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I DISTURBI DEL LINGUAGGIO

alcuni bambini con difficoltà di apprendimento del linguaggio presentano deficit in coordinazione motoria ed elaborazione cognitiva non linguistica. La denominazione del DSL ha lo svantaggio di implicare un profilo puro che può valere solo per una parte dei bambini. Il disturbo primario del linguaggio invece suggerisce la presenza di un disturbo secondario. I sottili deficit che si associano al disturbo del linguaggio non sono abbastanza gravi da giustificare la denominazione "disturbo"; inoltre, se questi altri problemi fossero tali da arrivare allo status di disturbo verrebbero a mancare delle ragioni per considerare primario il disturbo del linguaggio. Nonostante le differenze nelle varie lingue si profilano alcuni endofenotipi del DSL: deficit di elaborazione grammaticale, deficit memoria fonologica a breve termine. I bambini di lingua italiana non omettono desinenze grammaticali e quando commettono delle sostituzioni di desinenza verbale.

assumono raramente l'infinito. *la desinenza della terza persona plurale del presente sembra la più soggetta a errori e viene sostituita con la terza singolare; contribuiscono a questa difficoltà i fattori prosodici. Nella ripetizione di non parole i bambini italiani con DSL sono meno precisi dei bambini di controllo. Nello spagnolo molte desinenze sono di natura consonantica, il loro uso nei nomi plurali è più difficile rispetto all'italiano; potrebbero però essere più accessibili gli articoli e i clitici nella produzione e nella percezione. In francese i soggetti sono obbligatori e c'è molta omofonia, i bambini francesi con DSL omettono spesso il verbo ausiliare nelle contrazioni del passato e hanno difficoltà con i clitici. un'area di particolare difficoltà sembra essere quella dell'inversione dell'ausiliare. Inoltre hanno carenze nella ripetizione di non parole. Nei bilingui è importante

stabilire l'età in cui hanno imparato ciascuna lingua, il loro profilo linguistico è molto simile a quello dei monolingui con DSL; hanno difficoltà nella ripetizione di non parole. *l'apprendimento di due lingue non è un ostacolo per i DSL, anzi offre vantaggi come il maggiore controllo dell'attenzione e contrastare l'interferenza che deriverebbe dall'apprendimento di due lingue. I processi attentivi possono essere considerati aspetti dell'elaborazione cognitiva, tre aspetti: - velocità di elaborazione, i DSL rispondono più lentamente e c'è stabilità nel tempo anche dopo anni - memoria di lavoro, nel compito dello span di ascolto i DSL rievocano meno parole alla fine della frase - attenzione, i DSL hanno minori abilità di attenzione sostenuta visiva 1. differenze individuali e indici di rischio nel primo sviluppo del linguaggio di bambini monolingui e bilingui fasi evolutive incomune nei bambini: tra gli 8 e i 18 mesi, ad esempio, la comprensione e la produzione di azioni e gesti precede quella di parole. È riconosciuta l'interdipendenza fra fonologia e lessico e fra lessico e grammatica in situazioni tipiche o di rischio. I processi linguistici e cognitivi interagiscono. La stabilità di una parola nel lessico e la velocità di processamento dipendono dall'immaginabilità del suo significato, dall'età di acquisizione e dalla frequenza d'uso. I bambini con capacità di memoria ridotta hanno bisogno di più esposizioni ad un oggetto e al suo referente verbale per stabilizzare l'acquisizione dell'etichetta lessicale. La modalità d'interazione e comunicazione dei genitori possono essere influenzate da fattori di stress e socio-economici della famiglia che vanno ad interagire con le caratteristiche specifiche del bambino. I criteri per identificare un bambino con un ritardo tra i 2 e i 3 anni di età possono includere:I 3 anni nell'acquisizione di linguaggio sono un vocabolario espressivo inferiore o uguale al 10° percentile a partire dai 24 mesi e/o assenza di linguaggio combinatorio dai 30 mesi. Possono essere: late talkers, early language delay, language development, early expressive language delay, specific expressive language impairment, slow expressive language development, late language emergence. La confusione terminologica riflette il fatto che il termine parlatori tardivi PT non è un'etichetta diagnostica. Dermais e coll. Descrivono tre profili di ritardo di linguaggio: 1. con il 10% dei bambini con punteggi bassi nelle abilità espressive, recettive e comunicative e nelle misure di sviluppo cognitivo 2. 26% di bambini, bassi punteggi nelle abilità espressive e comunicative nelle misure di sviluppo cognitivo 3. 64% di bambini con ritardo meno marcato rispetto al secondo. Altri autori hanno posto attenzione sul fatto che il valore predittivo degli indici di rischio varia.infunzione dell'età o della fase di sviluppo del bambino. Dopo i 30 mesi gli indici di sviluppo lessicale e i gesti risultano meno indicativi dell'outcome rispetto a indici grammaticali. *ancora da definire se e in che misura alcune strategie dei genitori e l'input rivolto al bambino contribuiscano a determinare il ritardo di linguaggio. Il programma di screening del linguaggio è rivolto a tutti i bambini italiani tra i 27 e i 30 mesi della provincia di Mantova.
  • Compilazione primo vocabolario del bambino forma breve
  • si aggiunge anche almeno uno dei seguenti elementi: incapacità di combinare frasi o di imitare e ripetere parole, incapacità di comprensione decontestualizzata
  • se esito positivo si fa una valutazione dell'udito, neurologica, e cognitiva
Per una giusta valutazione del bambino bilingue bisogna ottenere informazioni da entrambe le lingue anche se non è sempre possibile (in tal caso bisogna individuare la

Modalità di valutazione della sola lingua del paese ospitante); un metodo valido è il vocabolario concettuale che è dato dalla somma delle parole che il bambino dice in una sola lingua e degli equivalenti. La valutazione del linguaggio nei bilingui e l'identificazione precoce nei bambini a rischio per lo sviluppo del linguaggio è ancora difficile; per i monolingui ancora oggi non ci sono criteri attendibili e internazionali su quale sia l'età migliore per individuare bambini a rischio.

