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VERSO UN NUOVO ECOSISTEMA TELEVISIVO: MULTIPIATTAFORMA E MULTIDEVICE
i sistemi di distribuzione broadcast in digitale soppiantano definitivamente l’analogico e prevale
un approccio multipiattaforma (digital broadcasting, IP - based) rispetto ai canali di
distribuzione, e multidevice (tv, pc, second screen device) rispetto ai terminali di accesso. Gli
schermi diventano terminali internet e cominciano a ospitare servizi televisivi non lineari (on
demand). Le pratiche di fruizione di tipo televisivo trovano spazio in altri ambienti di
comunicazione (come il world wide web) o sono declinate su altri schermi personali (pc e
handhelded device). I contenuti televisivi subiscono un processo di appropriazione creativa
(cut, remix, share) proprio delle culture partecipative. I social media ospitano i discorsi sulla
televisione (social television) e favoriscono l’engagement dei pubblici.
LE TRASFORMAZIONI DEL MEDIUM: TIMESHIFTING E PLACESHIFTING
Si produce una profonda alterazione del regime temporale attraverso il quale vengono gestiti
l’accesso e le modalità di fruizione dei contenuti, rispetto all’esperienza di visione che ha
caratterizzato per decenni la televisione di flusso.
“Attraverso l’uso delle tecnologie per il timeshifting, gli spettatori della televisione broadcast
conformano la programmazione alle loro esigenze di orario e la espongono ai momentanei
desideri dei loro click, poiché sono in grado DI passare rapidamente dai programmi live a quelli
registrati. In questo modo, aggirano il flusso commerciale accuratamente pianificato in cui i
network statunitensi inseriscono i loro prodotti televisivi”.
L’idea della tv anytime, ovvero l’affrancamento delle audience dai tempi della programmazione
televisiva broadcast, grazie all’introduzione di tecnologie di timeshifting tv, che disarticolano
l’idea di flusso tv e la ritualità del consumo ad esso collegato si integra con le pratiche di
consumo di contenuti video attraverso differenti device in qualunque momento e in qualsiasi
luogo, secondo le logiche di Placeshifting, un termine proprio dei nuovi media che fa
riferimento alla capacità degli spettatori di far transitare la programmazione dai television set
agli hard disk e ai dispositivi mobili. TV: ANYWHERE, ANYTIME, ANYDEVICE
Il paradigma della tv anywhere rappresenta la dimensione complementare al processo di
liberazione dal regime temporale imposto dal producer controller flow, consentendo il consumo
di contenuti video attraverso differenti screen device (PC, tablet, smartphone, game console,
Smart TV) e in qualsiasi luogo (outdoor o indoor).
«Non appena la visione televisiva si dissocia da ogni singolo device, in quello stesso momento
diviene ubiqua. Nell’era post-televisiva la televisione è dappertutto. Ma questo non significa
che è semplicemente qualcosa in più della stessa vecchia cosa» USER GENERATED FLOW
Dal punto di vista degli esiti del processo di trasformazione della televisione, il diverso
bilanciamento tra innovazioni nelle tecnologie e nelle modalità distributive da un lato, e nelle
pratiche d’uso dall’altro, segnala una profonda transizione «da una nozione di flusso centrata
sull’attività di programmazione, che Williams ha documentato, a una nozione di flusso
centrata sull’utente» DAL BORADCASTING AL PERSONCASTING
Le diverse esperienze di visione (tempi, contenuti, schermi, ecc.) si compongono in mix
profondamente differenziati e in perpetua ridefinizione sulla base delle appartenenze
generazionali, delle competenze tecnologiche e della disponibilità di capitale economico e
culturale. Nella composizione del mix il livello di apertura competitiva del sistema televisivo e
la disponibilità di tecnologie di distribuzione Ip based, che abilitano l’effettivo accesso
personalizzato ai contenuti determinano le pratiche di personcasting. LA TV DEGLI EVENTI
L’evento televisivo non è più confinato esclusivamente entro i tempi e le modalità codificate
dal broadcasting, rilevante in quanto celebrazione, momento storico e pubblico, fortemente
correlato alla dimensione live della televisione. L’evento televisivo viene anche ricodificato
secondo la logica del personcasting:
“sono i singoli consumatori di televisione ad assegnare questo valore simbolico ed
esperienziale, esprimendo elevata fidelizzazione e/o specifica passione/interesse verso un
determinato contenuto, sia esso una puntata di talent show o di una serie tv oppure un film
scelto con grande cura nel catalogo on demand”. IL FLUSSO DIVENE CIRCOLARE
• L’estrema segmentazione dei gusti e delle pratiche di consumo impone alle media companies
di imparare a promuovere e gestire insieme con le audience una esperienza di flusso
radicalmente differente rispetto a quella esemplificata dal potere di definizione proprio della
forma broadcast. Il flusso odierno è più circolare, con ciascuna piattaforma che incoraggia gli
spettatori ad accedere a un’altra che, si spera, chiederà loro di tornare al prodotto in onda. Il
fatto che i network investano nella circolazione continua dei propri prodotti su più piattaforme
non vuole affatto dire che il flusso non conta più, come dovrebbe essere evidente da tutti i
materiali che i network e i loro conglomerati mediali confezionano rispetto ai diversi segmenti
della narrazione. IL RUOLE DELLE PIRACY CULTURE
• Le pratiche di pirateria hanno contribuito a rilegittimare il medium televisivo, trasformando
audience tendenzialmente passive in active seekers che selezionano attentamente i contenuti
televisivi di qualità cui sono interessati, li condividono e li promuovono, recuperando in parte la
logica delle fandom communities.
