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La relazione tra pari: dare ad un bambino
Le sue caratteristiche sono:
- Simmetria: tra bambini ce la si gestisce alla pari, è qui che imparano a litigare e a gestire i conflitti
- Cooperazione: proprio per il fatto che in questa relazione si è sullo stesso livello, si impara a cooperare, a lavorare insieme e a coalizzarsi
- Condivisione di paure: raccontarsi le paure, condividerle, unisce i bambini (lupo, buio, rumori...)
- Condivisione di interessi e negoziando interessi, sottoponendo i propri desideri agli scopi del gioco e rimandandone la soddisfazione, collaborando all'obiettivo comune e gestendo positivamente i momenti di disaccordo.
- Confronto paritario: i bambini sviluppano tra di loro delle competenze sociali che non sviluppano allo stesso modo nella relazione con gli adulti: sapere che se tratto male un bambino/a lo perdo come amico, mi aiuta a capire come stare con loro; capisco che ci sono persone che hanno i miei stessi diritti.
Questo oggi, dove i bambini sono
utilizzino il tempo libero per giocare e interagire con i loro coetanei. Questa relazione tra pari è fondamentale per lo sviluppo sociale e emotivo dei bambini. Durante queste interazioni, i bambini imparano a negoziare, a risolvere i conflitti e a lavorare in gruppo. Inoltre, possono condividere interessi comuni e sperimentare nuove esperienze insieme. - Relazione amicale: l'amicizia è un tipo di relazione tra pari basata sulla reciproca affinità e simpatia. Gli amici si scelgono a vicenda e condividono interessi, esperienze e segreti. Questa relazione è caratterizzata da fiducia, supporto reciproco e divertimento. Gli amici possono essere una fonte di conforto e sostegno durante momenti difficili e possono contribuire al benessere emotivo dei bambini. - Relazione di gruppo: i bambini possono far parte di gruppi di pari, come ad esempio una squadra sportiva o una classe. Queste relazioni di gruppo offrono opportunità per imparare a lavorare insieme, a rispettare le regole e a sviluppare un senso di appartenenza. I bambini possono imparare a gestire le dinamiche di gruppo, a prendere decisioni collettive e a rispettare le opinioni degli altri. È importante che i genitori e gli educatori incoraggino e supportino queste relazioni tra pari, fornendo opportunità per giocare, socializzare e interagire con altri bambini. Le relazioni tra pari possono contribuire allo sviluppo sociale, emotivo e cognitivo dei bambini, aiutandoli a costruire amicizie durature e a sviluppare competenze sociali importanti per la vita adulta.frequentino bambini e bambine della stessa età perché tra loro si sviluppa capacità di mediazione, di negoziazione, di gestione dei conflitti, di cooperazione, di elaborazione delle conoscenze, di rispetto delle regole e di definizione dei ruoli sociali oltre a definire il senso di appartenenza al gruppo.
Relazione amicale: le relazioni di amicizia speciale sono caratterizzate dalla stabilità del legame, sono relazioni importanti perché regalano dimensioni e aspetti che non ci sono in altre relazioni intimità, della condivisione di momenti, segreti, gesti e attenzioni, oltre che un senso di appartenenza e sicurezza la rottura di questi legami crea sofferenza: è attraverso queste relazioni che il bambino impara a vedersi con gli occhi degli altri.
I bambini sono capaci, oltre a divertirsi, a creare una propria cultura, un proprio mondo parallelo: per esempio, a giochi insegnati dagli adulti, reinventano i giochi, aggiungono regole, gesti.
linguaggi segreti,così facendo, creano una loro cultura -In questo senso, l'adulto svolge un ruolo educativo strategico anche nell'ambito della socializzazione infantile tra pari: per favorire la socializzazione, l'atteggiamento dell'adulto deve essere rassicurante e incoraggiante già nei riguardi del bambino medesimo. L'idea che egli si fa di sé e la fiducia che nutre nelle sue possibilità sono strettamente collegate con l'idea che gli altri hanno di lui.
I bambini dimostrano di saper rivolgere un'attenzione privilegiata ad oggetti che sono stati coinvolti nelle attività di altri bambini: si parla dell'effetto lumaca, come è stato definito dai ricercatori, il quale sembra far pensare ad una scia che, come quella lasciata dalla lumaca al suo passaggio, segna gli oggetti come potenzialmente interessanti e stimola i bambini che intervengono successivamente a ritenere li passibili di attività coinvolgenti.
14CAP.
3 Funzione genitoriale e cura
I. Il bambino nel sistema delle relazioni familiari: dalla coppia alla triade.
La famiglia è un contesto primario di crescita: non si tratta di UN contesto relazionale, ma del IMPORTANTE contesto relazionale per un bambino e ne influenza i percorsi di crescita sia in positivo che innegativo. Perché? Perché la famiglia è il primo contesto di crescita per un bambino e, per questo, ha una funzione strutturante nei rapporti. Il rapporto con le figure genitoriali ci plasma: possiamo rinnegarlo, rifiutarlo e superarlo, ma non possiamo negare che ci formi.