Caratteristiche dell'elaborazione linguistica in bilingui con disturbi dello sviluppo linguistico:

1. Periodi critici per acquisire in L2 una pronuncia paragonabile ai nativi:

  1. Parlanti che abbiano acquisito L2 entro gli 8 anni diventeranno quasi madrelingua, bilingui sequenziali precoci
  2. Parlanti che abbiano acquisito L2 dopo gli 8 anni ma entro i 20 svilupperanno una buona pronuncia, bilingui sequenziali intermedi
  3. Parlanti che abbiano acquisito L2 dopo la
maturità cognitiva, tendono ad avere accento straniero, bilingui sequenziali tardivi. L'assenza di periodi critici per acquisire alcuni aspetti di L2 è stata confermata anche per quanto riguarda lo sviluppo grammaticale nelle lingue acquisite dopo la prima. L'esposizione ad un ambiente bilingue può avere numerosi aspetti positivi: capacità di inibire la lingua che in quel momento non deve essere usata, monitorare la conversazione, mantenere in memoria di lavoro le informazioni precedentemente scambiate o elaborate per il tempo necessario alla produzione. Il bilinguismo non è alla base di un disturbo nell'acquisizione del linguaggio, anche se per un bambino DSL è più difficile acquisire più lingue insieme. Bisogna valutare le caratteristiche del disturbo e il modo in cui si presenta nelle varie lingue in cui il bambino è esposto; interessante vedere se è un disturbo parallelo o differenziale. Volendo, un DSL può, con.
  1. ausilio di insegnati e genitori, imparare una l2.
  2. lo sviluppo fonetico e fonologico nell'acquisizione di l1 e l2

Il feto già dimostra di reagire agli stimoli uditivi dalla 30° settimana e a poco dalla nascita riconosce segmenti vocalici e dà sensibile alle caratteristiche tipo il sesso del locutore.

I neonati preferiscono lo stile della mamma (motherese) e discriminano categoricamente quasi tutti i contrasti acustici foneticamente rilevanti in base alle caratteristiche del luogo di produzione e al modo. Usano la loro coscienza delle vocali cardinali pe crearsi punti di riferimento nello spazio vocalico. E discriminano le lingue che appartengono a classi ritmiche diverse indipendentemente dall'esperienza.

Dai 3 ai 6 mesi sono sensibili a cambiamenti graduali del voice onset time che indicizza il contrasto di sonorità.

A 7 mesi i bilingue esposti a lingue he obbediscono due ordini di parola diversi usano gli indici prosodici per segmentare bene i sintagmi.

nominali in base alla prosodia, indice non usato daimonolingui. Il monolingue comincia anon discriminare più i contrasti fonetici assenti nella sualingua ma migliora la capacità di percepire i foni(predittori sviluppo linguistico fino a 30 mesi).A 8 mesi i bilingui continuano a discriminare due lingue diverse guardando le espressioni facciali epossono attraversar un temporaneo ritard nell'acquisizione dei sistemi fonologicii delle linguenative.Il monolingue dopo gli 8 mesi comincia a perdere la sensibilità verso i contrasti non fonologici.La riorganizzazione che avviene negli 8 mesi si basa su stimoli acustici di l1 enfatizzati damotherase.Bambini di 9 mesi dimostrano di apprendere facilmente una nuova lingua solo se coinvolti in unreale scambio comunicativo.I monolingui mostrano erp intorno ai 6-9 mesi, i bilingue 10-12.il bambino deve riuscire a identificare la parola per poterla apprender, l'informazione ritmicarelativa all'alternanza tra le

prominenti sillabe forti e deboli aiuta inizialmente a segmentare il flusso in sequenza più brevi che vengono scomposte in base a info di tipo fonattico e allofonico. La collocazione di un accento in alcune lingue permette di individuare facilmente dove comincia una parola nuova e probabilmente all'inizio il confine verrà inferito dalle parole isolate. Le rappresentazioni lessicali devono essere precise per permettere il riconoscimento e resistere alle differenze individuali di voce e atteggiamenti fono articolatori. A 4 esi e mezzo il bambino è già capace di riconoscere una sequenza isolata di suoni e a 6 mesi la riconosce anche se inserita nel parlato connesso. A 11 mesi riconosce le parole familiari anche isolate e nota il cambio di consonante in una sillaba accentata ma non in una non accentata. I neonati sono capaci di tarttenere in memoria la configurazione sonora di una parola semplice per più di un giorno; i bambini di 9 mesi trattengono per due.

settimane le parole che sentono di pù. A 7 me
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
9 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher noemidelia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Valutazione dei disturbi dell'apprendimento e della memoria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Pirchio Sabine.