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INFIAMMMAZIONE CRONICA
Flogosi di durata prolungata , settimane -mesi-anni , che si realizza quando :
- risposta inf.acuta non riesce ad eliminare lo stimolo lesivo
- Dopo episodi di inf. acuta
- In risposta a caratteristiche particolari o fattori virulenti dell’agente lesivo
Meccanismi che la provocano :
A) Persistenza /resistenza ,infezioni o parassiti che ovviano alla fagocitosi neutrofilica e
macrofagica .
B) Segregazione : batteri che eludono risposta innata e acquisita sottraendosi ai farmaci
antibiotici nascondendosi nel “pus”. ( es.: staphilococco)
C) Inerzia : alcuni materiali insensibili alla fagocitosi
D) Autoimmunità e difetti leucocitari
E) Meccanismi sconosciuti
Durante questa flogosi il liberarsi di citochine , chemochine induce :
A) infiammazione attiva
B) Necrosi tessutale
C) Proliferazione fibroblasti e deposito collage
D) Angiogenesi e neovascolarizzazione
E) Riparazione tessutale
Aspetto positivo della flogosi cronica
Quando inf. acuta fallisce , si instaura quella cronica . L’organismo allora, prima , tenta di
controllare lo stimolo lesivo tramite i macrofagi e la risposta acquista . intrappolare
Ma se pure questa azione non va a buon fine allora organismo tenta di
stimolo lesivo con collagene dei firbroblasti incapsulandolo in ambiente esterno
all’organismo . In questo modo spesso l’organismo riesce a ripristinare la normale
funzione altre volte invece la situazione é silente per molto tempo ( granulomi di fegato e
polmoni ).
Aspetto negativo della flogosi cronica
Questo quando linfociti, macrofagi, c. NK , infiltrandosi nel distretto infiammato lo
occupano , modificando o sostituendo la struttura originale del tessuto. Se lesione si
espande la risposta infiammatoria compromette funzionalità organo
Se l’infiammazione acuta non si risolve , si possono verificare tre situazioni a seconda
dell’entità del danno :
- Passaggio a infiammazione cronica
- Guarigione con fibrosi
- Neoformazione di Ascessi Pagina 4 di 18
1° caso puo succedere per :
Persistenza
Esteso anno tessutale
Modificazione componente cellulare infiammatoria da neutrofili a linfociti macrofagi e a c
volte cellule giganti
Estesa riorganizzazione tissutale con fibroplasia .
MECCANISMI DELLA RISPOSTA INFIAMMATORIA CRONICA
Linfocita t CD4+ si lega all’antigene liberano linfochine che fanno chemotassi per i
leucociti nel sito leso ; alcune di queste cellule è predisposta verso risp. TH1 altre verso
risp.TH2 .
I CD8+ invece sono citotossici e uccidono cellule tramite molecole dannose ,
meccanismo che interviene contro cellule infette da virus .
Risposte immunologiche TH1 si attivano per :
1- corpo estraneo
2- antigeni endogeni come la proteina mielinica basica nell’EAE (encefalomielite allergica
sperimentale murina
3- antigeni endogeni come leishmania
Risposte TH2 si attivano per :
Allergia come asma , dermatite etc.. ——>
-aumenta numero di linf. B e T , macrofagi ,cellule dendritiche e fibroblasti oppure
-produzione d IGE + mastociti e eosinofili
Infiammazione granulomatosa
Infiammazione cronica in cui predominano macrofagi , cellule epitelioidi , e MGC (cellule
giganti)
Puo essere secondaria o primaria .
Lo sviluppo dei tale infiammazione richiede :
- agente provocatore (sostanze complesse , metazoi , virus e batteri )
- Risp.immunitaria dell’ospite mediata dai li oociti t
- Produzione di citochine
Granulomatosi diffusa (TH2 )
Agente eziologico della Lebbra umana , provoca aggregazione di cellule infiammatorie
attorno alle fibre nervose periferiche a livello di arti e mucose .
Si ha : ampia diffusione , elevata carica batterica , fibrosi modesta , pochi linfociti .
Granulomatosi nodulare (TH1 )
Caratterizzata da presenza di cell.infiammatorie, cellule connettivali , tessuti degenerati e/
o necrotici .
Predominati sono : macrofagi e cellule epitelioidi e giganti che si dispongono attorno
all’agente patogeno o ai tessuti danneggiati secondo stratificazione .
Aspetto macroscopico : noduli o nodi
Complicanze : calcificazione , flogosi purulente , caseificazione .
Se scatenata da antigeni si ha ——> ipersensibilità di tipo 4 con formazione di c. Giganti
e epiteliodi per effetto delle linfochine Pagina 5 di 18
Queste reazioni immunologiche spesso portano a : necrosi cellulare nell’ambito del
ischemia ,
granuloma . Necrosi anche per : e liberazione di idrolisi scie e da parte di
macrofagi in situ .
A seconda dell’agente provocatore :
- Granulomi a ridotto ricambio cellulare : corrispondo a granulomi da corpo estraneo
caratterizzati da lunga vita e basso indice mitotico dei macrofagi .
- Granulomi a elevato ricambio : sono batterici e si caratterizzano per elevata
proliferazione e migrazione di macrofagi che però hanno vita breve . Una volta sconfitto
il patogeno si ritorna a ridotto ricambio .
Tipologie cellulari della flogosi cronica granulomatosa
Cellule epiteliodi : derivano da macrofagi grazie alle linfochine quando il n° di macrofagi é
superiore a quello necessario per fagocitare sostanze indigeribili .
