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COSTI FISSI E COSTI VARIABILI

Alcuni COSTI variano al variare della PRODUZIONE, mentre altri rimangono invariati finché l’impresa produce

qualcosa. Suddividiamo il COSTO TOTALE (CT) in due componenti:

COSTO FISSO (CF): un costo che non varia con il livello di produzione e può essere eliminato soltanto

cessando l’attività (es spese per riscaldamento, manutenzione impianti, energia elettrica = costi che rimangono

invariati INDIPENDENTEMENTE DALLA PRODUZIONE);

COSTO VARIABILE (CV): un costo che varia al variare del livello di PRODUZIONE (salari, costi di

materi prime).

Un COSTO FISSO non varia con il livello di produzione, ma deve essere pagato anche se non viene prodotto nulla.

L’unico modo in cui un’impresa può eliminare i COSTI FISSI è quello di cessare l’attività (alti dirigenti e personale di

supposto, per esempio, non serviranno più).

FISSO O VARIABILE?

Come si fa a distinguere tra costi fissi e variabili? La risposta dipende dall’ORIZZONTE TEMPORALE considerato:

- Su un ORIZZONTE TEMPORALE MOLTO BREVE, per esempio di pochi mesi, la maggior parte dei

COSTI è FISSA. Su un periodo così breve, impresa solitamente è obbligata appagare le forniture di

materie prime previste dai contratti e non è in grado di licenziare i lavoratori, indipendentemente dal

livello di produzione;

- Su un PERIODO DI TEMPO PIÙ LUNGO, per esempio di due o tre anni, molti costi diventano variabili.

Su questo orizzonte temporale, se l'impresa vuole ridurre la produzione, può diminuire la forza lavoro,

acquistare meno materie prime;

- Su un ORIZZONTE TEMPORALE MOLTO LUNGO, per esempio di dieci anni, quasi tutti i costi sono

variabili: lavoratori e manager si possono licenziare (o la forza lavoro si può ridurre mediante il blocco del

turnover) e si possono vendere molti macchinari

COSTI FISSI E COSTI SOMMERSI A CONFRONTO

È bene distinguere i COSTI FISSI dai COSTI SOMMERSI, perché i COSTI FISSI influenzano le decisioni che

riguardano il futuro dell’impresa, mentre i costi sommersi no.

COSTI FISSI ELEVATI rispetto ai RICAVI, e NON RIDUCIBILI, posso portare alla chiusura dell’impresa, per

evitare continue perdite.

COSTO SOMMERSO ELEVATO potrebbe rivelarsi in seguito una cattiva scelta, ma la spesa è già stata sostenuta e

non può essere recuperata con la chiusura dell’attività (le cose cambiano per un COSTO SOMMERSO

POTENZIALE).

Nella pratica, molte imprese non distinguono sempre tra costi sommersi e fissi. Ad esempio alcune imprese decidono

di ammortizzare dei costi sommersi come se fossero costi fissi.

L’AMMORTAMENTO è la procedura con cui una spesa una tantum si considera come costo annuo distribuito su un

certo numero di anni.

COSTO MARGINALE E COSTO MEDIO

Dopo aver spiegato i concetti di COSTO MARGINALE e COSTO MEDIO, considereremo come l’analisi di costi

differisce nel breve e lungo periodo.

COSTO MARGINALE (C’)

Il COSTO MARGINALE, chiamato anche costo incrementale, è l’incremento di costo che risulta dalla produzione di

una unità di prodotto in più. Poiché il costo fisso non cambia al variare del livello di produzione dell’impresa, il

COSTO MARGINALE è uguale all’incremento di costo variabile o di costo totale causato da una unità di prodotto in

più. Il COSTO MARGINALE ci indica quanto COSTA aumentare la produzione di una unità. Possiamo dunque

scrivere il costo marginale come:

Il COSTO MEDIO TOTALE (CMT) è il costo totale dell’impresa diviso per il livello PRODUZIONE (o uotput):

48

in sostanza, il costo medio totale ci indica il COSTO DI PRODUZIONE UNITARIO.

