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SĪ (<QUĬD)
se < lat. -e chiusa si deve all’influsso di che e determina anche il raddoppiamento sintattico,
inatteso dopo vocale VŎLES
vuo’ < vuoi < vogli < lat. volgare
CĂMPŬM
campar < campo < lat. = campo di battaglia accezione più generica di campo inteso come
luogo chiuso vivere
Verso 94 : “che questa bestia per la qual tu gride” niente di nuovo
Verso 95 : “non lascia altrui passar per la sua via” niente di nuovo
Verso 96 : “ma tanto lo ‘mpedisce che l’uccide” IMPĔDĬT
‘mpedisce < aferesi di –i seguita da nasale complicata; dal latino con spostamento di accento ci si
aspetterebbe dittongo impiede ma alcuni verbi della 4° coniugazione latina hanno sviluppato alla 1° 2° 3°
e 6° persona, forme col suffisso –isc.
OCCĪDĬ(T)
uccide < lat. passaggio di –o protonica ad –u (es. olivo/ulivo, cocina/cucina)
Verso 97 : “e ha natura sì malvagia e ria”
< lat. NATŪRA(M) RĔA(M)
natura ria < lat. chiusura della vocale tonica in iato
malvagia < francese antico malvais la sibilante finale viene adottata in it. come [3] nella formula –agio
Verso 98 : “che mai non empie la bramosa voglia”
ĬMPLE(T)
< lat.
empie VOLĒRE
voglia < volere < lat. volgare i deverbali, dei verbi di 2ª coniugazione latina, sono modellati sul
tema del presente
Verso 99 : “e dopo ‘l pasto ha più fame che pria”
DĒ PŎS(T)
dopo < lat. tardo > dipoi > dipo’ > dopo’ (assimilazione vocalica regressiva) > dopo con
spostamento di accento per evitare due sillabe accentate vicine, in casi come “dopò mè”
< lat. PĀSTŬ(M) < incrocio fra lat. PRĬŬS + PRĪMA
pasto pria
Verso 100 : “molti son li animali a cui s’ammoglia”
< lat. MŬLTĪ
molti SŬN(T)
sono < lat. la terminazione consonantica è possibile in italiano solo all’interno di frase, qui
eliminata mediante epitesi di –o prodotta originariamente nella 1° persona e poi estesa alla 6ª poi
estesa agli altri verbi (leggon-o; cantan-o)
< lat. volgare ANIMĀLES
animali ammoglia < verbo parasintetico di moglie
Verso 101 : “e più saranno ancor infin che ‘l veltro”
(ES)SĔR(E)
saranno < lat. volgare AN(T) la forma toscana primitiva seranno rimane in uso al tempo di
Dante per poi essere sostituita dall’attuale, su influsso di farò, darò e starò (-ar atono intatto);
raddoppiamento di –n
ĬN
< lat. tardo FĪNE
infin veltro < provenzale veltre < origine celtica
Verso 102 : “verrà che la farà morir con doglia”
verrà < lat. volgare VEN(I)RE *AT sincope di –i assimilazione regressiva della vibrante
volgare MŎRĪRE
farà < lat. volgare FA(CE)R(E) *AT morire < lat.
DŎLEO
doglia < dolere < arcaico i deverbali della 2ª coniugazione latina si modellano sul presente
Verso 103 : “questi non ciberà terra nè peltro”
CĬBAR(E) +AT
ciberà < lat. volgare passaggio di –ar atono a –er (cibarà ciberà) = forma dotta
< lat. TĔRRA(M) PĒLTRŬ(M)
terra peltro < forse lat. = voce del sostrato ligure
Verso 104 : “ma sapienza, amore e virtute”
SAPIĔNTIA(M)
sapienza < lat. = voce semidotta popolare = sappienza voce dotta = sapienzia
VIRTŪTE(M) VĬR VĬRTUS
virtute < lat. corradicale (stessa radice) di uomo, in quanto la classica riguardava i
militari virtute si sonorizza virtude + apocope di origine aplologica virtù
Verso 105 : “e sua nazion sarà tra feltro e feltro”
< lat. NATIŌNE(M) = voce dotta (ĬN)TRĀ
nazion tra < lat. feltro < germanico filtir
Verso 106 : “di quella umile Italia fia salute”
(H)ŬMILE(M) di HŬMUS =
umile < lat. = voce dotta corradicale terra, suolo terra terra
< ITĂLIA(M) = voce dotta
Italia FĪE(T)
fia < lat. la –e finale viene sostituita da –a per accordarsi alla tipica desinenza della 3ª persona del
futuro (amerà, farà ..)
