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MALATTIE DA QUARANTENA

I patogeni da quarantena sono malattie di temuta introduzione e pericolosità per il verde. La protezione

contro parassiti non tradizionali è divenuta una vera emergenza a causa dei trasporti, del commercio o del

cambiamento climatico globale.

Le possibili conseguenze implicano alterazione nei cicli vitali delle piante e dei loro parassiti, abbattimento

delle barriere biogeografiche naturali che nel corso dell’evoluzione hanno tenute distinte flora e fauna.

Queste invasioni biologiche portano ad una omogeneizzazione dei biomi con destabilizzazione degli

ecosistemi naturali, minaccia globale alla diversità biologica (estinzioni), danni irreparabili all’ambiente,

all’economia, alla salute ed alla società.

A causa di errori passati adesso si assiste ad una proliferazione di misure legislative comunitarie, nazionali e

regionali sempre più restrittive volte a prevenire, circoscrivere, e combattere la diffusione di alcuni

pericolosi patogeni (recente quadro normativo comunitario: Direttiva, la 2000/29/EC Misure di protezione

contro l’introduzione nella Comunità di organismi nocivi)

AVVIZZIMENTO DELLA QUERCIA Ceratocystis fagacearum (Bretz) Hunt

La copre dalla regione dei grandi laghi fino al Texas, passando dagli stati orientali degli USA.

DISTRIBUZIONE

Il patogeno attacca le Fagaceae, soprattutto appartenenti ai generi Castanea e Quercus (più suscettibile le

specie del gruppo Erytrobalanus, le querce rosse, rispetto al gruppo Leucobalanus, querce bianche).

Tramite inoculazioni artificiali si sono dimostrate suscettibile pure le querce nostrane (cerro, roverella,

farnia, sughera, leccio, sativa, dentata).

È una malattia vascolare dalla mortalità elevatissima (che avviene nel giro di due mesi). L’infezione avviene

soprattutto in primavera, al momento della formazione dei nuovi vasi. Si presenta con vistosi avvizzimenti,

bronzature e accartocciamenti verso l’alto delle foglie, inizianti dalla parte superiore della chioma. Gli

imbrunimenti sono dovuti all’occlusione dei vasi da parte della pianta che tenta di confinare il patogeno

con la produzione di tille. Questo processo interferisce con l’assorbimento e la traslocazione dell’acqua

nella pianta dando luogo agli avvizzimenti della chioma. Segno diagnostico inequivocabile è la presenza di

micelio del parassita sotto la corteccia.

T : La diffusione del fungo può avvenire attraverso le anastomosi radicali tra piante contigue (a

RASMISSIONE

tale tipo di diffusione è ascritta la moria a gruppi nei popolamenti naturali) e a coleotteri vettori

(Nitidulidae, che vengono attratte dall’odore del fungo, si contaminano di spore e veicolano il patogeno).

L : Non esistono misure curative. Le uniche strategie di controllo mirano a prevenire la diffusione della

OTTA

malattia a livello epigeo (distruzione delle piante infette, evitare di produrre ferite nel periodo primaverile

per eludere il periodo di sfarfallamento degli insetti vettori) ed ipogeo (trattamenti con fungicidi sistemici e

costruzione di trincee). Bruschi Pietro

MARCIUME LAMINARE DELLE RADICI Phellinus weirii (Murrill) Gilb.

La copre la costa occidentale degli Stati Uniti, il Canada, l’Alaska, il Giappone e la Siberia.

DISTRIBUZIONE

Il patogeno è un parassita plurivolo che attacca una moltitudine di conifere (Abies amabilis, grandis,

lasiocarpa, Chamaecyparis spp, Larix occidentalis, Picea engelmannii, sitchensis, Pinus contorta, monticola,

ponderosa, Pseudotsuga menziesii, Thuja plicata, Tusica heterophylla). Il corpo fruttifero è tipicamente

crostoso di colore giallo-bruno, a volte appare evidente anche il micelio bianco.

È un agente di marciume radicale e di carie interna del fusto che può comportare la perdita totale della

produzione legnosa. I sintomi si presentano tardivamente, quando la malattia è già in fase avanzata

(sistema radicale in disfacimento), e sono: il ridotto sviluppo del cimale, anormale produzione di piccoli

strobili e ingiallimento/arrossamento della chioma, seguiti da perdita di aghi.

La progressione del fungo nel legno appare prima come una macchia circolare di colore rosso-bruno. Negli

stadi più avanzati della carie tutta la sezione appare di colore giallo-bruno e di consistenza soffice (nella

zona più alterata le cerchie annuali si sfaldano a formare lamine concentriche separate fra loro, da qui

l’appellativo alla malattia). A seguito della compromissione dell’apparato radicale le piante perdono di

stabilità e vanno di frequente soggette a sradicamenti o schianti del fusto.

T : Il fungo si diffonde attraverso il terreno lungo le radici ed i contatti fra sistemi radicali di

RASMISSIONE

piante vive (progressione di circa 30 cm l’anno – rimane vitale per circa 50 anni sulle radici delle piante

morte). Le basidiospore non sono risultate capaci di portare l’infezione attraverso i tagli delle ceppaie.

L : Non esistono mezzi di lotta diretti contro malattia. Si è osservato un rallentamento nell’allargamento

OTTA

dei focolai se si tagliano per tempo le piante colpite. Si consiglia l’impiego nelle aree precedentemente

infette di latifoglie in sostituzione alle conifere.

MALATTIA DELLE RADICI Phytophthora lateralis Tucker & Milbrath

La copre alcuni stati americani (Oregon, California, Washington) ed il Canada. La sua origine è

DISTRIBUZIONE

sconosciuta, ma l’elevata suscettibilità delle specie occidentali e la resistenza delle specie asiatiche lascia

supporre che sia stato introdotto dal continente asiatico.

