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L’approccio economico alla valutazione si presenta come di indubbio interesse, anche se a volte gli

vengono attribuiti obiettivi che sembrano eccessivi, come la capacità di misurare l'impatto della

formazione sullo sviluppo economico nel suo complesso.

Le scuole sono impegnate nel valutare in modo efficace i risultati dell’istruzione/formazione. Nei

contesti educativi l'attenzione ai risultati non può essere svincolata dai processi realizzati e dalle

finalità perseguite. In tal senso la valutazione deve porsi come obiettivo quello di accertare i

prodotti dell’istruzione derivanti dalla progettazione e monitorare costantemente le azioni

pianificate contemplando anche gli aggiustamenti da portare in corso d’opera. Due modelli di

riferimento e la loro possibile applicazione in ambito scolastico sono la teoria della gerarchia e il 4

passaggio dal “prodotto al processo”. La teoria della gerarchia è un sistema consolidato e

affermato nel campo della valutazione dei risultati dell’istruzione e della formazione. Il modello

prevede che i risultati formativi possano realizzarsi in 4 livelli:

a livello di “reazioni” è interessante rilevare in che misura i partecipanti siano rimasti soddisfatti

1. dell'esperienza formativa;

a livello di “apprendimento” si rilevano le conoscenze, le tecniche e le capacità che sono state

2. apprese dai partecipanti;

a livello di “comportamento” si rileva come e in che misura la formazione abbia influito nel

3. modificare la condotta di lavoro dei soggetti informazione o in che misura si arrivati a

sviluppare negli alunni competenze trasversali, cioè competenze chiave di cittadinanza e

competenze disciplinari;

a livello di “risultati direttamente osservabili sull’organizzazione nel suo complesso”, la

4. decisione di quali risultati considerare è presa contemporaneamente alla definizione degli

obiettivi dichiarando prima dell'intervento quali variabili porre sotto controllo, quindi definendo i

risultati attesi.

Tra gli altri approcci per valutare i risultati dell'istruzione e della formazione ci sono la valutazione

pragmatica e l’approccio contingente. La valutazione pragmatica si basa su rilevazioni meno

scientifiche, basate esclusivamente sul parere di un campione di partecipanti alle attività,

relativamente a quanto è stato appreso e in che misura ciò sia applicabile. L'approccio

contingente lega l’efficacia scolastica e formativa a variabili esterne, considerate comunque

cruciali per il successo dell’intervento.

Si si volesse dare un'ordine alla qualità, il problema del prodotto sarebbe secondario rispetto a

quello del processo: tanto più è elevata la qualità del processo, tanto più il prodotto che si ottiene

sarà di qualità. Dal momento che il processo formativo si presenta come un servizio in cui la

produzione coincide con l’erogazione e non vi è alcun margine di tempo per correggere difetti, il

successo o l'insuccesso della formazione comincia configurarsi configurarsi lontano dall'aula ed è

nelle fasi “a monte” che conviene concentrare lo sforzo educativo. Molti modelli si concentrano

sulla formazione concepita soprattutto come prodotto, rischiando di far rimanere in ombra il

processo formativo e la complessità e l'incertezza che ne caratterizza gli esiti. Per superare questa

carenza è stato sviluppato l’“approccio sistemico” che si concretizza come un’attività che

comprende una raccolta continua di informazioni e una loro valutazione. La valutazione si

“processualizza” attraverso la costruzione di sistemi di controllo continui suddivisi in diverse parti

cooperative:

la prima fase è la valutazione del contesto che accompagna il processo di formazione nella

1. fase di analisi dei bisogni;

la seconda fase è la valutazione degli input ed è la base informativa necessaria per le decisioni

2. relative alla progettazione dell'intervento: si valutano le risorse a disposizione e gli obiettivi da

raggiungere;

la terza fase è la valutazione dell'attuazione dell'intervento ed è un monitoraggio continuo del

3. processo didattico in corso per cogliere subito eventuali fattori che ostacolano il

raggiungimento degli obiettivi prefissati;

la quarta fase è la valutazione dei risultati dove si raccolgono dati sugli input della formazione,

4. cioè le variazioni avvenute. A questo punto tutte le fasi di valutazione costituiscono un quadro

completo che ci porta ad una valutazione globale dell'intervento formativo.

Capitolo2: Dalla diagnosi in ingresso alla valutazione sommativa. Il controllo degli

apprendimenti per promuovere la cultura della valutazione all'interno delle scuole di Ira

Vannini

La collocazione delle procedure di valutazione degli apprendimenti all'interno delle scuole italiane

in continua ancora oggi ad essere confusa e difficoltosa. Le difficoltà consistono nell'attribuire

chiari e condivisi funzioni alla valutazione scolastica, nel definirne i tempi e i luoghi, le

responsabilità di chi ne progetta e ne gestisce le procedure, nello scegliere le modalità e gli

strumenti da utilizzare. La metafora “giungla terminologica” rappresenta il disorientamento del

singolo docente di fronte alla valutazione. La valutazione torna semplicemente ad essere uno

strumento che ciascun insegnante utilizza in modo arbitrario e secondo reazioni dettate da

disorientamento e senso di impotenza. Le cause di tutto ciò risiedono nella mancanza di una 5

visione ampia sul senso della valutazione e sul valore che essa riveste rispetto ai fini educativi

della scuola.

