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Quello degli scacchi è un gioco ad informazione completa e perfetta, poiché ogni giocatore conosce
tutte le mosse e le mosse che il loro avversario può fare in certe situazioni. In teoria ogni giocatore
può conoscere l’insieme di tutte le possibili sequenze di mosse che costituiscono un gioco completo.
In pratica ogni giocatore non calcola tutte le mosse possibili, dal momento che il loro numero è molto
elevato, ma si concentrerà su di un sottoinsieme di sequenze di mosse.
Secondo Simon gli scacchisti non prendono in considerazione tutte le strategie possibili scegliendo
poi la migliore, ma ne ipotizzano ed esaminano un numero limitato, facendo una scelta appena ne
trovano una che ritengono soddisfacente. Ma quando un’alternative viene considerata soddisfacente?
La soluzione di tale problema viene individuata da Simon nell’adozione del criterio dei livelli di
aspirazione, ossia un target considerato minimamente accettabile da parte di un agente. Il livello di
aspirazione di una persona esperta può essere più elevato di quello di una persona meno esperta. Il
livello di aspirazione, quindi, è legato agli skills dell’agente ed è condizionato dalla sua capacità di
migliorare la conoscenza dell’ambiente.
4.6 Simon distingue tra:
1. Razionalità sostanziale un comportamento è razionale in senso sostanziale quando è
→
adeguato al raggiungimento di determinati scopi entro i limiti imposti da date condizioni e da
certi vincoli. La razionalità del comportamento in questo caso dipende dall’agente solo per i
suoi scopi, per cui, dati questi, il comportamento è determinato dall’ambiente (economia).
24
2. Razionalità procedurale un comportamento è razionale in senso procedurale quando
→
costituisce il risultato di una decisione appropriata e quindi dipende dal processo che lo ha
generato (psicologia).
La razionalità procedurale è normalmente studiata in situazioni problematiche, situazioni nelle quali
il soggetto deve raccogliere informazioni di varia natura e deve elaborarle in vari modi per poter
giungere ad una ragionevole sequenza di azioni ossia ad una soluzione del problema.
4.7 Razionalità assoluta e razionalità limitata a confronto
Il paradigma della razionalità assoluta prevede:
1. Capacità infinita dell’uomo di raccogliere informazioni su tutte le opzioni possibili;
2. Capacità di elaborare tutte le informazioni istantaneamente, indipendentemente dal numero di
queste;
3. Capacità di valutare tutte le opzioni e trovare le scelte più idonee per realizzare la soluzione
ottimale al problema che si deve affrontare.
Il paradigma della razionalità limitata afferma che:
1. La nostra capacità di raccogliere ed elaborare informazioni è limitata;
2. Non disponiamo mai (in senso assoluto e contemporaneamente) di tutte le opzioni di scelta;
3. Non siamo in grado di valutare e prevedere tutte le conseguenze connesse a ogni opzione.
La razionalità limitata, pertanto, si qualifica per alcuni tratti distintivi:
1. La ricerca selettiva di informazioni;
2. La fissazione di obiettivi soddisfacenti;
3. La derivazione di tecniche euristiche nei processi decisionali.
Molti studi di economia applicata all’impresa tendono ad ipotizzare strategie di massimizzazione
basate sulle assunzioni di obiettivi definiti in termini di bersagli, quindi soddisfacenti.
I teorici dell’approccio fuzzy (sfocato) assumono che la massimizzazione della funzione obiettivo di
un’impresa venga definita su insiemi fuzzy, in virtù dei quali diviene importante non tanto centrare
l’obiettivo, quanto centrare un intorno accettabile di tale obiettivo.
La fissazione di obiettivi chiari è una delle condizioni per assumere decisioni razionali, soprattutto
quando si ha a che fare con una funzione multi-obiettivo, cioè costituita da più obiettivi, a ciascuno
dei quali è necessario assegnare un peso.
La teoria standard è focalizzata su di una funzione mono-obiettivo, ossia la massimizzazione del
profitto. Ma nella realtà le cose non sono così semplici.
Un’impresa deve tenere conto di più variabili, il mantenimento di buoni rapporti con il governo locale,
la costruzione di un’immagine pubblica positiva, ecc. e lo stesso vale per un privato decisore, che
deve decidere, per es., se vale la pena accettare un aumento di stipendio con relativo trasferimento,
incluso quello della famiglia.
Il decisore in sostanza deve vagliare i pro e i contro e non è affatto detto che riduca la sua funzione
obiettivo alla sola dimensione del denaro. 25
Allo stesso tempo la definizione degli obiettivi contribuisce a determinare l’informazione che si cerca.
La ricerca di informazioni utili non può proseguire all’infinito, primo, perché è costosa, secondo,
perché è necessario agire in fretta. Le decisioni vanno prese con rapidità perché l’ambiente cambia
velocemente e un’impresa deve riuscire a fronteggiare con prontezza le decisioni prese dai
concorrenti.
Quindi, non sono solo le informazioni a determinare la scelta degli obiettivi, ma sono anche gli
obiettivi ad aiutare nell’individuazione delle informazioni necessarie.
