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Il modello inferenziale evidenzia il ruolo determinante giocato dai contesti e le intenzioni
all’interno dell’interazione comunicativa.
Negli anni ‘50 Paul Grice elabora un modello di comunicazione basato non tanto sulla condivisione
di un codice comune, bensì sulla comprensione delle intenzioni:
nel proferire l’enunciato, il parlante è spinto dalla fiducia che il destinatario riconosca la sua
intenzione comunicativa allo stesso modo il destinatario è condotto dal riconoscimento
dell’intenzione comunicativa dell’interlocutore.
Fondamentale è il contesto enunciativo inteso come l’insieme dei dati che veicola l’interpretazione
e la determinazione del significato dell’enunciato.
Per Grice, il principio di collaborazione è alla base di ogni conversazione:
ogni partecipante nutre un interesse affinchè l’interlocutore riconosca le sue intenzioni e si aspetta
dagli altri lo stesso atteggiamento. Senza queste aspettative la conversazione sarebbe impossibile.
Le inferenze
La produzione di inferenze è il risultato dell’attività di comprensione/interpretazione degli indizi
presenti nel discorso.
Le inferenze possono nascere dalle seguenti componenti del contesto:
• Le conoscenze condivise (“il giudice condannò l’imputato. Era comunista”)
• La situazione comunicativa (la situazione spazio/temporale in cui si svolge l’atto linguistico,
le relazioni tra i parlanti, le iniziative e gli scopi – “ Sei scapolo? Prova Meetic”)
• Il cotesto (“il giudice condannò l’imputato. Era un ladro”)
Coerenza e Coesione
Coerenza e coesione sono requisiti fondamentali del testo.
La coesione
La coesione consiste nel rispetto dei rapporti morfologici e della connessione sintattica fra tutte le
sue parti.
Pertanto un testo è coeso quando sono rispettate tutte le regole grammaticali e gli elementi che lo
compongono sono disposti correttamente.
La coesione può essere violata nei seguenti casi:
• Se non si rispetta la concordanza di numero tra soggetto e predicato;
• Se non si rispetta la concordanza di genere tra sostantivo ed articolo, aggettivo o participio
• Se non si rispetta l’ordine abituale delle parole
Coesivi
La coesione del testo viene garantita da una serie di elementi detti coesivi.
Tra questi distinguiamo:
• Le forme sostituenti cioè vocaboli che possiedono più o meno lo stesso significato del
termine a cui rimandano (ad esempio i sinonimi)
• La riformulazione consiste nel sostituire al già detto un’espressione singola che richiama a
ciò di cui si è parlato (“con la pace di Vienna, Napoleone conseguì l’apogeo della sua
potenza; ma tre anni dopo, le fortune del Bonaparte cominciarono a declinare” – in questo
caso Bonaparte è la riformulazione di Napoleone che permette di evitare una ripetizione
facendo riferimento ad una conoscenza pregressa e diffusa
• L’ ellissi consiste nell’omettere un riferimento esplicito al già detto mentre il contesto
provvede ad eliminare ogni dubbio (“Luca andò al cinema. Poi scrisse un libro e andò a
dormire)
• I segnali discorsivi servono a gestire l’andamento della comunicazione e assolvono a
compiti come sottolineare la strutturazione del testo, fungere da riempitivi, evidenziare il
rapporto con l’interlocutore. Possono essere congiunzioni, avverbi, verbi o intere frasi
(“c’era una volta”, “in conclusione”, “insomma”, “diciamo” ecc)
Connettivi
Sono gli elementi che assicurano la coesione di un testo garantendo i rapporti logici e sintattici fra
le sue parti.
Appartengono a questo gruppo le congiunzioni come “e”, “ma”, “perché”, “dunque” (Es: “non è
arrivata perché ha perso il treno”, in questo caso “perché” è un connettivo causale)
La coerenza
La coerenza concerne l’organizzazione del significato del testo affinchè esso possieda senso
compiuto.
La coerenza è anche legata alla reazione del destinatario che deve valutare un testo come chiaro ed
appropriato.
In un testo la coerenza può operare a diversi livelli: il più importante è quello logico.
Vi è coerenza logica quando i concetti sono posti in relazioni logiche corrette siano esse temporali,
causali o finali.
La coerenza logica concerne alle organizzazioni dei significati del testo e deve garantire l’unità, la
continuità e la progressione informativa.
Altri requisiti del testo: efficienza, efficacia e appropriatezza
• Efficienza: grado di impegno che un testo richiede nell’essere prodotto e recepito in maniera
corretta. Minore è lo sforzo con cui viene prodotto e compreso tanto più è efficiente
• Efficacia: attitudine di un testo a fissarsi nella memoria del destinatario e a raggiungere lo
scopo per cui è prodotto. L’efficacia di un testo, sovente compromette l’efficienza infatti
difficilmente un testo con elevata intensità espressiva sarà facile da produrre/interpretare
• Appropriatezza: si manifesta attraverso l’accordo tra contenuti e impostazione testuale. Un
testo ricco di termini specialistici rivolto ad un interlocutore privo di quelle determinate
conoscenze non risulta appropriato.
