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Un buon modello di educazione alimentare è quello proposto da Slow Food

L'associazione fondata da Carlo Petrini nel 1989 è fautrice di una politica alimentare attenta al valore del cibo, all'educazione del gusto, alla valorizzazione del piacere di mangiare. Il progetto di Slow Food, rivolto ad adulti e bambini, è volto a colmare proprio quel vuoto della cultura alimentare, rivendicando innanzitutto un modo diverso di mangiare, lento, contro quello fast life.

Slow Food si impegna nell'organizzazione di corsi di formazione e aggiornamento per gli insegnanti, ma anche per i bambini, i giovani a rischio di omologazione alimentare e le famiglie. Tra le iniziative proposte, significative sono: la creazione di una rete di Orti scolastici, inaugurata nel 2004, che permette un approccio basato sulla praticità e sullo studio e la trasformazione dei prodotti in cucina; i Laboratori del gusto, in cui si può vivere un'esperienza di assaggio consapevole dei prodotti.

Alimentari, puntando sulla stimolazione sensoriale, seguendo le linee guida degli esperti; eMaster of Food, ancora i corsi dedicati a diverse categorie merceologiche alimentari con l'obiettivo di fornire conoscenze per sapere gustare, valutare e scegliere i prodotti. Tra i progetti di Slow Food, inoltre, meritano di essere dell'Arca del gusto menzionate due iniziative: la costruzione - volta a salvaguardare i prodotti di qualità a rischio d'estinzione nel mondo, al fine di Presìdi contrastare la riduzione della biodiversità - e l'istituzione dei - vale a dire progetti orientati alla tutela e valorizzazione delle tecniche tradizionali in via d'estinzione (pesca, allevamento, etc). Un altro modello innovativo interessante è quello delle classes du goût, elaborato in Francia da Jacques Puisais, con l'obiettivo di educare i bambini alla ricchezza e alla varietà delle percezioni sensoriali generate da una degustazione.

Il progetto mira all'ampliamento del repertorio alimentare dei bambini che gli permette di scoprire la ricchezza del patrimonio gastronomico. L'Association Nationale pour l'Éducation au Goût des Jeunes (ANEGJ), creata in Francia nel 2012, nasce con lo scopo di promuovere l'educazione al gusto attraverso il gusto stesso. Progetti come quello di Slow Food e quello francese andrebbero sostenuti e moltiplicati in tutti i contesti socio-culturali e dovrebbero coinvolgere tutte le tipologie di consumatori, in modo da permettergli di condurre uno stile di vita sano ed equilibrato. Un rapporto più consapevole col cibo, inoltre, aumenta la godibilità dello stesso ed è proprio dal piacere consapevole che dipende la qualità della propria esistenza. Capitolo 1. Nutrirsi. Nutrirsi vuol dire assumere il cibo ma anche arricchirsi spiritualmente e intellettualmente. Mangiare è innegabilmente.

Una necessità e un piacere, ma anche un diritto riconosciuto sia dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'Uomo (1948) sia dal World Food Summit del 1996, nel corso del quale viene posto l'obiettivo di dimezzare entro il 2015 le persone che soffrono la fame, obiettivo che fino ad oggi risulta essere ampiamente disatteso. Con la parola fame non si intende solamente l'assenza di cibo, ma anche la denutrizione, cioè un consumo giornaliero inferiore alla soglia minima di 1800 kcal (il fabbisogno medio di un organismo, a seconda di sesso, età e stile di vita, è di circa 2100 kcal giornaliere). I dati statistici a nostra disposizione ci permettono di distinguere situazioni di sott'alimentazione, come quelle sopraelencate, da situazioni di sottonutrimento, vale a dire la mancanza di nutrienti fondamentali. Il "The State of Food Security and Nutrition in the World 2019", rapporto pubblicato dalla FAO e dall'UNICEF, che si è concentrato

In particolare sulla recessione economica, mostra come il problema sia aumentato, dal 2016 al 2018, da 804 milioni ad 821 milioni di sottonutriti, problema che dovrebbe essere prontamente affrontato se si vuole raggiungere entro il 2030 l'obiettivo Fame Zero.

La fame nel mondo è una piaga e coesiste con una dimensione opposta, cioè quella relativa alle problematiche legate allasovralimentazione, dovute a cattive abitudini alimentari e a stili di vita poco sani. Nonostante dal 1990 si registri un trend complessivamente positivo, con una riduzione della fame del 39%, il numero di persone che ancora ne soffre è inammissibile. Il Rapporto 2014 sull'indice globale della fame parla anche della fame nascosta, cosiddetta cioè una forma di sottonutrizione che pur garantendo la sopravvivenza mette a repentaglio la salute a causa della carenza di nutrienti fondamentali. Molte persone, anche nel mondo industrializzato e globalizzato, muoiono per malattie come

