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La rappresentazione del corpo e i suoi disturbi
La rappresentazione che noi abbiamo del nostro corpo è una rappresentazione multisensoriale, perché è il prodotto di informazioni che provengono da diverse parti.
Attraverso quali sensazioni conosciamo il nostro corpo?
- Sensi corporei (tatto, temperatura, dolore)
- Propriocezione (posizione, tono, movimento)
- Programmazione motoria
Lo schema corporeo è basato su informazioni propriocettive e motorie, ed è finalizzato al controllo dell'azione. Un deficit nello schema corporeo di solito è causato da un deficit:
- Deafferentazione periferica (recettori/midollo)
Un esempio di deficit dello schema corporeo è l'aprassia (schema corporeo deficitario).
L'immagine corporea è una rappresentazione consapevole basata prevalentemente su informazioni visive.
- Deafferentazione centrale (corteccia somato-sensoriale)
- Descrizione strutturale vs. semantica del corpo: strutturale se l'immagine vera e propria è
alterata;semantica se il significato è alterato
Un esempio di deficit all’immagine corporea autotopoagnosia (deficit di descrizione strutturale del corpo, il paziente non è in grado di distinguere le varie parti del corpo); oppure l’afasia (o anomia) selettiva per parti del corpo, per cui il paziente non è in grado di nominare determinate parti del corpo.
La sensazione di ownership è la localizzazione delle sensazioni corporee in uno spazio ben definito.
Lo schema corporeo rappresenta i confini del corpo. Le regioni dello spazio che occupano le mie sensazioni corporee sono uniche, private, non condivisibili.
L’immagine corporea condivisa con gli altri.
Pazienti con autotopoagnosia falliscono identificazione di parti del corpo sia su loro stessi che su manichini (non sempre). Per formare la rappresentazione del corpo:
- AFFERENZE SENSORIALI
- Casi descritti da Jonathan Cole (1991)
Deafferentazione somatosensoriale: tutte le informazioni che dalle varie parti del corpo arrivavano al cervello non arrivano più, a causa di una lesione della spina dorsale. IW e GL non erano in grado di percepire alcuna sensazione tattile o propriocettiva al di sotto del collo e della bocca. Non erano in grado di dire dove si trovassero gli arti nello spazio, in assenza di visione. Al buio non erano in grado di camminare e nemmeno di stare in piedi.
NB: qualsiasi abilità motoria riacquistata dal paziente richiedeva necessariamente la mediazione della visione.
Pierre Bonnier (1905) "aschematia": perdita dello schema corporeo conseguente a vertigini di origine vestibolare.
2. INTEGRAZIONE MULTISENSORIALE
La rappresentazione del corpo si fonda sull'integrazione di informazioni provenienti da diverse modalità sensoriali (tatto, propriocezione, visione, segnali vestibolari...). È possibile dimostrarlo mettendo in conflitto le diverse modalità.
sensoriali (illusione di Pinocchio) ostudiando pazienti che non ricevono informazioni da una modalità sensoriale (caso I.W. di Cole).Correlato anatomico: giunzione temporo-parieto-occipitale.Lesioni e stimolazioni di queste regioni causano illusioni percettive di:duplicazione del corpo (fenomeni autoscopici -"heautoscopy")- se viene stimolata con stimolazione magnetica, per eccitare la funzionalità, il giro angolare- di sinistra, una persona distesa di lato percepisce la presenza di un'altra persona messanello stesso modo dietro di lei (a presence behind)Se viene stimolata la parte omologa nell'emisfero destro vengono percepite le out of body- experiences: una persona distesa su una superficie percepisce il suo stesso corpo fluttuantenello spazio sopra di lei.Me and my shadow-allungamento di arti- deformazione di arti- 3. PLASTICITÀ CEREBRALEPlasticità delle aree motorie con l'esercizio➜percezione tattile allenata fino ariconoscere la scrittura Braille
Integrazione di strumenti extracorporei nella rappresentazione del corpo
Ricodifica dello spazio extrapersonale come peripersonale (porzione dello spazio che rappresenta il nostro ambito di azione) con l'uso di uno strumento.
Nonostante i fenomeni di plasticità, la rappresentazione cosciente del corpo mostra aspetti di grande stabilità.
Fenomeno dell'ARTO FANTASMA: sensazione che un arto amputato sia ancora presente nonostante la riorganizzazione delle aree somato-sensoriali. È presente anche in bambini con aplasia congenita dell'arto.
Teoria della neuromatrice di Melzack: substrato congenito della rappresentazione corporea che però è influenzato dall'esperienza -> circuito cerebrale che comprende il lobo parietale.
La rappresentazione corporea può essere alterata anche in seguito a lesioni cerebrali: fenomeni di percezioni di arti soprannumerari - fenomeni di scomparsa dell'arto - sensazione
Di una presenza aliena - Importanza delle regioni parietali nella sensazione di integrità del proprio corpo. Autotopoagnosia: perdita della conoscenza spaziale esplicita della localizzazione delle parti del corpo. È un disturbo raro, causato solitamente da lesioni focali di origine tumorale o ictale. Lesione: parietale/occipito-parietale sinistra. Associata ad altri disturbi neuropsicologici (ad es. afasia, aprassia, NSU, agrafia, acalculia, agnosia digitale e disorientamento dx-sx).
