vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
CERA (M)→ CERA
GELU (M) → GELO
⁃ Morfologia:
La scomparsa dei casi fu surrogata dall'introduzione di forme e costruzioni dette
analitiche. Il latino è dunque sintetico, mentre il passaggio dal latino classico a
quello volgare implica l'introduzione di elementi morfologici, analitici, articoli e
preposizioni.
Gli strumenti della disciplina
⁃ Nascita e consolidamento della disciplina:
La storia della lingua italiana ha come oggetto di studio l'italiano
Origini e primi documenti dell'italiano
⁃ L'italiano, come le altre lingue romane, è come I vari dialetti italiani. Deriva dal latino ma
non dal latino classico degli scrittori, bensì come si usa dire comunemente, dal
latino volgare. Il latino volgare non va inteso come idioma vivo e vero, si
considera in sostanza l'equivalente del latino plebeo di epoca repubblicana e del
latino spontaneo di epoca imperiale. Questo latino volgare ha un autonomo
sviluppo diacronico (mutamenti nel corso del tempo) e da una componente
sociolinguistica (livelli d'uso diversi in una stessa epoca). Il latino non aveva
un'unità linguistica assoluta, I popoli conquistati più tardi imparavano un latino
diverso.
⁃ I documenti:
1. Appendix probi: documento in latino volgare.
L'appendice di Probo, così chiamata perchè sefue nel codice che l'ha tramandata, gli
instituta artium di un grammatico tardo indicativo come Probo.
È una lista di 227 parole o forme o grafie non corrispondenti lla buona norma, trasmesse
da un codice scritto a Bobbio intorno al 700 d.c.
È la lista più antica del codice medesimo.
Questa appendice ci fa riflettere sulla presenza nel latino volgare di una serie di errori
segnalati dal maestro in questione ai suoi allievi (modello A non B).
Così si intuisce che alcuni errori svilupperanno il latino futuro.
⁃ Sostrato: lo strato che sta sotto. Il latino si impose su parlate preesistenti (le sostrato
appunto) che non mancheranno di influenzare l'appendimento della lingua
romana.
⁃ Superstrato: l'influenza esercitata sa altre lingue che si sovrappongono al latino al tempo
delle invasioni barbariche.
⁃ Adstrato: l'azione esercitata da una lingua confinante.
Nasce una lingua:
⁃ Il dominio dei Goti (535-553) nell'Italia del IV secolo portò circa 70 parole nell'italiano,
un piccolo impatto di breve durata.
⁃ L'invasione longobarda fu più forte e lunga, le parole entrate sono oltre 200 (termini
militari, agricoli, giuridici ecc.) nel 568.
⁃ L'insediamento dei Franchi (XI e XII secolo) è diverso perchè di origine nobile con
un'organizzazione di termini politici e sociali.
⁃ Vi fu un lungo lasso di tempo vicino alla lingua volgare, esistette nell'uso, sulla bocca dei
parlanti ma non venne utilizzata per scrivere. In questa fase non furono prodotti
documenti. Per scrivere si usava il larino, che non era più quello classico definito
latino medievale.
I più antichi documenti:
⁃ Per prima cosa, c'è da parte degli studiosi, il problema di definire l'intenzionalità di
Strasburgo del 842, con ciò decretarono la nascita ufficiale di una lingua.
⁃ Lo stesso non si può dire per la nostra lingua in quanto non possediamo vecchi documenti
ufficiali.
2. Il placito capuano del 960 è un verbale notarile scritto su un programma, relativo a una causa
discussa di fronte al giudice capuano Arechisi.
Al suo cospetto erano presenti l'abate di Montecassino e un tal Rodelgimo di Aquino.
Rodelgimo rivendica in lite giudiziaria il possesso di certe pene, l'abate invece rivendica
l'usucapione di esse. Si può considerare l'Atto di nascita della nostra lingua.
C'è la coincidenza dei due codici, l'atto è in latino ma ha dei pezzi in volgare per far
capire il testo anche alla popolazione ( e per le testimonianze).
Fa parte dei placiti campani. Ha una codificazione giuridica.
3. Indovinello veronese VII ÷ IX secolo
Scritto in Spagna e approdato a Verona, ci fa riflettere sull'internazionalità, non si capisce
se lo scrittore volesse usare volontariamente il volgare scorretto o no.
Se fosse scritto sicuramente in volgare avrebbe la priorità sul placito ma se è scritto in
latino molto scorretto siamo di nuovo davanti a una lingua parlata.
Si tratta di stabilire quale fosse la conoscenza linguistica di colui che scriveva. In
sostanza, la postilla è stata giudicata variamente: come italiano volgare, come
semivolgare, come vero e proprio latino seppur scorretto.
Non si può dunque attribuire a un testo così controverso il primo documento di lingua
italiana. Inizialmente nnon si capiva il testo e ci si domandò il significato.
Si pensava fosse una cantilena.
Mancano le consonanti ma ci sono forme latine, alla fine gli studiosi sono d'accordo che
sia un testo latino sporcato da tratti volgari.
L'indovinello parla di uno scritore.
4. Il graffito della catacomba di commodilla VI-VII secolo.
Abbiamo due indicazioni cronologiche: un termine “rose quem” (VI – VII secolo) la
costruzione delle cappelle, e “ante quem” (IX secolo) abbandono della cappella.
