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L'imprenditore e il business model
L'imprenditore è colui che stabilisce il business model, che combina gli obiettivi e le risorse in una nuova iniziativa, una nuova impresa.
L'imprenditore si assume i rischi, organizza e è il genitore dell'impresa, ha l'idea. Tuttavia, l'imprenditore non è necessariamente un inventore, così come un inventore non necessariamente diventa imprenditore.
L'idea è la triade prodotto/mercato/tecnologia e diventa un'idea di business se è ingegnerizzabile e risponde a un bisogno, una potenzialità o una realtà di mercato che lo richiede (anche se può capitare che il bisogno venga creato dall'idea stessa). Inoltre, è necessaria una certa tecnologia per assolvere alla produzione del prodotto e arrivare sul mercato, riguardando sia il processo sia il prodotto.
L'idea è quindi la combinazione prodotto/mercato/tecnologia, cioè il business model.
L'imprenditore ha l'idea e diventa genitore, la fa propria, ci crede mettendola in pratica: egli concepisce l'impresa con la misura e l'identità che desidera. All'inizio è un'impresa virtuale, una prova, un'idea quantitativa dell'impresa che trova espressione nel BP. Il passo successivo consiste nell'approntare le risorse necessarie a realizzare l'impresa, ovvero nell'organizzare: risorse umane, risorse finanziarie e risorse reali (personale, salari e modalità, dotazioni fisiche, ecc.). Per organizzare occorre selezionare le risorse in modo da rispettare i parametri di efficienza ed efficacia: la selezione serve ad identificare le risorse e a capire quali sono utili.
La prima funzione di un'impresa è l'approvvigionamento: un'industria acquista materie prime, mentre un'azienda di servizi acquista prodotti finiti. Nella fase di approvvigionamento è prevista una fase di
selezionedegli input, che riguarda sia le materie prime sia i fornitori, con l'attività di acquisto che implicherà tempi e condizioni di pagamento. Il differenziale di potere contrattuale entra nella selezione degli input.
Un'industria che vende i propri prodotti ad un'azienda di servizi è in fabbisogno per tutto il periodo antecedente all'incasso: il CCN (è un impiego, clienti+magazzino-fornitori) è fortemente positivo, ed è come se in questo periodo si fosse effettuato un investimento. Se l'incasso è previsto per una data successiva a quella del pagamento delle materie prime, l'industria potrebbe provare a rinegoziare la scadenza con i propri fornitori o sostituirli. Fino all'incasso la leva operativa peggiora, con effetti negativi anche sulla leva finanziaria.
L'azienda di servizi incassa immediatamente dopo aver acquistato il prodotto, per cui fino al momento del pagamento dei fornitori
è insurplus: la cassa generata potrebbe essere utilizzata per finanziare le banche, i fornitori (ad esempio proponendo di pagarli prima in cambio di uno sconto), ed i clienti (con sconti quantità, tessere fedeltà, ecc.).
Finanziare un’impresa rispetto ad un’azienda di servizi è molto più rischioso, per cui un’alta intensità di capitale in un settore rappresenta una barriera all’entrata per le imprese. Anche il ROI e le marginalità costi-ricavi possono essere molto diverse.
La chiave è tentare di aumentare il potere di mercato, e per farlo ci sono due possibilità:
- Comunicazione: è la pubblicità, l’obiettivo è traslare la curva di domanda per vendere maggiori quantità o irrigidirla. Si cerca di invogliare il pubblico a pagare di più, e in conseguenza di ciò farsi pagare di più dalle aziende di servizi che acquistano i prodotti.
- Integrazione:
integrandosi sia a monte che a valle si ottiene l'inglobamento di tutta la catena produttiva
A monte: si acquista l'azienda del fornitore
A valle: si acquista l'azienda cliente
5) Rischio
Il concetto di rischio, in generale, è legato a quello di pericolo; la propensione si riferisce al modo attraverso il quale una persona gestisce il rischio, si intende la valutazione della propensione ad agire anche essendo a conoscenza del rischio. La propensione riguarda quindi l'incertezza, che ha a che fare con contesto ed informazioni.
