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Riassunto esame Teorie e metodi di progettazione e di valutazione scolastica, prof. Davide Capperucci, libro consigliato "La scuola in Europa. Politiche e interventi dell'Unione europea in materia di istruzione e formazione", Capperucci Pag. 1 Riassunto esame Teorie e metodi di progettazione e di valutazione scolastica, prof. Davide Capperucci, libro consigliato "La scuola in Europa. Politiche e interventi dell'Unione europea in materia di istruzione e formazione", Capperucci Pag. 2
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Parte seconda: Politiche, strategie e misure dell’Unione europea per l’istruzione e la

formazione nella prospettiva dell’apprendimento permanente

Capitolo2: La dimensione europea dell’istruzione e della formazione

Oggi molte scelte degli Stati nazionali in materia di istruzione fanno riferimento alle politiche

europee per l'istruzione e la formazione, le quali, nel rispetto della sovranità che gli Stati membri

esercitano in questo settore, suggeriscono orientamenti comuni per rendere maggiormente

omogenee le architetture sistematiche dei vari Paesi, nel dichiarato intento di promuovere una

cittadinanza europea.

La documentazione prodotta dagli organismi dell'Unione europea nel corso del secondo

dopoguerra è stata molto ampia, contribuendo a delineare prospettive e azioni tra loro integrate nel

comune intento di promuovere l'apprendimento permanente quale principale strumento per

l'affermazione della società della conoscenza. Il valore dell'istruzione e della formazione che

rientrano a pieno titolo tra le misure dell'Unione per favorire l'occupazione, la crescita economica,

lo sviluppo sostenibile e l'equità sociale.

Le origini della cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione sono

state più tardive rispetto a quello di altri settori come l'economia, il commercio e l'agricoltura,

sebbene una volta avviato abbia fatto registrare una produzione di norme-quadro assai importanti.

Negli anni Settanta costruito il primo gruppo internazionale sull'istruzione e l'insegnamento

coordinato dal commissario Spinelli all'interno di norme sulla cooperazione tra Stati europei che

non perdevano un intervento esplicito e diretto in tali settori. A seguito di questa iniziativa, il

Consiglio d’Europa adotta il primo programma di cooperazione nel campo dell'istruzione e

formazione. Con l’inizio degli anni Ottanta, i Capi di Stato e di Governo decisero di redigere una

relazione su L’Europa dei cittadini. La relazione proponeva di dotare la Comunità di una bandiera

europea, di un inno europeo, di un passaporto europeo, di una patente europea, di facilitare il

passaggio delle frontiere e altre misure funzionali per rafforzare il senso di appartenenza dei

cittadini europei a questa nuova entità, ovvero l’Unione europea. Essa proponeva inoltre

l'apprendimento delle lingue e gli scambi dei giovani, la mobilità degli studenti e dei docenti, il

riconoscimento dei diplomi e dei periodi di studio trascorsi altri paesi europei e l'introduzione della

dimensione europea nell'istruzione e nella formazione. Nella relazione l’istruzione e la formazione

vengono considerate come indispensabili per la maturazione culturale ed educativa del cittadino

europeo, inserito in un ampio sistema di relazioni, pertanto il coinvolgimento dei cittadini nella

costruzione europea deve partire necessariamente dall'educazione che diventerà sempre più

terreno di confronto e di cooperazione europea. Altri punti importanti del rapporto sono quelli che

puntano a far diventare i problemi europei oggetto di studio e di discussioni nelle scuole mediante

il loro inserimento all'interno dei curricoli scolastici. 5

I Trattati esprimono sul piano giuridico-ordinamentale l’impegno dell'Unione in materia di

istruzione e formazione. Un passo decisivo nella definizione delle politiche europee dell’istruzione

è rappresentato dal Trattato di Maastricht (1992) con cui viene approvato il Trattato sull’Unione

europea (TUE). Questo documento assume un valore fondamentale sul fronte dell’educazione e

segna una nuova tappa nell'integrazione europea poiché consente di avviare l'integrazione politica

grazie all’istituzione dell’Unione europea. il trattato istituisce la cittadinanza europea, rafforza i

poteri del Parlamento europeo, vara l'unione economica e monetaria e prevede il cambiamento

della CEE in Comunità europea (CE). Il Trattato sull’Unione europea, firmato a Maastricht, è il

risultato della sinergia di alcuni fattori esterni ed interni che hanno contribuito alla sua nascita. Con

il trattato di Maastricht, vengono attivate politiche comunitarie in nuovi settori e l'istruzione entra a

pieno titolo tra le competenze delle politiche comunitarie. Il Trattato prevede che l’Unione

contribuisca allo sviluppo di un'istruzione di qualità, favorendo la cooperazione tra gli Stati membri

e supportandone e integrandone l’azione, nel rispetto della loro responsabilità riguardo alla

determinazione dei contenuti didattici e alla definizione dei rispettivi sistemi educativi. Inoltre,

l'azione dell'Unione deve essere rivolta alla promozione dello sviluppo dell'istruzione a distanza.

