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condivide il nostro impegno nel riconoscere il frame,mettendo a rischio la situazione; siamo però più tolleranti
verso i bambini,poiché da loro ce lo si aspetta. Il problema morale è una questione di tatto, di contegno nel
presentare la faccia “pubblica” e contenere quella “cattiva” che riguarda il retroscena. Sappiamo entrambi
che la nascondiamo e ne abbiamo paura (stigma),ma cerchiamo anche di coglierla per capire “chi sei tu
realmente?”
Il tema del corpo è molto importante, come “canale complementare” da parte di chi ascolta,un ordine
sistemico di interazione (sfera tecnica) che deve affiancarsi alla preoccupazione di proiettare un self
accettabile (sfera morale). la caratterizzazione che un individuo può farsi di un altro osservandolo o è
categorica,cioè lo inserisce in una o più categorie sociali (età, sesso, razza e classe sociale) o individuale
legata a una identità che lo distingue unicamente tramite l’apparenza e altri strumenti che lo differenziano da
altre persone. La goffagine come pericoloso distruttore del mondo sociale segnala la fragilità di questo.
Nelle interazioni faccia a faccia ci sono numerosi indizi simbolici attraverso i quali si presenta e riconosce il
self sociale. Sono dipendenti dagli attori e dal contesto,che dipende dai primi. Abbiamo uno spazio
intimo,personale,sociale,pubblico. Gli indizi sono complessi e sottoposti a verifica reciproca costante, grazie
a una cornice condivisa,permettono previsioni e regole in modo da perseguire un obbiettivo comune che se
violato implica una riparazione o sanzione. È impossibile non comunicare anche col corpo. Noi possiamo
“non parlare” ma mai “dire niente”. Es: segni e segnali linguistici, gestuali, postura, lo sguardo, distanza
fisica, abbigliamento,odore,tatto. Non sono solo “codici” isolabili,ma si organizzano secondo regole condivise
nel frame di interazione. L’ordine di interazione è alla base della società e la celebra.. Inter-agire non è
per forza armonico,ma anche una “guerra fredda” con strategie. A iniziare questa è la compresenza fisica, e
lo scopo è conoscere l’altro. Più che altro per definire la situazione permettendo una previsione reciproca..
Gli individui non possono più agire come se fossero soli, quando il loro coinvolgimento è occultato infatti lo
“sanzioniamo”. il frame work primario è la corporeità, e non l’intimità,il pensiero,la società … il
tatto,l’imbarazzo … non dipendono dalla soggettività individuale ma rendono l’individuo sociale. In luoghi
pubblici affollati si esercita una sorta di disattenzione civile (in bus/se all’altro gorgoglia la pancia..) ad
esempio voltando lo sguardo,o di esclusione di qualcuno dal nostro frame.
Interazione: incastro di maschere con capacità di passare dall’una all’altra a seconda dei frames. Entità
interazionali :unità deambulatorie (singoli o insiemi); contatti (dove c’è risposta,anche casuali,dove si
esercita disattenzione sociale), incontri convenzionali (legami più stretti dove si obbedisce a regole,come la
precedenza di parlare..), esibizioni dal podio (riunioni formali,teatro,le tecnologie permettono di amplificare
queste,con megafoni,radio..e possono lasciare un’ombra durevole sul pubblico,es. comizi politici), occasioni
sociali celebrative (che possono avere unità interazionali al loro interno,che possono sia rafforzare un
rapporto oppure solo sostenerlo con incontri di quando in quando). La maggior parte dei lavori sono ancora
faccia a faccia e per questo vulnerabili ed influenzabili. La prima forma di emancipazione dalla corporeità è
stata la scrittura. Fra gli studi sui mutamenti delle tecnologie ci sono due filoni.
1) Deterministico che mette in risalto le modifiche che ogni medium opera nel bilanciamento
sensoriale-percettivo. Spingendo a privilegiare un canale sensoriale (vista) rispetto agli altri.
Considera gli aspetti tecnologici come agenti d’influenza sociale diretta; un nuovo medium rende
obsoleti quelli preesistenti.
2) Socio-culturale studia cosa le persone fanno coi media: le pratiche sociali cui danno luogo, in cui
sono disponibili, le combinazioni con altri fattori rilevanti nei contesti concreti (è la tecnologia che
rende violenti o è quel determinato gruppo?),ritiene importanti le nuove tecnologie ma le considera
come fattori che contribuiscono a disegnare scenari economici,sociali e culturali,ribadisce il legame
con le pratiche e le interazioni sociali. sono le pratiche sociali a rendere possibili i nuovi
media,disegnando opportunità diverse d’interazioni. Sono le caratteristiche storico-sociali a rendere
fruibili,organizzati e operatici gli effetti delle tecnologie. Il nostro comportamento non è
tecnologicamente determinato,siamo noi a usare strumenti e ad essere plasmati dalle pratiche
d’uso.