< lat. SALŪTE(M)
salute
Verso 107 : “per cui morì la vergine Cammilla”
< lat. volgare *MORĪU(I)T < lat. VĬRGINE(M)
morì vergine
CAMĪLLA(M)
Cammilla < lat. la nasale intensa potrebbe spiegarsi con un’interferenza, nel latino volgare,
della variante greca Kadmìla assimilazione regressiva del nesso -dm-
Verso 108 : “Eurialo e Turno e Niso di ferute”
< lat. EURŶALŬ(M) < lat. TURNŬ(M) < lat. NĪSŬ(M)
Eurialo Turno Niso nomi dotti
FERĪRE
ferute < ferire < lat. terminazione di part. passati in –uto riprende un certo numero di casi latini,
estendendosi al latino volgare diffusi nella lirica siciliana = frequenza nel toscano antico
Verso 109 : “questi la caccerà per ogne villa”
caccerà < lat. volgare CAPTIAR(E) *AT -ar atono -er; -PTJ- affricata prepalatale sorda (-cc)
< lat. VĪLLA(M)
villa
Verso 110 : “fin che l’avrà rimessa ne lo ‘nferno”
avrà < lat. volgare (H)ABER(E) *AT sincope di – e protonica nella forma averà alternanza fra forme piene
e sincopate = normale in italiano antico e poetico = metrica
rimettere < lat. REMĬTTERE
rimessa < (I)NFĔRNŬ(M)
‘nferno < lat. aferesi di –i davanti a nasale complicata = tratto fiorentino antico
Verso 111 : “là onde invidia prima dipartilla”
ŬNDE
< lat. < INVĬDIA(M) = voce dotta
onde invidia dipartilla < p. remoto dipartire
Verso 112 : “ond’io per lo tuo me’ penso e discerno” PĒNSO
me’ < forma apocopata di meglio penso < lat. = forma dotta (mantiene –ns-)
DISCĔRNO
discerno < lat. già in latino si attesta il significato riconoscere/distinguere
Verso 113 : “che tu mi segui e io sarò tua guida”
SĔQUĬS –Ĕ
segui < lat. volgare il dittongo –ie da si attesta in italiano antico (siegui) poi le forme
Ĭ
rizotoniche si livellano su quelle rizoatone -e chiusa; = -e per molto tempo (segue) palatalizzazione per
effetto della sibilante finale
guida < guidare < germanico witan
Verso 114 : “e trarrotti di qui per loco etterno”
trarrotti < lat. volgare TRA(H)ER(E) *AO l’esito –rr potrebbe basarsi su analogia con porre < PON(E)RE,
condurre < CONDUC(E)RE; enclisi legge T-M dopo [e]
< lat. tardo (EC)CŬ(M) (H)ĪC
qui AEV(I)TĔRNŬ(M)
etterno < lat. sincope di –i intertonica; assimilazione regressiva del nesso -VT-
Verso 115 : “ove udirai le disperate strida”
AUDĪR(E) *AS
udirai < lat. volgare riduzione di –AU protonico ad –u
DESPĒRĀRE
disperate < disperare < lat. chiusura di –e protonica ad –i
< stridere < lat. STRĪDERE desinenza di antico plurale neutro, non etimologico (frutta
strida < FRUCTI)
Verso 116 : “vedrai li antichi spiriti dolenti”
VĬDER(E) *AS
vedrai < lat. volgare forma sincopata di vederai = uso poetico di entrambe le forme
< lat. ANTĪQUĪ SPĪRITĪ
antichi spiriti < lat. volgare passaggio da respiro a persona
< lat. DOLĔNTES palatalizzazione di
dolenti –e finale per effetto della sibilante
Verso 117 : “ch’a la seconda morte ciascun grida”
< lat. SECŬNDA(M) < lat. MŎRTE(M)
seconda morte ciascun < francese antico chascun
Verso 118 : “e vederai color che son contenti”
(EC)CŬ(M) (IL)LŌRŬ(M)
color < lat. volgare raro caso di genitivo latino (es. Bagnoro < BALNEORUM)
< lat. CONTĔNTĪ
contenti
Verso 119 : “nel foco perchè speran di venire”
FŎCŬ(M)
foco < lat. = focolare fuoco vivo; manca il dittongo per influsso della poetica siciliana
lat. VENĪRE
venire <
Verso 120 : “quando che sia a le beate genti”
< lat. volgare SĬAT sul modello della 1ª e
sia 3ª persona
BEĀTAS
beate < lat. = forma dotta (popolare biate per chiusura di –e in iato)
Verso 121 : “a le quai poi se tu vorrai salire” QUĀLES
quai < quagli = forma palatalizzata di quali < lat. vorrai < lat. volgare VOL(E)R(E) *AS
Verso 122 : “anima fia a ciò più di me degna”
(EC)C(E) (H)ŎC < lat. DĬGNA(M)
ciò < lat. tardo = raro caso di dimostrativo latino degna
Verso 123 : “con lei ti lascerò nel mio partire”
lascerò < lat. volgare LAXAR(E) *AO -X sibilante palatale
Verso 124 : “chè quello imperador che là su regna”
IMPERATŌRE(M)
imperador < lat. -atore/-itore anticamente subivano sonorizzazione della dentale (es.
oggi = corridore)
lat. RĒGNA(T)
regna <
Verso 125 : “perch’i’ fui ribellante a la sua legge”
REBELLĀRE < lat. LĒGE(M)
ribellante < p. presente di ribellare < lat. = rinnovare la guerra legge
Verso 126 : “non vuol che ‘n sua città per me si vegna”
< lat. volgare VŎLE(T)
vuol CIV(I)TĀTE(M)
città < lat. sincope dell’intertonica + assimilazione regressiva del nesso –VT- = cittate
sonorizzazione della dentale in sillaba finale = cittade sincope per aplologia = città
per me < complemento agente
VĔNIA(T)
vegna < lat. -NJ- = -gn l’esito italiano venga è un caso di estensione del modello in –go
Verso 127 : “in tutte parti impera e quivi regge”
< lat. PĂRTES < lat. IMPĔRA(T) ricomposizione
parti impera accento
ĬBĬ
(EC)CŬ(M)
quivi < lat. tardo esito previsto queve la 1ª –i si spiega per incrocio con l’avverbio qui, la 2ª
per allineamento con l’avverbio vi
< lat. RĔGĬ(T)
regge
Verso 128 : “quivi è la sua città e l’alto seggio” < SĔDEO chiusura di
seggio < sedere modellato sull’antico presente seggio –e in iato + -DJ- = [gg]
Verso 129 : “oh felice colui cu’ ivi elegge”
< lat. FELĪCE(M) CŪĪ
felice cu’ < lat. complemento oggetto nella lingua antica e poetica
< lat. volgare ELĔGĬ(T)
elegge
Verso 130 : “e io a lui : poeta, io ti richeggio”
richeggio = lat. REQUAERO