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Parte seconda: Politiche, strategie e misure dell’Unione europea per l’istruzione e la
formazione nella prospettiva dell’apprendimento permanente
Capitolo2: La dimensione europea dell’istruzione e della formazione
Oggi molte scelte degli Stati nazionali in materia di istruzione fanno riferimento alle politiche
europee per l'istruzione e la formazione, le quali, nel rispetto della sovranità che gli Stati membri
esercitano in questo settore, suggeriscono orientamenti comuni per rendere maggiormente
omogenee le architetture sistematiche dei vari Paesi, nel dichiarato intento di promuovere una
cittadinanza europea.
La documentazione prodotta dagli organismi dell'Unione europea nel corso del secondo
dopoguerra è stata molto ampia, contribuendo a delineare prospettive e azioni tra loro integrate nel
comune intento di promuovere l'apprendimento permanente quale principale strumento per
l'affermazione della società della conoscenza. Il valore dell'istruzione e della formazione che
rientrano a pieno titolo tra le misure dell'Unione per favorire l'occupazione, la crescita economica,
lo sviluppo sostenibile e l'equità sociale.
Le origini della cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione sono
state più tardive rispetto a quello di altri settori come l'economia, il commercio e l'agricoltura,
sebbene una volta avviato abbia fatto registrare una produzione di norme-quadro assai importanti.
Negli anni Settanta costruito il primo gruppo internazionale sull'istruzione e l'insegnamento
coordinato dal commissario Spinelli all'interno di norme sulla cooperazione tra Stati europei che
non perdevano un intervento esplicito e diretto in tali settori. A seguito di questa iniziativa, il
Consiglio d’Europa adotta il primo programma di cooperazione nel campo dell'istruzione e
formazione. Con l’inizio degli anni Ottanta, i Capi di Stato e di Governo decisero di redigere una
relazione su L’Europa dei cittadini. La relazione proponeva di dotare la Comunità di una bandiera
europea, di un inno europeo, di un passaporto europeo, di una patente europea, di facilitare il
passaggio delle frontiere e altre misure funzionali per rafforzare il senso di appartenenza dei
cittadini europei a questa nuova entità, ovvero l’Unione europea. Essa proponeva inoltre
l'apprendimento delle lingue e gli scambi dei giovani, la mobilità degli studenti e dei docenti, il
riconoscimento dei diplomi e dei periodi di studio trascorsi altri paesi europei e l'introduzione della
dimensione europea nell'istruzione e nella formazione. Nella relazione l’istruzione e la formazione
vengono considerate come indispensabili per la maturazione culturale ed educativa del cittadino
europeo, inserito in un ampio sistema di relazioni, pertanto il coinvolgimento dei cittadini nella
costruzione europea deve partire necessariamente dall'educazione che diventerà sempre più
terreno di confronto e di cooperazione europea. Altri punti importanti del rapporto sono quelli che
puntano a far diventare i problemi europei oggetto di studio e di discussioni nelle scuole mediante
il loro inserimento all'interno dei curricoli scolastici. 5
I Trattati esprimono sul piano giuridico-ordinamentale l’impegno dell'Unione in materia di
istruzione e formazione. Un passo decisivo nella definizione delle politiche europee dell’istruzione
è rappresentato dal Trattato di Maastricht (1992) con cui viene approvato il Trattato sull’Unione
europea (TUE). Questo documento assume un valore fondamentale sul fronte dell’educazione e
segna una nuova tappa nell'integrazione europea poiché consente di avviare l'integrazione politica
grazie all’istituzione dell’Unione europea. il trattato istituisce la cittadinanza europea, rafforza i
poteri del Parlamento europeo, vara l'unione economica e monetaria e prevede il cambiamento
della CEE in Comunità europea (CE). Il Trattato sull’Unione europea, firmato a Maastricht, è il
risultato della sinergia di alcuni fattori esterni ed interni che hanno contribuito alla sua nascita. Con
il trattato di Maastricht, vengono attivate politiche comunitarie in nuovi settori e l'istruzione entra a
pieno titolo tra le competenze delle politiche comunitarie. Il Trattato prevede che l’Unione
contribuisca allo sviluppo di un'istruzione di qualità, favorendo la cooperazione tra gli Stati membri
e supportandone e integrandone l’azione, nel rispetto della loro responsabilità riguardo alla
determinazione dei contenuti didattici e alla definizione dei rispettivi sistemi educativi. Inoltre,
l'azione dell'Unione deve essere rivolta alla promozione dello sviluppo dell'istruzione a distanza.
