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FONTI DIRETTE
Fonti dirette, sia di carattere epigrafico sia testi letterari.
Tra le fonti antiche si possono distinguere le fonti dirette e sono solo 3:
- Vitruvio, "De Architectura" (età augustea)
- Plinio il Vecchio, "Naturalis Historia" (età flavia)
- Pausania, "Periegesis tes Hellados" (II d.C.)
1. Plinio il Vecchio, "Naturalis Historia" (37 libri, dedicati a Vespasiano nel 69-70 d.C.)
Non era una scrittore di professione e proveniva dall'Italia settentrionale. Muore durante l'eruzione del Vesuvio, quando l'opera non ha ancora avuto un ultima revisione complessiva, per cui ci sono ripetizioni di notizie o informazioni contraddittorie. La sua opera è una grande enciclopedia della natura, organizzata in macro argomenti. Si tratta di un opera di tipo compilativo, cioè Plinio raccoglie informazioni attinte da altre fonti (per la maggior parte oggi scomparse). Le fonti di Plinio sono quasi esclusivamente greche e le.
I principali sono:
- Apollodoro di Atene, "Chronikà" (cronaca degli avvenimenti dalla guerra di Troia al 144 a.C.)
- Senocrate di Atene (III a.C.)
Il fatto di avere fonti greche e di scrivere in latino crea dei problemi in quanto in latino non esiste un lessico per esprimere certi concetti artistici. In alcuni casi Plinio trascrive il termine greco ma nella maggioranza dei casi cerca di utilizzare termini latini che si avvicinano il più possibile a quelli greci. Questo ha creato grosse difficoltà nella comprensione del testo.
Gli interessi archeologici sono concentrati negli ultimi 5 libri, che riguardano la mineralogia:
- Libro XXXIII, oro e argento (toreutica [lavorazione dei metalli per ottenere recipienti] e oreficeria)
- Libro XXXIV, bronzo (scultura in bronzo)
- Libro XXXV, colori minerali (pittura)
- Libro XXXVI, marmo (scultura in marmo)
- Libro XXXVII, gemme e pietre preziose (glittica)
2. Pausania, "Periegesis tes Hellados" (sono arrivati
A noi sono giunti 10 libri incompleti, scritti nel II secolo d.C. (143-175 d.C.). Si tratta di una periegetica, cioè un testo che si occupa della descrizione di un territorio più o meno vasto. L'opera è dedicata ad una parte del territorio greco. Questo genere era molto diffuso in passato ma è arrivata fino a noi solo quest'opera. L'opera è organizzata come se l'autore compisse un viaggio per le diverse regioni della Grecia secondo un itinerario che parte dall'Attica fino a Naupatto (per quanto riguarda la parte giunta fino a noi):
- Libro I: Attica
- Libro II: Corinzia e Argolide
- Libro III: Laconia
- Libro IV: Messenia
- Libro V: Olimpia
- Libro VI: Elide (regione in cui si trova Olimpia)
- Libro VII: Acaia
- Libro VIII: Arcadia
- Libro IX: Beozia
- Libro X: Focide (con Delfi), Locride e Naupatto
L'autore non descrive tutto quello che c'era ai suoi tempi ma fa una selezione. Siamo in un periodo di grande decadenza della Grecia, da secoli provincia romana.
Intere zone del Peloponneso erano disabitate. In questo periodo nasce un movimento culturale che cerca di ricostruire una identità greca, recuperando le memorie gloriose del passato che permettano di ricostruire un'immagine positiva. L'opera di Pausania va proprio in questa direzione. Non descrive in maniera neutra ma seleziona su queste basi.
3. Vitruvio, "De Architectura" (in 10 libri, dedicata ad Augusto, 27-23 a.C).
Si tratta di un manuale tecnico destinato ad un pubblico di specialisti, alla formazione di architetti. In ambito romano la formazione dell'architetto avveniva in ambito militare. Comprende sia una parte teorica sia una pratica. Ha avuto una grande importanza nel Rinascimento.
Argomenti dei libri:
- Formazione dell'architetto, fondamenti dell'architettura, mura, orientamento e scelta dei luoghi.
- Origini dell'edilizia (storia dell'architettura), materiali: mattoni, calce, pietra, legno.
- Il tempio: forma e classificazioni, fondamenta,
ordine ionico tardo-ellenistico (ordine più diffuso e di maggiore successo al tempo di Vitruvio).
IV. Capitello corinzio, ordine dorico (in decadenza all'epoca di Vitruvio), parti del tempio, ordine tuscanico (versione italica dell'ordine dorico), templi rotondi (templi di forme particolari), altari.
V. Foro e basilica, teatro, terme e palestre, porti.
VI. La casa (architettura privata).
VII. Decorazioni: pavimenti, intonaci, pitture, rivestimenti in marmo, colori (importanti note anche sulla pittura romana).
VIII. Sistemi idrici e acquedotti.
IX. Astronomia, astrologia, misurazione del tempo (orologi).
X. Macchine e strumenti: macchine idrauliche (mulini ecc.), strumenti balistici (catapulte ecc.), macchine poliorcetiche (assedio città).
