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EDEMA POLMONARE
Condizione con eccesso di liquido nel polmone, prima di tutto nello spazio alveolo-capillare, dando luogo a un edema interstiziale. Se la causa alla base di tale eccesso di liquido lo permette, può succedere che questo liquido si trovi anche negli alveoli e in tal caso si parla di edema alveolare. Tutte le zone interessate da acqua sono escluse dagli scambi gassosi.
La prima causa (di tre) riguarda un aumento improvviso della pressione del cuore sinistro che determina un'insorgenza cardiaca sinistra, un aumento della pressione e la comparsa di liquidi che fuoriescono dal versante capillare e si accumulano nello spazio alveolo capillare. Se la situazione è molto molto grave si può avere in questo tipo di edema la presenza di liquidi nello spazio alveolare.
Ci sono altre situazioni che sono da ricondursi a un danno a livello endoteliale (non per forza per aumento di pressione ma proprio per qualcosa che induce una lesione endoteliale, da infezioni, da...
All'effetto sommatorio delle inalazioni, al fatto che il soggetto sia fumatore o meno, cosa che peggiora la situazione. Le polveri di grosse dimensioni, dal punto di vista del danno a livello polmonare, ciò che causano è meno grave rispetto a quelle di piccole dimensioni perché se sono di grandi dimensioni tendono ad essere fermate grazie ai meccanismi di difesa delle vie aeree superiori. Succedono due cose: precipitano e sono bloccate più facilmente. Se sono di piccole dimensioni tendono a oltrepassare le vie aeree superiori, e se sono molto molto piccole (polveri sottili) sono capaci anche di entrare nel circolo e possono essere riscontrate nel sangue e produrre effetti non solo nel polmone ma anche a livello dell'apparato cardiocircolatorio. Per indurre un danno di accumulo le polveri devono rispondere a certi requisiti, quelle che lo fanno sono quelle di carbone e le polveri di silicio e amianto. Le più innocue e comuni sono quelle di carbone.
tipiche anche del fumatore e, una volta che entrano nel polmone, si accumulano nei macrofagi, possono liberare citochine determinando un quadro infiammatorio, accumulandosi possono anche dare luogo a dei noduli di carbone a livello dei bronchi dando luogo a fenomeni di fibrosi limitati alle sedi in cui si formano i noduli.Appunti di Claudia Serra
L'ossido di silicio è molto peggio rispetto al carbone, entra anche nello spazio interstiziale bronchiale e causa un rilascio di alcune molecole come il TNF-beta e alfa, interleuchine, TGF-beta etc. implicate nei sistemi di fibrosi. Il macrofago del carbone non va incontro ai processi di morte che si osservano nel macrofago che ha fagocitato il silicio; quest'ultimo quando muore libera il silicio, e questo viene rifagocitato da altre cellule, riattivando il processo infiammatorio e questo alla lunga crea la formazione di noduli sempre maggiori che possono, all'inizio, non creare grandi problemi alla funzione respiratoria, ma
con l'andare del tempo e con l'esposizione prolungata a queste sostanze, i noduli si ingrandiscono e la silicosi diventa sempre più grave. La situazione peggiore è quella che si può ricondurre all'inalazione di amianto, adesso proibito in quasi tutti gli impieghi ma prima molto usato nei macchinari. È pericoloso perché, oltre a indurre gravi quadri di fibrosi polmonare, determina l'insorgenza di tumori a livello polmonare e a livello della pleura, i cosiddetti mesoteliomi. Anche in questo caso riscontriamo una fagocitosi delle fibre di amianto da parte dei macrofagi, liberazione dei mediatori dell'infiammazione e rilascio e attivazione dei mediatori capaci di indurre fibrosi. Le caratteristiche fisico-chimiche di questa sostanza favoriscono l'insorgenza dei tumori a seguito della sua inalazione. In questo caso i noduli derivati dall'inalazione sono molti di meno rispetto al silicio ma il danno dal punto di vista delleconseguenze è molto più grave, c'è molto più rischio di neoplasia, addirittura nel caso di mesotelioma anche se non si riesce a ricondurre ad un'esposizione all'amianto, si dà per scontato che quello sia la causa. In tutte queste situazioni il fumo di sigaretta aggrava gli effetti per cui se c'è una sostanza che già di per sé può essere cancerogena, con la sigaretta gli effetti vengono aumentati. Interstiziopatie Le interstiziopatie sono malattie interstiziali del polmone caratterizzate da un aumento del tessuto connettivo che va a compromettere gli scambi di gas perché questo connettivo (prevalentemente collagene) si va a posizionare tra gli alveoli e i capillari. Le cause sono diverse anche se la situazione più frequente è quella in cui non si sa la causa quindi si parla di fibrosi polmonare idiopatica, ma anche in quelle in cui si sa la causa, come l'esposizione ad alcuni.farmacicome chemioterapici, esposizione ad amianto o silicio, alcune malattie autoimmuni, quello che sembra essere un meccanismo comune nelle interstiziopatie è un danno infiammatorio a livello degli alveoli che porta all'arrivo di neofibroblasti che attraverso il rilascio di TGF-beta favoriscono il deposito di collagene e quindi una fibrosi più o meno diffusa. Esiste anche una condizione non tanto rara che si chiama sarcoidosi caratterizzata dalla presenza di cellule infiammatorie sottoforma di granulomi a livello polmonare e non solo. La causa non si sa, alcune ipotesi prevedono la presenza di alcuni agenti infettivi di tipo batterico ma non ci sono evidenze definitive. Visto che si tratta di un'infiammazione a livello degli alveoli, l'ipotesi più accreditata è che ci sia un qualcosa che induce un danno alveolare e i meccanismi ciclici di riparazione di questo danno favoriscono un processo di riparazione delle ferite aberrante non normale. QuestoPorta ad una nuova infiammazione quindi presenza delle molecole che portano ad apposizione di collagene, riparazione non adeguata, ritorno di infiammazione e così via. Tutto ciò interrompe gli scambi alveolo capillari.
