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TURNOVER
(non è espresso in giorni ma in numero di volte):
Capacità dell’impresa di far girare il capitale investito netto operativo (CINO).
Numero di volte in un anno di rotazione del CINO.
TURNOVER= Ricavi Di Gestione / CINO
Come logica è contrario al C.M., perché quest’ultimo metteva il fatturato al denominatore, il
TURNOVER invece mette il fatturato al numeratore.
Esempio: TURNOVER = 200 / 100 = 2
Significa che un’impresa è in grado di recuperare il suo CINO 2 volte in un anno, mediamente
quindi ogni 6 mesi.
Se abbiamo vendite per 200, l’impresa in un anno investe 100, produce ricavi di 100 e li recupera,
poi investe ancora 100 e produce ricavi di altri 100 e li recupera di nuovo cioè li recupera 2 volte
(ovvero far girare gli investimenti 2 volte)
Il TURNOVER contrariamente al C.M. più aumenta meglio è perché vuol dire che l’impresa utilizza
le stesse risorse dell’anno prima per avere più vendite.
L’impresa avrà lo stesso capitale investito e ha vendite che aumentano, quindi con gli stessi
investimenti dell’anno prima l’impresa è stata in grado di avere maggiori vendite (positivo!!)
→ →
indicatore di efficienza (finanziaria non economica)
La “positività (buon valore)” del turnover sta nell’aumento da un anno all’altro, non dal valore in
sé che è alto, viceversa lo stesso discorso…la “negatività (cattivo valore)” del turnover sta nella
diminuzione del turnover da un anno all’altro, non quindi tanto dal valore in sé che è basso.
→ questo fatto vale perché ogni tipologia di impresa è diversa l’una dall’altra.
C. FISSO + CCNO = CINO
Il CM aumenta perché aumenta il CCNO e di conseguenza aumenterà anche il CINO, dato che (cino
= ccno + c. fisso), dato che il CINO aumenta TURNOVER diminuirà avendo quest’ultimo il CINO
come denominatore.
Se ho un’azienda che da un anno all’altro ha un C.M. in aumento e un TURNOVER stabile, è
andata peggio perché aspetta di più per incassare ma è stata brava perché quella minor
efficienza del recupero del circolante è riuscita a controbilanciarla limando sul capitale fisso.
PROCEDIAMO PER GRADI….
→ se l’azienda avesse avuto un aumento del C.M. a parità di altre condizioni noi avremo avuto un
calo del TURNOVER.
Se il mio fatturato rimane uguale e il CCNO aumenta, aumenta il C.M. ma se il mio fatturato
rimane uguale e il mio CCNO aumenta, siccome il CCNO è parte del CINO (CINO = CCNO + C.FISSO)
a parità di altre condizioni tenderà ad aumentare anche il CINO stesso e quindi si abbasserà il
TURNOVER.
Logicamente allora come agiremo di conseguenza per abbassare il TURNOVER?
→ Andremo a “limare” sul C.FISSO ovvero cercheremo di abbassarlo per evitare di avere un
abbassamento del TURNOVER.
Se invece avessimo un C.M. costante e un crollo del TURNOVER, il problema sta nel C.FISSO,
magari perché il CCNO è aumentato ma sono aumentate proporzionalmente anche le vendite.
Il TURNOVER POSSIAMO dire che quindi dipende sia dal C.M. ma anche dal C.FISSO.
→ BASTA GUARDARE LE FORMULE PER FARE I RAGIONAMENTI
EQUILIBRIO PATRIMONIALE
(FINANZIARE CORRETTAMENTE I FABBISOGNI FINANZIARI)
Ci poniamo una domanda: Le fonti di finanziamento sono adeguate per la composizione del
capitale investito?
La struttura dell’impresa è adeguata per le necessità finanziarie?
Per capire le cause studiamo l’equilibrio patrimoniale.
L’impresa si sta finanziando bene?
→ SI
Perché il CCNO è maggiore dell’ind. fin. netto a b.t.
