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Amministrazione strumenti più rispondenti a garantire un’azione amministrativa adeguata alle

esigenze dell’utenza, oltre ad avviare il processo di privatizzazione e contrattualizzazione del

rapporto di lavoro del pubblico impiego. L'applicazione dei principi ispiratori della legge

ridefiniscono alla base il concetto di Pubblica Amministrazione, segnando il passaggio dal vecchio

modello burocratico di apparato, costruito sui principi del centralismo, del verticismo e della rigidità

dei modelli organizzativi, ad un nuovo modello proprio delle amministrazioni che erogano servizi,

costruito sui principi del decentramento, dell'autonomia e della flessibilità dei modelli organizzativi.

L'autonomia scolastica riconosce alle scuole ampi margini di libertà e di movimento all'interno di

spazi d'azione ben definiti: le scuole autonome sono chiamate a guardare a quanto stabilito a

livello nazionale e devono prestare attenzione a quanto disposto a livello regionale e locale. Nello

spostamento dei centri decisionali della Pubblica Amministrazione verso la periferia, la scuola

assume la totalità di diritti e doveri in un contesto di piena responsabilità, sotto il profilo della

gestione amministrativa e delle attività didattiche. L'autonomia scolastica è una forma di

decentramento che attribuisce alle istituzioni scolastiche la personalità giuridica di diritto pubblico,

per cui i singoli istituti scolastici continuano ad espletare le funzioni proprie del passato ed inoltre

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sono chiamati ad esercitare competenze a livello giuridico-amministrativo, contabile e progettuale.

L’autonomia, oltre ad accrescere funzionalità ed efficacia sul piano gestionale, mira anche ad

assicurare un rilancio dei valori della cultura, della persona umana, dell'impegno etico-sociale e del

collegamento scuola-territorio. Vi si configurano ipotesi di flessibilità, modularizzazione e

diversificazione dell'orario di insegnamento e dell'organizzazione didattica in generale, con

l'obiettivo di rendere proficuo ed efficace il servizio scolastico, Di proporre significative

modificazioni al processo di insegnamento apprendimento, di proporre significative motivazioni al

processo di insegnamento-apprendimento, in un contesto educativo e didattico che tenga conto

delle effettive condizioni ambientali e delle esigenze formative di tutte le componenti scolastiche.

Dal grado di soddisfacimento di queste esigenze e delle legittime aspettative dipende la qualità del

servizio formativo nel suo complesso. Lo sforzo che viene chiesto alle scuole autonome nella

definizione del loro “progetto pedagogico” è quello di tenere conto delle indicazioni e delle finalità

prospettate dallo Stato, interpretandole in rapporto con le esigenze delle aspettative degli alunni,

delle famiglie e dei bisogni locali. L'autonomia necessita di essere preparata e sostenuta da parte

di tutti gli operatori scolastici e da coloro che sono interessati alla scuola, creando così nuovi spazi

di libertà progettuale e di attenzione alla qualità dei risultati, in modo da stimolare positivamente i

docenti e gli alunni impegnati nei processi di insegnamento-apprendimento. La progettazione del

Piano dell'Offerta Formativa impone alle istituzioni scolastiche e al corpo docente di aprirsi al

territorio, tenendo presente i bisogni formativi espressi da una pluralità di interlocutori. Ciò si

realizza attraverso la negoziazione dei criteri di fondo su cui devono articolarsi l’offerta formativa e

l'organizzazione dell'attività didattica. Così facendo la scuola può operare affinché tutti i soggetti

sociali e politici del territorio si interessino ai problemi e ai bisogni della scuola e della popolazione

scolastica. Il Piano dell’Offerta Formativa è “il progetto” che riproduce in chiave formativa la

specificità di ciascuna scuola. Esso rifiuta la logica di una progettazione didattica articolata per

ambiti specifici, ma mette a fuoco le scelte culturali, didattiche e organizzative operate a livello di

istituto. Non esiste un modello unico di POF perché esso è dato dal grado e dall’ordine di scuola.

E’ invece possibile fornire una mappa dei suoi elementi costitutivi e dei riferimenti che esso deve

avere con altri documenti essenziali per il funzionamento della scuola, quali il Programma annuale

la Carta dei servizi. Attraverso il Piano dell’Offerta Formativa l'autonomia scolastica prende forma,

ponendo le condizioni giuridiche, organizzative, professionali e di relazione per rendere flessibile

l'attività educativa e per migliorarne l’efficacia. La flessibilità interna permette di modellare l'azione

formativa sui modi e sui tempi di apprendimento degli alunni e, così facendo, viene superata la

staticità del tradizionale “gruppo-classe”. La flessibilità esterna mette i giovani in condizione di

costruire piani di studio aderenti ai loro progetti di vita. La flessibilità è garantita su un impiego dei

docenti coerente con le scelte progettuali, su adattamenti del calendario scolastico in relazione alle

esigenze derivanti dal POF e su un' organizzazione flessibile dell' orario complessivo del curricolo

e di quello destinato alle singole discipline e attività. Questa maggiore elasticità a livello didattico e

organizzativo contribuisce ad innalzare l'efficacia del servizio scolastico e a rinnovare il modo di

fare scuola attraverso la promozione di itinerari di ricerca e sperimentazione attivati direttamente

dalle scuole. Esistono compiti e le responsabilità diversi delle varie correnti scolastiche rispetto al

