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Moratti propone anche una metodologia su come arrivare a sviluppare le 7 competenze del

PECUP: la metodologia per svilupparle è quella dei piani di studio personalizzati. Un piano di

studio personalizzato è un percorso annuale che si realizza attraverso la sommatoria di tante unità

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di apprendimento. Ogni bambino deve avere il proprio piano di studio personalizzato che è

composto al suo interno da tante unità di apprendimento. La riforma Moratti definisce una

metodologia didattica di come si lavora per piani di studio personalizzati e per unità di

apprendimento in modo da sviluppare competenze personali del bambino. Il bambino avrà

all’interno del suo percorso di studio personalizzato delle unità di apprendimento che non

necessariamente sono uguali per tutti: alcune sono comuni per tutta la classe, altre che

riguarderanno soltanto alcuni piccoli gruppi e altre ancora che riguarderanno ogni singolo alunni. E’

un percorso che parte uguale per tutti ma poi si differenzia in base alle specificità di ciascuno. Per

differenziare così tanto l’offerta formativa c’è bisogno di tanti insegnati che lavorano

contemporaneamente nella classe. Purtroppo la riforma Moratti inizia a ridurre drasticamente le

compresenze degli insegnanti. La riforma Moratti dà una struttura precisa di come è organizzata

un’unità di apprendimento. L’unità di apprendimento è un’unità di lavoro che ha al centro

l’apprendimento del bambino. L’unità didattica invece è un’unità di lavoro che veniva utilizzata

quando c’era la programmazione didattica. Al centro dell’unità didattica c’è il lavoro dell’insegnante

e non l’apprendimento del bambino. Il passaggio da unità didattica ad unità di apprendimento è

finalizzata a questo passaggio. L’apprendimento è finalizzato all’acquisizione delle 7 competenze

del PECUP. Il secondo punto che deve essere indicato nell’unità di apprendimento sono gli obiettivi

formativi. Gli obiettivi formativi erano obiettivi di competenza trasversali a tutte le discipline. L’unità

di apprendimento doveva poi contenere tutto ciò che veniva fatto per raggiungere l’obiettivo

formativo. Gli altri campi dell’unità di apprendimento erano specifici all’unità disciplinare e venivano

chiamati i cosiddetti OSA (Obiettivi Specifici di Apprendimento). Gli OSA sono conoscenze e abilità

della disciplina che servano a sviluppare l’obiettivo formativo e la competenza del PECUP. Il fine

degli obiettivi specifici disciplinari è quello di saper individuare informazioni implicite ed esplicite.

L’insegnate deve individuare gli obiettivi formativi che oggi si chiamano traguardi per lo sviluppo

delle competenze. Questo è il primo tentativo legato alla progettazione del curricolo per

competenze. Oggi, di questo modello rimane soprattutto l’attenzione al tema delle competenze e

agli obiettivi di apprendimento che rispondano alla definizione del concetto di competenza che

sono rimaste dalla riforma Moratti fino ad oggi.

Successivamente l’Unione Europea fa uscire delle indicazioni importanti sulle competenze a

scuola. Nel 2006, il Consiglio Europeo emana un documento importante, cioè la

Raccomandazione per le competenze chiave di cittadinanza per l’apprendimento permanente. Qui

viene fatto il punto sulle competenze di un cittadino europeo adulto. Da questa raccomandazione

del 2006, nel 2007 il ministro Fioroni farà derivare le competenze chiave di cittadinanza per

l’obbligo di istruzione. La Raccomandazione europea del 2006 elenca 8 competenze e sono

comunicare nella lingua madre, comunicare in lingue straniere, le competenze matematiche e

competenze di base in campo scientifico e tecnologico, le competenze digitali, imparare ad

imparare, le competenze sociali e civiche, lo spirito di iniziativa e di imprenditorialità e la

consapevolezza ed espressione culturale. Le competenze sono composte da conoscenze,

attitudini e atteggiamenti. L’anno successivo Fioroni riprende in parte queste 8 competenze per

individuare le competenze in uscita degli alunni nella fascia dell’obbligo di istruzione. Fioroni le

scrive nel decreto ministeriale 139 del 2007. Questo decreto è così importante perché innalza

l’obbligo d’istruzione dagli 8 ai 10 anni. Fioroni inoltre stabilisce le competenze in uscita

dall’obbligo d’istruzione ed esplicita di che tipo sono le competenze che bisogna sviluppare in

ambito scolastico. Fioroni afferma che le competenze sono di due tipi: competenze chiave di

cittadinanza trasversali a tutte le discipline e competenze di base più disciplinari. Le competenze di

base sono contenute nell’allegato 1 e le competenze chiave di cittadinanza trasversali a tutte le

discipline sono contenute dell’allegato 2. Le competenze chiave di cittadinanza trasversali a

tutte le discipline sono 8: imparare ad imparare, progettare, comunicare, collaborare e

partecipare, agire in modo autonomo e responsabile, risolvere problemi, individuare collegamenti e

relazioni e acquisire ed interpretare le informazioni.

Le competenze di base previste al termine della scuola dell’obbligo sono raggruppate da Fioroni in

4 assi culturali che sono:

l’asse dei linguaggi, che si riferiscono ai linguaggi verbali e non verbali;

1. l’asse matematico;

2. l’asse scientifico tecnologico, che si riferisce a competenze legate alle scienze e all’utilizzo

3. delle tecnologie; 13

l’asse storico sociale, che si riferisce alla storia, alla geografia, agli studi sociali al diritto e

4. all’economia.

