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Questo schema può essere un buon compromesso tra le due linee di
pensiero che descrivono lo story concept. La prima è la linea della
linea della completezza completezza, che per Dwight Swain è composta da due fasi: la
intende l'idea prima contiene una premessa, un personaggio, un antagonista, un
drammaturgica come una obiettivo e una crisi; la seconda contiene lo scioglimento della
sequenza sintetica di vicenda. Per l'altra linea di pensiero, la struttura portante è tutta
enunciati elementari che nella premessa, nell'impostazione: la storia sullo schermo comincia
comprende tutti gli dal dilemma del personaggio principale, che innesca un conflitto. In
elementi della storia Tallulah, la protagonista si chiede se sia giusto che una madre
menefreghista come quella che le ha chiesto di fare da babysitter
alla figlia tenga una bambina; quando lei ritorna ubriaca dalla serata
senza preoccuparsi delle condizioni della bambina, Tallulah decide
di rapirla. Sempre nella linea della premessa è importante l'ipotesi:
"Cosa succederebbe se Tallulah decidesse di rapire la bambina?"
Da una parte la domanda drammaturgica rimanda al «modello
erotetico» (dal greco erotao, domandare) che concepisce la storia
come una concatenazione di domande poste allo spettatore;
dall'altra lo story concept rimanda a un «modello algoritmico» che
concepisce la storia come una concatenazione di problemi posti al
personaggio.
A priori, lo story concept è fondamentale per la stesura della
sceneggiatura; a posteriori, può essere lo strumento a partire del
quale si scrive la sinossi di un film per una sua recensione. Mentre
la linea della completezza può portare ad un'analisi ampia e
articolata, la linea della premessa è più adatta a un lettore che
potrebbe non aver ancora visto il film.
tema Il legame tra le condizioni necessarie per una storia (il racconto di
denominatore comune, eventi e la loro natura problematica) è il tema. Van Dijk, che studia
risposta unitaria ed le strutture del discorso verbale, teorizza il tema o topic come
essenziale alle domande l'argomento principale di una conversazione che si sviluppa secondo
"da cosa dipende il un principio di coerenza. La struttura generale del discorso possiede
problema?" e "di cosa un'unitarietà tematica implicita (il tema non si ripete in tutte le frasi)
tratta il discorso?" e una serie di frasi «topiche». Così avviene nei film: tutte le scene
sono implicitamente tematiche, se sono delle buone scene; poi una
serie di scene topiche esplorano il tema esplicitamente. La
differenza tra lo studio linguistico e cinematografico è che in campo
linguistico il topic è un qualsiasi argomento che regge la
conversazione, mentre in ambito cinematografico deve essere un
universale astratto (Dara Marks, 2007) come l'amore, la lussuria,
l'orgoglio. È un universale astratto perché deve collegare la
singolarità della storia come conflitto che riguarda i personaggi, e
l'universalità del film come discorso che si rivolge agli spettatori.
Un film privo di tema è vago e indeterminato: Ray racconta la vita
di Ray Charles senza un tema preciso, mentre Ali è basato sulla fase
biografica in cui il pugile afroamericano sviluppa la sua
consapevolezza politica.
Se il topic è il tema, il focus è l'intenzione tematica, tutto ciò che si
dice attorno al topic, il "commento", il giudizio, ciò che il film
vuole comunicare. Se il topic di Nerve è il gioco in sé, il focus sono
le conseguenze a cui può portare l'ossessione per i social network
della società moderna. Nella teoria di McKee, il topic è il valore e il
focus è la sua condizione o causa. Valore e causa sono già pensati in
termini di trasformazione, perché il tema così composto descrive
come e perché la vita passa da una condizione iniziale a una diversa
condizione finale. Il problema deve negare il tema per far sì che la
risoluzione del conflitto porti alla sua affermazione.
La costruzione della storia a partire dal nucleo soggetto + predicato
principio della funzione (in Amore a prima svista, l'amore (soggetto) va oltre le apparenze
strutturale del soggetto (predicato)) o valore + causa (l'amore è possibile (valore) se va oltre
il soggetto fornisce al film le apparenze (causa)) può essere ricondotta al principio della
un principio generatore funzione strutturale del soggetto teorizzato da Noel Burch in
che risolve la dicotomia Prassi del cinema (2001). In Gli uccelli di Hitchcock, sin dalla
forma/contenuto in prima beccata si determina la violenza che caratterizzerà tutto il
un'unità indistricabile film e che, secondo Burch, è principio generativo di ogni
inquadratura. Nei film che praticano la funzione strutturale del
soggetto, il tema è trattato come un germe attorno al quale si
sviluppa un sistema allegorico altamente significante. Burch parla
di una narrazione proliferante che cresce a partire da un'idea-cellula.