Strategie enunciative
Le strategie enunciative corrispondono alle diverse modalità con cui si mette in scena nel testo la
relazione tra enunciatore ed enunciatario.
Queste modalità possono essere ricondotte ad alcuni tipi fissi e tale classificazione ripercorre gli
studi di Costantino Marmo che si rifà alla nozione di debrayage di Greimas.
Quest’ultimo si concentra sull’analisi di testi in cui la situazione reale di enunciazione non è più
recuperabile. In questo quadro il soggetto del discorso è un elemento virtuale e l’atto concreto di
produzione del senso non può essere colto attraverso l’analisi.
Poiché in ogni testo è presente un oggetto-enunciato è possibile dedurre l’esistenza di un soggetto
che lo ha prodotto.
L’enunciazione è un’istanza di mediazione attraverso la quale le virtualità della lingua vengono
poste in un enunciato discorso.
Il debrayage è un distacco dall’enunciazione in quanto, anche se può essere simulata non può essere
recuperata. L’unico modo per rintracciare il simulacro dell’enunciazione è individuarne le tracce
presenti nel testo, ovvero le varie forme di debrayage:
• Spaziale: proiezione nel discorso del luogo dell’enunciazione
• Temporale: proiezione nel discorso del momento dell’enunciazione
• Attoriale: proiezione della soggettività
• Enunciativo: proiezioni di soggetti diversi da sé (terza persona). Il discorso è oggettivato,
vengono rimosse le tracce dell’enunciazione e si crea un’illusione referenziale
• Enunciazionale: proiezione nell’enunciato di simulacri di se stesso (prima persona). Questo
tipo di debrayage è definito enunciazione enunciata
Strategie enunciative
• Strategie oggettivante o della distanza indefinita (egli-egli): l’enunciatore non è
rappresentato e l’enunciatario non è interpellato. Il lettore empirico è libero di identificarsi o
meno con l’enunciatario implicito. E’ una scelta legata ad un bisogno di oggettività poiché
coinvolge l’enunciatore e l’enunciatario ad un livello cognitivo
• Strategia della distanza istituzionale (io/noi esclusivo-egli): è caratterizzata dalla proiezione
di un simulacro dell’enunciatore che si esprime in prima persona singolare o plurale, fatto
che indica la sua piena assunzione di responsabilità di ciò che viene espresso. L’enunciatario
non è interpellato, ma messo in scena implicitamente. Anche in questo caso il lettore
empirico è libero di identificarsi o meno. Viene impiegata per evidenziare la centralità del
consumatore .
• Strategia dell’ammiccamento (egli-Tu/Voi): si caratterizza per l’interpellazione informale in
seconda persona singolare o plurale dell’enunciatario e dalla presenza di un enunciatore
implicito. L’enunciatario viene coinvolto e gli vengono attribuiti ruoli competenze e valori.
• Strategia della prossimita (Io/Noi escluivo- Tu/voi): rappresenta entrambi gli attori
• Strategia della complicità (noi inclusivo): presuppone l’accettazione del contratto
enunciativo da parte dell’enunciatario. Identificazione tra enunciatore ed enunciatario con la
possibilità per quest’ultimo di prendere la parola e diventare coenunciatore.
Marmo sostiene che le aziende che utilizzano nei loro siti web strategie che si collocano tra gli
estremi dell’oggettività (distanza indefinita) e della soggettività (prossimità/complicità) presentano
il carattere dell’instabilità strutturale
Multimodalità
Un testo multimodale è un mosaico in cui non solo i singoli elementi ma anche le loro reciproche
relazioni e interazioni creano significato. La composizione diventa un aspetto costitutivo del senso,
forse il principale.
Polifonia
• Gli studi sulla polifonia hanno preso avvio dapprima in ambito letterario, con le teorie sul
dialogismo elaborate da Mikhail Bakhtin (1895-1975) a partire dagli anni Trenta del
Novecento.
Negli anni Ottanta questi studi sono stati estesi all’ambito linguistico, in particolare da
Oswald Ducrot
• La polifonia consiste nella compresenza di voci all’interno di un testo e può realizzarsi in
diverse forme.
In una stessa unità discorsiva possono essere presenti elementi rapportabili a fonti
enunciative diverse.
La forma più comune in cui si presenta questo fenomeno è il cosiddetto ‘discorso riportato’,
in cui si ha un’enunciazione su un’altra enunciazione.
- “The expectation of harvest for this year is good because we have not suffered with worms
in the area of INTACTA RR2 PRO” said Kurilo.
- Kurilo said that the expectation of harvest for that year was good because they had not
suffered with worms in the area of INTACTA RR2 PRO.
Nel discorso diretto i centri deittici restano separati, mentre in quello riportato il centro
deittico è unico (si sente meno la presenza della seconda voce).
• Le forme più interessanti – e secondo Ducrot le uniche veramente polifoniche – sono quelle
in cui enunciati apparentemente monologici sono in realtà descrivibili come polifonici.
“Tenuto conto delle freq