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Curarsi con gli odori: aromaterapia e olfattoterapia

L'impiego degli odori e delle piante aromatiche nella cura e nella prevenzione delle patologie ha una storia molto antica. Cinquemila anni fa gli egiziani utilizzavano oli profumati nelle cerimonie e nella cura dei malati ed anche i medici greco-romani, a partire da Ippocrate e Galeno, ricorrevano all'uso dei fuochi aromatici per combattere la pestilenza.

Nonostante i fondamenti di questa pratica risalgano a migliaia di anni fa, in Europa l'aromaterapia si diffonde a partire dal XVI sec. Il termine, coniato dal francese René Maurice Gattefossé, oggi assume connotazioni diverse a seconda dei paesi in cui è utilizzato: in Francia, ad esempio, è un trattamento naturale assimilabile ad una tradizionale cura farmacologica somministrata per via orale; mentre in Gran Bretagna è somministrata per via esterna. In generale, si conviene su una definizione con cui si denota l'utilizzo degli oli.

essenziali tratti da piante, fiori, radici per fini terapeutici. I fautori di questa medicina alternativa affermano che la somministrazione di questi aromi ed oli abbia effetti non solo dal punto di vista fisico, ma anche spirituale e mentale, utilizzate nelle terapie di rilassamento e nella cura dei disturbi come ansia e depressione. La carenza di dati clinici e la scarsa verificabilità dei suoi principi teorici non ci consentono di definire l'aromaterapia come una terapia vera e propria. Si parla ancora di olfattoterapia, una cura più recente sperimentata in Francia per aiutare i pazienti neurologici o vittime di traumi cranici a ritrovare la memoria olfattiva, facendogli annusare odori differenti che ne risvegliano i ricordi. Pensiamo, ad esempio, al terapeuta Patty Canac, che attraverso sedute di olfattoterapia, in cui presenta a pazienti usciti dal coma delle cartine sorbenti che sanno di legno, biscotti, cioccolata, fieno, etc., per stimolarli a ritrovare la voglia di.formattare il testo fornito utilizzando tag html. Ecco il testo formattato:

vivere e la memoria. Fisiochimica dell'odore. Con l'espressione odore si intende sia la sensazione olfattiva che la fonde, cioè lo stimolo responsabile dellasensazione. Una sensazione olfattiva si origina quando una data sostanza agisce su specifici recettori e l'odore nasce dall'incontro delle molecole odoranti con questi ultimi. Indipendentemente dall'ambiente che liveicola, aereo o acquatico che sia, gli odori obbediscono a delle leggi fisiche: l'alta temperatura favorisce la diffusione delle molecole odorose e il loro accesso ai recettori; l'aumento della pressione atmosferica rende odorose le sostanze chimiche. Nella determinazione di un odore intervengono anche: la capacità di stabilire legami intermolecolari con la membrana delle cellule olfattive, e la solubilità delle molecole nell'acqua e nel grasso, necessaria per entrare in contatto col muco e disciogliersi nella membrana dei recettori olfattivi. È importante

'60. Secondo questa teoria, le molecole odorose emettono vibrazioni che vengono percepite dai recettori olfattivi nel naso umano, generando così la sensazione di odore. Questa ipotesi tiene conto del fatto che molecole con strutture diverse possono avere frequenze di vibrazione simili, dando origine a odori simili, mentre molecole con strutture simili possono avere frequenze di vibrazione diverse, generando odori diversi. Tuttavia, entrambe le ipotesi non sono ancora completamente accettate e il meccanismo esatto attraverso il quale si genera la sensazione olfattiva rimane ancora oggetto di studio e ricerca.

’30 del‘900. Egli aveva ipotizzato che il naso umano, così come unospettroscopio (strumento che individua gli atomi e le molecole misurandole vibrazioni molecolari), sia in grado di riconoscere subito gli atomipresenti in una molecola e di distinguere una molecola dall’altra. Ad ogniodore, quindi, corrisponderebbe una lunghezza d’onda differente, capacedi provocare profumo o puzzo. Questa ipotesi ha ricevuto, recentemente,conferma di plausibilità.

Variabilità dell’olfatto umano e nasi prodigiosi. La capacità umanadi sentire gli odori è influenzata da molteplici fattori: processi fisiologici,sesso, età, abitudini, costumi e cultura. Il risultato è un’estremavariabilità dell’acuità olfattiva, la cui scarsa oggettività dei dati che nescaturiscono ha maggiormente ostacolato le ricerche scientifichesull’olfatto. La variabilità può essere anche intraindividuale,

