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Seicento

Baldacchino in San Pietro, Bernini, Roma.

- Travalica il confine tra architettura e scultura.

- Eretto sul luogo della tomba di San Pietro , è una struttura bronzea sorretta da colonne tortili.

- Alta una trentina di metri, intendeva essere una celebrazione simbolica della supremazia della

chiesa sul paganesimo e sull’ebraismo: le colonne infatti erano in parte costituite dal bronzo

originariamente impiegato per la decorazione del pronao del Pantheon pagano.

- I diversi incarichi di Bernini furono sotto il mecenatismo papale tra cui un suo intimo amico Maffeo

Barberini che regnò con il nome di urbano VIII.

Santa Maria della Salute, Longhena , Venezia.

- Fatto erigere durante la pestilenza del 1630.

- Pianta ottagonale a pianta centrale, con enorme cupola emisferica appesantita da 12 massicci

contrafforti barocchi a volute, detti “orecchioni”, era considerata da Longhena come una corona

simbolica.

- Chiesa dedicata alla Beata Vergine e la sua statua co una corona di stelle sormonta la cupola e

riappare sull’altare maggiore sotto un’enorme corona che pende dalla volta.

- La forma architettonica con cui Longhena scelse di esprimere l’immagine di una corona divina è un

ottagono rettangolare circondato da un peribolo : forma che non fu adottata nell’architettura

rinascimentale o barocca , ma che aveva caratterizzato gli edifici paleocristiani e bizantini in Italia,

come Santa Costanza a Roma.

- Attraverso le arcate che circondano lo spazio centrale ottagonale si irradiano scenografiche fughe

accuratamente studiate. Da qui la conoscenza del teatro Olimpico di Vicenza di Palladio.

- Il motivo dell’arco di trionfo domina anche la parte centrale della facciata della chiesa della Salute.

- Nella solenne fuga prospettica dal sacrario a cupola al coro rettangolare dei monaci dietro l’altare

maggiore, il controllo dell’illuminazione è studiato come per un palcoscenico.

- Influenza di Palladio riscontrabile in molti elementi :

1) Il limpido interno;

2) Le colonne su alti piedistalli;

3) La scelta cromatica di un sfondo imbiancato che contrasta con gli elementi portanti in

pietra grigia;

4) Il rapporto armonioso e proporzionato tra le parti della chiesa e i prospetti delle due

cappelle laterali, arretrate diagonalmente dal fronte di ingresso, che si ispirano alla chiesa

delle Zitelle di Palladio in Giudecca.

5) Il profilo della cupoletta del presbiterio, a sesto rialzato su un alto tamburo con due

campanili ai lati, segue un modello bizantino-veneziano già adottato da Palladio nel

Redentore.

- Fusione di stile veneziano e palladiano , la cui impostazione personale di Longhena, fondata sulle

qualità scenografiche del barocco, ha conferito nuova coerenza visiva : l’innegabile effetto

pittoresco con cui le cupole si pongono in relazione con il profilo della città è prova di un approccio

alla composizione urbana in termini pittorici, che travalica gli ideali rinascimentali.

- Vedi anche l’imponente scalone del convento di San Giorgio Maggiore a Venezia.

Covent Garden, piazza e chiesa, Inigo Jones , Londra.

- Con le sue alte case, maestose e disadorne, con arcate aperte al piano terreno, che Jones aveva

preso da una piazza di Livorno.

- Essa è la prima delle piazze di Londra con un trecciato regolare.

- Il suo lato occidentale era concentrato sulla piccola chiesa di S. Paolo, con il basso porticato di linee

severe e classiche, ispirato dai trattati cinquecenteschi italiani.

- Primo esempio realizzato nel nord di portici classici con colonne isolate.

Santi Luca e Martina, Cortona, Roma.

- Commissionato dal Cardinale Francesco Barberini, nipote del papa.

- Punto prestigioso del Foro romano, presso l’Arco di Settimo Severo.

- La pare centrale della facciata a due piani segue una curva convessa, che sembra essere prodotta

dalla pressione esercitata dai corpi rettangolari ai suoi lati.

- Le colonne sono incassate nel muro convesso nello stesso modo concepito da Michelangelo per il

vestibolo della biblioteca Laurenziana a Firenze. Il Manierismo fiorentino esercitò sempre una

profonda influenza sul linguaggio architettonico di Pietro.

- L’interno a croce greca co i 4 bracci conclusi a semicerchio, è concepita in maniera parimenti

modulata, con un complesso trattamento delle superfici murarie articolate da gigantesche colonne

ioniche staccate dalla parete ed incassate.

- Come Borromini, Pietro non arricchì l’interno con colori e statue, come avrebbe fatto Bernini. Al di

sotto della trabeazione tutto è realizzato in stucco e travertino bianchi, accentuando così il

carattere architettonico dell’edificio.

- La cripta o la chiesa inferiore è colorata più riccamente, forse con l’intento di comunicare in

qualche misura l’atmosfera misteriosa delle catacombe paleocristiane.

- Durante gli scavi per la chiesa del 1634, fu scoperto il corpo di Martina e Pietro da Cortona ne

collocò i resti in una sontuosa urna – altare nella cripta.

San Carlo alle quattro fontane, Borromini, Roma.

- 1634 incarico per la chiesa e il monastero per i trinitari.

- Torna alla mente lo sviluppo essenzialmente plastico delle membrature architettoniche di

Michelangelo, aveva ovviamente studiato gli edifici antichi a pianta centrale.

- Cassettoni alveolati , si ispirano probabilmente a quelli del mausoleo di Costanza del IV secolo. Esili

proporzioni delle 16 colonne che gremiscono il piccolo interno , conferiscono una nota di

verticalità.

