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VALUTAZIONE

Dislessie e disgrafie centrali: valutazione delle prestazioni nella lettura e scrittura sia con parole sia

con non-parole. Analisi qualitativa, semiqualitativa e analisi qualitativa degli errori.

Dislessie periferiche: da negligenza spaziale unilaterale, parole e non-parole manipolando la

posizione del foglio, orientamento, caratteri della stampa e lunghezza dello stimolo; lettura

<<lettera x lettera>>, correlazione tra lunghezza dello stimolo e tempo di lettura e strategia usata.

Disgrafie periferiche: deficit buffer grafemico, lista di parole e non-parole controllate x lunghezza e

struttura ortografica; deficit post-buffer grafemico, somministrare stessa lista di parole/non-parole

sia nello scritto sia nello spelling orale.

I disturbi della programmazione motoria: le aprassie

5.

APRASSIA  deficit primitivo dell’attività motoria che compare durante l’esecuzione intenzionale

di un movimento finalizzato. È tale se non è attribuibile a deficit di input (sensoriale) o output

(motorio primario).

DISSOCIAZIONE AUTOMATICO – VOLONTARIA  il paziente può non essere in grado di

eseguire un movimento in una condizione artificiale.

HEYMANN STEINTHAL 1871  usò il termine x la 1° volta. Il deficit riguarda la relazione tra i

movimenti e gli oggetti da manipolare.

FINKELBURG 1870  ASIMBOLIA, disturbi della funzione simbolica.

I deficit del controllo dei movimenti intenzionali esprimono un disturbo di comunicazione causato

da un riconoscimento inadeguato dell’azione.

THEODOR MEYNERT 1890  propose una distinzione tra asimbolia sensoriale e asimbolia

motoria, quest’ultima designa difficoltà di usare oggetti in assenza di paralisi.

Aprassia e Afasia: lesioni nell’emisfero sinistro. Da un lato sembrano siano causate da un disordine

di astrazione o di concettualizzazione. Dall’altro, causati da un malfunzionamento delle capacità di

produrre sequenze.

NEURONI SPECCHIO (MIRROR MEURONS)  AREA DI BROCA (nella scimmia area frontale

premotoria F5).

HUGO LIEPMANN  1° a occuparsi dell’aprassia. Modello neurofisiologico dell’organizzazione

dell’azione volontaria e dei possibili deficit. Distinse 3 forme di aprassia:

Aprassia ideativa: deficit nel formulare programmi motori

1) Aprassia ideomotoria: difficoltà nel trasformare il programma motorio nelle innervazioni

2) adeguate (memoria cinestesiche), cioè non riuscire a metterlo in pratica.

Aprassia melocinetica: perdita delle innervazioni cinestesiche.

3)

NORMAN GESCHWIND  spiegazione anatomica dell’aprassia come sindrome da

disconnessione. A differenza di Liepmann, riteneva che la stazione finale degli ordini che guidano il

gesto fosse la corteccia premotoria e non il senso-motorio.

Forme cliniche:

Aprassia bucco – facciale (o orale), ABF: difficoltà del paziente nel protrudere la lingua,

a) fischiare, dare un bacio, deglutire e raschiare la gola. Dissociazione tra l’incapacità a

compiere un movimento volontariamente e l’abilità conservata di eseguirlo autonomamente.

Si manifesta in concomitanza con l’aprassia articolatoria (anartria). Lesioni della corteccia

premotoria e della parte anteriore dell’insula dell’emisfero sinistro.

Aprassia del tronco: dissociazione tra i movimenti degli arti e i movimenti eseguiti con la

b) muscolatura assiale. Lesioni frontali bilaterali, che può includere anche aprassia della

stazione eretta e della marcia.

Aprassia degli arti: compromissione dell’organizzazione del gesto finalizzato di ambedue gli

c) arti superiori. Soggetta a dissociazione automatico – volontaria. Lesione emisfero sinistro.

Aprassia ideativa, AI: riduzione della capacità di utilizzare oggetti d’uso comune. Lesioni

d) posteriori dell’emisfero sinistro (cortecce temporale, parietale e occipitale).

Aprassia ideomotoria, AIM: oltre a una ridotta capacità di imitare azioni, possono mostrare

e) deficit nell’eseguire azioni su comando verbale. Lesioni corteccia parietale inferiore,

premotoria laterale dell’emisfero sinistro e del corpo calloso; lesioni gangli della base e

talamo, raramente area supplementare motoria.

Aprassia melocinetica, AMC: movimenti goffi e incompleti delle dita e della mano, contro

f) laterali al lato della lesione, pur mantenendo forza e sensibilità normali. No dissociazione

automatico – volontaria, perché si manifesta sia nelle attività quotidiane sia nel contesto

clinico.

Aprassia callosa: lesioni emisfero sinistro e corpo calloso.

g) Aprassia costruttiva: disturbo di costruire, comporre o disegnare strutture complesse.

h) Discontinuità tra le capacità visuo – percettive e le rappresentazioni cinestesiche.

Aprassia dell’abbigliamento: lesioni parietali bilaterali e per malattie degenerative.

i)

MODELLO di Rothi et altri  distingue 2 vie:

Semantico – lessicale (o indiretta): imitazione di gesti appresi.

1. Sublessicale (o diretta): per i gesti nuovi.

2.

Principali modifiche: a) introduzione magazzino a breve termine (buffer) motorio; b)

coinvolgimento dello schema corporeo; c) soppressione di una via che unisce i 2 lessici delle azioni.

MODELLO COMPUTAZIONALE di Cooper e Shallice  scopo: spiegare i meccanismi del

sistema, contention schedulino o pianificatore di confini, permette di svolgere con successo attività

divenute familiari per il fatto di averle praticate a lungo.

