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La minaccia dei turchi ottomani
Tra il XIV e il XV secolo, l'Europa era seriamente minacciata dalla potenza dei turchi ottomani, i quali, nel 1353, avevano attraversato lo stretto dei Dardanelli e avevano accerchiato i bizantini. In poco tempo erano giunti alle porte dell'Europa ma, per la gioia dei cristiani, alla fine del '300 furono minacciati, ad oriente, dalle orde del capo mongolo Tamerlano. Purtroppo per l'Europa, però, nel 1405 Tamerlano morì e i turchi ripresero la marcia verso l'Europa.
Nel 1453 Costantinopoli fu conquistata dai turchi: la città fu chiamata Istanbul e l'impero ottomano divenne una potenza mondiale. Nel 1480 Maometto II sbarcò in Puglia e occupò Otranto; poco tempo dopo puntò verso Napoli, ma l'anno successivo Maometto II morì. Alla sua morte si aprì un'aspra lotta interna per la successione al trono e la spedizione saltò; a quel punto i cristiani ripresero facilmente Otranto.
Con la caduta di...
Costantinopoli in mano ai turchi, i mercanti musulmani controllavano anche il Mediterraneo; essendo già padroni del Mar Rosso e dell'Oceano indiano, erano diventati una grandissima potenza commerciale. I mercanti occidentali potevano trafficare con gli ottomani, ma avrebbero dovuto pagare ogni scambio commerciale; di conseguenza il commercio divenne più costoso e i margini di guadagni per i mercanti cristiani si ridussero drasticamente. Per questo motivo, per scavalcare i mercanti musulmani, i cristiani, non sapendo cos'altro fare, aggirarono il blocco turco e si lanciarono all'offensiva degli oceani, andando a colpire i musulmani proprio là dove erano forti, nelle rotte commerciali con l'estremo oriente. L'avanzata fu rapida e inattesa; in un secolo l'Europa gettò le basi della propria supremazia mondiale. Per questi motivi l'espansione territoriale dell'Europa non è da intendere come un momento di forza, ma di debolezza.
Infatti le nazioni forti e ricche, come la Cina ad esempio, avevano subito bloccato l'esplorazione di nuove terre. Tra il 1405 e il 1433, infatti, la Cina aveva intrapreso una serie di esplorazioni ed era giunta fino in Africa, ma, nel 1436, per difendersi ancora una volta dalla minaccia dei mongoli, un editto imperiale aveva vietato la costruzione di vascelli d'oltremare e aveva costruito la grande muraglia. Il mondo cinese era autosufficiente come popolazione e come risorse e quindi non aveva bisogno della spinta verso l'esterno; l'Europa, invece, non era autosufficiente. Nemmeno il potentissimo impero mongolo aveva necessità di andare ad esplorare nuovi territori, infatti si estendeva dalla Corea all'Ucraina e controllava tutte le vie commerciali terrestri. Per l'Europa, invece, la situazione era diversa. I motivi di debolezza dell'Europa medioevale erano evidenti: sebbene si stesse riprendendo dopo la Peste nera, la popolazione rimaneva ancora bassa,soprattutto se paragonata alle altre zone del mondo; gli stati continuavano a farsi guerra tra di loro; il progresso tecnologico non era all'avanguardia e si basava ancora sulla cavalleria pesante, per il "sogno" feudale dei cavalieri. Innanzitutto bisogna dire che l'espansione territoriale europea non cominciò nel XV secolo, ma nel 1100, quando furono recuperati alcuni territori persi dalla cristianità, come parte della Spagna, la Corsica, la Sardegna, la Sicilia e soprattutto c'era stato il tentativo delle Crociate. L'espansione finì nel XIV secolo per via della peste nera e riprese nel XV quando la popolazione cominciò a crescere. Le motivazioni che spinsero l'Europa a cercare al di fuori dei propri confini ciò che le serviva erano tante: - innanzi tutto l'Europa aveva bisogno di oro, sia perché le monete d'oro circolavano sempre più spesso sia perché i mercanti europei, quandocommerciavano con la Cina, avevano bisogno dell'oro, unica valuta accettata dai cinesi, visto che i prodotti europei erano considerati troppo grezzi. Tra il 1395 e il 1415 si verificò una grave crisi di metalli preziosi e l'Europa fu costretta a comprare l'oro dai mercanti musulmani.- Dopo la caduta di Costantinopoli, il commercio via terra divenne sempre più costoso. Questo spinse i mercanti occidentali a cercare di spezzare il monopolio commerciale musulmano, andando direttamente in oriente per acquistare spezie, tessuti, schiavi e prodotti pregiati.
- I figli cadetti della nobiltà iberica, che erano senza terre, cominciavano a diventare un problema sociale, perché compivano delle pericolose scorrerie.
- Il cristianesimo militante, umiliato dalle sconfitte da parte dei turchi, cercava una rivincita, magari in terre lontane da evangelizzare. Servivano nuovi cattolici da evangelizzare, e da tassare, visto che le tasse dei luterani non
andavano a finire più a Roma. Queste motivazioni – insieme a tante altre – spinsero l'Europa alla conquista dei mari. La prima potenza a muoversi fu il Portogallo.
Colonialismo portoghese
Innanzi tutto il Portogallo si affacciava sull'Atlantico e grazie alle correnti oceaniche era facile poter partire dai suoi porti. Inoltre, aveva un'ampia disponibilità di capitali che proveniva dai commerci con il ricco mondo musulmano.
