vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
A TERORIA DEL VALORE
Secondo Smith, il valore di una merce può essere inteso in due modi: il valore d’uso e il valore di
scambio.
Il valore d’uso= indica la capacità del bene di soddisfare un certo bisogno. L’acqua, nel
deserto, ha un elevato valore d’uso.
Il valore di scambio è una misura intrinseca che dipende dal lavoro comandato: si tratta del
rapporto tra il prezzo nominale di una merce e il prezzo nominale del lavoro Pi/W. Il lavoro
comandato esprime il numero di ore di lavoro che bisogna compiere per ottenere un salario
corrispondente al prezzo della merce considerata (se un’ora di lavoro costa 5 euro e la merce
ha un prezzo di 30 euro, allora il lavoro comandato della merce sarà di 6 ore). Smith
considera il lavoro e non la moneta perché quest’ultima era eccessivamente variabile nel
tempo.
Il valore di scambio di una merce dipende anche dal tipo di economia
considerata:
-- Nelle economie primitive, il lavoro comandato coincide con quello incorporato e cioè il costo del
lavoro necessario a ottenere un bene. Dunque, il valore di scambio di una merce dipende
esclusivamente dalla quantità di lavoro impiegata. Per esempio: se un’ora di lavoro costa 5euro e la
merce prodotta richiede due ore, allora il valore di scambio del bene è pari a 10 euro. Nelle
economie primitive il prodotto netto appartiene ai lavoratori.
-- Nelle economie avanzate, il lavoro comandato è maggiore di quello incorporato perché il prezzo
nominale contiene i Salari, i profitti e le rendite, ossia il prezzo del lavoro, del capitale e delle terre.
In questo caso, il prezzo nominale esprime il costo complessivo di produzione di un bene.
Il valore di una merce dipende indirettamente dal suo costo complessivo di produzione.
N.B= il prezzo nominale è espresso in moneta. Il valore di una
merce è espresso in termini di lavoro. Smith sceglie il lavoro e
non la moneta, per determinare il valore di scambio di una
merce, perché quest’ultima era, a parer suo, eccessivamente
variabile al contrario del lavoro che aveva un valore fisso.
LA TEORIA DEI PREZZI
Il meccanismo della mano invisibile è esposto da Smith nella teoria dei prezzi, facendo riferimento
alla variazione di quest’ultimi a causa del mercato.
Per capire questo meccanismo, Smith introdusse tre definizioni: il prezzo di mercato, il prezzo
naturale e la domanda effettiva o effettuale.
Il prezzo di mercato= indica il prezzo cui una merce, in un certo momento, è venduta.
Il prezzo naturale= indica il prezzo medio, ossia quello attorno al quale una merce oscilla per un
certo periodo.
La domanda effettiva o effettuale= indica la quantità di merce che i consumatori sono disposti a
comprare se il prezzo fosse al suo livello naturale.
Il meccanismo della mano invisibile è un sistema di aggiustamento che opera continuamente nei
mercati e permette di produrre quanto serve a soddisfare la domanda ad un prezzo naturale. I
mercati producono un insieme ordinato di scambi, dove ognuno prende ciò che ha bisogno a un
prezzo naturale, senza che qualcuno intervenga.
In particolare, questo è il funzionamento della mano invisibile: se la domanda effettiva è superiore
all’offerta, allora il prezzo di mercato è superiore a quello naturale; se la domanda effettiva è
inferiore all’offerta, allora il prezzo di mercato è inferiore a quello naturale.
Ogni volta che il prezzo di mercato non coincide con quello naturale, significa che una delle
componenti (profitti, rendite, salari) del prezzo nominale delle merci si allontana dal livello
naturale. Per risolvere questa situazione, la componente inficiata viene finanziata mediante un
afflusso di capitali che fa aumentare la produzione, riducendo così il divario rispetto alla quantità
domandata e il prezzo può tornare ad un livello naturale.
Le tre componenti del prezzo nominale hanno velocità diverse:
1)I profitti=il prezzo del capitale, sono i più variabili perché si spostano velocemente dal
livello naturale.
2)Le rendite= il prezzo della terra, sono i più stabili perché scaturiscono da contratti di
affitto pluriennali.
3)I salari= il prezzo del lavoro, sono una via di mezzo tra i due precedenti perché si
trovavano a un livello di sussistenza che può variare al crescere o meno del
sistema economico.
La teoria dei prezzi permette di capire la ragione dell’oscillare dei prezzi rispetto al livello
naturale ma non definisce cosa sia quest’ultimo.
La teoria della distribuzione.
Questa teoria vuole spiegare il livello naturale delle tre componenti del prezzo di una merce:
profitti, salari e rendite.
1) I profitti: non esiste un vero e proprio livello naturale perché il saggio di profitto è un
fattore difficile da osservare; esso costituisce il risultato dell’attività economica che è
piuttosto variabile. Per queste ragioni, Smith suggerisce di fare riferimento al saggio
d’interesse, che si forma sui mercati finanziari, monetari.