Il COSTO MEDIO TOTALE ha due componenti:

1. il COSTO MEDIO FISSO (CMF) è il costo fisso diviso per il livello di produzione: . Poiché il COSTO

FISSO è COSTANTE, il COSTO MEDIO FISSO diminuisce all’aumentare del livello di produzione;

2. Il COSTO MEDIO VARIABILE (CMV) è il costo variabile diviso per il livello di produzione: .

I COSTI NEL BREVE PERIODO

Q CF CV CT C ’ CMF CMV CMT

0 50 0 50 ------ ------ ------ ------

1 50 50 100 50 50 50 100

2 50 78 128 28 25 39 64

3 50 98 148 20 16,7 32,7 49,3

4 50 112 162 14 12,5 28 40,5

5 50 130 180 18 10 26 36

6 50 150 200 20 8,3 25 33,3

7 50 175 225 25 7,1 25 32,1

8 50 204 254 29 6,3 25,5 31,8

9 50 242 292 38 5,6 26,9 32,4

7.2 I COSTI NEL BREVE PERIODO

I DETERMINANTI DEL COSTO NEL BREVE PERIODO

La tabella mostra l’aumento dei costi VARIABILI e TOTALI con l’aumento della PRODUZIONE nel BREVE

PERIODO.

Il TASSO DI AUMENTO dei COSTI VARIABILI e TOTALI nel BREVE PERIODO dipende dalla natura del

processo di produzione e dal grado in cui la produzione comporta rendimenti marginali decrescenti dei fattori variabili

(i rendimenti marginali decrescenti del lavoro si hanno quando il prodotto marginale del lavoro è decrescente). Se il

LAVORO è l’UNICO fattore PRODUTTIVO per aumentare la produzione l’impresa deve AUMENTAR la FORZA

LAVORO. Perciò, se il PRODOTTO MARGINALE DEL LAVORO DIMINUISCE all’aumentare della forza lavoro,

occorre SPENDERE sempre di più per AUMENTARE il RITMO DI PRODUZIONE.

Il risultato è che i COSTI VARIABILI e TOTALI AUMENTANO ALL’AUMENTARE DELLA PRODUZIONE.

Se il prodotto marginale del lavoro diminuisce solo leggermente all’aumento della quantità di lavoro, i costi non

saliranno tanto rapidamente con l’AUMENTO del RITMO DI PRODUZIONE.

Esaminiamo la relazione tra PRODUZIONE e COSTO, concentrandoci sui costi di un’impresa in grado di assumere

tutta la forza lavoro che desidera a un salario fisso w.(Ricordiamo che C’ è la variazione di costo variabile risultante da

una variazione unitaria della quantità prodotta ).

La VARIAZIONE DI COSTO VARIABILE è pari al costo unitario del lavoro aggiuntivo w moltiplicato per il lavoro

aggiuntivo necessario per ottenere l’aumento di produzione ΔL. Poiché , segue che:

Ricordiamo che il prodotto marginale del lavoro è la variazione di produzione risultante da una variazione unitaria del

fattore lavoro. Perciò il lavoro aggiuntivo necessario per ottenere un’unità aggiuntiva di produzione è . Di

conseguenza:

L’equazione stabilisce che quando vi è solo UN FATTORE PRODUTTIVO VARIABILE, il COSTO MARGINALE è

uguale al PREZZO del fattore produttivo diviso per il suo PRODOTTO MARGINALE (es PML =3; salario = 30

€/h…).

49 A

RENDIMENTI MARGINALI DECRESCENTI E COSTO MARGINALE

I RENDIMENTI MARGINALI DECRESCENTI indicano che il PRODOTTO MARGINALE DEL LAVORO

diminuisce al crescere della quantità di lavoro impiegata. Di conseguenza, il COSTO MARGINALE AUMENTA al

CRESCERE della PRODUZIONE.

Infatti livelli di produzione da O a 4, il costo marginale è decrescente; per livelli di produzione da 4 a 11, invece, il

costo marginale è crescente; ciò riflette la presenza di rendimenti marginali decrescenti.

LE FORME DELLE CURVE DI COSTO

Le figure illustrano come varie misure di costo cambino al variare della produzione.