L'Unione può intervenire nel campo dell'istruzione solo laddove ciò risulti indispensabile. La
competenza in materia di insegnamento e di istruzione rimane in capo agli altri Stati membri che
devono poter organizzare e disciplinare autonomamente il settore in questione. Un altro tassello
importante nella definizione delle politiche europee per l'istruzione è rappresentato dal Trattato di
Amsterdam (1997), grazie al quale vengono apportate delle modifiche e integrazioni al Trattato
sull’Unione europea di Maastricht. Con il Trattato di Amsterdam vengono rafforzati i poteri
dell’Unione attraverso la creazione di una politica comunitaria in materia di occupazione e alcune
misure volte ad avvicinare l’Unione ai suoi cittadini, mediante una ridefinizione dello stesso
concetto di cittadinanza europea. La cittadinanza dell’Unione europea comporta una serie di
norme e diritti ben definiti, che si possono raggruppare in 4 categorie: la libertà di circolazione e di
soggiorno su tutto il territorio dell’Unione, il diritto di votare e di essere eletto alle elezioni, la tutela
da parte delle autorità e il diritto di presentare petizioni e ricorsi al Parlamento europeo. Con il
Trattato di Amsterdam, il nuovo obiettivo è raggiungere un livello di occupazione elevato e, per
raggiungerlo, viene attribuita una prova competenza mirante all'elaborazione di una strategia
coordinata per l’occupazione. Uno dei traguardi messi a segno dalla collaborazione tra i Paesi
dell'Unione europea è stato la firma del Trattato di Lisbona (2007). Con esso si chiude una
complessa fase di “riforma” dell’Unione europea. Attraverso il Trattato di Lisbona l’Unione europea
viene rafforzata e resa più competitiva attraverso l'introduzione di misure innovative inerenti il
funzionamento delle istituzioni europee e la promozione di politiche comuni. Oggi più che mai, in
un mondo globalizzato in costante mutamento, l'Europa è chiamata ad affrontare nuove sfide, quali
la globalizzazione dell'economia, l’evoluzione demografica, la crisi finanziaria, lo sviluppo, i
cambiamenti climatici, l'approvvigionamento energetico e affrontare le nuove minacce che gravano
sulla sicurezza. Gli Stati membri non sono più in grado di affrontare da soli tutte queste nuove
problematiche che non conosce frontiere. Per farvi fronte e rispondere alle preoccupazioni dei
cittadini serve uno sforzo collettivo a livello europeo e per poter fronteggiare queste sfide l’Europa
deve modernizzarsi e deve disporre di strumenti efficaci e coerenti. Le regole di vita comune,
stabilite dai trattati, vanno perciò rinnovate e questo è l'obiettivo prioritario del Trattato di Lisbona. Il
Trattato di Lisbona consente di innovare le istituzioni europee e i loro metodi di lavoro, di rafforzare
la legittimità democratica dell'Unione e di consolidare i valori fondamentali che ne sono alla base. I
punti di maggiore interesse del Trattato di Lisbona sono:
un’Europa più democratica e trasparente. Il funzionamento dell’Unione si fonda
1. sull’uguaglianza democratica, sulla democrazia rappresentativa e sulla democrazia
partecipativa. Il Trattato di Lisbona rafforza il ruolo del Parlamento europeo e dei Parlamenti
nazionali e chiarisce la ripartizione delle competenze a livello europeo e nazionale. Viene
inoltre potenziata la trasparenza in modo che i cittadini possano prendere direttamente
conoscenza delle decisioni prese dai membri del Consiglio di ciascuno Stato membro;
un’Europa più efficiente. Con il Trattato di Lisbona l’Unione ha semplificato i suoi metodi di
2. lavoro e le norme di voto, dotandosi di distruzioni più moderne e adeguate. L'introduzione del
voto a maggioranza qualificata in seno al Consiglio è stato esteso a nuovi ambiti politici per
accelerare e rendere più efficiente il processo decisionale; 6
un’Europa di diritti e valori, di libertà, solidarietà e sicurezza. Il Trattato di Lisbona precisa e
3. rafforza i valori e obiettivi sui quali l’Unione si fonda. Questi valori devono servire da punto di
riferimento per i cittadini europei e dimostrare quello che l'Europa può offrire ai suoi partner nel
resto del mondo. Essere europei significa condividere gli stessi valori e godere di diritti
importanti. Oltre a rafforzare la tutela di questi diritti, il Trattato di Lisbona ne introduce di nuovi.
Promuovere i valori, insieme alla pace e al benessere dei popoli, figura tra i principali obiettivi
dell’Unione. Il Trattato di Lisbona garantisce l'applicazione della Carta dei diritti fondamentali
che comprende un insieme di diritti civili, politici, economici e sociali, giuridicamente vincolanti
per l'Unione e le sue istituzioni e per gli Stati membri nell'ambito dell'applicazione del diritto
dell'Unione europea;
un’Europa protagonista sulla scena internazionale. Il Trattato di Lisbona permette all'Europa di
4. esprimere una posizione chiara nelle relazioni con i partner a livello mondiale. L’Unione
europea promuove i suoi valori e interessi a livello mondiale ed è il principale partner
commerciale e il maggior donatore di aiuti ai paesi in via di sviluppo. Per mantenere la libertà,
la sicurezza e la prosperità all'interno dei suoi confini, l’Europa deve assumere pienamente il
suo ruolo sulla scena mondiale.
I Libri Verdi e i Libri Bianchi della Commissione europea sono un riferimento imprescindibile
per ricostruire le scelte dell’Unione europea in specifici settori di intervento, tra cui anche quello
dell’istruzione e della formazione. I Libri Verdi hanno un carattere più generale, al loro interno
vengono affrontate tematiche socio-economiche di ampia portata e sono funzionali a documentare
ricerche comparative aventi lo scopo di fornire un quadro di riferimento sui problemi considerati per
poi predisporre apposite linee guida da proporre ai Paesi membri sottoforma di azioni comunitarie.
Sono documenti rivolti sia a organismi pubblici che privati coinvolti nel processo di consultazione e
di diba