INTERPRETAZIONI:
- Deficit linguistico riguardante la categoria "parti del corpo"
- Disturbo generico nella localizzazione delle parti di un qualunque oggetto (struttura) complesso
- Disturbo di consapevolezza
- Disturbo specifico della conoscenza del corpo
Micro/macrosomatognosia: sensazione che alcune parti del corpo diventino molto più grandi o piccole. Sindrome di "Alice nel paese delle meraviglie" causata da emicrania, epilessia, encefalite, intossicazioni da droga.
Valutata chiedendo di disegnare il proprio corpo. Disorientamento dx-sx: incapacità di distinguere il lato destro dal sinistro, sul proprio corpo, sul corpo altrui o su un modello. Lesione: parieto-occipitale sinistra o destra, deterioramento cognitivo. Emisfero destro: ruolo nel giudizio destra-sinistra soprattutto in compiti di rotazione mentale. Agnosia digitale: incapacità nel denominare o nel mostrare le proprie dita, su comando verbale o non verbale (ad es. indicando il dito toccato dall'E). Lesione: parieto-occipitale sinistra o (meno frequente) destra. Forse diversi meccanismi sono responsabili del deficit, se la lesione ha danneggiato aree dell'emisfero destro (deterioramento cognitivo) o sinistro (disturbo linguistico). Non è un caso particolare di autotopoagnosia (doppia dissociazione). Disorientamento dx-sx e agnosia digitale possono presentarsi indipendentemente, ma sono spesso associati. Insieme ad acalculia e agrafia, fanno parte della Sindrome di.Gerstmann. Importante associazione soprattutto fra agnosia digitale e acalculia in studi TMS e in pazienti (studi sui bambini in età di sviluppo).
Negligenza personale unilaterale o emisomatoagnosia: tendenza del paziente a non prestare attenzione alla parte del corpo controlaterale alla lesione. Il paziente si comporta come se metà del corpo non esistesse. Lesione: emisfero destro (asimmetria emisferica). Indipendente da negligenza unilaterale per lo spazio extrapersonale.
Negligenza motoria: tendenza del paziente a non utilizzare gli arti controlaterali alla lesione pur in assenza di deficit motori primari completi. Lesioni: emisfero destro (asimmetria emisferica), regioni anteriori frontali. È un disturbo diverso dalla ipocinesia direzionale: disturbo di programmazione motoria, verso lo spazio controlesionale.
Eterotopagnosia: rappresentazione del corpo interpersonale, evidenze scientifiche indicano che la rappresentazione corporea del proprio corpo e di quello altrui sia condivisa.
Mapping delle parti omologhe quando questa differenziazione viene a mancare si possono avere confusioni.
Paziente che puntava al proprio naso invece che a quello dell'esaminatore: lesione parietale sinistra.
Somatoparafrenia: convinzioni deliranti riguardanti la metà del corpo controlaterale alla lesione.
Il paziente: non riconosce gli arti controlesionali come propri, afferma che gli arti controlesionali appartengono a qualcun altro (parente, medico...).
Misoplegia: una forma di somatoparafrenia, in cui il paziente sviluppa una forte avversione nei confronti degli arti controlesionali.
I DISTURBI DELL'ATTENZIONE
Cosa fa l'attenzione?
Seleziona le informazioni sulla base della loro rilevanza o della loro salienza percettiva- Aumenta o diminuisce le risorse cognitive impegnate per svolgere adeguatamente uno o più compiti
Mantiene nel tempo la concentrazione
Regola le funzioni sensoriali, cognitive e motorie
Cause dei disturbi dell'attenzione:
Trauma
cranico- Patologia cerebro-vascolare- Patologia degenerativa- Infezione del sistema nervoso centrale- Abuso di sostanze/esposizione a sostanze tossiche- I MODELLI DELL'ATTENZIONEIl modello anatomo-fisiologico di Posner (1990) prevede tre principali sottosistemi, mediati dastrutture nervose distinte, tra loro connesse. I tre sistemi sono:Sistema della vigilanza - arousal: regola, attraverso il sistema noradrenergico, il mantenimento di1. uno stato di attivazione (arousal). Permette di preparare e sostenere uno stato d'allerta.Localizzato nell'emisfero destro.
Sistema posteriore dell'attenzione - stimulus driven: responsabile sia dell'orientamento2. dell'attenzione verso stimoli sensoriali, che della facilitazione verso stimoli selezionati per la loroposizione nello spazio o per il possesso di caratteristiche specifiche.Di questo sistema fanno parte 3 strutture:Corteccia parietale posteriore: funzione di sganciamento- Pulvinar: funzione di
- agganciamento- Collicolo superiore: funzione di spostamento dell'attenzione
- Sistema anteriore dell'attenzione - controllo esecutivo: monitoraggio del comportamento e elaborazione consapevole dell'esperienza. Localizzato nella corteccia prefrontale mediale
Il modello di Corbetta e Shulman (2002) prevede due sistemi anatomo-funzionali parzialmente indipendenti:
- Dorsale (solco intraparietale, lobulo parietale superiore, campi oculari frontali di entrambi gli emisferi) coinvolto nella selezione degli stimoli sulla base del compito (goal-directed)
- Ventrale (giunzione temporo-parietale, corteccia frontale ventrale) coinvolto nella rilevazione di stimoli rilevanti e inaspettati (stimulus-driven)
Il modello funzionale multi-componenziale di Van Zomeren e Brouwer (1994) ha permesso di classificare i disturbi dell'attenzione sulla base di due dimensioni principali:
- Intensità (dimensione temporale) - Allerta: funzion