Simili alle c .epiteliali
Ciclo di 4 settimane
Capacità fagocitaria decrescente con la loro trasformazione
Capacita secernente lisozima , fosfatasi acida , transaminasi , catepsina
Cellule giganti : sincizi con abbondante citoplasma . Derivano anch’essi da macrofagi e
cellule epiteliodi . Si formano quando macrofagi più giovani riconoscendo antigeni di
macrofagi
più vecchi li isolano, internalizzandosi .
Sono incapaci di suddividersi , potere fagocitario inferiore a quello dei mcrfg , emivita di
pochi gg.
GUARIGIONE DELLE FERITE E ANGIOGENESI
Inizia in seguito a danno tissutale
Fasi del processo di riparazione :
- emostasi
- Infiammazione acuta
- Proliferazione
- Rimodellamento
Emostasi ha inizio subito dopo lesione ed é indotta da vasospasmo : contrazione dei vasi
che breve durata .
Se non sono coinvolte piastrine il vaso reciso si rilassa nuovamente permette fuoriuscita
di piastrine che ingabbiate dal collage dei fibroblasti porta a cicatrizzazione .
Le piastrine hanno funzione di :
mantenere in contrazione vaso reciso
Inizio di trombogenesi per impedire altra emorragia
Iniziare angiogenesi
Fase di inf. acuta inizia entro 24 ore dalla lesione vascolare e dura sino a 96 ore .
Neutrofili e macrofagi eliminano detriti cellulari del danno e fanno chemotassi per favorire
la successiva fase di proliferazione .
Proliferazione
Essa ha inizio 4 giorni dopo la ferita e suo durare sino a 3-4 settimane .
Caratterizzata da nuova formazione di vasi , epiteli e stroma connettivale .
Ritorno alla piena funzionalità dipende da diversi fattori che possono favorire o meno il
processo riparativo . Pagina 6 di 18
Rimodellamento
Inizia circa 3-4 settimane dopo la ferita , solo se le fasi precedenti vengono completate
con successo .
Caratterizzata da : sostituzione del tessuto di transazione contessuto connettivo
immaturo che viene trasformato in connettivo maturo con deposizione di collagene .
Fase che dura 2 anni o più .
Guarigione per prima intenzione
Si realizza entro 2-3 giorni se i bordi della ferita sono ravvicinati e non infetti .
Neoangiogenesi a livello dello spazio leso e MEC sintetizzata per colmare spazio tra i
bordi del tessuto .
Col passare del tempo interconnessione dei due bordi sempre più salda grazie anche al
collagene circostante . Nel frattempo epitelio squamoso va incontro a iperplasia
ricoprendo l’area in 3-5 giorni .
Resistenza alla trazione quasi uguale a quello del tessuto adiacente .
Guarigione per seconda intenzione
Si verifica quando i bordi della ferita non sono perfettamente allineati .
Connettivo colma il difetto nel derma superficiale e profondo .
Impedimento nella migrazione delle cellule epiteliali che provano ricoprire superficie della
ferita .
Connettivo fibroso privo degli annessi cutanei . In questo tipi di guarigione sede della
ferita può rimanere ulcerata apparire priva di peli e essere caratterizzata da una tale
proliferazione di tessuto connettivo fibroso da protrudere sulla superficie cutanea in forma
di cicatrice iperplastica .
Fibroblasti e la base meccanicistica della fibrosi
Durante lo sviluppo i fibroblasti hanno un piano di accrescimento ben preciso .
Nei quadrupedi hanno direzione dorso-ventrale a livello del torace , parallele all’asse
lungo negli arti (piano appendicolare ) .
Tutto questo per dire che incisioni chirurgiche secondo direzione del piano di
accrescimento fibroblastico può portare a ridurre la formazione di cicatrici postchirurgiche
La proliferazione fibroblastica durante il processo riparativo viene mediata da diversi
fattori chimici tra cui HIF-alfa e dal fattore di crescita epidermico (EGF) che servono poi a
growth factor e FGF-2, PDGF, EGF e TGF
far liberare altri di diversa nomenclatura (FGF-1
β-1,2 e 3) .
TGF β ha attività regolatore nei confronti dei firboblasti9 e del collagene . Vien prodotto da
piastrine e macrofagi , inducendo chemotassi macrofagica e fibroblastica . Induce anche
sintesi di collagene e delle proteine e della MEC .
In alcune lesioni si forma un tessuto di granulazione ovvero un t.connettivo che si forma
all’interno di una ferita in fase di guarigione . Colore rosso emorragico con sanguinamento
frequente .
Evidente nel cavallo .
Nelle ferite di recente formazione il collagene é molto giovane ed edematoso . Questo poi
evolve in un collage maturo e densamente compresso con poche cellule infiammatorie .
Contrazione delle ferite : reazione scirrosa
In seguito a gravi ustioni il processo di guarigione può interessare ampie regione
cutanee . Pagina 7 di 18
Con il tempo queste zone di connettivo si contraggono esercitando trazione della cute
circostante con conseguente reazione scirrosa che può provocare indurimento della cute
e immmobilizzazione di articolazioni in prossimità della cicatrice .
Contrazione mediata da miofibrobalsti che porta ad avvallamenti e conferisce aspetto
granuloso all’organo . Se coinvolge più aree , abbiamo un aspetto nodulare .
Sclerosi
Deriva da una debole e cronica stimolazione proliferativa dei fibrobalsti con acquisizione
di aspetto fibroso da parte della matrice extracellulare. Nel fegato compare o per
trasformazione delle fibre reticolari preesistenti o per formazione di nuove fibre collagene.
Se il trattamento con la sostanza epatotossica è interrotto viene sospesa la formazione di
nuovo collagene e viene degradato e riassorbito quello in eccesso, grazie agli enzimi
lisosomiali delle cellule epatiche e mesenchimali.
La sclerosi è una delle più comuni atrofie degli organi parinchematosi ed è caratterizzata
dall’aumento con successiva retrazione del connettivo. Gli