4.8 Si può definire un comportamento come satisficing non solo sulla base dei risultati che l’agente
si è ripromesso di raggiungere, ma anche sulla base delle procedure che ha utilizzato.
Anche nella determinazione delle procedure i fattori cognitivi hanno una significativa influenza. Nel
chiedersi per quale ragione un agente scelga o privilegi alcune opzioni strategiche tra quelle a lui
disponibili, Simon assegna una grande importanza alle procedure di calcolo.
Tuttavia si potrebbe estendere l’analisi della preferenza per alcune opzioni strategiche, facendo alcune
ipotesi:
1. Principio di analogia un agente tende a riconoscere certe relazioni tra situazioni e
→
conseguenze, preferendo fra tutte, le opzioni che assomigliano in tutto o in parte ad opzioni
utilizzate in precedenza in casi simili.
2. D’altro canto, gli individui non sembrano così bravi a calcolare le probabilità di eventi futuri
studiando tutte le possibili diramazioni dei risultati di una decisione. In genere sono bravi ad
utilizzare la memoria per indicare la frequenza con cui eventi simili sono capitati in passato.
Simili procedure sono conosciute come euristiche, ossia regole pratiche per risolvere certi tipi
di problemi. La scelta di una euristica può essere collegata ad una certa avversione al rischio
nell’individuazione della strategia più adatta. Un decisore privilegia una strategia che già
conosce rispetto a quelle che non conosce o conosce meno. Si parla si escalation competitiva
espressione con cui si indica la persistenza verso una precedente linea di azione. Il soggetto
considera la conoscenza di una strategia come una sorta di capitale accumulato, un
investimento, che è riluttante ad abbandonare.
4.9 Simon ha inoltre messo in rilievo come a determinare la complessità computazionale sia anche
l’incertezza ambientale nella quale un soggetto deve muoversi. L’ambiente, per l’economista, è
l’insieme di politiche economiche, istituzioni, tecnologie produttive, strutture dei consumi, ecc. che
condizionano le scelte individuali e delle imprese.
Un esempio interessante è quello della scelta della professione. Come si comportano un giovane e la
sua famiglia nell’operare tale scelta, che non è sicuramente facile perché deve tenere in
considerazione le attitudini del giovane e i mutamenti dell’economia. Se le attitudini sono abbastanza
palesi, i mutamenti non sono sempre predicibili. La scelta deve saper coniugare approfondimento
specialistico e flessibilità.
Esiste, infatti, un gap fra la rappresentazione delle dinamiche attese che viene fatta nel momento
t ) e la realtà che si manifesterà nel generico momento in cui il giovane entrerà nel mercato
attuale ( 1
del lavoro ( t ). Se il sistema economico moderno è caratterizzato da una accelerazione dei processi
k 26
produttivi, ad accrescere il rischio di errori di previsione, vi è l’allungamento del periodo di
formazione del giovane al fine di potenziare i suoi skills professionali.
Ne deriva che ogni soggetto, per quanto esperto e per quante informazioni abbia acquisito, fa fatica a
prevedere il corso professionale più adatto. Il processo decisionale del giovane e della sua famiglia
avviene in u contesto di razionalità limitata, in quanto l’incertezza circa l’evoluzione dell’economia
e della tecnologia rende difficili i calcoli probabilistici in merito ai possibili stati del mondo futuri.
Il decisore razionale, come ad es. quello che si muove secondo lo schema della teoria dell’utilità
attesa, è chiamato a fare delle ipotesi circa gli stati futuri del mondo. Quindi deve avere uno strumento
o un metodo per calcolare tutti gli stati del mondo predicibili, assegnando loro un determinato grado
di probabilità.
E’ evidente che tale schema concettuale non può essere utilizzato nel caso di un giovane e delle sua
famiglia che investono in professionalità. Una persona per quanto esperta non può avere una
conoscenza di tutti gli stati attesi del mondo reale.
Nel concreto una persona ragionevole utilizza delle euristiche, ossia delle procedure che le
permettono di prendere delle decisioni soddisfacenti, minimizzando i costi di ricerca delle
informazioni.
Può accadere però che la famiglia non scelga sulla base delle informazioni relative all’evoluzione del
mercato del lavoro, ma facendo il follower delle scelte prese da altre famiglie, soprattutto se queste
hanno un forte ascendente sociale, una determinata capacità di influenza. I fenomeni imitativi
giocano, dunque, un ruolo di grande rilevanza nella scelta della professione e rappresentano una
euristica nella ricerca di informazioni.
Una cosa è la scelta della professione e un’altra è la scelta del lavoro, con la quale si intende un
processo nel quale chi offre lavoro (lavoratore) si incontra con chi è disposto a chiedere lavoro
(impresa). Si tratta di una scelta molto spessa legata alle reali disponibilità di posti di lavoro nel
mercato.
La difficoltà sta nel far incontrare la domanda di lavoro con l’offerta di lavoro, tale difficoltà aumenta
se lavoratore e impresa hanno informazioni limitate sui posti di lavoro disponibili. La
maggiore/minore disponibilità di informazioni in merito ai posti di lavoro può astrattamente essere
fatta dipendere dalla numerosità di contatti personali che un lavoratore ha.
Di grande interesse è il modello interpretativo di Granovetter (1973) nel quale s