Il film così strutturato è un insieme coerente, il contrario di quelle
opere concepite come un insieme di pezzi (Parlami d'amore di
Silvio Muccino)
Questa definizione del tema e della sua funzione ci permette di
classificare le sceneggiature secondo quattro tipologie:
1) Atematismo: il tema è assente o è confuso e contraddittorio
(Ray);
2) Tematismo non proliferante: il tema c'è ma non viene esteso ai
personaggi secondari (Giorni e nuvole: i valori familiari resistono
all'impoverimento, ma non riguarda gli altri personaggi)
3) Tematismo ipo-proliferante: il tema viene esteso ma questa
estensione non genera trasformazioni (in Dorian Gray il tema della
bellezza riguarda tutti i personaggi, ma solo il protagonista ne è così
coinvolto)
4) Tematismo proliferante: il tema viene esteso e questa
estensione genera trasformazioni (in Noi i ragazzi dello zoo di
Berlino il tema della droga tra i giovani coinvolge tutti i personaggi
e tutti cambiano in relazione ad esso)
5) Tematismo iper-proliferante: il tema viene esteso a tutti i
personaggi e ha due forme: la prima è la costuzione en abime per
cui una rappresentazione ne contiene un'altra (Amleto), la seconda è
lo spostamento dei tratti di un personaggio su un altro (quelli di Mr.
Incredible sui familiari e sul nemico Sindrome in Gli incredibili).
Nella Poetica di Aristotele, il personaggio è rappresentato come un
individuo che compie azioni (agente) ed è dotato di qualità
(carattere). Greimas era partito da qui per individuare il profilo
dell'attante, astratto e indeterminato, non sufficiente a spiegare la
varietà dei personaggi che li definiva solo come "aiutanti",
"giudici", "vendicatori". Questa narratologia classica viene superata
con la proposta di Chatman, che restituisce al personaggio la sua
singolarità e la sua concretezza, per cui la funzione e il ruolo sono
solo alcuni dei suoi aspetti e non necessariamente i più importanti,
apprezzandone i tratti psicologici anche se non hanno nulla a che
fare con ciò che accade. Il personaggio è essenziale in tutti i suoi
aspetti per lo sviluppo della storia, così come affermano Syd Field e
Robert McKee. In particolare, quest'ultimo concepisce il
personaggio come una serie di cerchi concentrici: il più interno è
quello del sé e dei conflitti nati dalla sua natura (mente, corpo,
emozioni); il secondo comprende i rapporti personali; il terzo il
livello del conflitto extra-personale (l'ambiente, le istituzioni
sociali).
In base a questo schema, individuiamo tre livelli all'interno del
mondo narrativo:
1) L'individuo: è il personaggio come combinazione di corpo e
mente (a questo livello appartiene anche un "livello 0" che è lo
spazio psichico, il mondo dell'immaginazione e del sogno);
2) Le aggregazioni: entità sociali formate dal legame tra due o più
individui;
3) L'orizzonte: lo sfondo più ampio, fissato (fino ad avviso
contrario) dai principi metafisici dello spazio, del tempo e della
causalità.
Questi tre livelli possono generare conflitti narrativi di vario tipo:
1) Individuo/Individuo: proprio della commedia sentimentale del
buddy movie, dei film basati su una sfida (Rocky), che rimandano a
conflitti di aggregazione (Luke/Darth Vader in Guerre Stellari), o ad
un conflitto unicamente individuale (Psyco è su una relazione
madre-figlio frutto di un'unica mente malata, in Fight Club Tyler è
una proiezione del protagonista)
2) Individuo/Aggregazione: è ricorrente nei teen movie (in Mean
Girls la protagonista vuole appartenere a un gruppo dal quale è
esclusa) o nei western in cui il cowboy è solo contro i banditi;
3) Individuo/Orizzonte: il personaggio è in conflitto con l'intero
ambiente (E.T. l'extraterrestre);
4) Aggregazione/Aggregazione: è proprio del noir (Gli intoccabili,
poliziotti vs criminali) e del gangster movie (Gangs of New York);
5) Aggregazione/Orizzonte: un gruppo di personaggi si trova
contrapposto all'intero ambiente, è caratteristico di molti film horror
(Le colline hanno gli occhi, Quella casa nel bosco) e sulla guerra (Il
grande uno rosso, La battaglia di Hacksaw Ridge);
6) Orizzonte/Orizzonte: si verifica quando si scontrano realtà
molto grandi (Il signore degli Anelli, La guerra dei mondi)
Il mondo narrativo di Davide Pinardi e Pietro de Angelis si propone
di perfezionare questa teoria dei conflitti aggiungendo gli elementi
generatori dei conflitti stessi, identificando ciascun elemento con un
termine concettuale preso dal greco antico e ispirandosi a un saggio
di Carlo Tullio Altan. Gli elementi sono topos, chronos, epos, telos,
gramma, logos, epistéme, kratos, soma, psiche, aìsthesis, ethos.
Il topos è lo spazio fisico, l'ambiente principale. Alcuni generi sono
strettamente definiti da un luogo, come il saloon per il western e il
night club per il musical. Può riferirsi a un individuo, come la
stanza di un adolescente; a un'aggregazione, come la casa di una
famiglia; a un orizzonte, come il territorio di uno Stato o lo stesso
pianeta Terra. Genera conflitti al livello individuo/individuo (ne La
guerra dei Roses due coniugi che stanno divorziando si contendono
la casa), individuo/aggregazione (in vari teen movie, il tavolo della
mensa è spesso oggetto di conflitto tra gruppi e singoli individui),
individuo/orizzonte (ne Il Re Leone 2, la comunità esilia Kovu e lo
allontana), aggregazione/aggregazione (ne I guerrieri della notte le
band