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ARTICOLO "TRANSSEXUAL NARRATIVE CONSTRUCTION OF THE TRUE SELF". MASON-SCHROCK, DOUGLAS

Studia come le persone costruiscono storie sul proprio sé per supportare un radicale cambiamento di identità. I transessuali sono un esempio interessante per studiare i processi di costruzione del sé, perché il cambiamento è da un genere all'altro. Questo articolo fornisce un esempio di costruzione del sé in una situazione di pesante destrutturazione. Nella nostra cultura il genere viene indicato dal corpo, quindi nel caso del transessualismo è difficile definirsi uomini o donne dentro. Gli indizi della propria sessualità vanno cercati al di là del corpo, in particolare nel passato. Attraverso la comunità transgender che li aiuta a riconoscere il loro vero sé/genere è un artefatto, ma molto potente e motivante. Importanti sono i gruppi, è attraverso i piccoli gruppi che le persone vengono.

Aiutate a riconoscere il loro vero sé. Se in Europa i gruppi sono stati visti male per via delle rivoluzioni (Le Bon e le folle) in America i gruppi rilevanti sono quelli etnici l'America è formata da tanti gruppi etnici diversi che sono migrati dal loro paese. Questi gruppi sono totalmente sprovvisti di riferimenti, come lingua, lavoro ma si portano a dietro la loro cultura d'origine e quindi costituiscono piccoli gruppi (es. little Italy) chiusi, che è la risorsa attraverso cui queste persone sopravvivono. Quindi gli psicologi americani ragionano su come il piccolo gruppo influenzi le prestazioni, i successi, le risorse dei singoli. L'analisi del piccolo gruppo con i transessuali è un elemento che permette di cogliere come si struttura l'esperienza (Chi sono io e chi sono gli altri) di comprensione del proprio sé. Nel piccolo gruppo si studiano le narrative ovvero il modo in cui ciascuno di noi produce storie sul proprio passato.

I racconti servono a dare ordine, senso e coerenza agli eventi; i racconti che produciamo dipendono in primo luogo dall'interlocutore che abbiamo di fronte, cosa possiamo permetterci di narrare e il modo con cui possiamo narrare. Quindi i racconti ci possono dire come il vero sé si è mantenuto nel tempo selezionando nel corso del tempo eventi rilevanti per noi. I racconti ci servono non solo per dare ordine e coerenza, ma anche per situare la nostra identità in una cultura utilizzando pattern narrativi condivisi (usando un artefatto linguistico che rimanda a significati codificati in una cultura, ad esempio "colpo di fulmine"), per raccontare noi stessi; teniamo insieme quindi la dimensione individuale (ricerca di coerenza e senso) e la dimensione sociale (condivisione linguistica).

Il metodo: 15 mesi di frequentazione di una comunità. Tempo lungo perché se è vero che i racconti hanno senso in una cultura, nella prospettiva di non

transessuale per capire la cultura di quel gruppo ci vuole tanto tempo. Il ricercatore frequentò meeting mensili di 3 ore e partecipò a eventi sociali: cosa fa il gruppo fuori dalla comunità, da li fa esperienza dello stigma ovvero come le persone guardano i trans. In una prima parte i gruppi portano la loro storia, nella seconda c'è l'auto-aiuto in gruppo. 10-26 partecipanti, lettura di libri e frequentazioni di community di trans. Il ricercatore fa interviste a 9 uomini e a 1 donna di età varia. I risultati: i racconti d'infanzia e gli indizi del vero sé. Individua tre pattern narrativi relativi ai racconti d'infanzia considerati indice di transessualità: 1. travestitismo raccontano che quando erano piccoli piaceva loro travestirsi con la vestita del genitore del sesso opposto, testimonianza del loro vero genere. L'unica donna del gruppo tuttavia non fa questa esperienza, ovvero non considerava questo elemento.come indicatore del suo vero genere. Perché? Ciò che definisce la normalità è lo standard maschile che può essere di entrambi i generi mentre al contrario ciò che non è normale è lo standard femminile che è confinato solo alle femmine perché un uomo con la gonna fa ridere, non sarebbe normale. Lo standard della normalità coincide con lo standard del potere, mentre gli altri sono definiti per differenza a partire dallo standard maschile. Le storie sono collocate a partire dai 3 anni e i sentimenti che si provano sono la naturalità, la bontà, il giusto significati culturali dell'infanzia tipici della modernità in opposizione alla società che blocca, inibisce e corrompe l'individuo con le sue norme e non permette più la libertà infantile. →2. Essere scoperti da qualcuno mentre si travestono dopo l'infamia arriva il sociale, ovvero i genitori che li

scoprono e li inibiscono. Quindi il vero se nella prospettiva dei partecipanti viene represso e spiega come mai l'identità transessuale rimane nascosta per anni.→