Componenti principali: sistema di rappresentazioni degli oggetti, degli schemi delle azioni e gli

effettori, ma anche intenzioni e l’ambiente.

RIABILITAZIONE

Addestramento diretto: il paziente è invitato a fare un uso vero e proprio di oggetti e utensili.

Addestramento esplorativo: viene spiegata la relazione tra la struttura di un oggetto la sua funzione.

I disturbi della memoria

6.

Memoria: capacità di immagazzinare info alle quali attingere quando necessario.

Memoria a BREVE TERMINE (o primaria), MBT  mantenimento e manipolazione dell’info x brevi

periodi di tempo.

Memoria a LUNGO TERMINE (o secondaria), MLT  acquisizione e recupero delle info durante

periodi + prolungati. Si suddivide in:

Dichiarativa o esplicita: ricordi riferiti verbalmente. Comprende: memoria episodica (eventi)

a) e memoria semantica (fatti).

Non dichiarativa o implicita: memorie che si esprimono attraverso la prestazione.

b) Comprende: facilitazione (priming), memoria procedurale (abilità motorie, cognitive e

percettive), condizionamento.

Esistono 2 processi: apprendimento e ricordo o memoria vera e propria. Fasi: codifica, elaborazione

iniziale dell’info; consolidamento, permette di generare una rappresentazione stabile nel tempo,

cioè una traccia; immagazzinamento, registrazione permanente della traccia.

Apprendimento volontario: intenzionale. Apprendimento non volontario: incidentale.

DEFICIT SELETTIVO MBT UDITIVO – VERBALE  la MBT verbale o circuito fonologico è

costituita da magazzino fonologico e ripasso articolatorio. Pazienti con pregressa afasia di

conduzione. Lesioni in sede parietale inferiore o temporale postero-superiore, oppure frontale

inferiore a livello dell’area di Broca.

Caratteristiche: a) deficit dello span di memoria immediata x sequenze non strutturate di materiale

uditivo – verbale; b) prestazione migliore con presentazione visiva dello stimolo; c) deficit non

attribuibile a un disturbo di analisi fonologica; d) deficit non attribuibile a problemi di produzione

della risposta verbale.

SPAN  test che indica la capacità della MBT. Consiste nel presentare uditivamente sequenze di

cifre di lunghezza crescente che il paziente deve ripetere immediatamente nello stesso ordine.

Criterio: ripetere almeno 1 sequenza corretta su 2 o 2 su 3.

DISCRIMINAZIONE FONOLOGICA  consiste nel chiedere al soggetto di discriminare due suoni

molto simili.

DEFICIT MBT VISUO – SPAZIALE  lesione vascolare nelle aree temporo – parieto – occipitali

dell’emisfero di destra.

TEST di CORSI  prova di span spaziale, che valuta la memoria x posizioni in modo sequenziale.

MEMORIA PER MATRICI  test di memoria visiva. Si presentano delle scacchiere in cui metà dei

quadretti sono anneriti.

DEFICIT MLT: LA SINDROME AMNESICA  amnesie sono deficit di memoria episodica

conseguenti a lesione cerebrali o traumi psicologici.

Amnesia anterograda: incapacità di apprendere nuove info a partire dall’esordio della malattia;

Amnesia retrograda: difficoltà nel rievocare eventi passati, antecedenti all’insorgenza della

malattia;

Amnesia globale: entrambi gli aspetti. Possibili presenza di confabulazioni (provocate o spontanee,

falsificazioni involontarie della memoria che si verificano in presenza di coscienza integra) e

anosognosia (mancata consapevolezza di malattia). Lesioni temporali mesiali, diencefaliche,

frontobasali.

Memoria autobiografica: capacità di rievocare gli eventi che costituiscono il proprio passato

personale.

Teoria della traccia multipla  l’ippocampo è sempre coinvolto nel riattivare la traccia mnestica,

perché ricostruisce il contesto spaziale dell’episodio.

Valutazione

Esistono 3 forme di ricordo:

Rievocazione (recall): richiamo di info che ci sono state richieste o che desideriamo

1. richiamare.

Rievocazione facilitata (cued recall): ha luogo quando è fornito un aiuto specifico per

2. facilitarla.

Riconoscimento (recognition): consiste nell’individuare come familiare materiale che

3. abbiamo già incontrato.

Apprendimento verbale  ci sono 3 prove: apprendimento di liste di parole, apprendimento di

coppie di parole e breve racconto.

Un’altra prova è il test di Buschke e Fuld che permette di differenziare la rievocazione dal

consolidamento. Altra prova è la curva di posizione seriale.

Effetto eventi recenti o recency  le ultime parole della lista sono rievocate meglio.

Effetto eventi iniziali o primacy  le prime parole della lista.

Apprendimento visuo – spaziale  test: apprendimento al Corsi, apprendimento supra – span,

apprendimento di un percorso in un labirinto e riproduzione differita di una figura complessa.

Questionario di memoria autobiografica. Tutte queste prove richiedono rievocazione, mentre x

verificare il riconoscimento ci sono: Prove di riconoscimento verbale, richiedono di riconoscere

alcune parole presentate in precedenza che il soggetto vede x la prima volta; test delle facce

ricorrenti.

Batterie <<globali>> x la valutazione della memoria che danno indice totale dell’amnesia:

Wechsler Memory Scale (WMS) di cui fornisce un quoziente di memori (QM) e un

1. quoziente intellettivo (QI) del paziente.

Rivermead Behavioural Memory Test (RBMT) utile ai fini riabilitativi, misura le abilità x

2. un buon funzionamento dei processi di memoria in situazioni quotidi

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
20 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/02 Psicobiologia e psicologia fisiologica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher fbionda di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Neuropsicologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Gentiloni silveri Alfredo.