Piano dell’Offerta Formativa e sono:

- il dirigente scolastico, che è il titolare dei rapporti con le istituzioni che operano sul territorio,

garante del sistema di regole negoziali, coordina il lavoro portato avanti dalle diverse

componenti professionali della scuola ed è responsabile del raggiungimento degli obiettivi;

- i docenti, che definiscono le soluzioni al raggiungimento degli obiettivi dell'azione didattica,

gestiscono il tempo scolastico, progettano la ricerca e la sperimentazione, predispongono e

partecipano alla verifica e alla valutazione dell’attività e illustrano e socializzano alle famiglie

degli alunni delle scelte didattiche organizzative;

- Il personale tecnico-amministrativo e ausiliario, che collaborano agli aspetti logistici, seguono gli

aspetti amministrativo-contabili e controllano il bilancio e le spese;

- i genitori e gli studenti, che esprimono aspettative ed esigenze e costituiscono il necessario

raccordo tra la realtà “interna” alla scuola e il territorio;

- il Consiglio di Circolo di Istituto, che delibera e ratifica l'uso delle risorse umane e finanziarie,

approva il bilancio della scuola e il piano delle attività e verifica l’effettivo impiego di tutte le

risorse. 11

All'interno delle attuali teorie politiche dell'istruzione, la parola “curricolo” sembra aver sostituito

quella di “programma”. Il termine curriculum nasce all'interno del contesto culturale e scientifico

anglo-americano, con particolare riferimento alle ricerche condotte negli Stati Uniti. L'indagine

teorica e di sperimentazione pratica sul curricolo ha cominciato a diffondersi nel mondo scolastico

italiano intorno agli anni Ottanta. Le ragioni che hanno portato alla diffusione dell'innovazione

curricolare nei sistemi scolastici sono da ricondurre alle nuove istanze sociali che hanno portato

alla nascita della scuola di massa, determinando un cambiamento del modello strutturale,

organizzativo e del rapporto con i saperi, in vista dell'acquisizione di conoscenze e competenze

spendibili “oltre” la scuola. Da qui deriva l'importanza della progettazione del curricolo, ovvero

della necessità di disporre di uno strumento che non si pone più come mezzo di trasmissione di

saperi stantii, bensì come percorso formativo internazionale, personalizzato, flessibile e calibrato

rispetto alle esigenze dei soggetti. Nel passaggio dal programma al curricolo, dobbiamo

interrogarci in merito a quale modello di curricolo le scuole devono rifarsi in fase di progettazione.

Le 3 diverse prospettive di lavoro sul curricolo sono:

la dimensione contenutistico-culturale, dove il curricolo diventa una presentazione organica

1. degli obiettivi disciplinari e delle loro modalità di conseguimento;

la capacità di integrare la dimensione della cultura disciplinare scolastica con quella dei saperi

2. maturati dal singolo e dal gruppo in contesti formativi extrascolastici;

la sintesi problematica tra saperi disciplinari e competenze essenziali per l'emancipazione degli

3. alunni, Che tiene conto dei processi interpretativi e significativi tali da generare comportamenti

efficaci rispetto a situazioni problematiche interne ed esterne all'ambiente scolastico.

Nella logica del curricolo, ciò che appare veramente rilevante sono i risultati di apprendimento

dell’allievo, le sue caratteristiche e potenzialità in rapporto alla condizione e alle esigenze del

territorio di riferimento e della più ampia società in cui vive. Si tratta di apprendere e “saperi

trasferibili” anche in contesti diversi rispetto a quelli di apprendimento di iniziare e in termini di

competenze spendibili sia dentro che fuori la scuola. Il curricolo organizza e descrive l'intero

percorso formativo che l'alunno compie e nel quale si intrecciano e si fondono processi cognitivi e

relazionali. L'unitarietà del percorso vede un progressivo passaggio dall'imparare facendo ad una

capacità sempre maggiore di riflettere e formalizzare l’esperienza. Il curricolo chiama direttamente

in causa il rapporto tra saperi e competenze. Nei primi anni della scuola primaria l’iniziale

organizzazione degli apprendimenti si struttura in maniera più esplicitamente orientata ai saperi

disciplinari, raggruppandosi in 3 grandi ambiti: linguistico-espressivo, antropologico, matematico-

scientifico. Progressivamente immergerà sempre più consapevolmente la nozione di disciplina,

intesa come strumento di indagine che dispone di metodi, linguaggi, concetti specifici e

caratterizzanti. La scuola assolve alla propria funzione formativa quando l'insegnamento riesce a

promuovere forme comunitarie di apprendimento, capaci cioè di dare senso alla molteplicità delle

informazioni e delle esperienze compiute dall’alunno. La difficoltà maggiore è riproporre modelli

didattici incentrati sull'addestramento all'agire competente, che consiste nel dipendere da schemi

appresi esternamente e poi reiterati di fronte a situazioni problematiche. L'accompagnamento

culturale della scuola successo quando aiuta l'alunno a fare personale sintesi di quanto gli

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Publisher
A.A. 2015-2016
22 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher likelikelike di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teorie e metodi di progettazione e di valutazione scolastica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Capperucci Davide.