Quando utilizza l’ind. Fin. netto a b.t. nei limiti del CCNO, l’impresa si è finanziata correttamente.
Come si trasforma l’equilibrio patrimoniale in indice?
Il coefficiente copertura capitale fisso è la traduzione in numero dell’equilibrio patrimoniale.
Tutte quelle imprese che diversamente da quella vista inizialmente (pag. 12 quaderno fin. Az.),
non incassano dopo aver pagato ma incassano PRIMA di aver pagato avranno un C.M. negativo.
→ (Imprese che vanno BENISSIMO!)
Anche se il COEFF. COP. CAP. FISSO è inferiore a 1, per questo tipo di azienda che prima incassa e
poi paga non si può dire che vi è un mal finanziamento, perché di fronte a un indicatore di questo
tipo inferiore a 1, non c’è nel passivo un utilizzo del debito fin. a B.T., ovvero che basta guardare lo
stato patrimoniale e capiamo che se non vi è alcun indebitamento finanziario a breve che finanzia
il capitale fisso
→ non c’è disequilibrio.
Se abbiamo un’impresa che paga prima di incassare, essa acquista e allora si che un COEFF. COP.
CAP. FISSO inferiore a 1 indica qualcosa che non va bene, perché significa che c’è un
indebitamento fin. A breve che finanzia il C. FISSO.
Se invece contrariamente abbiamo un’impresa che prima incassa e poi paga, il fatto di avere un
COEFF. di COP. CAP. FISSO inferiore a 1, non è sintomo di negatività, perché non è traduzione di
indebitamento finanziario a breve che finanzia il C. FISSO.
L’unico equilibrio che questi tipi di aziende dovrebbero avere (prima incassano e poi pagano), è
→
che il debito fin. a breve deve essere prossimo a 0 incassando prima di pagare non dovrebbero
utilizzare fidi di conto cioè il deb. fin. a breve. 03/10/17
EQUILIBRIO FINANZIARIO
→
(LIVELLO DI INDEBITAMENTO) Leva Finanziaria
Per ogni euro messo dai soci o dall’imprenditore, quanti euro vengono reperiti dai terzi?
→ Concetto di Coefficiente di Indebitamento
COEFFICIENTE DI INDEBITAMENTO = Debiti / Capitale Proprio
Quali debiti?
→ metteremo solo i debiti finanziari, non i debiti di gestione (debiti che si creano perché non
pago)
COEFFICIENTE INDEBITAMENTO = PFN [Posizione Finanziaria Netta] (D.F. m/l + I. F. netto b.t.) /
Capitale Proprio
A livello di studi, un coefficiente di indebitamento che possa reputarsi sufficiente, cioè che possa
testimoniare che l’azienda è solida, per quanto concerne le piccole medie imprese (fatturati <50
mln euro) è max pari a 3 volte. →
MICRO IMPRESA: CAPITALE PROPRIO > 0 EQUILIBRIO FINANZIARIO
→
PICCOLE MEDIE IMPRESE: <= 3 VOLTE EQUILIBRIO FINANZIARIO
→
IMPRESE QUOTATE: <= 1 VOLTA EQUILIBRIO FINANZIARIO
Lo calcolo su due esercizi e mi chiedo, l’impresa è migliorata? Si indebita di più o di meno?
→
Se aumenta significa che l’impresa è peggiorata maggior rischio finanziario
Viceversa se diminuisce, l’impresa tenderà ad essere più solida (+ capitale proprio – debiti)
Esiste un coefficiente di indebitamento ottimale?
→ Non vi è una risposta effettiva, un numero che vada bene…non c’è una soglia di indebitamento
che vada bene per tutte le imprese, perché in realtà dipende da come le imprese si comportano
sul mercato. 10/10/17
→
provetta intermedia 31/10/17
FINO ALL’ARGOMENTO: previsione economico finanziaria
C/E RICLASSIFICATO
(Valore Aggiunto)
È una riclassificazione a scalare, ovvero si parte dai ricavi e si tolgono via via tutti i costi per
arrivare al risultato di bilancio.