2) I salari = il livello naturale dipende dalla contrapposizione tra imprenditori e operari. All’epoca
di Smith le associazioni operaie, al contrario di quelle imprenditoriali, non erano legali; ciò ha
determinato uno squilibrio della forza contrattuale che ha permesso agli imprenditori di imporre un
salario naturale di sussistenza. In momenti di crescita economica, i salari superano la soglia di
sussistenza, in periodi negativi invece, i salari scendono sotto il livello naturale e in questo modo
una parte della popolazione perisce – permettendo al sistema di riequilibrarsi.
3)Le rendite= costituiscono il prezzo per l’utilizzo della terra. Esse possiedono un livello naturale
perché sia le terre sia gli affitti, scambiati nel mercato, determinano un prezzo medio. Il livello
naturale delle rendite e dei salari è il più stabile.
La teoria della crescita.
Secondo Smith, il progresso economico è possibile solo grazie all’aumento dell’occupazione e della
produttività.
--Per aumentare la produttività è necessario che ogni individuo, impegnato in un’attività economica,
investa le proprie risorse al meglio. La specializzazione è il fattore fondamentale della produttività
del lavoro perché permette di migliorare l’efficienza dei processi produttivi e trovare nuove
tecnologie.
--Per aumentare l’occupazione è necessario, invece, che le classi privilegiate investano una parte
delle proprie risorse nei lavoratori produttivi e non. I primi sono coloro che producono beni di
consumo; i secondi sono quelli che producono servizi.
Malthus
Malthus fu il primo demografo della storia e il suo pensiero è racchiuso nell’opera del 1798:
“principio di popolazione”. In quest’opera, l’autore sostiene che il sistema economico sarebbe
collassato se l’andamento demografico non avesse rallentato, andando di pari passo con le risorse
disponibili.
Il pensiero pessimistico Malthusiano parte da quello di Smith e si basa su due fattori fondamentali:
1) il tasso di accrescimento della popolazione, 2) il tasso di disponibilità delle risorse.
1) Secondo Malthus, la popolazione cresce ogni venticinque anni con una progressione
geometrica di tipo 2.
2) Le risorse alimentari, invece, crescono con una progressione aritmetica.
In questo contesto, Malthus riteneva che solo guerre, carestie e pestilenze avrebbero potuto
riequilibrare la popolazione con le risorse disponibili.
Per queste ragioni, Malthus sosteneva che l’aumento del reddito pro-capite avrebbe accresciuto il
tasso di natalità ma non le risorse, comportando così il collasso del sistema.
David Ricardo
David Ricardo è un economista inglese, attivo nella prima metà dell’800, che scrisse:
“principi di economia politica”.
In quest’opera, Ricardo sostiene che il compito principale dell’economia politica è spiegare
il modo in cui il prodotto netto si ripartisce tra le classi che partecipano alla sua
formazione.
Ricardo ha costruito un modello semplificato che descrive il funzionamento di un sistema
economico elementare, dove si produce solo grano. L’autore cerca quindi di spiegare
come la produzione agricola si sviluppa in un sistema capitalistico.
Ricardo, partendo dalla teoria della distribuzione Smithiana, analizza come si evolve la
produzione agricola attraverso la coltivazione naturale di terreni che hanno diversa fertilità.
Prima di tutto, sono coltivati i terreni più fertili e poi, in base alle esigenze alimentari, anche
quelli che lo sono meno. Questo significa che il costo del grano è crescente e che i
coltivatori di terre meno fertili riceveranno una resa minore rispetto agli altri.
Questa situazione è espressa dal grafico della funzione Y= f(L) che indica quanta Y di
grano è prodotta in relazione all’impiego di L lavoratori.
Come si può osservare, la produzione del grano cresce con un tasso sempre minore,
perché la fertilità della terra è calante. Tutto ciò significa che all’aumentare della
produzione, il saggio di profitto tenderà a zero, perché: il monte salari sarà sempre
maggiore e le rendite dei proprietari terrieri accresceranno a causa della richiesta di fondi
fertili.
R: ammontare di grano che può essere percepito dai proprietari terrieri. P --> profitti
W: monte salari.
LAVORO E REMUNERAZIONE
Ricardo condivide la concezione di Smith e in parte anche quella di Malthus, perché
sostiene che i salari sono a un livello di sussistenza e devono rimanere tali, onde evitare
che la popolazione cresca e che il salario unitario diminuisca.
Infatti, per ogni lavoratore in più, il reddito pro-capite diminuisce e con esso il saggio di
profitto.
La teoria della crescita.
Secondo Ricardo ci sono tre classi:
- PROPRIETARI TERRIERI
- LAVORATORI
- CAPITALISTI
Ricardo sostiene che il sistema economico può crescere solamente se i capitalisti consumano una
parte delle proprie risorse e l’altra la investono nel monte salari, consentendo così di pagare più
occupati l’anno successivo.
N.B: I proprietari terrieri , invece, NON fanno crescere il sistema perché essi consumano tutte le
rendite percepite. Infine, i lavoratori non possono investire risorse perché il proprio salario è di
sussistenza.
CONSEGUENZE:
La conseguenza è che il numero di lavoratori aumenta, le rendite dei proprietari terrieri aumentano,
il monte salari aumenta e l’area dei profitti si stringe progressivamente.
Tutto ciò peggiora la situazione dei capitalisti perché i profitti tendono a zero.