I viaggi di esplorazione da parte dei portoghesi presero avvio nella prima metà del XV secolo, grazie all'azione di Enrico detto il Navigatore – figlio secondogenito del re del Portogallo – e soprattutto alla diffusione delle innovazioni tecniche che i portoghesi avevano imparato dai musulmani, come la bussola. I portoghesi non puntavano al popolamento o allo sfruttamento delle terre, ma miravano alla creazione di porti in Africa (colonialismo definito di tipo fenicio), in modo da poter commerciare con paesi.
sempre più lontani. Il primo atto dell’impero portoghese fu la presa di Ceuta, nel 1415, grande centro commerciale musulmano. Nel 1440 furono catturati i primi schiavi e questo si dimostrò un grosso affare per i mercanti portoghesi. Dopo questi primi viaggi esplorativi, accadde un evento importante per le successive spedizioni: il 28 maggio 1453 i turchi conquistarono Costantinopoli. I turchi non impedirono il commercio ai mercanti cristiani, ma lo tassarono, facendo diventare il commercio tra oriente e occidente più costoso. Allora perché non approfittare dei progressi già fatti in Africa e tentare di oltrepassare il Capo di Buona Speranza – il punto più meridionale dell'Africa – e puntare direttamente verso l'India? Perché non comprare i prodotti direttamente dai mercanti indiani, più a basso costo? E così fu! Grazie alle informazioni tecniche ottenute nei primi viaggi, i portoghesi riuscirono adallestire una spedizione che portò Bartolomeo Diaz, nel 1487, a doppiare il Capo di Buona Speranza.
Siccome il Portogallo, dopo la presa di Costantinopoli, era stato l'unico regno ad accettare la proposta del papa per una crociata contro i turchi, nel 1456, fu ricompensato con una bolla papale con la quale aveva ottenuto, dal papa Callisto III, il dominio di tutte le terre scoperte nell'Atlantico e in Africa, fino in India. A tutte le altre nazioni era proibito scoprire nuove terre, pena la scomunica.
In seguito anche la Spagna aveva chiesto di evangelizzare nuove terre e quindi il papa fu costretto a dividere il mondo in due sfere di influenze, tramite una raya, cioè un linea immaginaria: a ovest della raya le terre spettavano alla Spagna, ad est al Portogallo. Dopo l'accordo tra Spagna e Portogallo, fu concesso a Vasco da Gama di partire.
I portoghesi partirono da Lisbona l'8 luglio 1497, con una spedizione guidata appunto da Vasco da Gama che arrivò
in India nel 1498. Gli europei in India, però, non trovarono gli indiani spaventati, ma mercanti musulmani molto indispettiti. Tra il 1519 e il 1522, infine, fu realizzata la prima circumnavigazione della terra, anche se l'ideatore di questa grande avventura, Ferdinando Magellano, non poté assistere alla fine del suo progetto; dopo aver costeggiato il Brasile, Magellano fu ucciso nelle Filippine, insieme a molti dei suoi uomini. È giusto dire, però, che l'avanzata portoghese nell'oceano indiano riuscì a sottrarre posizioni, ma non a mettere in crisi il monopolio musulmano del commercio mondiale; per questo si dovette attendere gli olandesi nel Seicento.
Colonialismo spagnolo
Innanzi tutto bisogna dire che il colonialismo spagnolo era diverso da quello portoghese, perché era un colonialismo di popolamento (definito di tipo romano) e puntava non alla costruzione di porti fortificati per poter commerciare, ma alla conquista di nuove terre da
coltivare. La Spagna entrò in competizione con il Portogallo soltanto a partire dal 1469, cioè quando le corone di Castiglia e di Aragona si unirono. All'inizio la spinta verso la colonizzazione fu timida, ma poi la grande occasione arrivò con Cristoforo Colombo che propose ai sovrani di Spagna di arrivare ad est navigando verso ovest. Sulla base dei calcoli dei matematici musulmani, la circonferenza della terra era di 24000 miglia, ma, siccome Colombo non era colto, non sapeva che le miglia musulmane erano lunghe 1,65 m, invece le miglia cristiane 1,35 m. Così, confondendo le miglia musulmane con quelle cristiane, Colombo credette che la circonferenza terrestre fosse di 33.000 km, invece di 40.000. Secondo questi calcoli l'oriente non era poi così lontano e questa tesi era confermata dalla Bibbia, secondo la quale il mare era solo la settima parte delle terre emerse. Colombo iniziò a navigare al servizio del Portogallo con l'idea diraggiungere l'est, navigando verso ovest; tra il 1478 e il 1484 cercò di farsi finanziare il progetto dal Portogallo, ma fu inutile perché le sue proposte arrivarono alla corte portoghese in un periodo di grande entusiasmo per le scoperte geografiche. Ma se Colombo fosse partito dalle Azzorre portoghesi, e non dalle Canarie spagnole, non sarebbe mai arrivato nel nuovo mondo, perché i venti perenni che soffiano dalle Azzorre lo avrebbero portato al polo sud. Colombo ripropose il progetto al Portogallo nel 1488, ma il ritorno trionfale di Diaz lo stroncò definitivamente.
Nel frattempo, nel 1486, aveva presentato la proposta anche alla Spagna; in un primo momento ricevette una risposta negativa, ma in seguito, grazie all'intervento del confessore della regina Isabella, conosciuto in un convento dove si era ritirato, Colombo ottenne un nuovo incontro con la regina e questa volta riuscì a strappare un sì.
Il Portogallo in Africa era molto
più avanti e la Spagna non aveva la possibilità di contrastarlo, quindi tentò la carta della disperazione; in fondo, finanziando Colombo, non aveva nulla da perdere.