RICLASSIFICAZIONE CE A VALORE AGGIUNTO
RICAVI DI GESTIONE
- Costi Materie Vendute (Rimanenze Iniziali + Costo Acquisto – Rimanenze Finali)
- Costi Servizi
__________________________
VALORE AGGIUNTO
- Costi Lavoro
__________________________
MARGINE OPERATIVO LORDO
- Ammortamenti
__________________________
MARGINE OPERATIVO NETTO
-Oneri Finanziari netti
__________________________
RISULTATO GESTIONE CARATTERISTICA
+/- Proventi/Oneri Straordinari
__________________________________
RISULTATO LORDO
-Imposte
__________________________________
RISULTATO NETTO
DEFINIZIONI
Def. VALORE AGGIUNTO: Ricchezza netta che serve a remunerare tutti i soggetti che hanno
consentito di produrre quella ricchezza
→
Def. M.O.L. (EBITDA) Utile prima degli interessi, tasse e degli ammortamenti delle immob. Mat
e immat.): esprime un saldo potenziale (entrate – uscite) oltre ad essere il risultato della gestione
corrente. →
Def. M.O.N. (EBIT Utile prima degli interessi e delle tasse): esprime quanto operativamente ha
generato l’impresa, non solo per i soci (in quel caso guarderemo l’utile) ma per tutti.
Dipende se vogliamo fare un’analisi puramente economica oppure un’analisi per flussi.
Se vogliamo fare un’analisi puramente economica guarderemo il M.O.N.
Se invece vogliamo fare un’analisi per flussi guarderemo invece il M.O.L.
ONERI FIN. NETTI = Oneri finanziari (a bilancio) – proventi finanziari (a bilancio)
COSTO MAT. VENDUTE: Quanto all’impresa gli è costato effettivamente vendere a livello di
materie (quanto ho consumato come costo per ottenere ricavi)
EQUILIBRIO FINANZIARIO
L’impresa è in equilibrio quando il MON è sufficiente a coprire il costo del debito.
Il rendimento deve essere però proporzionale alla dimensione dell’impresa.
I valori quindi devono essere percentualizzati
Rendimento % > Costo del debito %
Come percentualizziamo il M.O.N.? M.O.N. / CINO = ROI
Esempio:
MON = 100000
CINO = 1000000
ROI = 10%
Il ROI esprime quindi il rendimento % dell’impresa.
ONERI FINANZIARI NETTI / PFN = i % (ROD)
Quando l’impresa sarà in equilibrio economico?
→ Quando l’euro preso prestito gli rende più di quanto gli costa
ROI > i %
ESERCITAZIONE 11/10/17
PROCEDIMENTO (rielab. SP):
RIELABORAZIONE GESTIONALE DELL’ATTIVO
EXTRA = Imm. Civili + Partec. non operative = 50 + 10 = 60
(2014)
EXTRA = \\ + \\ = 50 + 10 = 60
(2015)
C. FISSO = Imm. imm. + Macchinari + Autom. – Fondi amm. = 40 + 270 + 30 – 100 = 240
(2014)
C. FISSO = \\ + \\ + \\ - \\ = 30 + 300 + 40 – 120 = 250
(2015)
MAG = Riman. finali = 100
(2014)
MAG = \\ = 110
(2015)
C. GEST = Cr. v/clienti + Cr. Tributari = 290 + 10 = 300
(2014)
C. GEST = \\ + \\ = 430 + 10 = 440
(2015)
Cr. v/soci e c/c attivo VANNO TOLTI DOPO NELLE PASSIVITA’
RIELABORAZIONE GESTIONALE DELLE PASSIVITA’
C. PROPRIO = Cap. sociale + Utile – Cr. v/soci = 35 + 74 – 6 = 103
(2014)
C. PROPRIO = \\ + \\ - \\ = 35 + 93 – 6 = 122
(2015)
D. FIN. M/L = Deb. v/banche m/l = 200
(2014)
D. FIN. M/L = \\ = 170
(2015)
I. F. NETTO B.T. = Deb. v/banche b.t. – c/c attivo = 200