L'Unione può intervenire nel campo dell'istruzione solo laddove ciò risulti indispensabile. La

competenza in materia di insegnamento e di istruzione rimane in capo agli altri Stati membri che

devono poter organizzare e disciplinare autonomamente il settore in questione. Un altro tassello

importante nella definizione delle politiche europee per l'istruzione è rappresentato dal Trattato di

Amsterdam (1997), grazie al quale vengono apportate delle modifiche e integrazioni al Trattato

sull’Unione europea di Maastricht. Con il Trattato di Amsterdam vengono rafforzati i poteri

dell’Unione attraverso la creazione di una politica comunitaria in materia di occupazione e alcune

misure volte ad avvicinare l’Unione ai suoi cittadini, mediante una ridefinizione dello stesso

concetto di cittadinanza europea. La cittadinanza dell’Unione europea comporta una serie di

norme e diritti ben definiti, che si possono raggruppare in 4 categorie: la libertà di circolazione e di

soggiorno su tutto il territorio dell’Unione, il diritto di votare e di essere eletto alle elezioni, la tutela

da parte delle autorità e il diritto di presentare petizioni e ricorsi al Parlamento europeo. Con il

Trattato di Amsterdam, il nuovo obiettivo è raggiungere un livello di occupazione elevato e, per

raggiungerlo, viene attribuita una prova competenza mirante all'elaborazione di una strategia

coordinata per l’occupazione. Uno dei traguardi messi a segno dalla collaborazione tra i Paesi

dell'Unione europea è stato la firma del Trattato di Lisbona (2007). Con esso si chiude una

complessa fase di “riforma” dell’Unione europea. Attraverso il Trattato di Lisbona l’Unione europea

viene rafforzata e resa più competitiva attraverso l'introduzione di misure innovative inerenti il

funzionamento delle istituzioni europee e la promozione di politiche comuni. Oggi più che mai, in

un mondo globalizzato in costante mutamento, l'Europa è chiamata ad affrontare nuove sfide, quali

la globalizzazione dell'economia, l’evoluzione demografica, la crisi finanziaria, lo sviluppo, i

cambiamenti climatici, l'approvvigionamento energetico e affrontare le nuove minacce che gravano

sulla sicurezza. Gli Stati membri non sono più in grado di affrontare da soli tutte queste nuove

problematiche che non conosce frontiere. Per farvi fronte e rispondere alle preoccupazioni dei

cittadini serve uno sforzo collettivo a livello europeo e per poter fronteggiare queste sfide l’Europa

deve modernizzarsi e deve disporre di strumenti efficaci e coerenti. Le regole di vita comune,

stabilite dai trattati, vanno perciò rinnovate e questo è l'obiettivo prioritario del Trattato di Lisbona. Il

Trattato di Lisbona consente di innovare le istituzioni europee e i loro metodi di lavoro, di rafforzare

la legittimità democratica dell'Unione e di consolidare i valori fondamentali che ne sono alla base. I

punti di maggiore interesse del Trattato di Lisbona sono:

un’Europa più democratica e trasparente. Il funzionamento dell’Unione si fonda

1. sull’uguaglianza democratica, sulla democrazia rappresentativa e sulla democrazia

partecipativa. Il Trattato di Lisbona rafforza il ruolo del Parlamento europeo e dei Parlamenti

nazionali e chiarisce la ripartizione delle competenze a livello europeo e nazionale. Viene

inoltre potenziata la trasparenza in modo che i cittadini possano prendere direttamente

conoscenza delle decisioni prese dai membri del Consiglio di ciascuno Stato membro;

un’Europa più efficiente. Con il Trattato di Lisbona l’Unione ha semplificato i suoi metodi di

2. lavoro e le norme di voto, dotandosi di distruzioni più moderne e adeguate. L'introduzione del

voto a maggioranza qualificata in seno al Consiglio è stato esteso a nuovi ambiti politici per

accelerare e rendere più efficiente il processo decisionale; 6

un’Europa di diritti e valori, di libertà, solidarietà e sicurezza. Il Trattato di Lisbona precisa e

3. rafforza i valori e obiettivi sui quali l’Unione si fonda. Questi valori devono servire da punto di

riferimento per i cittadini europei e dimostrare quello che l'Europa può offrire ai suoi partner nel

resto del mondo. Essere europei significa condividere gli stessi valori e godere di diritti

importanti. Oltre a rafforzare la tutela di questi diritti, il Trattato di Lisbona ne introduce di nuovi.

Promuovere i valori, insieme alla pace e al benessere dei popoli, figura tra i principali obiettivi

dell’Unione. Il Trattato di Lisbona garantisce l'applicazione della Carta dei diritti fondamentali

che comprende un insieme di diritti civili, politici, economici e sociali, giuridicamente vincolanti

per l'Unione e le sue istituzioni e per gli Stati membri nell'ambito dell'applicazione del diritto

dell'Unione europea;

un’Europa protagonista sulla scena internazionale. Il Trattato di Lisbona permette all'Europa di

4. esprimere una posizione chiara nelle relazioni con i partner a livello mondiale. L’Unione

europea promuove i suoi valori e interessi a livello mondiale ed è il principale partner

commerciale e il maggior donatore di aiuti ai paesi in via di sviluppo. Per mantenere la libertà,

la sicurezza e la prosperità all'interno dei suoi confini, l’Europa deve assumere pienamente il

suo ruolo sulla scena mondiale.

I Libri Verdi e i Libri Bianchi della Commissione europea sono un riferimento imprescindibile

per ricostruire le scelte dell’Unione europea in specifici settori di intervento, tra cui anche quello

dell’istruzione e della formazione. I Libri Verdi hanno un carattere più generale, al loro interno

vengono affrontate tematiche socio-economiche di ampia portata e sono funzionali a documentare

ricerche comparative aventi lo scopo di fornire un quadro di riferimento sui problemi considerati per

poi predisporre apposite linee guida da proporre ai Paesi membri sottoforma di azioni comunitarie.

Sono documenti rivolti sia a organismi pubblici che privati coinvolti nel processo di consultazione e

di diba

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
15 pagine
5 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher likelikelike di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teorie e metodi di progettazione e di valutazione scolastica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Capperucci Davide.