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NUOVE STRUTTURE E PROCESSI EDUCATIVI FAMILIARI
L'analisi delle dinamiche interne al nucleo familiare si intreccia strettamente con le trasformazioni di natura sociale, la qua
cosa ci interessa da vicino, poichè si ripercuote anche sul significato di infanzia che la famiglia elabora e sull'idea di
educazione a cui aderisce.
Vi sono differenti cambiamenti sulla percezione della famiglia.
Prima di tutto il nuovo assetto socio-culturale che richiede di pensare a famigliE e non a famigliA:
FAMIGLIA MONOGENITORIALE.
Nella maggior parte dei casi il genitore solo è la madre, abbandonata dal padre oppure sono entrambi i genitori
che sono rimasti soli in seguito a una separazione o a un divorzio.
Il problema fondamentale sta nel fatto che, nel primo caso, un solo genitore deve svolgere sia la funzione
paterna che materna.
FAMIGLIA RICOSTRUITA.
La famiglia di origine si è separata e uno o entrambi dei genitori si rifanno una nuova famiglia, creano quindi un
nuovo nucleo familiare.
FORME CONFUSE DI FAMIGLIA.
Sono famiglie non chiare, in cui funzione materna e paterna si confondono. (es: genitori omosessuali).
Se prima si parlava di famiglia come “Pianeta famiglia”, ora si deve parlare di “Costellazioni familiari”.
Per esplorare le costellazioni familiari, non si possono eludere alcune dinamiche e fattori di cambiamento che negli ultimi
decenni hanno interessato la famiglia, determinando l'emergere di nuove forme familiari, e quindi inediti rapporti genitori-
figli.
Il modello consolidato della famiglia nucleare lascia oggi spazio ad una molteplicità di forme e di situazioni relazionali.
Anche gli aspetti socio-demografici non sono da sottostimare.
L'aumento dell'età media in cui si costruisce la famiglia e si concepiscono i figli, il calo della natalità, la diminuzione dei tassi
di coniugalità, concorrono a modificare i contesti di vita familiare, tanto nell'aspetto strutturale quanto nell'assetto delle
relazioni.
Sono sempre meno le famiglie perchè vi è un CROLLO DELLA NATALITÀ, i cui fattori causali sono:
Innalzamento dell'età di vita → tutto è spostato in avanti, e quindi anche l'età per avere dei figli.
Impegni professionali → lavori precari, o carriere che stanno per aprirsi.
Standard di vita → non si vuole abbandonare i lussi.
Grado di fiducia in se stessi → non si crede di avere le capacità per diventare genitori.
Valori cambiati → al primo posto non c'è la famiglia, ma il lavoro e la salute.
Idea di coppia → paura di non vivere in un rapporto abbastanza stabile per avere dei figli.
L.Pati individua alcune conseguenze determinate dalla flessione delle nascite:
Una semplificazione delle relazioni intergenerazionali, con un impoverimento dei rapporti tra le diverse fasce di età
• della popolazione.
La perdita della capacità progettuale della società. L'apertura e il dinamismo di cui sono foriere le nuove
• generazioni si smorza con il loro decremento.
L'insorgenza di fenomeni di acuta conflittualità intergenerazionale, causati dalla negazione dell'anelito giovanile al
• rinnovamento o da un rifiuto aprioristico della memoria storica.
In sintesi, potremmo leggere i cambiamenti delle strutture e delle relazioni familiari all'interno di un processo di
differenziazione sociale, che P.Donati vede in opera su tre fronti:
Un'elevata mobilizzazione delle strutture familiari.
• Una soggettivizzazione delle aspettative e dei comportamenti familiari.
• Una ridefinizione dei ruoli familiari.
• 18
Rossi Federica, feder.rossi@hotmail.it LA SEPARAZIONE
Per quanto riguarda le famiglie separate, la rottura del legame rappresenta un evento traumatico.
In molti casi il bambino può essere alleviato dal non vedere più i genitori litigare, ma il bambini perde il legame da cui
proviene, e deve quindi rielaborare questa perdita.
La separazione è un vero e proprio lutto perchè egli perde molte cose, ad esempio il fatto di non avere un punto di
riferimento; molto spesso il bambino inizia a vivere in due case, deve trasferirsi, perde la sicurezza economica.
Vista con gli occhi del bambino, la separazione dei genitori costituisce una sorta di macabro avveramento delle sue paure:
quelle di perdere protezione, nutrimento e rifugio.
È destabilizzato sotto tutti gli aspetti → viene stravolta la sua quotidianità.
Il bambino ha in sé un fragilità:
Identitaria → il bambino costruisce il suo sé dai riferimenti primari (genitori) e quindi anche la sua identità subisce
le conseguenze della separazione. L'uomo infatti definisce se stesso attraverso la relazione con gli altri e le proprie
origini. Perdere il senso di appartenenza, dell'unità familiare, rende più difficile la costruzione dell'io, dell'identità.
Emotiva → sono più fragili emotivamente perchè spesso non sfogano le proprie emozioni, ci si accorge di ciò nel
momento in cui si notano azioni che prima non aveva mai fatto (es: aggressioni, maleducazione frequente) o
attacco morboso a maestre.
