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LEGAME TRA SFORZO DI MARKETING E DOMANDA:
a fronte di un livello minimo di vendite che verrebbe
raggiunto anche in assenza di azioni di marketing, la
domanda cresce al crescere degli investimenti delle
aziende nel settore. Il miglioramento in un certo mercato
non continua all’infinito ma, oltre un certo valore, non si
avrà più un aumento della domanda con il crescere degli
investimenti: questo livello di saturazione corrisponde al
raggiungimento dell’intero mercato potenziale. Sapendo
che la domanda attuale è determinata dalle azioni di
marketing delle aziende in un certo settore, si può calcolare l’indice di penetrazione del mercato
come il rapporto tra il livello di domanda attuale e quello potenziale. Altro fattore importante per
definire la funzione di domanda del mercato è l’ambiente economico che lo caratterizza: in una
situazione di recessione il minimo di mercato e la sensibilità agli sforzi di marketing sono
generalmente più limitati rispetto ad una condizione di prosperità.
QUOTA DI MERCATO (guardare su slides)= rapporto tra le
vendite dell’impresa e le vendite del settore ed è la funzione
degli sforzi dell’impresa rispetto a quelli dei concorrenti.
INTRODUZIONE= parte degli acquisti dei clienti serviti
costituita da prodotti dell’azienda.
SELETTIVITA’= dimensione media degli acquisti dei clienti
dell’azienda.
COPERTURA= numero di clienti serviti sul totale.
Per incrementare la quota di mercato devo agire su queste
ultime tre voci. Quali sono i modelli per fare una previsione
della domanda? La previsione della domanda si basa sulla curva del ciclo di vita di un prodotto che
serve appunto per valutare la variazione della domanda nel tempo. Una volta determinato
l’andamento della curva del ciclo di vita bisogna stimare il valore effettivo della domanda nei diversi
periodi. Per prevedere la domanda è possibile seguire quattro diverse strade: 1) analizzare
comportamenti passati dei clienti ed estrapolare da questi i possibili comportamenti futuri (serie
storiche, modello epidemiologico); 2) raccogliere previsioni e informazioni da parte della forza
vendita o di esperti; 3) indagare direttamente presso i clienti (Caso Nielsen: azienda leader
mondiale nelle ricerche e analisi di mercato che offre, tra gli altri servizi, quello di monitoraggio dei
punti vendita e analisi speciali, degli scenari, degli acquirenti); 4) testare il mercato attraverso la
prova del prodotto per analizzare la risposta degli acquirenti (lanci pilota di prodotti per testare il
mercato). Il modello epidemiologico è un metodo di previsione che prevede la domanda di primo
acquisto di un prodotto ed è rappresentato da una funzione che tiene conto di due fenomeni:
Adozione spontanea e Imitazione (identificati dai coefficienti p e r); la stima dei parametri di questo
modello viene fatto attraverso analisi di mercato e/o analisi delle vendite di prodotti simili.
SEGMENTAZIONE DEL MERCATO. Non è detto che io debba servire tutti i clienti ma devo
decidere su che mercati focalizzarmi ovvero scegliere un MERCATO OBIETTIVO (targeting); in
seguito devo attuare il POSIZIONAMENTO che è quell’attività che permette di posizionarmi
all’interno del mercato. Per effettuare analisi di marketing è importantissimo segmentare i mercati:
in poche parole io devo prima di tutto individuare i clienti che presentano bisogni e preferenze
omogenee (segmentare il mercato) e poi decidere in quali di questi segmenti operare; solo a
partire da questo momento posso stabilire la strategia di
marketing da perseguire a partire dalle caratteristiche del proprio
prodotto o servizio rispetto all’offerta di mercato. Riprendendo
l’esempio della cosmesi maschile (Caso Factor NDI), la
segmentazione consiste in una di carattere preliminare tra
pubblico maschile e femminile; scopro che il pubblico maschile è
molto meno servito e attuo un’ulteriore segmentazione perché
non tutto il mercato è uguale. SEGMENTO DI MERCATO: è un
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sottoinsieme del mercato potenziale che contiene clienti con preferenze e profili di domanda
omogenei. Complessivamente Factor riesce a tracciare 6 profili che descrivono le preferenze dei
clienti riuscendo a capire in quali di questi ci fosse un maggiore potenziale traibile e posizionandosi
quindi in questo determinato mercato. Il problema che bisogna tenere d’occhio è il fatto che i
segmenti non devono essere al di fuori della mia portata perché non sarebbero utili, devono essere
stabili, non basati sulla moda del momento perché poi devo fare dei piani di mercato. Come
devono essere i segmenti del mercato? Misurabili (deve essere
possibile misurare la dimensione e il potere di acquisto del
gruppo di clienti), Accessibili (deve essere realmente possibile
raggiungere il gruppo di clienti attraverso azioni di marketing),
Differenziabili (il segmento deve essere internamente
omogeneo rispetto a una o più caratteristiche ed eterogeneo
rispetto ad altri segmenti) e devono avere una certa Importanza
e una determinata durata. Ci sono 3 casi: sto considerando variabili che mi permettano che ci sia
una segmentazione (preferenze Agglomerate); non riesco ad individuare segmenti quindi devo
cambiare variabili (preferenze Omogenee), ci sono preferenza diffuse. In base a quali variabili
metto in atto le segmentazioni? Esistono due macrotipologie che dipendono dalle caratteristiche e
dal tipo di mercato (B2B o B2C).