basata sugli stati fisiologici di un individuo, ed è nota, in questo caso, come alliestesia: l'odore di cioccolato, ad esempio, è piacevole se siamo a digiuno ma diventa sgradevole se abbiamo assunto grandi dosi di glucosio. Diversi studi hanno dimostrato come i bambini abbiano la capacità di esibire preferenze e avversioni per determinati aromi, tuttavia il giudizio edonistico sugli odori cresce con l'avanzare dell'età, per raggiungere il pieno sviluppo tra i trenta e i quarant'anni e mantenendosi stabile fino ai sessanta. Superati i sessantacinque, la capacità di rilevare e distinguere gli odori diminuisce progressivamente e vengono meno le parole per descriverli anche se il recesso è lento e quasi impercettibile. Le capacità olfattive possono essere influenzate anche dall'uso di determinate sostanze, come il tabacco, l'alcol o la cocaina, ma un fattore ancor più determinante per gli effetti.sulla sensibilità olfattiva è il sesso: la superiorità sensoriale delle donne in fatto di naso, oltre che per ragioni biologiche, è dovuta alla maggior esperienza con gli odori, pervia della preparazione degli alimenti. Prescindendo dalla variabilità prodigi dell'olfatto, individuale del naso, esistono in natura dei individui con una sensibilità agli odori di gran lunga superiore rispetto a quella degli altri. I non vedenti, ad esempio, hanno prestazioni olfattive migliori, anche se tale abilità richiede un esercizio di attenzione agli indizi olfattivi. È il caso di Helen Keller, la quale riusciva addirittura a riconoscere le persone, a catalogarle psicologicamente e a capire, semplicemente annusandole, che mestiere facessero. L'olfatto, assieme al gusto e al tatto, stimolava le sue capacità cognitive a tal punto da permetterle di distinguere i colori. Un altro esempio è quello degli enfants sauvages, bambini.abbandonati a se stessi che, per sopravvivenza, hanno dovuto affidarsi alle proprie forze o omologarsi allo stile di vita animale. Tra questi, il caso di Victor, ritrovato nei boschi dell'Aveyron nel 1798 per il quale l'olfatto era il suo principale strumento di conoscenza. O ancora il caso di Kamala, bambina-lupo indiana, con un olfatto talmente acuto da riconoscere gli odori, anche da molto lontano. Così come Kaspar Hauser, vissuto in una cantina fino all'età di 16 anni, il cui olfatto era così sensibile da rendergli fastidiosi e ripugnanti anche le fragranze più delicate, fatta eccezione per il pane e le spezie per condirlo, alle quali era stato abituato durante la prigionia. Questi nasi prodigiosi ci spingono a pensare che sia stato il progresso della civiltà ad aver atrofizzato l'olfatto. La nostra sensibilità, in effetti, risulta essere influenzata dalle nostre abitudini, dai modelli percettivi e dalle norme culturali. Naso el'antropologia dell'olfatto. L'antropologia degli odoridi culture olfattivamente orientate è rivolta allo studio. Fondata dal canadese David Howes, essa indaga le varie culture come espressione di diverse modalità percettive della realtà. Non tutte le culture riconoscono i cinque sensi - vista, udito, tatto, olfatto, gusto. I cinque sensi dei giavanesi, per esempio, sono la vista, l'udito, l'olfatto, il sentimento e il parlare; mentre per gli Hausa della Nigeria i sensi sono due, cioè la vista e un altro senso che li comprende tutti quanti includendo anche il conoscere (gani, vedere; ji). Influenzati da abitudini e da condizionamenti culturali, pur partendo dalla stessa dotazione sensoriale, gli individui percepiscono in modo diverso la realtà. Le indagini degli antropologi dell'olfatto, infatti, suggeriscono che alla nascita gli individui siano dotati di una competenza olfattiva non trascurabile, suscettibile.

di un uso variabile a seconda della cultura e del contesto geografico di appartenenza. Gli individui che vivono nella foresta, ad esempio, l'olfatto è un senso fondamentale per l'orientamento e la localizzazione dello spazio: gli Gnau e gli Umeda erano abilissimi a riconoscere gli odori, nonostante la foresta in cui vivevano fosse fittissima.

Se la valutazione degli odori nelle diverse culture presenta delle analogie, non mancano comunque delle importanti differenze. Fra le altre, quelle legate alle abitudini igieniche del corpo e dell'ambiente: molti popoli africani, ad esempio, considerano profumo l'odore della cipolla fritta o cruda e se ne cospargono il corpo per scopi estetici, cosa che per gli occidentali è considerata assurda; invece, apprezzano l'odore del bestiame a tal punto da cospargersi il corpo con lo sterco delle mucche e da lavarsi le mani con le urine. I codici olfattivi intervengono anche nella buona riuscita di alcuni rituali,

per mascherarlo. Inoltre, l'uso di odori specifici può essere associato a determinati momenti della giornata o a determinate occasioni, come ad esempio l'uso di profumi leggeri durante il giorno e profumi più intensi durante la sera. L'odore è anche un elemento importante nella creazione di atmosfere e ambienti specifici. Ad esempio, l'uso di profumi floreali può contribuire a creare un'atmosfera romantica o rilassante, mentre l'uso di odori più freschi e agrumati può conferire un senso di energia e vitalità. In conclusione, l'uso degli odori è un elemento significativo nella nostra vita quotidiana e nelle diverse culture. Essi possono influenzare le nostre emozioni, i nostri ricordi e le nostre interazioni sociali. Pertanto, è importante considerare l'effetto degli odori e utilizzarli in modo consapevole per creare l'atmosfera desiderata.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
37 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/05 Filosofia e teoria dei linguaggi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Pegasus.21 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teorie dei linguaggi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Cavalieri Rosalia.