alfabeto rimane un elemento fondamentale nella nostra vita quotidiana.Conoscenza che si acquisisce solo tramite l'insegnamento orale; non rafforza inoltre la memoria, ma anzi la indebolisce.
- La stampa
Non viene ricordato spesso che la stampa in Europa era conosciuta già intorno al Trecento. Ciò che si utilizzava era però il metodo della xilografia: una tavoletta incisa con il testo o, molto più spesso, le immagini da riprodurre.
Quando si parla della grande rivoluzione della stampa inventata intorno al 1456 dall'orafo tedesco ci si riferisce quindi a una particolare tecnica: la stampa a mobili. Ciò che rende questa tecnica di stampa così importante è essenzialmente il fatto che i singoli caratteri sono riposizionabili e riutilizzabili a piacere in modo semplice e rapido, permettendo la produzione di opere su vasta scala.
La stampa annuncia così il suo preludio a una svolta epocale della società europea, che conoscerà in quei secoli la transizione dal Medioevo al capitalismo.
Stampare un libro significa infatti all'età industriale e al meccanizzare quella che era sempre stata un'attività manuale. Il libro si trasforma da oggetto sacro a oggetto di consultazione e di consumo.
La tradizione vuole che il primo libro a essere stampato sia stata la Bibbia. La diffusione popolare di quello che è ancora considerato il testo più antico conosciuto dall'uomo rappresenta il primo caso di conoscenza generalizzata.
La stampa diede una grossa spinta a una riforma culturale e non solamente religiosa. Attraverso la diffusione di libri stampati si costruirono le varie letterature nazionali. Le stesse lingue volgari ebbero una standardizzazione tale che le condusse a proporsi come collante capace di unificare un intero popolo. Si tratta dell'alba del concetto di Stato-nazione e, in seguito, del sentimento nazionalista.
La scienza prese un nuovo slancio, sull'onda di una generale spinta all'innovazione.
Tutto questo, sommato alla crescente alfabetizzazione, permise la nascita della moderna scienza. Nasce il concetto di e di intellettuale. Modificare a proprio piacimento il testo di un libro autore proprietà diventa esecrabile, portando nel 1709 alla nascita in Inghilterra del copyright.
Nel suo complesso questo sistema rappresenta l'atto di nascita pubblica, intesa come dibattito dell'opinione razionale, liberale e critico animato da alcuni settori della società civile indipendentemente l'autorità statale, su argomenti di politica e di attualità [Habermas].
Anche la stampa ha generato sospetti e diffidenze da parte di chi scorgeva nei libri una minaccia all'ordine costituito. In primo luogo, la potente chiesa cattolica. In quegli anni infatti venne istituita l'Inquisizione e l'indice dei libri proibiti.
2. Le telecomunicazioni
Agli inizi dell'Ottocento il sistema mondiale delle comunicazioni era garantito da numerose reti di
corrieri a cavallo e di navigazione fluviale e marittima. Qualunque informazione doveva essere trasportata con il suo fino a destinazione.
La storia della comunicazione umana vede diversi tentativi di superare il pesante vincolo delle distanze fisiche allo scopo di comunicare più velocemente. Uno degli apparecchi più efficienti era il telegrafo ottico: un sistema di segnalazione costituito da grandi lanterne semaforiche poste in cima ad apposite torri.
Lo sviluppo delle reti ferroviarie, associato alle prime applicazioni della nascente elettricità, rese possibile un nuovo, grande salto qualitativo: il telegrafo.
Le linee telegrafiche resero possibile la separazione tra il mondo dei trasporti fisici e quello della comunicazione. Il Morse, rimasto in uso fino a pochi anni fa, è uno dei primi esempi di codice binario, simile ai linguaggi per computer.
Da quel momento in poi, il mondo della comunicazione cambia sempre più rapidamente.
conoscendo numerosi strumenti basati sull'elettricità, il primo dei quali è naturalmente il telefono. Nel loro complesso le reti ferroviarie, telegrafiche e telefoniche sviluppate hanno comportato una repentina riduzione delle distanze geografiche. Intrattenere regolarmente rapporti con persone situate a diverse migliaia di chilometri comportava nuove esigenze di comuni, come i sistemi di punti di riferimento, misurazione delle grandezze fisiche e del tempo (fusi orari). Ciò ha sancito un nuovo tipo di esperienza che Thompson ha chiamato despazializzata: la simultaneità presupponeva il luogo; lo stesso tempo richiedeva lo stesso posto. Con le nuove telecomunicazioni, l'esperienza della contemporaneità si è separata dalla condizione spaziale di un ambiente comune. Il passo successivo fu quello del telegrafo senza fili, la radio. Solo dopo la Prima guerra mondiale ci si rese conto di come la diffusione delle onde radio potesse.Costituire la base di un nuovo modo di fare comunicazione. (getta il messaggio senza un destinatario preciso) significò la trasformazione della radio da strumento di comunicazione punto-a-punto a quelle che sarebbero diventate le prime stazioni radiofoniche come le intendiamo oggi. Si può così dire che la radio rappresenta il primo vero medium, la sua persuasività la fa entrare in tutte le case a qualsiasi ora.
Il passaggio alla televisione, infine, fu poi quasi scontato. Si trattava solo di estendere l'utilizzo dell'etere anche alle immagini. Attraverso una successione di innovazioni nelle tecnologie comunicative durata diversi secoli si arriva così a definire il processo della comunicazione di massa come qualcosa di fondamentalmente distinto dagli altri tipi di comunicazione, esso si basa normalmente su organizzazioni complesse per produrre e diffondere messaggi indirizzati a pubblici molto ampi e inclusivi.
Comprendenti settori estremamente differenziati della popolazione.
Le grandi prospettive teoriche – la teoria dell’ago ipodermico
Più che una vera e propria teoria scientifica, dev’essere considerata come una modalità di lettura dei media intuitiva e immediata, molto vicina al sentire della gente comune.
Le prime strategie di durante il primo e il secondo conflitto mondiale, suggerivano una propaganda bellicavisione dei mezzi di comunicazione di massa che oggi definiremmo apocalittica: secondo la prospettiva ipodermica questi mezzi diventavano in grado di inoculare sotto la pelle delle persone qualsivoglia tipologia di messaggio. La massa costituiva così il bersaglio dei proiettili mediali.
La grossolana semplicità della teoria ipodermica consente di riassumerla in una tesi di poche parole: i media manipolano le persone.
L’idea dominante era quella della rapida ascesa di una costituita da una moltitudine di società atomizzate singoli.
individui alienati e privi di legami tra loro, in altre parole, una massa società di individui alienati e privi di legami tra loro, in altre parole, una massa. Su questo modello sociologico, la teoria ipodermica innesta un modello comunicativo altrettanto semplice, mutuato dalla psicologia comportamentista: il modello stimolo-risposta (S-R). Il rapporto tra i due elementi è caratterizzato dalla causalità, dall'immediatezza e dalla necessità: ogni messaggio è destinato a provocare senza altro un preciso comportamento nelle persone colpite. La teoria ipodermica ha rappresentato il primo approccio sistematico di studio dei mezzi di comunicazione di massa. Pur con tutti i suoi limiti, nel suo ambito troviamo validi studiosi che ancora oggi vengono ricordati come i padri della research. Tra questi non si può dimenticare Harold Lasswell, del mass communication, quale si utilizza ancora oggi il cosiddetto modello delle cinque W. Tuttavia, tale modello ripropone alcuni limiti in comune con la teoria ipodermica:La comunicazione è int