VARIABILI B2C: vogliamo segmentare ciò che descrive i consumatori; le variabili che li
distinguono però, di per sé, non mi dicono niente su quali sono i loro bisogni: devo trovare quelle
adatte al mercato; nella telefonia, per esempio, avrò il giovane che non parla tanto, naviga molto,
viaggia poco contro il professionista che viaggia, parla e naviga molto: cerco quindi di associare le
esigenze di ogni categoria con ciò che offro. Si possono effettuare due tipi di segmentazione: la
prima si basa sulle caratteristiche del consumatore e monitora due classi di variabili,
DESCRITTIVE (anagrafiche e demografiche) e SOCIOCULTURALI (classe sociale, stile di vita,
cultura, interessi culturali, personalità, valori); la seconda si basa invece sui comportamenti dei
consumatori e monitora i VANTAGGI RICERCATI nel prodotto (benesseri, gusti, preferenze,
sensibilità al prezzo, rapporto qualità-prezzo) e le mere variabili che considerano il
COMPORTAMENTO D’ACQUISTO (in che modo comprano, in che momento, carta di credito,
p.iva, atteggiamento verso il prodotto, propensione all’innovazione, fedeltà alla marca).
VARIABILI B2B: le aziende possono essere clienti che comprano per usare oppure che comprano
per comporre e rivendere; devo stare attento ai processi decisionali di acquisto e all’intensità del
flusso di informazioni che circola che è molto più intenso di quello di un qualsiasi consumatore. Ci
sono fondamentalmente 4 variabili di segmentazione: CARATTERISTICHE DEMOGRAFICHE
(Settore, localizzazione geografica, dimensione, tipologia d’impresa, struttura proprietaria)
VARIABILI OPERATIVE che fanno riferimento alle tecnologie di trasformazione utilizzate
dall’acquirente ( Tecnologie utilizzate, utilizzatori o non, scala produttiva) APPROCCI
ALL’ACQUISTO ( Organizzazione funzione acquisti, caratteristiche processo acquisto, politiche e
criteri di acquisto, natura relazioni con fornitore), FATTORI CONTINGENTI che identificano aspetti
specifici (applicazioni/destinazione, utilizzo finale, dimensione ordine). Caso Allison Trasmission:
produce e commercializza cambi di velocità automatici, clienti costruttori di veicoli industriali quindi
la principale variabile di segmentazione è la mission dei veicoli cioè il tipo di utilizzo, la seconda
variabile di segmentazione fa riferimento al modello di veicolo poiché il cambio deve essere
adattato per ogni casa costruttrice. Dopo aver individuato le variabili di riferimento, misura la
domanda e la quota di mercato attraverso fonti esterne e definisce mercato potenziale, servito e
penetrato riuscendo a stabilire quali sono i mercati potenziali non ancora serviti e nei quali agire. In
generale quindi occorre utilizzare metodi specillici che permettano di capire di volta in volta la
rilevanza dei diversi parametri: il modo più semplice consiste nell’utilizzare variabili di
macrosegmentazione, tipicamente legate alle caratteristiche più evidenti e misurabili e poi
effettuare microsegmentazioni per evidenziare segmenti specifici nei macrosegmenti di interesse
dell’impresa (Caso Allison è un esempio di approccio progressivo alla segmentazione). Il numero
di segmenti può anche essere abbastanza elevato ma è importante non fare segmenti troppo
piccoli. Negli ultimi 20 anni si è sviluppato il marketing ONE TO ONE che è un concetto che si rifà
all’IPERSGMENTAZIONE del mercato dove ogni segmento è costituito da un unico soggetto che
ha determinati bisogni e interessi e al quale l’azienda deve rispondere in modo personalizzato: è il
caso per esempio delle tessere fedeltà che non servono semplicemente a fidelizzare i clienti e a
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raccogliere punti per permettere loro di ottenere dei prodotti gratuitamente ma servono anche alle
aziende per capire i bisogni e gli interessi dei clienti in modo tale che possano fare molte
segmentazioni (volantini personalizzati per fare azioni molto mirate solo sulle basi che mi
interessano; ho bisogno però di sistemi informativi, algoritmi di data mining, CRM e una miriade di
dati). Caso Tesco: è un esempio di questo tipo di approccio; la sua strategia di crescita consiste
proprio nella fidelizzazione dei clienti che hanno carte che le permettono di analizzare abituini di
acquisto e microsegmentare in funzione di esse; la sua strategia di marketing consiste in una
newsletter personalizzata con 4 milioni di versioni diverse che ha permesso di arrivare a tutti i
clienti potenziali nel migliore dei modi e creare un aumento di 100 M di euro nel proprio fatturato.
TARGETING: si tratta dell’individuazione del mercato obiettivo, posso scegliere uno o più
segmenti: meno segmenti considero più aumento la mia personalizzazione perché più essi sono
più mi è difficile personalizzare e più propongo un’offerta generalista che va un po’ sulla media.
Bisogna considerare che un’offerta personalizzata porta ad un premio di prezzo, quindi posso
decidere di non puntare sulle economie di scala ma sulla differenziazione. Se possiedo strategie e
risorse per personalizzare più segmenti vuol dire che ho già una certa potenza. In base ad
un’analisi delle mie risorse e capacità devo capire quanti segmenti aggredire e con quali approcci.
Devo poi decidere come posizionarmi all’interno del segmento per essere il più unico poss