- Rifiuto del colore all’interno della chiesa, che è prevalentemente grigia.

- La chiesa fu costruita tra il 1637 e il 1641.

- La facciata ondulata, benchè progettata una trentina di anni prima, non venne iniziata che nel 1667

, dopo la morte di Borromini.

- Contrasto tra forme concave e convesse, determina la composizione dell’intera facciata, costituita

da ritmi ondulati.

- L’uso dei due ordini giganti con colonne di uguale altezza a ogni piano riprende e sviluppa

ambiziosamente i palazzi Capitolini di Michelangelo, mentre lo strano baldacchino posto sopra la

statua di San Carlo Borromeo formato dalle ali dei cherubini, mostra quanto Borromini si fosse

allontanato da Bernini: per quest’ultimo le statue avevano essenzialmente una funzione narrativa e

non andavano quindi subordinate o mescolate all’architettura; mentre Borromini si affidava moto

più alle forme architettoniche e in genere rifiutava le fonti di illuminazione nascoste.

- La facciata di San Carlo era stata anticipata da Borromini nella facciata curvilinea dell’Oratorio della

Congregazione di S. Filippo Neri.

Sant’Ivo alla Sapienza, Borromini, Roma.

- Pianta composta da due triangoli equilateri sovrapposti che formano una stella a sei punte, simbolo

della sapienza, con uno spazio centrale esagonale.

- A lato dell’esagono sono situate tre absidi semicircolari, così che la pianta sembra un triangolo con

tre absidi.

- Questa forma originale è accentuata dal modo in cui il profilo del cornicione interno si staglia

contro la cupola impostata direttamente sopra di esso, senza la consueta pausa del tamburo.

- Benché i particolari siano tutti classici, l’effetto d’insieme è un dinamismo quasi gotico.

- Seguendo la pianta della chiesa, la cupola ha una superficie sfaccettata, irreperibile negli edifici

rinascimentali.

- Si è voluto individuare la forma di un ape, emblema araldico del papa Barberini Urbano VIII che

aveva nominato Borromini architetto della Sapienza nel 1632.

- Sopra il tamburo si trova una piramide a gradini incoronata dalla lanterna, circondata da colonne

binate con intercolumni concavi.

- Il lanternino termina in una forma ancora più sconcertante : una rampa a spirale, come una torre di

Babele o un ziqurat babilonese, conclusa da un serto d’alloro ardente che sostiene una gabba di

ferro ricurva sotto una croce e una sfera.

Piazza San Pietro, Bernini, Roma

- Mentre Bernini era a Parigi, la Piazza di San Pietro era ancora in costruzione , sostenuto

dall’immancabile aiuto del papa Alessandro VII.

- La basilica richiedeva un accesso di vastissime proporzioni che si accordasse con la sua importanza

fra le chiese del mondo cattolico. Inoltre occorrevano passaggi coperti di qualche tipo per le

processioni e in particolare per le cerimonie solenni del giorno del Corpus Domini , necessario

anche come protezione contro il sole e la pioggia tanto per i pedoni quanto per le carrozze.

- Bernini iniziò nell’estate del 1656 con il disegno di una piazza trapezoidale racchiusa tra facciate di

palazzi di tipo tradizionale sopra porticati ad archi a tutto sesto ma questo schema fu abbandonato

per varie ragioni . Così nel marzo 1657 il primo progetto fu sostituito da un altro con porticati di

colonne isolate a formare un ampia piazza ovale, poco dopo nell’estate dello stesso anno, Bernini

rimpiazzò i porticati con colonnati di colonne isolate sovrastate da una trabeazione dritta.

- Per ragioni rituali e artistiche, il recinto della piazza doveva essere tenuto il più basso possibile. Un

recinto alto avrebbe impedito di vedere il papa benedicente dalla finestre del palazzo. E poi un

recinto relativamente basso era necessario anche per correggere l’impressione poco bella che

facevano le proporzioni della facciata di San Pietro.

- Problemi delle torri (Maderno) , durante il pontificato di Innocenzo X, nuovi schemi per una

soluzione radicale del vecchio problema fu presentata d Bernini. Le sue proposte avrebbero

comportato grandi cambiamenti strutturali e avevano perciò poche probabilità di successo. Quando

si trovò impegnato nei progetti per la piazza, Bernini dovette un’altra volta fronteggiare il difficile

problema della facciata , utilizzando accorgimenti ottici piuttosto che cambiamenti strutturali per

rettificare l’aspetto dell’edificio. Egli suscitò l’impressione di maggiore altezza nella facciata

aggiungendovi i lunghi e relativamente bassi corridoi che continuano l’ordine e il profilo dei

colonnati.

- Le pesanti e massive colonne doriche dei colonnati e le alte, e in confronto sottili, colonne corinzie

della facciata formano un contrasto voluto. E il Bernini scelse la poco ortodossa combinazione di

colonne doriche con la trabeazione ionica, non solo per dare conformità alla piazza

orizzontalmente, ma anche per accentuare le tendenze verticali nella facciata.

- Bernini fu costretto a disegnare la cosiddetta “piazza retta”. Davanti alla chiesa. La lunghezza e la

prospettiva del corridoio nord, e implicitamente la forma della piazza retta, furono determinante

dalla posizione della vecchia e venerabile entrata del palazzo. Continuando il corridoio, il nuovo

scalone cerimoniale, La Scala Regia inizia al livello del portico della chiesa.

- La scelta dell’ovale per la piazza maggiore veniva spontanea per varie considerazioni. Soprattutto

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
25 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ilearte96 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Molteni Elisabetta.