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PENSARE LA VITA

PREFAZIONE

la bioetica nasce nel 1970 e in questi quarant’anni vi sono stati diversi cambiamenti: la tecnologia ha la possibilità di autoduplicarsi in 4 aree: genotecnologia (per es OGM e terapie genetiche), robotecnologia (robo che costruiscono altri robot), infotecnologie (intelligenza artificiale) e nanotecnologia (costruzione di macchine molto piccole per lavori di routine); tutto ciò può creare il problema di controllare tali tecnologie; secondo alcuni autori le nuove tecnologie vanno verificate non solo a livello economico ma anche soprattutto in base alla qualità e ai valori dell’esistenza umana.

INTRODUZIONE

nell’epoca attuale l’antropocentrismo sta lasciando il posto al biocentrismo e all’ontocentrismo, l’individuo oggi è invaso dalla tecnologia tanto da influenzare la percezione di se; si sta affermando la cyborg anthropology che si occupa delle interazioni tra uomini e robot; la tecnoscienza fa sì che le nuove tecnologie non solo si possono riparare o potenziare ma addirittura creare nuove realtà.

la bioetica oggi richiede una revisione concreta: è una metariflessione che prende corpo nell’atto stesso del riflettere. il nuovo realismo porta la bioetica a calarsi nei contesti socio-culturali e nei casi singoli per comprendere meglio il senso delle scelte individuali e fare sì che il bene dell’individuo prevalga sugli interessi economici.

dopo il 1630 vi fu un importante cambiamento etico, consistente nel favorire il razionalismo di cartesio e newton secondo i quali la società doveva orientarsi in nome

dell’universalità della ragione scientifica; la considerazione della singolarità è affermata da pascal. nella modernità i principi generali hanno vinto e i casi particolari hanno perso, ovvero è favorito non più il particolare ma il generale, ciò ha favorito una divisione netta tra la morale e il mondo della vita, tuttavia va affermandosi la necessità di considerare i problemi più concreti. fulcro dell’etica è l’atto morale compiuto dall’uomo in determinate situazioni le quali si ricolleghino alle regole, alla logica e all’universalità dei principi morali occorre una svolta biopedagogica per promuovere la cultura morale: la bioetica deve essere in grado di cogliere l’unicità dell’azione umana e disporre di più modalità comprensive dell’altro, come l’ascolto, la narrazione, il dialogo, l’arte e l’empatia. la bioetica in quanto etica della vita implica il pensare la vita, cioè da una parte prende in considerazione la ragione e dall’altra la integra con l’affettività. il pensiero è vita ed è anche ciò che da dignità e senso alla vita, come socrate afferma. l’attività di pensiero in quanto ricerca di significato diviene capacità di valutare il reale e coglierne il senso discernendo bene e male. il significato della vita è tanto più in primo piano quanto più è riferito a qualcosa che vale e che è al di la dei limiti della vita stessa, tuttavia nascono questioni controverse circa la presenza del limite ovvero ci si interroga soprattutto nelle situazioni-limite. non si può attingere e pensare alla totalità della vita se non utilizzando la ragionevolezza, che esprime in pieno tutte le dimensioni della persona (razionali, appetitive, immaginative).

CAP 1

la bioetica in questi 40 anni ha raggiunto diversi meriti tuttavia ha ancora diversi limiti; engelhardt sottolinea il vuoto etico in cui essa è precipitata, in particolare si prefigge

tecnoicizzandosi il rapporto con la malattia e la salute, l'etica naturale cede il posto all'etica salutista. per riscattare l’utopia medica dall’ingenuità dell’onnipotenza, è necessario liberarla dalla fede assoluta nel potere delle conoscenze specialistica razionalmente organizzata, in modo da cogliere le cause originarie del male fisico in modo non utopistico ma storico e ontologico, tuttavia la medicina da sola non basta a cogliere le radici del male così come il concetto di salute non è solo medico ma etico-sociale.

la felicità, che è il fine del nostro agire, rischia di non essere il frutto personale della propria arte di vivere bensì il prodotto artificiale di fattori esterni infatti la felicità quando prodotta dalla tecnomedicina è artificiale e fa sì che la pretesa di prevenire ed eliminare ogni malattia rende i pazienti sempre più esigenti e insoddisfatti dalle cure. barsky individua 4 fattori alla base della crisi della medicina attuale: riduzione della mortalità infantile che ha allungato la vita con un aumento di malattie degenerative (si vive più a lungo ma peggio); conduzione in ambito medico di disturbi che in origine non erano considerati sanitari (aumentano i cosiddetti sani preoccupati); crescita delle aspettative di guarigione oltre le possibilità reali; intolleranza verso le malattie non curabili. in sintesi col crescere della componente scientifica, la medicina rischia di perdere la componente umana. vi è stata inoltre la medicalizzazione delle cosiddette malattie dell’anima, quali la noia, l’angoscia che ora è diventata ansia, la disperazione, la malinconia, tutti elementi che la medicalizzazione racchiude nella patologia della depressione. si è determinato così un drastico aumento delle prescrizioni di farmaci psicotropi che influiscono sull’umore inclusi antidepressivi, ansiolitici, stimolanti e narcotici.

modo da evitare giudizi di valore; il relativismo etico poggia sulla cosiddetta fallacia naturalistica e la tesi principale è che ogni società ha valori peculiari pertanto qualsiasi costume o orientamento di valore (dal cannibalismo al genocidio) deve essere accettato. nella sua formulazione più radicale il relativismo afferma l'eterogeneità delle culture e l'assolutezza dei valori della propria cultura, in contrasto con l'attuale processo di trasformazione culturale di reciproca integrazione a livello internazionale, ad opera soprattutto della cultura scientifica e dei new media. aperto sostenitore del relativismo è feyerabend secondo il quale ogni popolo ha diritto a vivere la propria diversità, inoltre critica il falsificazionismo secondo cui la ragione dipende dai fatti, affermando al contrario che tutta la conoscenza è impregnata di teoria. l'autore difende l'autonomia delle tradizioni le quali si autoregolano fino al relativismo. tali affermazioni pongono alcuni interrogativi a livello etico infatti se la libertà è il valore supremo allora come è possibile assolutizzarla e allo stesso tempo riconoscere le libertà altrui? tra le critiche al relativismo troviamo quella di popper secondo cui le barriere linguistiche e culturali non sono insormontabili e che le culture non sono mondi chiusi in se stessi; egli inoltre rifiuta la teoria che lega la validità di ogni critica ai fondamenti teorici poiché in questo modo la critica stessa sarebbe resa impossibile. il relativismo secondo popper ha portato al declino della religione autoritaria nonché il crollo di tutte le fedi, tra cui anche quella nella ragione umana. infine afferma che il relativismo è autocontraddittorio in quanto se lo accettassimo dovremmo considerare anch'esso come principio relativo. la struttura del ragionamento morale può essere vista gerarchicamente su 4 livelli: giudizi e azioni; norme; principi o valori; teorie etiche. spesso si confondono i principi o

dell’etica e in particolare della bioetica riguarda la

promozione della qualità della vita e quindi delle condizioni di vita dell’uomo in qualsiasi cultura.

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
17 pagine
3 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/05 Filosofia e teoria dei linguaggi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ta-ty di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Etica della comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Bellino Francesco.