Questi assi raggruppano al loro interno più discipline. Queste discipline si sviluppano a partire dalla

scuola primaria e per questo devono essere considerate anche all’interno del curricolo della scuola

primaria. Il lavoro sul curricolo per competenze della scuola primaria, nel lungo periodo, concorre a

sviluppare le competenze chiave e le competenze di base di cittadinanza.

Se si vuole osservare quali sono le competenze da sviluppare all’interno di ciascuna disciplina,

bisogna far riferimento alle Indicazioni nazionali. Le Indicazioni nazionali hanno diverse edizioni. La

prima edizione è quella del 2004 del ministro Moratti. Il primissimo documento in assoluto che fa

riferimento alle attuali Indicazioni nazionali risale nel 2000 e fu pubblicato dal ministro Tullio De

Mauro, ma ebbero un esito abbastanza negativo perché furono pubblicate ma mai attuate perché

poi il governo cadrà. Dopo le Indicazioni di Moratti nel 2004, nel 2007 escono le Indicazioni

nazionali del ministro Fioroni, lo stesso che fece uscire il decreto ministeriale 139 del 2007. Le

ultime Indicazioni nazionali sono quelle del 2012 e sono state emanate dal ministro Profumo.

Nel 2007 le discipline d’insegnamento nella scuola primaria venivano raggruppate in aree

disciplinari. Con le Indicazioni del 2012, le aree disciplinari non esistono più così come previste

dalle Indicazioni del 2007 e spetta alla scuola trovare i possibili raccordi interdisciplinari tra le

diverse discipline. Il curricolo nella scuola del primo ciclo, composta dalla scuola primaria e dalla

scuola secondaria di primo grado, è organizzato senza differenze se si confrontano le Indicazioni

nazionali del 2007 e del 2012. Nella scuola dell’infanzia la centralità del concetto di competenza si

ritrova chiaramente scritto nelle Indicazioni nazionali. Dal punto di vista dell’organizzazione del

curricolo, la scuola dell’infanzia viene considerata la scuola del bambino da 3 a 5 anni e non è

ancora scuola dell’obbligo. La didattica all’interno della scuola dell’infanzia è organizzata per campi

d’esperienza e quindi non ci sono le discipline. La presenza dei campi di esperienza c’era già in

testi ministeriali precedenti, come gli Orientamenti del 1991. Nella scuola dell’infanzia,

l’apprendente attraverso il fare è il canale privilegiato per l’apprendimento in età infantile. Le

esperienze del bambino possono essere di diversa natura. Il bambino può fare esperienza

attraverso vari campi d’esperienza, come quello d’interazione con gli altri (il sé e l’altro), quello

legato alla motricità (il corpo in movimento), quello attraverso i linguaggi non verbali (linguaggi,

creatività ed espressione) e quello che ha a che fare con il primo rapporto col mondo della natura e

le prime acquisizioni pre-numeriche (la conoscenza del mondo). Nei capi d’esperienza il confine è

molto più labile rispetto alle discipline di scuola primaria: in termini di progettazione è possibile

coinvolgere più campi d’esperienza. Per ogni campo d’esperienza ci sono i traguardi per lo

sviluppo delle competenze. Nella scuola dell’infanzia, proprio per dar conto della globalità

dell’apprendimento, si parla di traguardi per lo sviluppo della competenza (da notare il singolare

della preposizione “della”). I traguardi per lo sviluppo della competenza da raggiungere entro i tre

anni della scuola dell’infanzia sono scritti dentro ai campi d’esperienza. La scuola dell’infanzia,

diversamente dalla scuola del primo ciclo, non ha gli obiettivi di apprendimento. In tutti gli ordini e

gradi scolastici, i traguardi sono prescrittivi dalle Indicazioni del 2012, mentre nel 2007 i traguardi

non erano ancora prescrittivi perché le scuole avevano ancora poca esperienza.

L’organizzazione del curricolo secondo le Indicazioni nazionali nella scuola primaria è molto simile

a quella della scuola dell’infanzia. In entrambi il fine è lo sviluppo di competenze. Nella scuola

primaria ci sono le discipline e, per la prima volta, le discipline della scuola primaria sono le stesse

della secondaria di primo grado con la sola eccezione che nella scuola primaria c’è solo una lingua

straniera, mentre nella scuola secondaria di primo grado ce ne sono due. Ogni disciplina è

organizzata attraverso due aspetti importanti: il primo sono le competenze da sviluppare che si

chiamano traguardi per lo sviluppo delle competenze (da notare il plurale della preposizione

“delle”). Queste non sono competenze chiave di cittadinanza, ma le competenze scritte nei

traguardi sono competenze disciplinari. Ogni disciplina ha dei traguardi di sviluppo delle

competenze e degli obiettivi di apprendimento. Gli obiettivi di apprendimento sono conoscenze ed

abilità di una determinata disciplina. I traguardi sono previsti alla fine della scuola primaria, mentre

gli obiettivi sono previsti alla fine della classe terza e quinta primaria. Gli obiettivi di apprendimento

servono a sviluppare le competenze previste dai traguardi. Indicazioni nazioni del 2012 vedono

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Publisher
A.A. 2015-2016
25 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher likelikelike di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teorie e metodi di progettazione e di valutazione scolastica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Capperucci Davide.