- La PRIMA mostra il COSTO TOTALE e i suoi due componenti : COSTO VARIABILE e COSTO FISSO;

- La SECONDA mostra il COSTO MARGINALE e il COSTO MEDIO;

Questo curve di costo forniscono diverse informazioni:

Nella figura A si nota che il costo fisso CF non varia al variare della produzione. (linea orizzontale a 0.5) Il costo

variabile CV è zero quando la produzione è zero e poi aumenta con continuità al CRESCERE del OUTPUT. La curva

del costo totale CT è determinata sommando verticalmente la CURVA DEL COSTO FISSO e quella del COSTO

VARIABILE (poiché il COSTO FISSO è COSTANTE, la distanza verticale tra le due curve è sempre di 50€).

B

La figura mostra le corrispondenti curve di COSTO MARGINEL e di COSTO MEDIO VARIABILE. Poiché il costo

totale fisso è € 50, la curva del costo medio fisso CMF DECRESCE con continuità da € 50, quando la produzione è 1,

a ZERO per VALORE ELEVATI di PRODUZIONE.

Le forme delle altre curve sono determinate dalla relazione tra le curve di COSTO MARGINALE e MEDIO.

Ogni volta che il COSTO MARGINALE si trova sotto il COSTO MEDIO, la CURVA DI COSTO MEDIO è

DECRESCENTE, ogni volta che il COSTO MARGINALE si trova sopra il COSTO MEDIO, la CURVA DI COSTO

MEDIO è CRESCENTE (nei punti di MINIMO del COSTO MEDIO, il costo medio e marginale sono uguali).

RELAZIONE MEDIO-MARGINALE

La curva CMT mostra il costo medio totale della produzione. Poiché il COSTO MEDIO TOTALE è la somma del

costo medio variabile e del costo medio fisso, e la curva CMF è sempre decrescente, la distanza verticale tra le curve

CMT e CMV diminuisce al crescere della produzione.(es nella tabella nel punto di produzione 5, il costo marginale è

di 18, inferiore al costo medio variabile che è 26, quindi la media diminuisce in baso ad un aumento di produzione;

invece quando il costo marginale è 29, maggiore del costo medio variabile che è 25,5, la media aumenta al crescere

della produzione; infine quando il costo marginale e medio variabile sono uguali a 25, il costo medio variabile

aumenta solo leggermente).

50

La CURVA DI COSTO CMV raggiunge il PUNTO DI MINIMO in corrispondenza di un livello di produzione

inferiore rispetto alla curva CMT.

7.3 I COSTI NEL LUNGO PERIODO

Nel LUNG PERIODO un’impresa può agire in modo molto più FLESSIBILE( può aumentare la capacità produttiva

ampliando impianti esistenti; può ampliare o ridurre la forza lavoro). In questo paragrafo mostriamo come un'impresa

può scegliere la combinazione di fattori produttivi in modo da RIDURRE AL MINIMO I COSTI da sostenere per

ottenere un determinato livello di produzione. Iniziamo esaminando con attenzione il costo d uso dei beni capitali e

poi mostreremo come questo costo, insieme al costo del lavoro, influisce sulle decisioni relative alla produzione.

IL COSTO D’USO DEL CAPITALE

Le imprese spesso affittano o utilizzano in leasing macchinari, edifici e altri beni capitali utilizzati nel processo di

produzione, mentre in altri casi li acquistano. Supponiamo che una compagnia aerea voglia acquistare un aereo del

costo di 150 milioni di euro. L’acquisto richiede l’esborso immediato di una somma notevole, ma a fini economici il

prezzo di acquisto può essere distribuito o AMMORITZZATO lungo tutta la vita dell’aereo. Questo consente alla

compagnia aerea di confrontare ricavi e costi su base annua. Se la vita dell’aereo è 30 anni il costo ammortizzato è di 5

milioni di euro all’anno. Questi 5 milioni possono essere considerati come DEPREZZAMENTO ECONOMICO

ANNUO dell’aereo.

Se l’impresa non avesse acquistato l’aereo, avrebbe potuto guadagnare un interes

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Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher carli186 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Microeconomia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Orsini Raimondello.
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