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Disturbi della scrittura
I disturbi della scrittura possono essere di due tipi: disgrafia e disortografia.
La disgrafia riguarda l'incapacità di scrivere in modo chiaro e scorrevole. I soggetti possono avere difficoltà a riprodurre in modo adeguato la forma delle lettere e ad utilizzare gli spazi nel foglio.
La disortografia invece colpisce la regolarità dei processi di trascodifica dal codice fonologico a quello grafico. Il soggetto manifesta difficoltà nell'acquisizione delle regole fonologiche fondamentali e delle irregolarità ortografiche, che si traducono in errori di tipo fonologico.
Spesso disgrafia e disortografia possono manifestarsi insieme.
I criteri per la diagnosi di Disturbo dell'espressione scritta includono la misurazione della capacità di scrittura tramite test standardizzati somministrati individualmente. Questa capacità deve risultare inferiore rispetto a quanto previsto in base all'età cronologica del soggetto, alla valutazione psicometrica dell'intelligenza e all'istruzione adeguata all'età.
L'anomalia dell'espressione scritta interferisce con l'apprendimento scolastico o con le attività quotidiane che richiedono la capacità di scrittura; è importante escludere l'eventualità che i deficit possano essere attribuibili a carenze di natura socioculturale o a ritardo cognitivo.
Assessment
La valutazione dell'accuratezza ortografica, ad esempio, può essere effettuata attraverso compiti che prevedono il dettato di un brano, grazie al quale è possibile avere un'idea della competenza ortografica del soggetto. Bisogna anche valutare i processi fonologici, la velocità di accesso, la formazione di strutture del testo.
Training
L'individuazione dei deficit di scrittura risulta di fondamentale importanza per la costruzione di efficaci programmi di intervento. Anche per la scrittura esistono numerosi programmi che non solo offrono validi suggerimenti sui percorsi da intraprendere per superare le difficoltà di scrittura,
ma che si con gurano anchecome dei veri e propri curriculum di insegnamento di tale abilità. Training sulle abilità motorie e visuo-spaziali, training sulla consapevolezza fonologica, training sulla velocità di accesso, training sulla formazione di strutture. Riguardo quest'ultima: nella fase di assessment il bambino può descrivere un'immagine con il numero di parole che ritiene più opportuno, nella fase di training il bambino sarà stimolato a espandere la frase in modo da costruire un testo sempre più ampio e articolato. CAPITOLO 4: I Deficit nei processi di Calcolo Discalculia Studi rivelano che lo 0,5% della popolazione scolastica italiana manifesta sintomi discalculici, di questi ben il 2,5% compare in comorbilità con altri disturbi (in particolare dislessia e ADHD). Per discalculia si intende un disturbo specifico del calcolo. Ci si riferisce a molte attività legate alla matematica, come la lettura e la scrittura.ffi ffi fi fi fi fi fi fi ffi ff fi fi ffi fi fi fi ff fi fi
srittura dei numeri o l'apprendimento delle tabelline e le procedure di calcolo. Risultano deficitari i processi di comparazione tra grandezze, la lettura e la scrittura delle cifre.
Sottotipi di discalculia:
- di coltà nella memoria semantica, provocherebbero deficit nel recupero dei fatti aritmetici e nella memorizzazione delle tabelline. Questo tipo di discalculia sarebbe spesso in associazione con dislessia, per questo motivo un intervento riabilitativo specifico del calcolo non sembrerebbe produrre effetti significativi;
- di coltà procedurali, di coltà nelle procedure di calcolo correlate a deficit nell'acquisizione dei concetti aritmetici di base;
- di coltà visuo-spaziali, sembrano condizionare l'interpretazione dell'informazione numerica, che di conseguenza determinano errori procedurali.
Criteri: la capacità di calcolo è inferiore a quanto previsto in base
all'età cronologica del soggetto, alla valutazione psicometrica dell'intelligenza e a un'istruzione adeguata all'età; l'anomalia interferisce in modo significativo con l'apprendimento scolastico o con le attività della vita quotidiana che richiedono capacità di calcolo; è importante escludere l'eventualità che i deficit possano essere attribuibili a carenze di natura socio-culturale o a ritardo cognitivo. È solo verso la fine della terza elementare che può essere più facile avanzare l'ipotesi che un bambino inefficiente nella parte esecutiva della matematica possa essere affetto da discalculia. Il soggetto discalculico può presentare compromissioni a livello delle capacità linguistiche, percettive, attentive e matematiche. Intervento L'intervento prevede tre fasi principali, introdotte da una sessione preliminare di assessment. La fase preliminare di assessment si concentrasull'accertamento delle competenze matematiche possedute dal soggetto e ha lo scopo di individuarne le principali di coltà. -training per l'acquisizione della componente semantica: se dalla fase di assessment si rilevano carenze nel processo semantico, significa che il soggetto non è capace di assegnare al simbolo numerico il "significato semantico". È necessario verificare la padronanza di concetti di grandezza e di quantità, prerequisiti alle capacità di associare il valore al numero. L'insegnamento dei concetti semantici potrebbe prevedere inizialmente l'uso di oggetti concreti per mostrare il concetto. Dopo aver assimilato adeguatamente il contenuto, si può procedere all'insegnamento a livello iconico, utilizzando figure di oggetti reali. Successivamente si può passare all'astrazione, usando esclusivamente simboli numerici. -training per l'acquisizione della componente lessicale: il trainingIl testo sarà principalmente finalizzato all'acquisizione delle capacità di conteggio ed enumerazione. Per poter fare ciò, l'alunno deve essere già in grado di discriminare e seriare le quantità, porre in corrispondenza biunivoca gli insiemi.