FONTI INDIRETTE
Latine:
Cicerone, "Verrine", libro IV (De signis = libro su tutti i furti di opere d'arte fatti da Verre in Sicilia), "Epistolario" (età tardorepubblicana).
Augusto, "Res Gestae"
"Divi Augusti" (autobiografia ufficiale di Augusto in cui esprime il suo punto di vista, era stata scritta per essere scolpita alla porte del mausoleo. Alcuni dei capitoli sono dedicati a quello che Augusto ha fatto in ambito architettonico.
Quintiliano, "Institutio Oratoria".
Greche:
- Luciano di Samosata (II d.C.): parla delle opere d'arte che ha visto e che descrive secondo le proprie sensazioni e il proprio giudizio.
- Ateneo: scrive il "Deipnosophistai", cioè "I dotti a convito" (metà III d.C.), dove i convitati intrecciano discorsi che danno modo all'autore di parlare di un'ampia categoria di notizie di carattere enciclopedico.
- Filostrati (autori che si chiamano tutti Filostrato), "Eikones" (II-III d.C., fonti di età bizantina).
LE SCOPERTE E LE GRANDI IMPRESE DI SCAVO
Gli scavi archeologici hanno un inizio clamoroso con la scoperta di Ercolano per caso nel '700. Dal 1738 al 1766
svolti dei veri e propri scavi ma solo delle spedizioniconoscitive. Dopo l'età napoleonica, con la nascita dei primi veri e grandi musei, si ha la necessità direcuperare nuove opere per arricchire le collezioni dei musei Europei. Questo porta allo sviluppo diun gran numero di spedizioni archeologiche a partire dalla seconda metà dell'800 da parte diinglesi, tedeschi e francesi (es. a Londra arrivano parti del Partenone grazie a Lord Elgin, al museodi Monaco arrivano parti del tempio di Egina ecc).
Nel 1809, in età napoleonica, vengono svolti anche i primi scavi nel Foro Romano (chiamato fino adallora "Campo Vaccino", perché luogo di pascolo e campo di fiera).
La scoperta del mondo pre ellenico, tra il XIX e l'inizio del XX, va posta di fianco alla scoperta delmondo mesopotamico.
Tra i primi scavi importanti ci sono:
- Scavi di Selinunte (prima metà 1800).
- Scavo del santuario di Samotracia (1863).
- Scavi del
Dipylon ad Atene, dove viene ritrovata una delle necropoli greche più importanti (1863).
Scavi di Olimpia (1875). Qui per la prima volta tutto ciò che viene ritrovato è lasciato nel luogo d'origine e viene creato un museo nei pressi dello scavo. Questo scavo diventa un modello per tutti quelli successivi.
Scavo del santuario di Apollo sull'isola di Delo, dedicata al culto di Apollo, dove non si poteva né nascere né morire (1877).
Scavo del santuario di Delfi, il più grande dopo quello di Olimpia (1879). Mentre Olimpia era stata abbandonata in periodo medievale e le antichità erano state protette, a Delfi si era insediato un piccolo paese tra le rovine del santuario, distruggendole in parte.
Scavi di Pergamo (1878).
Scavi di Efeso (1869). Capitale della provincia d'Asia durante l'impero romano. La maggior parte dei ritrovamenti è custodita a Vienna, nell'Ephesus Museum.
Heinrich
Schliemann: decide di andare a cercare le città dove si svolgono i poemi omerici, in particolare Troia. Grazie alla sua scoperta si hanno informazioni su periodi fino ad allora sconosciuti (soprattutto periodo Miceneo). Scoprì Troia e confermò anche la realtà della sua distruzione a causa di un incendio. Scavò anche a Micene dove portò alla luce il tesoro di Atreo e la tomba di Clitennestra. Dal punto di vista scientifico però le sue scoperte lasciano a desiderare perché non aveva conoscenze archeologiche. Per la prima volta con lui l'archeologia diventa un argomento popolare. RICERCHE TEORICHE E STORICISMO AGLI ALBORI DEL '900 Se tutto il 1800 era stato dominato dalla scuola tedesca in abito filologico, successivamente si afferma la scuola di Vienna, tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. Se il periodo di Winkelmann si era basato sulla conoscenza di sole copie, agli inizi del Novecento si arriva ainterpretazione personale, ma piuttosto ad una tradizione iconografica che si tramanda nel tempo. Loewy si interessa quindi a capire come certi motivi iconografici si ripetano e si evolvano nel corso dei secoli. 2. Le migrazioni tipologiche: Loewy studia anche come certe tipologie artistiche si diffondano da una regione all'altra, influenzando le produzioni artistiche locali. Ad esempio, analizza come certi stili e motivi dell'arte greca si siano diffusi in altre culture dell'antichità. Loewy è considerato uno dei pionieri dell'archeologia classica in Italia e le sue ricerche hanno contribuito a gettare le basi per lo studio dell'arte antica.personalità distaccandola completamente da q