3. Attività sportiva i maschi erano degli imbranati in quanto l'attività sportiva è tipicamente maschile mentre le femmine raccontano dei loro successi.→

Nel corso dell'indagine vengono raccolte anche le storie di negazione per spiegare come per anni non si sono accorti della loro transessualità, si sono formati 3 gruppi

  1. errore di auto-etichettamento: periodo di confusione in cui si attribuivano categorie sbagliate tipo omosessuale o travestito
  2. distrazione: uso di stupefacenti per non pensare alle conseguenze della stigmatizzazione sociale; problemi di salute e famiglia che impedivano di concentrarsi su se stessi
  3. tentativi di conformarsi agli stereotipi di genere

Risultati: le interazioni nella comunità creano il sé. Come il gruppo aiuta nella costruzione

dell'identità vera:→1. modellizzazione i racconti degli anziani o nelle riviste aiutavano il gruppo a capire gli eventi significativi da andare a cercare nella propria storia.→2. indirizzamento quando nel gruppo aiuta nel flusso dei racconti ad identificare qualcosa di significativo inibendo tutto ciò che non lo è al fine di rivelare il vero sé→3. sostegno quando sei nella strada giusta te lo dico quando sei sulla strada sbagliata te lo dico; gesti e suoni che accompagnavano il racconto individuandone i passaggi cruciali→cecità parziale quando il racconto è contraddittorio o fragile le persone non4. intervengono perché già è faticoso per la persona definirsi con un'identità fragile in quanto non sostenuta socialmente e in quanto è nuova e il gruppo aiuta a trovare la strada giusta e a consolidare l'identità.- 59 -L'INTERVISTA QUALITATIVA L'intervista può essere

Definita come una conversazione provocata dall'intervistatore (richiesta esplicitamente con un incontro programmato) rivolta a soggetti scelti sulla base di un piano di rilevazione in numero consistente (l'intervistato non è occasionale ma scelto sulla base di alcune caratteristiche) avente finalità di tipo conoscitivo (il tema della conversazione non è occasionale) guidata dall'intervistatore sulla base di uno schema flessibile e non standardizzato di interrogazione. Lo scopo dell'intervista è quello di accedere alla prospettiva del soggetto studiato: cogliere le categorie mentali degli intervistati, capire come i partecipanti vedono il mondo, apprendere la loro terminologia e il loro modo di giudicare, catturare la complessità delle loro percezioni ed esperienze individuali, senza partire da idee e concezioni predefinite. A differenza della normale conversazione, il ruolo di intervistatore e intervistato non è simmetrico.

mal'intervistatore stabilisce l'argomento e controlla che lo svolgimento dell'intervista corrisponda ai fini conoscitivi che si sono posti. Intervista quantitativa e intervista qualitativa: questionario vs intervista. Esistono due strumenti principali che possiamo adottare per rilevare informazioni: il questionario standardizzato, ovvero rigido nelle domande e nelle risposte, e l'intervista libera, ovvero senza uno schema precostituito. Esistono differenze fondamentali tra questi due strumenti: 1. Assenza di standardizzazione: l'obbiettivo del questionario è quello di collocare l'intervistato all'interno di schemi prestabiliti dal ricercatore, mentre l'obbiettivo dell'intervista è quello di cogliere le categorie mentali dell'intervistato senza partire da concezioni predefinite. L'approccio quantitativo costringe quindi l'intervistato a limitare le proprie risposte: se egli vuole qualificare le sue idee, parlare.più diffusamente di un certo argomento, deviare la conversazione, non può farlo; la voce dell'intervistatore sovrasta quella dell'intervistato. Nell'intervista qualitativa, l'intervistatore imposta il tema della conversazione ma la voce sovrastante deve essere quella dell'intervistato: l'intervistatore parla pochissimo e si limita ad incoraggiare e a stimolare l'intervistato. Se l'obiettivo è quello di accedere alla prospettiva dell'intervistato, allora l'intervista si deve basare su un rapporto di individualità: deve essere uno strumento flessibile in grado di adattarsi alle diverse personalità degli intervistati e deve concedere a ciascun intervistato libertà di espressione. Comprensione contro documentazione (contesto della scoperta contro contesto della giustificazione) nell'approccio quantitativo il questionario viene usato come strumento di rilevazione dei dati ovvero perdell'analisi (studio e interpretazione dei dati). Nel caso del questionario, il contesto della scoperta è più rilevante, in quanto si cerca di ottenere un quadro rappresentativo della situazione sociale. Nel caso dell'intervista qualitativa, invece, il contesto dell'analisi è più importante, poiché si cerca di interpretare una certa dinamica sociale attraverso un rapporto di empatia con un singolo caso.

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Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
113 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Chuuu di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodologie quantitative e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cagliari o del prof Montali Lorenzo.