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Nel XX secolo, con l’emergere della videosfera, si verificò la
riabilitazione dell’immagine nell’ambiente culturale, tanto che Freud
e Young la rese uno dei campi di indagine per le scienze dell’uomo,
mentre le avanguardie artistiche abbandonavano la ricerca di
spiegazioni storiche esterne alle opere d’arte e si concentravano su
una prospettiva interna che includesse l’osservatore.
Dato che la coscienza collettiva emerge dal modo in cui la società si
auto-osserva, l’immaginario viene legittimato come dispositivo
teorico adatto al pensiero complesso e utile per l'analisi della
società.
Le tecnologie della visione hanno reso la vista il canale dominante
della conoscenza empirica e l’immagine scientifica quella in grado di
denotare il reale.
Il disaccoppiamento fra vissuto e rappresentato (decretato dalla
scrittura) viene superato grazie alle forme di riappropriazione
simbolica della rappresentazione.
L’immagine acquisisce una funzione legata al coinvolgimento
sensoriale e al vissuto intersoggettivo, ovvero passare dall’essere
rappresentazionista a performativa, cioè generatrice di una
condivisione di sentimenti anche attraverso micronarrazioni
personali e quotidiane.