Se il coinvolgimento di massa nella pirateria cambia il modo in cui il contenuto circola, quale
contenuto circola e quale ruolo attivo possono svolgere le audience nell’intero processo, è
ragionevole ipotizzare che lo status sociale della televisione sia destinato a cambiare.
LA TELEVISIONE COME ENGAGEMENT MEDUIM
La televisione classica disponeva di una configurazione formale talmente potente
(disciplinante) da poter quasi ignorare il telespettatore. La nuova televisione richiede
engagement da parte delle audience.
– perché le funzioni di control e choice sono definitivamente nelle mani di chi guarda la
televisione
– perché la possibilità di valorizzare (economicamente) contenuti che non possono più essere
presupposti come uniformi e universalmente acquisiti riposa sul coinvolgimento dello
spettatore
• “Non è un processo che avviene di fronte al televisore. Né è la semplice descrizione del modo
in cui uno spettatore guarda la televisione, o di ciò che prova mentre la guarda. L’engagement
descrive, piuttosto, l’ampio sistema di investimenti materiali, emozionali, intellettuali, sociali e
psicologici che uno spettatore forma attraverso le sue interazioni con l’expanded television
text.
• Concepire la tv come un engagement medium comporta, inoltre, una netta inversione
rispetto al modo in cui la televisione broadcast osserva le audience e le valorizza nel proprio
business model.
– “Un modello di questo tipo deve intendere la televisione non come un modo per aggregare
audience che, successivamente, verranno vendute agli inserzionisti pubblicitari, ma come un
medium che attinge a piattaforme mediali, contenuti, prodotti, attività e spazi sociali per fornire
alle audience un ampio range di opportunità per interagire con il contenuto televisivo”.
La circolazione tende a divenire il nuovo regime del flusso televisivo nel senso di pratiche che
consentono di attualizzare il personcasting sui diversi schermi che l’utente ha a disposizione;
schermi che si alternano, si sovrappongono e si richiamano nella composizione del flusso a
seconda dei momenti della giornata, della tipologia di contenuto, dei device
momentaneamente disponibili e del loro potenziale di connettività e condivisione. Nel senso di
pratiche che, sulla scorta delle culture partecipative, considerano il contenuto mediale non
come un oggetto in sé chiuso ma come una forma espressiva che trova una estensione in
termini di conversazioni, riscritture, condivisioni che ne alimentano la circolazione e la continua
ridefinizione attraverso il lavoro interpretativo delle audience. CIRCULATION/SPREADABILITY
«Diffondibilità» [spreadability] si riferisce alle risorse tecniche che rendono più facile far
circolare certi tipi di contenuti rispetto ad altri, alle strutture economiche che facilitano o
riducono la circolazione, agli attributi di un testo mediatico che può suscitare la motivazione di
una comunità per la condivisione di materiali, e alle reti sociali che collegano le persone
attraverso lo scambio di frammenti dotati di significato.
In altre parole un insieme di forze discendenti e ascendenti che determina come il materiale
venga condiviso all’interno di ciascuna cultura e fra l’una e l’altra in modalità di gran lunga più
partecipative. CIRCULATION/NARRATIVE COMPLEXITY
Eterotopia e Eterocronia contraddistinguono la circolazione e dunque la digital life dei
contenuti. I contenuti digitali sono costantemente cercabili, accessibili e consumabili. La
complessità narrativa dei contenuti mediali contemporanei esalta la loro caratteristica di:
– oggetti senza confini (cioè permeabili rispetto a i frame dei singoli media da cui originano)
– e senza fine (rispetto alla persistenza nel tempo e nello spazio),
digital life
• La complessità narrativa assicura una ai contenuti in quanto sempre esplorabili,
completabili, diffondibili e condivisibili da parte delle engaged audience.
Soprattutto nell’era digitale, un programma televisivo è l’origine di una rete intertestuale che
ne espande il perimetro, rendendo labile il confine tra la visione di una serie e il consumo dei
para-testi da essa derivati. Allo stesso modo, più che un racconto lineare, il testo seriale è una
raccolta in espansione di materiale narrativo che può essere consumato nei modi e nei tempi
più diversi». Qualsiasi testo assume un significato soltanto quando viene fatto circolare. Per
comprendere la testualità della televisione dobbiamo spingere lo sguardo al di là dello schermo
televisivo, e considerare i diversi contesti in cui questi testi vengono fruiti, e ricomposti in
forma seriale, attraverso le diverse pratiche del coinvolgimento culturale
LA VITA DIGITALE DEL CONTENUTO
La vita digitale dei contenuti e la loro circolazione dipendono sia dai produttori sia dai
consumatori.
I produttori forniscono più "punti di contatto" per rendere i contenuti accessibili, concentrandosi
quindi su storytelling multipiattaforma e strategie di coinvolgimento del pubblico. I consumatori
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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