L'elevata propensione al rischio si misura in base all'attesa del risultato, a quanto esso sia importante: il risultato è il payoff. Il concetto di propensione al rischio è soggettivo ed è percepito variamente: talvolta ci si accorge che si sta rischiando di più, talvolta no. Il vero rischio si ha quando non c'è consapevolezza di esso. Il rischio si affronta quindi serispetto ad
esso ci si mette in posizione cosciente.In economia il rischio è connesso al fatto che il risultato effettivo possa essere diverso da quello preventivato, per cui non è connesso ad un concetto di pericolo ma ad uno di variabilità: i rendimenti potrebbero essere minori di quelli preventivati ma anche maggiori.
Il rischio si gestisce in primis con un'analisi di probabilità, attribuendone una ai vari eventi provando a calcolare con quale probabilità può avvenire lo scostamento. La seconda cosa è la valutazione della propensione, oggettivamente considerata come scostamento tra capacità soggettiva di gestire un'attività e competenza oggettiva: il rischio si gestisce se tale scostamento è ridotto.
La propensione al rischio permette di identificare la capacità di un imprenditore. L'imprenditore è colui che gestisce il rischio e definisce il grado di rischio che l'organizzazione
può sostenere. Definire tale grado è una sua responsabilità strategica.- Leadership
- La leadership è una connotazione dell'imprenditore. Il leader è capace, ha una competenza rispetto ad una finalità, e deve perseguire uno scopo comune. Il leader rappresenta, trascina, sostiene, coinvolge, dà le direttive, convince, motiva.
- Qualsiasi leader si prende delle responsabilità, parte dall'interazione con gli altri, sa coinvolgere ma sa anche imporre; il leader che non si confronta ma esercita la sua autorità deve essere credibile. Il leader deve convincere gli altri per ottenere qualcosa, ed anche il manager è un leader.
- Il leader è colui che avendo il sostegno degli altri nel contesto in cui si muove è riconosciuto come il più capace a raggiungere le finalità comuni. In questo contesto l'imprenditore è un leader in quanto ha avuto l'idea.
- Il leader deve essere
- Valori: convinzioni e principi interiori acquisiti dalla famiglia, dalla propria educazione e dalle proprie esperienze.
- Integrità: riguarda una convinzione morale ed etica anche se nessuno sta guardando. Bisogna essere veri verso sé stessi e non fare nulla di immorale. Einstein: prova a diventare non una persona di successo ma una di valore. L'integrità si riflette nella parola.
- Fiducia: riguarda affari e vita, la chiave del successo è la fiducia dei clienti verso i prodotti ed i servizi, la fiducia verso i leader.
- Leadership dal cuore
- Leadership dando l'esempio: bisogna dare l'esempio, essere onesti, avere dei principi, trattare tutti allo stesso modo, essere aperti alle critiche, essere sé stessi.
- Rispetto: le espressioni degli altri definiscono te stesso. Le regole di rispetto per ottenere pensieri positivi sono ascoltare, sorridere, condividere, ringraziare gli altri più spesso, non usare gli altri.
solo come strumenti.
Sviluppo e crescita: la gente deve crescere e migliorare. Al lavoro con deleghe, insegnamenti, scambi di mansioni, ecc.; fuori dal lavoro con corsi. Il leader fa crescere e migliorare altre persone, il capo le usa.
2) Visione: bisogna porsi obiettivi difficili e lontani ma raggiungibili, bisogna perseguire i sogni quasi impossibili
3) Motivazione: è una forza interiore, la volontà di iniziare ed insistere a fare qualcosa per raggiungere un determinato obiettivo. La gente ha motivazioni differenti, dei diversi click che scattano in essi. Una grande compagnia non assume persone qualificate e le motiva, ma assume gente già motivata mantenendola tale. Per far crescere un'impresa le persone devono credere ed avere fiducia che tale crescita possa avvenire.
4) Coraggio: fare qualcosa senza debolezze, fare tutto ciò che si è capaci di fare davanti al mondo intero. Il coraggio è una decisione e