Cognitiva (regressione dal punto di vista evolutivo) → si vede maggiormente nei bambini più grandi, ossia una
regressione dal punto di vista cognitivo (es: il calo del rendimento scolastico). I bambini molto piccolo vogliono
tornare ad avere il ciucio, ad essere imboccati, non hanno il controllo degli sfinteri. Tutto questo perchè vogliono
tornare al momento precedente in cui i genitori erano insieme (processo di autodifesa).
Ciò ci segnala il fatto che il bambino deve rielaborare dei legami spezzati e il bambino deve essere in grado di
comprendere che il modo che aveva di stare con i genitori non è più lo stesso. Questa perdita porta a un forte senso di
angoscia.
Il bambino deve anche elaborare il fatto che un'altra persona prenda il posto del padre o della madre (ingresso di nuove
figure che danno de stabilità al bambino → difficoltà perchè non è in grado di collocarle nel legame originario).
RAPPORTO GENITORI – FIGLI
D.Marcelli compie un'interessante riflessione sul "legame autorità", muovendo dalla presentazione del processo di
interiorizzazione del limite. Quali sono le fasi su cui si costruisce la capacità del genitore di essere autorevole?
FASE DEL CONTENITORE → circa fino al 1°anno → no particolari problemi.
Consiste nel fatto che l'adulto cerca di contenere le reazioni del bambino. (es: piange troppo, io lo prendo in braccio). Il
bambino di fronte alle sue angosce trova un adulto che lo contiene.
In questa fase infatti il legame di autorità prende forma attraverso tale "contenitore" che protegge, dà sicurezza e fiducia,
manifestandosi come un legame silenzioso. Lo sguardo dell'adulto infatti prima di poter essere proibitivo deve essere
protettivo.
In un certo senso questo legame dà orientamento al bambino preservandolo da ciò che gli impedisce di prendere
coscienza della propria vulnerabilità.
FASE DEL LIMITE → dal 2°anno → non tantissimi problemi.
L'adulto pone dei limiti, indica delle condizioni oltre alle quali il bambino non può andare (es: il ambino inizia a camminare e
io metto dei limiti/cancelli alle scale). L'adulto delimita il suo campo d'azione.
Questo periodo è conosciuto come fase di opposizione, contraddistinto da un eccesso dell'affermazione del sè infantile, in
cui il contenimento permette di sperimentare anche l'esistenza dell'altro.
FASE DEL DIVIETO → inizia intorno ai 3-4 anni → inizio dei grossi problemi.
Ci sono delle regole/norme che indicano il bene e il male. È qualcosa di più rispetto al si / no. Qui si insegna una scelta
etica. Porta grande fragilità educativa. Ha lo scopo di contenere il desiderio del bambino e permettergli di tenere conto del
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Rossi Federica, feder.rossi@hotmail.it
desiderio dell'altro: si tratta di un vero e proprio divieto che segna l''ingresso della legge.
La permissività edipica, che l'autore francese rivela nel modello relazionale odierno, priva il bambino della necessaria
esperienza del limite, da imporre inevitabilmente al proprio desiderio. In tal modo verrebbe a mancare quella costrizione
inalienabile posta dall'esistenza stessa del desiderio dell'altro.
D.Marcelli “Il bambino sovrano”.
La costruzione della famiglia si fonda su 3 legami/assi:
(1) Relazione di coppia (principio di alleanza), sempre più fragile.
(2) Relazione con le famiglie di origine (principio di appartenenza), sempre più fragile.
(3) Relazione di figlio (principio di filiazione/genitorialità).
Oggi resta solo questo legame. Ciò lo rende morboso, intenso e prevaricante su tutto il resto,
perderlo (anche non dirgli di no).
Parte un meccanismo che porta a far si di non perdere quel legame.
< Non tollero il fatto di perderlo né di essere rifiutato e lo accontento di più>.
Cosa si può fare per migliorare i genitori? Promuovere le loro risorse, sostenerli in quello che
passa, incoraggiarli.
PARENTALITA
Tutto ciò ci riporta a un nuovo concetto '.
= Esprime le capacità relazionali ed affettive dei genitori, le loro competenze di cura, ma nei fatii, è creata dal figlio. In
questa logica l'autorità parentale ha valore nella misura in cui riesce a garantire il miglior sviluppo possibile del figlio stesso.
Le conseguenze di questa nuova forma di parentalità sono rintracciabili sino al livello di strutturazione del funzionamento
psichico. L'ansia di riconoscere in modo opportuno, ma anche precoce, i bisogni dei figli porta ad un investimento attivo nel
creare l'ambiente propizio, atto ad offrire loro tutto ciò di cui hanno bisogno: un ambiente accomodante piuttosto che
limitante.
L'AUTORITA
'
Come recuperare una prospettiva educativa?
L'autorità genitoriale ha bisogno di riscoprire il senso profondo e il valore simbolico dell'autorità in quanto legame, che
racchiude il dovere di educazione e di protezione: si tratta di un legame che trova le sue origini nell'incompiutezza del
genere umano, che per esistere e crescere ha bisogno egli altri e il legame con gli altri fonda il senso dell'autorità.
L'autorità quindi si costruisce nella relazione.
LA FORMAZIONE DELLA FUNZIONE GENITORIALE
Erikson definisce lo stadio della GENERATIVITA' come l'aspetto evolutivo più rilevante, poichè in esso convergono tutti gli
sviluppi che hanno reso l'uomo un essere che si prende cura. La capacità di occuparsi di è il culmine dello sviluppo
psicosociale, in cui si esplica la capacità produttiva in diversi am