E’ necessario orientare e supportare le prassi valutative nelle scuole. All'interno di ogni istituto

scolastico vi è innanzitutto un problema di riconoscimento formale e condivisione collegiale

delle funzioni e delle procedure valutative da mettere in atto. In secondo luogo, si pone il problema

della progettazione di sistemi o servizi interni per la valutazione, efficaci nel chiarire e

orientare le prassi valutative specifiche degli insegnanti, rimanda costantemente alle funzioni che

la valutazione stessa deve svolgere e fornendo loro supporto in termini di procedure e strumenti da

utilizzare. Infine, occorre affrontare la questione di come rendere tali sistemi interni di valutazione

funzionali alla progressiva diffusione della cultura valutativa all'interno dell'istituto, in termini

di aggiornamento e di reciproco scambio di formazione tra i docenti. Chiarire le funzioni della

valutazione scolastica prospettando visioni ampie e coerenti rispetto alle finalità formative della

scuola è un'esigenza che da sempre gli studiosi della docimologia italiana hanno messo in

evidenza. La “funzione generalissima” della valutazione viene articolata secondo 5 funzioni più

specifiche:

una valutazione iniziale sostanzialmente coincidente con la programmazione didattica e

1. l'analisi delle risorse in rapporto ai traguardi di apprendimento previsti;

una valutazione formativa da realizzare all'inizio e durante il processo di insegnamento-

2. apprendimento del singolo allievo per individualizzare i percorsi e attuare strategie di recupero;

una valutazione sommativa da porre al termine di sequenze intermedie e finali di

3. insegnamento per verificare l'apprendimento individuale e complessivo;

una valutazione finale dell'efficacia della programmazione didattica e dei percorsi realizzati

4. all'interno della scuola.

Si tratta di funzioni tra loro strettamente concatenate, che esprimono quanto la valutazione

scolastica costituisca un processo sistemico, integrato nella struttura più complessiva del curricolo

e capace di dare sostegno, orientamento e impulso all'attività didattica nel suo complesso.

Vertecchi sottolinea questa dimensione sistemica delle molteplici funzioni della valutazione,

riassumendole in 4 momenti principali (iniziale-intermedio, terminale, individuale e collettivo) e

attorno a 2 parametri fondamentali (il tempo e l’oggetto). La valutazione si può configurare come

un processo complesso e coerente, la cui collocazione all'interno del curricolo risulta chiaramente

definita e di cui il Piano dell’Offerta Formativa di ciascun istituto scolastico dovrebbe rendere conto,

al fine di orientare le prassi di ogni insegnante e di tutti gli insegnamenti nella loro dimensione

collegiale. La valutazione, le sue caratteristiche e le sue potenzialità vanno conosciute a fondo da

tutti insegnanti, In modo tale da poterle governare al meglio e da rendere le stesse procedure

valutative un efficace strumento di governo dell'autonomia scolastica. Le funzioni e le procedure

della valutazione dovrebbero essere ampiamente condivise ed esplicitate tra i diversi protagonisti

della vita di ciascun istituto scolastico. Il quadro pedagogico per chiarire il senso delle varie

funzioni valutative è da rintracciare all'interno delle indicazioni programmatiche nazionali: la

legislazione scolastica italiana continua ad essere fondata sul valore di un sistema scolastico

pubblico e democratico, all'interno del quale risulta fondamentale perseguire una formazione di

buon livello, per tutti gli studenti, nell'ambito delle competenze chiave “per la vita”. Lo sfondo

comune di tutte le funzioni della valutazione scolastica è quello di essere uno strumento di analisi,

regolazione, sostegno, promozione e certificazione di itinerari formativi volti a garantire a tutti

quelle conoscenze e abilità essenziali per esercitare un pieno diritto alla cittadinanza attiva.

Nell'ottica dell'autonomia scolastica sono poi i singoli istituti ad essere i primi responsabili nel

realizzare e contestualizzare le indicazioni nazionali, ricercando i significati più profondi da

attribuire alla valutazione, discutendoli collegialmente e negoziando una piattaforma di valori e

funzioni in cui tutto il corpo docente sia disponibile a riconoscersi e ad agire. Diviene essenziale

costruire una visione d'insieme sulla valutazione, coerentemente e direttamente connessa alle

finalità educative e formative del sistema scolastico nazionale e localmente riconosciuta come

parte integrante e fondamentale dei processi di insegnamento-apprendimento, supporto e

riferimento per l'agire collegiale degli insegnanti. La valutazione potrebbe essere l'occasione per

progettare sistemi procedurali coerenti, condivisibili e di riferimento per tutti gli insegnanti

all'interno delle scuole e atti a orientare e sostenere le fasi valutative di ciascun insegnante e a

renderle trasparenti per studenti, famiglia e territorio. La valutazione degli apprendimenti dovrebbe

strettamente connessa al “sistema-scuola”, vicina alla quotidianità delle sue pratiche e all'anali

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
18 pagine
7 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher likelikelike di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teorie e metodi di progettazione e di valutazione scolastica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Capperucci Davide.