Esperienza della vita dalla quale non si può tornare indietro: si può rifiutare di rivestire il ruolo genitoriale, ma non si può cancellare l'importanza di questa esperienza nella nostra vita. È su questi rapporti che costruiamo la matrice per le nostre relazioni future: tanti dei nostri modi da adulti di vivere i legami, nascono da quei legami originari dai quali non si può uscire da questo condizionamento.
ma è uncondizionamento che va affrontato, è un segno che inevitabilmente resta). Ogni bambino ha bisogno di essere inserito in una narrazione familiare, in una storia: indipendentemente dalla forma, un bambino ha bisogno di vivere e costruire legami familiari e di sentirsi parte di una famiglia. Per noi educatori, questo significa che, essendo la famiglia così strutturante nella vita di un bambino, avremo a che fare con le famiglie che saranno sempre presenti perché la loro stessa assenza, pesa sulle spalle degli noi imparare a guardare con uno sguardo pedagogico il formarsi dei legami famigliari: i primi anni di vita, in particolare, sonoLa NASCITA: tutto ha origine dalla nascita del bambino, è qui una famiglia diventa tale a tutti gli effetti. Il momento della nascita è un momento davvero forte che sprigiona tantissimi significati, due in particolare: - È il momento del DONO: il dono della vita prende forma in questo momento; è ilregalo più grande e straordinario che si possa fare. - momento di SEPARAZIONE (dalla mamma): per dare la vita a una persona, bisogna anche imparare a lasciarla andare, senza tenerla incatenata.
Il legame più strutturante è sicuramente il legame tra il bambino e la MADRE, è attraverso questo che inizia articolare dalla teoria di Stern che ci insegna che le prime interazioni che un bambino ha con la madre diventano nelle relazioni amicali o di coppia, in maniera diversa a seconda di come è stato elaborato il distacco dai genitori. Ci sono tanti modi di prendersi cura di un bambino (es. guardandolo negli occhi mentre lo si fa.
Il bambino è biologicamente predisposto alla relazione - Bowlby.
Nella nostra cultura la nascita va incontro ad una deriva eccessiva della medicalizzazione della maternità: oggi appena una coppia scopre di aspettare un bambino, il primo pensiero che si fa è la ricerca di un medico.
La gravidanza è scandita da
incontri con i medici, come se fosse una malattia, quando invece è la cosa più normale del mondo i istinto, mentre corrono15dimensione riflessiva e del valore di questo incontro.Il ruolo del PADRE è un ruolo fondamentale perché incarna la figura della rottura: deve rompere il legame troppo simbiotico e invischiante tra la mamma e il bambino che farebbe del male sia alla mamma che al figlio.L'insegnando alla mamma che è import mentre laE. Gaddini à la madre mette al mondo il figlio, il padre lo lancia nel mondo. Il ruolo del padre è di protezione nei confronti della madre, del figlio e della coppia madretrio: allarga il legame e insegna alla mamma ad aver fiducia di altri. La madre deve, dal canto suo, imparare nonnafiglio; padre nonnonon è semplice.genitorializzazione.La nascita di un figlio rende tangibili la grandezza e la precarietà della vita; un aspetto vicino alla nascita del figlio, ma generalmente taciuto, è ilbinomio vita morte. Si sperimenta il timore che il bambino possa avere delle malformazioni. Il progetto esistenziale di generare un figlio è già di per sé una scommessa con la morte e oltre la morte, per oltrepassare il limite del proprio ciclo di vita e sopravvivere ai figli. E questo progetto che permette di sviluppare un senso di incertezza e di affidamento nei confronti della vita: Non dobbiamo lasciare che la paura della morte possa bloccare la nostra generatività. Ogni genitore instaura con il proprio bambino, una relazione d'amore unica, non riproducibile da altri né dall'altro coniuge, né dai nonni soggetto unico, degno di essere amato. La relazione genitoriale non è una relazione semplice: è dettata da uno specifico percorso formativo che si muove tra aspetti di cura (matris munus) e aspetti etici e di responsabilità (patris munus): si tratta di due componenti imprescindibili per un armonico sviluppo del bambino.
famiglie sono immerse nella società che inevitabilmente risente del contesto storico e sociale nel quale è immersa. Per questo abbiamo di fronte, in ambito educativo, non più la famiglia, ma una costellazione di famiglie strettamente collegate tra loro. II. Nuove strutture e processi educativi familiari È estremamente riduttivo, non esiste un modo unico di essere famiglia: famiglie monogenitoriali con un solo genitore (generalmente la madre) con il figlio; può essere formata da una madre che ha vissuto la sua avventura genitoriale con la gravidanza in solitudine; esistono però anche famiglie monogenitoriali formate da padre e figlio; possono esserci famiglie che non sono nate come monogenitoriali, ma lo sono diventate nel tempo, a seguito di ricostruzioni di famiglie allargate o a una crisi coniugale di uno o di entrambi i genitori. Forme confuse come, ad esempio, famiglie di omosessuali che hanno avuto dei figli in seguito a processi più o meno lunghi, oppure famiglie che nascono da successive eplurime rotture e ricomposizioni, sempre più difficili da districare. I bambini hanno bisogno di sapere che i loro genitori sono i loro genitori e che nemmeno il mondo esterno li giudica. Per la famiglia, oggi stessa della famiglia: sono certamente situazioni difficili e problematiche, ma un grande problema oggi per la natalità. Se ne parla molto poco, ma in questo caso il problema non è che i bambini soffrano, ma che non ci siano proprio. Ci sono tanti motivi per cui questo avviene, motivi che, prima di essere economici, sono psicologici: paura, ansia, insicurezza, amplificato anche dalla situazione storica nella quale siamo immersi. I motivi principali per cui si fanno sempre meno figli sono: 1. L'età avanzata: oggi si fanno figli sempre più tardi e questo complica le cose, avere figli non è più così facile, diventa difficile anche la gestione stessa dei figli e diminuisce la possibilità di averne altri oltre al primo. 2. Gli impegni professionali: accedereal mondo del lavoro significa aspettare degli anni prima di raggiungere la stabilità economica e professionale.