È un agente di marciume radicale che attacca Chamaecyparis lawsoniana e Taxus brevifolia. Provoca la

morte di piante in vivaio, nelle alberature ornamentali ed in bosco entro 3-4 anni; i semenzali muoiono nel

giro di un paio di giorni.

Si presenta come un ingiallimento iniziale del fogliame, seguito da disseccamento della chioma. La

decolorazione della zona sottocorticale è causata dalla risalita del micelio verso l’alto. Le radici si

presentano dapprima come inzuppate d’acqua, poi imbruniscono e muoiono disintegrandosi in breve

tempo.

T : L’infezione avviene sulle radici fini, attraverso i contatti radicali, per mezzo delle zoospore

RASMISSIONE

presenti nell’acqua (scorrimento superficiale – animali al pascolo), o mediante le spore di conservazione nel

suolo (movimento di terra per lavori).

L : L’impiego di fungicidi specifici per le Phytophthorae può ritardare la comparsa dei sintomi senza

OTTA

eliminare il patogeno. La lotta dunque si basata sull’esclusione del patogeno tramite identificazione e

mappatura di siti particolarmente idonei alla coltura (ben drenati, protetti dal pascolo e dalle attività

umane, lontani da strade o sentieri), oltre alla costruzione di apposite trincee per evitare che acque

dall’esterno possano giungere sul luogo dell’impianto. La lotta è soprattutto preventiva: non sono state

selezionate resistenze alla malattia, si consiglia la coltivazione dell’ospite solo in aree a basso rischio e di

evitare di ripiantare per almeno 5 anni l’ospite su terreni infetti. Utile anche il drenaggio del terreno e

l’eliminazione dell’acqua di scorrimento superficiale. Devono essere inoltre introdotte delle restrizioni al

movimento dei vettori (uomo – mezzi – animali).

Bruschi Pietro

RUGGINE DEL COTOGNO Gymnosporangium clavipes Cooke & Peck

Il patogeno è un agente eteroico (per completare il suo ciclo biologico necessita di piante del genere

Juniperus e vari ospiti nella famiglia delle Rosaceae come Pero, Melo, Biancospino e Sorbo) demiciclico,

mancando della fase Uredosorica. Può essere facilmente diffuso con il commercio internazionale di

materiale da vivaio, in quanto rimane per tutto il periodo invernale in fase di latenza su Ginepro.

T : La diffusione della malattia avviene per mezzo delle basidiospore trasportate dal vento dal

RASMISSIONE

Ginepro sulle latifoglie ospiti, e da queste mediante le ecidiospore, sempre a opera del vento, nuovamente

sul Ginepro.

L : Il patogeno può essere adeguatamente controllato con l’applicazione di fungicidi sulle latifoglie. I

OTTA

metodi preventivi si basano sulla soppressione dei ginepri nelle vicinanze dei vivai; inoltre esistono varietà

di melo con una notevole resistenza al patogeno.

RUGGINE FUSIFORME DEL PINO Cronartium quercuum f. sp. Fusiforme Miyabe ex Shirai

La copre le regioni sud-orientali degli Stati Uniti (Maryland, Florida, Texas, Arkansas).

DISTRIBUZIONE

Il patogeno è un agente eteroico: svolfe le fasi spermogonica ed ecidica nei tessuti vivi di branche e fusto di

Pinus spp, le fasi uredosorica e teleutosorica sulle foglie di Quercus spp.

La malattia causa la morte dell’ospite entro 3-5 anni dall’infezione. La mortalità è maggiore su piante che

hanno meno di 10 anni; sulle piante adulte il parassita causa cancri perenni che risultano in una

deformazione del fusto: questo indebolimento nella struttura meccanica rende gli ospiti facilmente soggetti

a stroncamenti.

L : La potatura delle branche con infezioni distanti 40 o più cm dal fusto può salvare una pianta

OTTA

dall’infezione sul tronco, che si rivela quasi sempre letale. I trattamenti con fungicidi sono efficaci in vivaio

se effettuati dalla germinazione dei semi fino a tutto il mese di giugno. Evitare piantagioni con le specie di

pino suscettibili nelle aree dove è elevata la presenza di querce. Inoltre un grosso sforzo è stato svolto nel

miglioramento genetico per la resistenza alla ruggine: esistono selezioni di Pinus con una buona resistenza

alla malattia. Bruschi Pietro

MALATTIE IN AMBIENTE CONTROLLATO

Terreno infetto : I problemi legati al terreno infetto derivano dalla probabile presenza di agenti eziologici

della moria dei semenzali (la quale causa la mortalità in pre-emergenza e nella breve post-emergenza).

Sono per lo più degli agenti saprofiti che diventano patogeni allorché la temperatura, il pH e l’umidità

divengono ad essi favorevoli.

È necessaria una disinfezione del terriccio; la densità di coltura, la frequenza degli interventi irrigui e la

temperatura influenzano la ricomparsa di questo problema.

Residui vegetali infetti : La maggior parte dei funghi patogeni possiedono uno stadio di dormienza con il

quale possono sopravvivere in uno stato inattivo a periodi in cui le temperature sono estreme o l’umidità

non è sufficiente per la loro crescita. Essi sopravvivono su residui vegetali su cui precedentemente avevano

causato malattia.

È necessario rimuovere quanto più possibile le potature o le parti morte delle piante infette.

Piante infette mantenute in serra da un anno all’altro : I patogeni per sopravvivere in serra hanno

bisogno di causare infezione ripetutamente, passando da pianta a pianta: tale processo è noto c

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
23 pagine
SSD Scienze agrarie e veterinarie AGR/12 Patologia vegetale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Fragfolstag di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Patologia vegetale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Moricca Salvatore.