Dal punto di vista linguistico, il tratto più notevole si riscontra a partire dall'osservazione
della particolare grafia di a bboce (ad alta voce): la seconda “b”, più piccola, fu aggiunta
successivamente nello spazio rimasto libero. Tale grafia rende in maniera fedele la
pronuncia con betacismo (passaggio dalla “v” a “b”, voce (M)>boce) e il raddoppiamento
fonosintattico tipico della parlata romana.
Forse qualcuno si accorse che la scrittura non rendeva appieno in dettato orale e allora
inserì la seconda “b”.
Si noti che “secrita” va letto “secreta” perchè la “i” è una grafia per “é” da “É” latino
secondo l'uso delle scritture carolinge.
Si dice: NON/DICE/REIL/LE SE/CRITA/A BBOCE (non dire quei segreti a voce alta).
Probabilmente di matrice religiosa.
Testo in volgare che risente del latino a livello grafico.
5. L'iscrizione di San Clemente
Un affresco della basilica sotterranea di San Clemente contiene iscrizioni in volgare.
Testo pubblico, si ha una convivenza di latino e volgare dell'italiano meridionale, questo
codice è usato consapevolmente.
L'affresco si colloca tra il 1084 (costruzione ) e 1128 (costruzione basilica).
Il volgare esplode in bocca di personaggi con marcato espressionismo plebeo.
Le didascalie b, c sono in latino.
Il rapporto figura parola non è chiaro.
Contrapposizione tra latino nobile e volgare plebeo per volontà stilistica.
6. La postilla amantina
I notai erano la categoria che aveva più frequentemente occasione di usare la scrittura
(latino).
Così il volgare può affiorare come positiva, cioè testo aggiunto al rogito vero e proprio
invece in latino.
Questo è il caso della postilla amantina 1087 dive due coniugi donano I loro beni
all'abbazia di San Salvatore di Montamiata.
Così come: - Carta osimana 1151
- Carta fabrianese 1186
- Carta picena 1193
7. Ritmo bellunesco
E' una composizione in versi volgari per esaltare la vittoria di Belluno e della sua milizia
su Treviso 1193 e 1196.
8. Scritte latine pompeiane
Il duecento
⁃ Il linguaggio poetico dai provenzali ai siciliani.
La scelta del volgare per la poesia implicò la promozione di una nuova lingua a un livello
più elevato e a una formalizzazione più complessa.
La prima scuola di cui abbiamo notizie certe e sistematiche fu quella siciliana, fiorita
all'inizio del XIII secolo nell'ambiente colto e raffinato della magna curia di Federico II
di Svevia.
Siamo lontani da ogni esperienza popolare, ma bensì illustre (si toglievano parole di
registro basso e si usava il latino e il provenzale).
Altre 2 letterature romane si erano già affermate, riscuotendo grande successo al di quà
dele Alpi: il francese in lingua oil e la provenzale in lingua oc.
I poeti siciliani imitarono la poesia provenzale, ebbero l'idea di sostituire questa lingua
forestiera come loro volgare comune, facendo si che questa sostituzione fu decisiva per la
nostra tradizione poetica.
Da ciò troviamo diversi termini provenzali o arieggiamenti della lingua provenzale come:
- agio (coragiò; cuorè)
- anza (amanza; intendanza; speranza; credanza)
Queste forme francesi si alternano a quelle italiane.
Il corpus della poesia delle nostre origini, compresa quella dei siciliani, è stato trasmesso
da codici medievali scritti da copisti toscani.
Per ricostruire la fisionomia originale della poesia della magna curia di Federico II, è
fondamentale ricorrere alla testimonianza di Giovanna Barbieri (codice Barbieri) in
quanto il codice del libro siciliano è andato perduto.
Con il codice Barbieri capiamo che attraverso la poesia originale in siciliano differisce da
quella versione toscanizzata.
1. le prime sono imperfette
2. nella traduzione troviamo molti fenomani siciliani come le vocali finali “u” e “i” al
posto delle “o” e “e” toscane.
Benchè fedele all'originale nell codice Barbieri alcuni termini richiedono uno studio
centico. Le parole che I copisti non sapevano le lasciavano tali creando così delle rime
imperfette.
La testimonianza siciliana più antica giunta a noi è il Frammento zurichese (1234;1235).
Anche se non è originale ci dà una grande idea della lingua parlata nelle scuole siciliane.
Questo frammento è un documento giuridico emanato dal primogenito di Federico II.
Le testimonianze della scuola siciliana però toscanizzate sono:
- il canzoniere vaticano
- laurenaiano
- palatino
Si traduceva in fiorentino per la sua potenza economica del periodo.
⁃ Documenti poetici centro – settentrionali
I cantico di frate sole scritto in volgare con elementi umbri (1223-1224)
Le laudi religiose ebbero un grande sviluppo nei secoli successivi.
In Italia settentrionale c'era una letteratura moraleggiante e non amorosa come nella
scuola siciliana.
Dante è uno dei fondatori della prosa volgare. IL “De vulgari eloquentia” è il primo
trattato sulla lingua e sulla poesia volgare, quì viene riconosciuta la superiorità volgare e
la lingua latina diventa uno strumento per la regolazione del volgare. E' un saggio
avanzatissimo nel quadro della cultura europea del Medioevo. Per arrivare a definire I
caratteri del volgare letterario, Dante procede in maniera ordinata, seguendo la
diversificazione geografico-spaziale delle lingu