Sindrome da difficoltà respiratoria acuta (ARDS)
Situazione in cui si ha un danno diffuso dei capillari alveolari, insorgenza rapida, insufficienza respiratoria molto grave e spesso fatale, poca ossigenazione dell'emoglobina, bassi livelli di ossigeno nel sangue.
Appunti di Claudia Serra
Per quello che è il meccanismo, dato il danno a livello dei capillari alveolari, anche somministrando l'ossigeno, la situazione può migliorare di poco, ma non si ha la certezza che ci sia un effettivo miglioramento generale; questo perché l'ossigeno somministrato non riesce comunque a scambiarsi a livello alveolare. Questa situazione può dare origine a quadri di non funzionamento del cuore, dei reni, quadri extra
Possibili cause che possono portare i polmoni ad andare incontro a ARDS: infezioni, sepsi, infezioni polmonari diffuse, alcune patologie ostetrico ginecologiche, traumi estesi, shock (anche settici), ipotensione, inalazione di sostanze tossiche che danneggiano i polmoni.
In questa patologia c'è un'infiammazione polmonare e sistemica con un rilascio importante di citochine e altre molecole infiammatorie. Le citochine, in questa tempesta istochimica, attivano i macrofagi alveolari, i quali richiamano nel polmone molti neutrofili e che a loro volta rilasciano leucotrieni, ROS, PAF, proteasi che vanno a danneggiare l'endotelio aggravando ancora di più la situazione.
Possiamo distinguere due fasi di questo processo infiammatorio acuto:
Prima fase essudativa: tanto edema, liberazione negli spazi capillari di proteine, cellule infiammatorie che vanno a posizionarsi nello spazio alveolare, impedendo lo scambio di gas negli alveoli che possono andare anche
incontro a collasso. Dà ostruzione del circolo polmonare ma anche ipertensione polmonare.
Seconda fase fibro-proliferativa: Se la situazione va avanti si ha una situazione in cui proliferano le cellule alveolari, si deposita collagene e si crea fibrosi. Una delle preoccupazioni di questo tipo di malattia è che, anche superata la fase acuta, il polmone a distanza di mesi può andare incontro a fibrosi, progressiva insufficienza respiratoria (anche a distanza di anni).
Il danno può essere dato da qualcosa che arriva direttamente a livello alveolo capillare e induce il danno o da una causa che induce il danno indirettamente.
COVID 19
Si è cercato di individuare quattro tappe caratteristiche del danno che sono diverse per certi aspetti rispetto ad altre condizioni patologiche.
Replicazione virale: il virus si replica e questo determina infiammazione.
SARS-CoV-2 richiede il recettore ACE2 per entrare nelle cellule epiteliali. La proteina S del virus è essenziale.
Per l'ingresso del virus nelle cellule ospiti legando la glicoproteina Spike al suo recettore cellulare ACE2. Dopo l'ingresso del virus, il genoma dell'RNA viene rilasciato nel citoplasma e tradotto. Il virus può sopravvivere ed essere replicato all'interno delle nostre cellule. Esistono dei meccanismi che cercano di contrastarne la replicazione, se però sono superati allora il virus può farlo e nel cominciare a replicarsi provoca una diminuzione dell'azione dell'interferone che altrimenti bloccherebbe la replicazione virale. Più viene bloccato l'interferone, più il virus replica e più replica più blocca i meccanismi di ostacolo.
Iperinfiammazione: Mentre il virus replica induce degli effetti che portano a morte le cellule che stanno replicando; questo effetto citopatico attiva tutti quelli che possono essere meccanismi di difesa dal danno e aumentano le cellule infiammatorie con rilascio di citochine.
più alti sono i livelli di citochine infiammatorie tanto più grave è la malattia. Anche perché questa replicazione incontrollata porta a una non sufficiente risposta immunitaria