l'obesità e il diabete, e in parte anche il cancro, legati ad una scorretta alimentazione, all'eccesso di cibo tutt'altro che salutare e ad una vita sedentaria. Una questione importante, per lungo tempo sottostimata, è quella riguardante gli sprechi alimentari, cioè la perdita o lo sciupio di cibo. Ogni anno le perdite di cibo si aggirano intorno a 1,3 miliardi di tonnellate (tra frutta, verdure, pesce, cereali, carne, prodotti caseari) con i quali si potrebbe sfamare quattro volte la popolazione denutrita. Il problema degli sprechi si può e si deve contrastare migliorando l'efficienza della catena agroalimentare e migliorando altresì l'educazione dei consumatori. Una soluzione, ad esempio, potrebbe essere la pianificazione dell'alimentazione settimanale e, di conseguenza, l'acquisto solo dei prodotti necessari. Il problema del nutrimento non dipende tanto dalla scarsità delle risorse a disposizione (le risorse)prodotte sarebbero in grado di nutrire tutte le persone del pianeta) quanto la disparità della distribuzione delle stesse. E, tra i fattori concausali correlati alla fame nel mondo, i più influenti sono decisamente i cambiamenti climatici, unitamente con i conflitti e le crisi economiche. I dati a nostra disposizione (ONU, 2018) ci dicono che l'11% della popolazione soffre la fame mentre il 13% è affetta da obesità, problema che coinvolge tanto i paesi ricchi quanto quelli poveri e in via di sviluppo. Se da sempre l'uomo si è scontrato con il problema della fame, come detto in precedenza da alcuni decenni una parte della popolazione si trova a dover fronteggiare il problema dell'eccessivo consumo di cibo. L'evoluzione delle società industriali ha reso disponibili maggiori quantità di cibo, di varia provenienza e tipologia, che ha determinato l'ingresso nel mercato di cibi precotti e pronti da cucinare, accessibili dal

Punto di vista economico e ricchi di grassi, Sali, additivi e conservanti che li rendono particolarmente appetibili. Alle nuove abitudini alimentari si sono aggiunti l'assunzione di stili di vita non salutari, la destrutturazione della giornata alimentare e un incremento delle occasioni di consumo di cibi di scarsa qualità, oltre all'abitudine di mangiare fuori casa. I dati delle ricerche parlano di circa due miliardi di persone in sovrappeso e affermano che, nel 2015, circa quattro milioni di persone hanno perso la vita per questioni legate all'eccesso ponderale. Da qualche tempo, epidemia globale di obesità, inoltre, si parla di riferendosi all'incremento segnalato negli ultimi quarant'anni. Nel 2000, in particolare, il numero degli adulti in sovrappeso ha superato quello delle persone sottopeso. Ma la situazione diventa ancor più problematica quando coinvolge bambini e adolescenti, dei quali circa il 42% (secondo un'indagine europea)

è insovrappeso, e tra i quali sono sempre più diffuse malattie come il diabete di tipo 2, l'ipertensione e la dislipidemia. La dieta mediterranea, patrimonio dell'UNESCO, è più seguita da coloro che vivono nei paesi nordici piuttosto che da coloro che vivono in area mediterranea. Ai problemi di sicurezza alimentare, come diritto di ciascun individuo di disporre di una quantità sufficiente di cibo, e a quelli della salute, in tempi recenti si è aggiunto quello di garantire la sicurezza e la qualità degli alimenti. A livello mondiale le due organizzazioni che se ne occupano sono Codex alimentarius, l'OMS e la FAO, che dal 1963 hanno creato il per tutelare la salute dei consumatori. Recentemente l'Europa ha presentato il Libro bianco sulla sicurezza alimentare (2000) e, già da un paio di anni, è stato introdotto il protocollo HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Point), un metodo di autocontrollo finalizzato.

All'analisi della catena produttiva, per individuare rischi associati ad ogni passaggio del cibo (produzione, trasformazione e manipolazione). La sicurezza alimentare include anche la possibilità di accedere in modo costante all'acqua oltre che al cibo (l'ONU il 28 luglio 2018 ha riconosciuto il diritto dell'acqua potabile come diritto alla vita). La sete è, tuttavia, un problema che affligge oltre due miliardi di persone che non hanno accesso sicuro all'acqua potabile. Una ricerca del 2016 rileva che oltre il 70% della popolazione mondiale vive in condizioni di grave carenza idrica per almeno un mese l'anno, mentre mezzo miliardo di persone affronta carenze idriche durante tutto l'anno. Le scorte di acqua a disposizione stanno diminuendo anche a causa dell'inquinamento prodotto da pesticidi e fertilizzanti, dai rifiuti umani e dalla produzione di cibo industriale. Secondo alcune stime la domanda di acqua crescerà del 55% entro

Il 2050 e, probabilmente, circa 5 miliardi di persone potrebbe non averne accesso. Tutto ciò dovrebbe servire a noi consumatori per riflettere sulla necessità di ridurre i consumi e gli sprechi a livello domestico e non. Il legame tra alimentazione, salute e qualità della vita rende necessaria la conoscenza delle proprietà del cibo e del valore di ciò che scegliamo di consumare, aspetto a cui si bada generalmente poco. Conoscere e trasmettere informazioni sull'alimentazione, sul cibo e sui modi di produrlo è un diritto ma anche un dovere di ognuno e come tale richiede lo sforzo di tutti nel fare scelte migliori per la salute propria e del pianeta.

Capitolo 2. Assaporare.

Assaporare - secondo il dizionario Treccani - vuol dire gustare un cibo o una bevanda trattenendola in bocca per sentirne a lungo il sapore e rendere più piacevole la sensazione. Mentre gli animali assumono il cibo solo per l'...

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Publisher
A.A. 2020-2021
14 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/05 Filosofia e teoria dei linguaggi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher irenepratico di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teorie dei linguaggi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Cavalieri Rosalia.